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Autore: JessieSomerhalder    23/02/2015    0 recensioni
"La prima volta che la incontrai, il vento gelido di Dicembre così freddo da penetrarmi nelle ossa, l'accarezzava come se fosse una leggera brezza d'estate. Quella fu in assoluto la prima volta nella mia vita, che desiderai con tutto il cuore che il tempo si fermasse in quell'istante"
E' così che il nostro protagonista la incontra. L'ultima figlia della luna, colei che può viaggiare attraverso il tempo grazie ad una strana abilità che consiste nel contare le fasi lunari.
Non sono brava con le introduzioni, quindi lascio giudicare a voi. Buona lettura!
P.S. E' una storia strana :')
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In the Moonlight

1.

    Scendo le scale di fretta chiudendo alla bell'e meglio il lungo cappotto color melanzana che mi ha regalato mia zia Brigida a Natale; sotto ho ancora la divisa da cameriere, ma poco importa, non volevo perdere altro tempo cambiandomi - sono andato già vestito. Mi dirigo verso il cancelletto e lo apro in fretta. Ho fatto di nuovo tardi e domani mattina devo tornare all'università, dovrò esporre una tesi e sono davvero nervoso. Cammino lungo il Viale Roma con passi svelti e decisi; osservo le palme disposte a schiera lungo tutto il grande marciapiede, mentre i lampioni fanno luce su tutta la strada.

    Mi soffermo un attimo a guardarmi intorno. Sono le due di notte e tutto è tranquillo, una delle pizzerie situate di fronte la villa è ancora aperta, e alcune macchine mi sfrecciano accanto, ma a parte questo la città è tranquilla e si prepara a spegnersi del tutto, come ogni notte.
    Vivo in una semplice cittadina come tante, è di circa trentamila abitanti, ma non succede mai niente, be', non proprio niente, ma sicuramente non nulla di sconvolgente. Le persone sono un po' riservate, ma tutto sommato è un posto gradevole dove vivere.

    Sento uno strano rumore, come se stesse cadendo qualcosa. Mi guardo attorno confuso, ma non vedo assolutamente nulla. Alzo lo sguardo al cielo e, strizzando leggermente gli occhi, vedo qualcosa che si avvicina a gran velocità verso di me. Uno strano oggetto bianco è proprio diretto verso la mia direzione, sta proprio puntando a me! Ma che cazz...

Tonf

    Riesco a scansarmi per un pelo gettandomi sull'asfalto freddo e umido. Osservo il marciapiede a bocca aperta, un enorme buco si è fatto largo su di esso e sta uscendo fuori qualcosa. Arretro qualche metro terrorizzato, quando un'auto suona incessantemente poiché sono in mezzo alla strada.
    - Levati dalla strada coglione! - urla il conducente, ma io non ci riesco, sono immobile, paralizzato dalla vista.

2.

    La vedo posarsi leggiadramente su uno dei pali della luce. E' magra, con un vestito bianco candito mosso dal leggero venticello; i capelli biondi sono raccolti in un chignon scomposto, con delle piccole ciocche che le cadono dolcemente sul viso ornato da una frangia delicata.
    - Mi hai sentito coglione?! Levati dalla strada! - il tipo scende dall'auto e mi da uno strattone, ma io non ci faccio molto caso, continuo ad osservare la ragazza che riesce a mantenersi in perfetto equilibrio sul palo della luce. - Posso sapere che cazzo stai guardan... - si ferma a metà, guarda nella mia stessa direzione e rimane a bocca aperta come me.
Si volta leggermente in nostra direzione, il mio sguardo s'immerge stranamente nel suo e ne rimango ipnotizzato; sorride amabilmente e poi scende in un sol balzo.

