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Autore: Claire Riordan    24/02/2015    4 recensioni
POST 3B, NESSUN COLLEGAMENTO CON LA 4° STAGIONE.
La morte di Allison ha sconvolto Scott e il suo branco, Isaac in particolare, che sembra incapace di reagire, di trovare un'ancora che lo salvi dall'abisso in cui è sprofondato. Nel frattempo, a Beacon Hills ritorna una ragazza di nome Holly, una ragazza che pare nascondere qualcosa ma che, allo stesso tempo, sembra risvegliare dei ricordi nella memoria di Isaac...
Dal cap. 2:
Isaac non riuscì a trattenere un sorriso «Sono Isaac» continuò «Isaac Lahey. Ti ricordi?»
Holly aggrottò la fronte, lo osservò un paio di secondi e, infine, scosse la testa.
«Alla scuola elementare di Beacon Hills» disse ancora Isaac, muovendo un passo avanti, animato da quel nuovo entusiasmo «Quello che… che ti ha spinto giù dall’altalena e ti ha rotto il naso» concluse con una risata.
Genere: Introspettivo, Mistero, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Argent, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jubel

5. Taken

Non appena lo scuolabus si fermò nelle vicinanze di casa Stilinski, Stiles, che aspettava sui gradini dell’uscita da quando avevano imboccato la strada, iniziò a scalpitare per scendere. Doveva chiamare Scott.
Quando le porte si aprirono, si precipitò giù così in fretta da rischiare di capitombolare per terra. Una volta ritrovato l’equilibrio, percorse il vialetto di casa a tutta velocità, estraendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e digitando il numero di Scott. La linea era libera.
Uno squillo. Due. Tre. Quattro.
«Dai, amico, rispondi» mugugnò Stiles, incastrando il telefono tra la spalla e l’orecchio, mentre trafficava nello zaino alla ricerca delle chiavi di casa.
«Sì?» la voce del suo migliore amico risuonò nel suo orecchio.
«Scott!» esclamò Stiles, preso alla sprovvista, tanto che lasciò cadere lo zaino «Ho delle notizie»
«Buone o cattive?» domandò l’altro.
«Buone» rispose Stiles, riuscendo finalmente a trovare le chiavi «Credo. Non lo so, dipende dai punti di vista»
Scott sospirò «Ok, spara» disse.
«C’è una ragazza nuova a scuola» proseguì allora Stiles, entrando in casa.
«Sì, credo di aver sentito qualcosa a riguardo» fece Scott; la sua voce parve a Stiles leggermente disinteressata.
«Sai che è nata qui?» continuò «Ed è tornata dopo aver vissuto… lontano?»
«Stiles, cosa dovrebbe esserci di eclatante in tutto questo?» disse Scott.
«Che vive nella vecchia casa degli Argent?»
Silenzio. Stiles riuscì ad immaginare perfettamente l’espressione sconvolta che, in quel momento, albergava sicuramente sul viso del suo migliore amico.
«Scott?» lo chiamò, mentre entrava in camera sua «Sei ancora vivo?»
«S-sì, io…» balbettò lui «Insomma, com’è possibile, come lo sai?»
«L’ho vista scendere dallo scuolabus»
«L’hai pedinata?» chiese Scott, sconvolto.
«No, ero sullo scuolabus»
«Perché mai dovresti prendere lo scuolabus?»
Stiles sbuffò «La jeep è dal meccanico, il radiatore è andato» spiegò, irritato «ma non mi ci far pensare, è già abbastanza brutto senza che tu me lo ricordi. Comunque, questo è quanto»
Scott esitò «Sai altro?» gli domandò.
«Solo che si chiama Holly Chase» rispose lui «e che lei e Isaac erano insieme alle elementari, o così sembra»
«Chase» borbottò Scott all’altro capo del telefono, più a se stesso che all’amico «Non mi dice nulla»
«Niente di niente?» chiese Stiles.
«Niente» ripeté Scott «Mi sembra strano che viva nella vecchia casa di Allison»
Stiles strinse le labbra. Non era sicuro di essere pronto per affrontare quel discorso: la situazione era già abbastanza difficile di per sé. Da quando avevano distrutto il Nogitsune e lui aveva ripreso le sue facoltà mentali e fisiche, faticava comunque a tornare alla normalità. Ricordava tutto quello che era successo quando lo spirito giapponese aveva preso il controllo del suo corpo e la memoria di tutte quelle cose orribili lo tormentava ogni notte nel sonno, terrorizzandolo tutte le volte che si svegliava di scatto nel suo letto, madido di sudore, con le mani tremanti e la paura di riaddormentarsi, di cadere di nuovo in quegli incubi che sembravano non volerlo abbandonare più. L’unica certezza che aveva era che, ora, un sogno sarebbe stato soltanto un sogno, anche se la paura di confonderlo con la realtà, di essere ancora posseduto, lo perseguitava ogni sera, prima di mettersi a dormire.
Decise di soprassedere e lasciare che Scott parlasse, sperando con tutto se stesso che la conversazione non si spostasse su argomenti troppo delicati.
«Da quello che sapevo» riprese Scott «Argent non era intenzionato a vendere la casa»
Stiles tirò un sospiro di sollievo prima di immergersi di nuovo in quella conversazione «Potrebbe aver cambiato idea» suggerì «Magari gli servivano dei soldi»
«No, non credo» disse l’amico «Non ha problemi di questo genere. Ci dev’essere sicuramente altro»
«Domandare è lecito»
«Ma non a lui, potrebbe sembrare sospetto» sospirò Scott «Potremmo provare a parlare con la ragazza»
«Intendi Holly?»
«Esatto»
«Fantastico» esclamò Stiles «Allora, uhm… ci serve un piano»
«Ok» approvò Scott «A cosa pensavi?»
 