    - Moon!? Dove sei? Dobbiamo assolutamente riprogrammare le coordinate del vortice temporale, abbiamo sbagliato a contare le fasi lunari e adesso quelle maledette arpie ci stanno alle calcagna! - piagnucola cercando tra le palme, in mezzo alle auto posteggiate e ignorando bellamente l'enorme buco. Non ho la minima idea di cosa abbia appena detto, ma il solo fatto che non sono l'unico a vederla, mi fa sentire meno... Pazzo. - Moon! Ti prego compari, non voglio essere linciata a morte da...- all'improvviso si ferma, si gira nella nostra direzione e va di scatto verso il tizio che ho accanto e che, nel frattempo, ha abbandonato l'auto accesa in mezzo alla strada. - Mi scusi, potrebbe per favore dirmi in che anno siamo?

    - Temo di aver sniffato un po' troppo cocaina, ma sei vera? - mormora l'uomo guardandola stralunato.

    - Come scusi?

    - 2010, credo che volesse dire che siamo nel 2010, - intervengo chiudendo la bocca al tizio. Ci manca solo un drogato che dia una cattiva impressione della città a... Ma chi diavolo è?

    - Fantastico! - esulta, - siamo nell'epoca della globalizzazione, meraviglioso, almeno questa volta non avrò problemi a trovare dei pezzi per i miei attrezzi, - fa un gran sorriso. - Che rimanga tra noi, è un po' difficile costruire una scheda madre nel 1020 avanti Cristo, soprattutto se tentano di ammazzarti con delle lance, e hai a disposizione solo degli elastici, - storce la bocca rammaricata, e io non capisco più niente. Di che diavolo sta parlando? Mille e venti avanti Cristo, lance, elastici... Ma quanta erba s'è fumata?

    - Io me ne torno a casa, - esordisce l'uomo voltandosi verso la sua auto, ma nello stesso istante cade qualcosa che la colpisce in pieno. Il tizio viene scaraventato su una delle palme e io cado a terra terrorizzato. Che cazzo sta succedendo?!

    - Oh no. No no no no, devo trovare Moon! - grida la ragazza.

    - Quell'uomo è appena stato scaraventato a tre metri di distanza dalla sua auto, colpita da chissà cosa, forse è morto e tu stai cercando la luna?! - le urlo sconcertato. - Se non l'avessi ancora capito si trova lassù, b-brutta... Squilibrata, - okay forse ho esagerato un pochino, ma che posso fare? Sembra tutto un incubo!

    - Brutta... Squilibrata...? - si sofferma leggermente su quelle parole, aggrottando la fronte, quasi come se non ne capisse il significato, poi improvvisamente cambia espressione. - Ti consiglio di alzarti in fretta se non vuoi fare la stessa fine del tuo amico, - mi afferra per un braccio e tenta di alzarmi. L'assecondo e mi alzo.

    - Non è un mio amico, - bofonchio alzandomi.

    - Come vuoi, ma adesso... - si ferma di getto e alza lo sguardo, come se stesse osservando qualcosa di molto grosso, - è meglio se inizi a correre, - sussurra.

    - Cosa? Perché dovrei corre...- mi volto e lo vedo, un enorme uccello nero, con la parte superiore simile ad una donna, mentre quella inferiore... Quelli sono zoccoli... Zoccoli di capra?!

    - Corri!! - urla afferrandomi per il cappotto e strattonandomi verso di lei.

3.

    Stiamo percorrendo tutto il corso correndo come dei forsennati, inseguiti da quella strana cosa che, avendo due enormi ali neri non fa fatica a starci dietro. Le poche persone che ci sono in giro sono scappate terrorizzate, lo farei anch'io se solo potessi, ma quella cosa sembra volere anche me. Ma perché?! Oddio, sento che il cuore mi sta scoppiando nel petto, odio correre!!

    Molto probabilmente qualcuno ha chiamato la polizia, perché nel giro di pochi minuti un'auto dei carabinieri si dirige nella nostra direzione. Dio sia lodato, sistemeranno tutto loro, amo le forze dell'ordine! Esclamo allegro nella mia mente. Tento di aumentare il ritmo e corrergli incontro per salvarmi, sperando vivamente che sia solo un incubo e che presto mi sveglierò nel mio letto, ridendo di questo stupido e insensato incubo, e mangiando come ogni mattina i pancake di mamma. Ma non accade, tutto il contrario, la ragazza bionda mi raggiunge e mi prende per un braccio facendomi cenno di no.

    - Dai vieni, loro ci aiuteranno, - le dico prendendole la mano, è più soffice di quanto potevo immaginare, eppure allo stesso tempo è rigida.

    - No, non lo faranno, non possono farlo, rischiano solo di farsi ammazzare e tu morirai con loro!- urla disperata.

    - Sono dei carabinieri armati, ci aiuteranno! - ribatto convinto e voltandomi dietro di me, vedo che la strana creatura sta rallentando. - Vedi? Ha già paura, - le sorrido.

    - NO! - grida fermandosi.

    - No? - ripeto sgomento. 'ddio, ma che ha questa ragazza? Voglio solo aiutarla. - Allora fa' come ti pare! - e riparto in direzione dei carabinieri che si stanno accingendo a fermarsi. Sono due pattuglie, armati e con lo sguardo pieno di terrore.

    - Fidati di me! - urla, mi volto e la guardo. Si scioglie i capelli, è splendida; inizia ad armeggiare con il fermaglio che si è appena tolto, ma non riesco troppo a soffermarmi su di lei, quella cosa le si è fermata proprio dietro. Lo guardo inorridito. La ucciderà! Uno strano scatto improvviso mi fa avanzare verso di loro.

    - Ehi ragazzo, sta' lontano è pericoloso! - grida uno dei carabinieri, ma io quasi non lo sento, è come se fossi ipnotizzato. Mi fermo a metà strada, non riesco ad avanzare oltre. Quella cosa mi ucciderà, io voglio vivere ancora a lungo, magari altri vent'anni. No, facciamo quaranta. Okay, se vivessi altri settant'anni non sarebbe male. Cazzo, me la sto facendo sotto, spero non si capisca.

    Va bene, non sono molto coraggioso e allora? Mamma dice che sono un bravo ragazzo, e infondo è quello che conta no? Non c'è gloria a morire così, ho solo vent'anni!

    - Bene! C'è l'ho fatta, ti consiglio di tapparti le orecchie più che puoi mio caro servitore, questo farà un po' male, - dice con un gran sorriso. Che vuole dire con "Farà un po' male?"

    - Perché? - azzardo a chiedere.

    - Fallo e basta, un servitore non discute gli ordini della padrona! - nel frattempo quella sottospecie di mostro con le ali l'ha già presa con una mano, mentre con l'altra tenta di strangolarla. Non sembra essere un tipo molto intelligente, quella tizia ha uno strano aggeggio in mano e non si preoccupa nemmeno di levarglielo.

    - Che? Ma quale servitore, non  ti conosco nemmeno!

    - Possiamo discutere la cosa dopo? Tappati quelle maledette orecchie!

    - Okay, okay, sta' calma, - faccio per tapparmi le orecchie con le mani, ma lei mi ferma.

    - Dillo... anche... tuoi amichetti, - fatica a dire, di quel passo soffocherà.

     Urlo ai carabinieri di tapparsi le orecchie e, dopo qualche battibecco riesco a convincerli, anche se, temo che troverò qualche denuncia, diciamo che: tappatevi quelle fottute orecchie!, non sia proprio il modo migliore per farsi ben volere dalle forze dell'ordine.

4.

Iaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!

    Un terribile suono si diffonde in tutta la città, è talmente acuto che spaventa tutti gli animali e mi fa accasciare a terra dal dolore. Nonostante abbia tappato le orecchie, riesco comunque a sentire quell'orribile grido di dolore e per poco non mi sanguinano i timpani. Dura un interminabile minuto, nel quale non riesco nemmeno a pensare. La testa mi sta scoppiando, sento i battiti del cuore diminuire in modo spaventoso e per un attimo non sento nemmeno il mio respiro, sempre che stessi respirando.

    Il grido si placa e tutto ritorna silenzioso, fin troppo. Alzo lo sguardo e vedo il mostro accasciato a terra e vicino c'è lei che fatica ad alzarsi. Faccio per precipitarmi verso la sua direzione alzandomi in uno scatto, ma le gambe sono molli e mi fanno ricadere immediatamente sulle ginocchia. Mi prendo la testa tra le mani, sento le tempie pulsare. Cos'è successo?
 

    - Tutto a posto laggiù? - dice tentando di rimettersi in piedi, ma a quanto pare anche lei è rimasta un po' scossa. La vedo osservare la creatura con uno strano sguardo indecifrabile. Riprovo ad alzarmi e vado da lei, continuo ancora a sperare che sia un incubo, ma ora come ora non riuscirei a crederci nemmeno se mi svegliassi nel mio letto, al caldo e al sicuro, come dovrebbe essere.

    - Ci senti ancora? - le chiedo arrivando finalmente da lei, ma non risponde, rimane immobile al capezzale delle creatura e la guarda in modo... Sofferente.

    - L'udito è solo qualcosa che può essere riparato, - osserva, - la vita invece no, nemmeno tra milioni di anni, nemmeno dopo tutte le invenzioni straordinarie di questo universo, prima o poi, la morte giunge, che tu lo voglia o no, alla fine si muore. Con le nuove tecnologie forse si può rimandare di qualche decennio, con quelle future di qualche secolo, per le altre razze, non necessariamente umane, possono anche essere millenni, - accarezza un'ala della creatura, - questa è una razza antica nell'anno da cui provengo, ha più di cinquemila anni e, anche se è stata creata in laboratorio unendo più geni animali, io non avevo comunque il diritto di farle del male, - sembra profondamente dispiaciuta.

    - Ma è solo un mostro! E tu ci hai appena salvati, voleva ucciderci! - affermo convinto.

    - Mostro... Voi terresti siete davvero stupidi! - mi grida alzandosi di scatto e parandosi davanti a me. - Consideri un mostro questa povera creatura che per giunta è stata creata dalla tua razza?! - è agitata e spero vivamente che non mi metta le mani addosso.

    - Per quanto ne so nel mio tempo nessuno l'ha ancora... Inventato, - ribatto tentando di non far vedere quanto poco stessi capendo.

    - E' un Atrem, una creatura che voi, stupidi terresti, creerete nell'anno due, cinque, sette, quattro, sette e che vivrà come fedele guardiano di questo pianeta per ben ottomila anni, permettendovi di riappacificarvi con i coloni di Marte, e io ne ho appena ferito a morte uno! - grida con tutte le forze che ha in corpo, le guance le si infiammano e io ammutolisco. Non so che dire.

    - Ma... - provo, - ha tentato di ucciderci...

    - Cosa faresti tu se una ragazza, venuta da un altra epoca ruba un oggetto prezioso - oddio prezioso, volevo semplicemente riparare il mio orologio- mettendo a rischio la vita dei cittadini della città che proteggi? Che faresti? - inveisce contro di me.

    - Niente. Scapperei, - sono sincero, - e comunque vorrei puntualizzare una cosa: una ragazza è venuta nella mia città, di notte per giunta, a creare scompiglio mettendo a rischio la vita dei cittadini, - affermo alzando un sopracciglio e guardandola.

    - Ah, - si guarda attorno, - giusto, - conviene leggermente imbarazzata. - Non importa, rimetterò tutto a posto... Sempre se trovo Moon, - si volta in varie direzioni osservando il casino che si è creato e tutte le persone che stanno arrivando. Apro la bocca e poi la richiudo mentre lei mi ferma con una mano.  - Moon è un'amica, non la Madre Luna, - afferma scocciata, - e non sono una squilibrata, - aggiunge quasi offesa. Sento che dovrei scusarmi, ma non lo faccio, perché la vedo nuovamente armeggiare con uno strano bracciale. Lo punta in direzione dell'Atrem e, dopo un fascio di luce questo scompare.

    - Che... - ancora una volta  mi ha lasciato senza parole, anzi, ha lasciato tutti senza parole, ci sono persino delle persone che stanno facendo delle foto con i cellulari. Spero solo di non comparire in qualche giornale, a mamma verrebbe un colpo.

    - L'ho tele trasportato al sicuro in una zona qui vicino non abitata, - si affretta a spiegarmi, - dovrò tornare al suo tempo e recuperare le attrezzature adatte per ripararlo, gli ultra suoni avranno molto probabilmente rotto il suo cip, - sospira, - non l'avrei ferito se non mi avesse seguita fin qui.

    - Capisco, - dico poco convinto, in verità non ho capito assolutamente nulla, voglio solo tornarmene a casa.
    Sorride e mi guarda intensamente, - credo che tu sia perfetto, - mi dice e io arrossisco come uno scolaretto. - Bene, è deciso, - unisce le mani e le porta al petto come se avesse una pistola; chiude gli occhi, non capisco quello che sta facendo, ma improvvisamente sento qualcosa che mi cammina sulla spalla. - Da oggi... Sarai il mio servo,- m'indica, - bang! - simula uno sparo e io osservo sconcertato uno strano topo bianco che mi aggancia un collare.

    - Ma che... Che cazzo significa questo collare?! - urlo tirando la mezza catena inserita dentro quello che sembrava essere proprio un collare da cani. Il topo salta giù e va verso la ragazza che si accovaccia per prenderlo in mano.

    - Moon! - esulta felice, se lo porta alla faccia e inizia a coccolare il coso, mentre le persone continuano a fare foto.

    - Cosa significa questo collare, rispondi! - inveisco contro di lei infischiandomene altamente di tutti.

    - Te l'ho detto, da oggi sarai il mio fedele servitore, - ride allegramente, - e mi aiuterai a trovare colui che cerco, - afferma, - forza, andiamo! - si volta e inizia a camminare. Rimango sconvolto, immobilizzato. Chi diavolo è quella ragazza? Che vuole da me? Perché ho un collare per cani addosso?! Tento di toglierlo, ma non ci riesco, nemmeno se mi sforzo con tutto me stesso, eppure dovrebbe esserci qualcosa per aprirlo. Perché non si apre?!


Angolo autrice

Salve a tutti! :3
Allora... Non so cosa dire XD
Posso semplicemente dirvi che i personaggi li creai mooolto tempo fa, ma inizialmente avevano ruoli differenti da quelli che avranno in questa storia. Vi avverto che con le cose fantascientifiche faccio pena, quindi per evitare insulti ho messo la storia nella categoria fantasy, vi prego non linciatemi é.è
E' ambientata nella mia città (non ho messo il nome perché non voglio denunce X'D) per riuscire ad orientarmi meglio, quindi se non capite qualche termine tenterò di spiegarvelo u.u
I nomi dei protagonisti non si sanno ancora, e io non vi dirò nulla, dovrete aspettare il prossimo capitolo per saperlo ù_ù
Posso semplicemente dirvi che sono quelli rappresentati nella copertina, creata da me ovviamente, eh sì, circa 8 anni fa doveva essere il manga che avrei realizzato, ma poi abbandonai l'idea per un'altra storia. Quindi per redimermi(?) eccomi qua, con questa pseudo-storia fantascientifica un po' strana XD
Alla prossima :3
Se volete vedere altri miei disegni questa è la mia pagina --> The Mistery Of J
P.S. Potete dirmi se l'immagine si vede? Ho un internet orribile e da me non la mostra ç_ç
   
 
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