 
Nel preciso momento in cui Isaac varcò l’entrata della scuola, la campanella segnò l’inizio delle lezioni di quella giornata. Il suo ritorno alla vita di tutti i giorni si stava rivelando molto meno difficile di quel che pensava: vivere la quotidianità, dopotutto, lo aiutava a distrarsi e a non focalizzarsi sui pensieri negativi che lo avevano tormentato nell’ultimo periodo. Inoltre, il fatto che Holly, dopo il loro primo, disastroso incontro, sembrava essersi aperta un po’ di più nei suoi confronti, gli dava un nuovo senso di sicurezza, qualcosa che lo spingeva ad andare avanti, senza fermarsi a guardare indietro.
Entrò nell’aula di chimica, ormai piena, e non ci mise molto ad individuare il braccio di Holly, che sventolava in aria da un banco vicino alla finestra. Le fece un cenno col capo prima di raggiungerla e sedersi nel posto libero a fianco a lei.
«Ciao» la salutò, un po’ in imbarazzo «Come stai?»
«Non c’è male, grazie» rispose lei con un sorriso, spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Concentrandosi sui battiti del suo cuore, leggermente accelerati, Isaac poté capire che quella era una risposta di circostanza. Qualcosa turbava Holly: avrebbe voluto chiederle cosa, magari aiutarla, ma poi si rese conto che forse non era la persona giusta con cui lei avrebbe voluto confidarsi. Del resto, si conoscevano appena.
«Tu come stai?» gli chiese Holly.
«Sono stanco» disse «ma sto bene»
Lei sorrise di nuovo, prima di prendere la sua borsa e tirare fuori un quaderno e il libro di chimica: sfogliò alcune pagine e ad Isaac non sfuggì la miriade di appunti ordinati che faceva capolino da quei fogli. Decise di usarlo come pretesto per iniziare una conversazione.
«Te la cavi bene in chimica?» le domandò allora.
Holly scrollò le spalle «È l’unica cosa che posso fare» disse, un po’ amareggiata.
Isaac le rivolse uno sguardo interrogativo, così lei proseguì: «Non ho mai avuto molti amici a New York, perciò i libri sono sempre stati la mia unica compagnia»
«Oh» fece Isaac «Mi… mi dispiace»
«Ci ho fatto l’abitudine» rispose Holly «Spostandomi da un posto all’altro non ho mantenuto molti contatti»
Prima che Isaac potesse ribattere, la signora Martin entrò in classe con un plico di fogli in mano.
«Oh, no» esalò, già pronto al peggio.
«Tranquilli» li rassicurò l’insegnante, notando l’espressione preoccupata su molti visi «non è un compito a sorpresa. È un semplice test di valutazione che vi chiedo di svolgere per la prossima settimana»
Un sospiro generale si levò nell’aula. Dal canto suo, Isaac non riuscì a sentirsi molto più sollevato.
«Che c’è?» gli chiese Holly.
«Prenderò un’altra D» rispose lui «Ultimamente non… insomma, lo studio non è il primo dei miei pensieri»
Deglutì, inghiottendo quel groppo amaro che gli risaliva la gola ogni volta che pensava ad Allison, pronto a sentirsi fare la fatidica domanda. Ma, straordinariamente, non venne.
«Posso aiutarti, se vuoi» disse Holly «Magari ti presto i miei appunti»
«Lo faresti?» esclamò lui, tra il sorpreso e lo speranzoso.
«Possiamo studiare insieme» propose lei «Tu potresti migliorare i tuoi voti e io…»
Si interruppe, arrossendo. Isaac avvertì il suo imbarazzo.
«Che cosa?» la sollecitò.
«Potrei… potrei finalmente passare del tempo con qualcuno che non siano i libri» concluse, evitando accuratamente di guardarlo.
Isaac non riuscì a trattenere un sorriso. Anche Holly, nel suo piccolo, stava combattendo qualcosa: la solitudine. Si leggeva nei suoi occhi che ne aveva passate tante e che l’essere costantemente sola stava diventando per lei un peso piuttosto grosso.
«Credo ti farebbe bene» le disse con sincerità «E sarebbe fantastico se potessi darmi una mano»
«Lo faccio volentieri» rispose lei con un sorriso, mentre l’imbarazzo si dissolveva «Se… se ti va, possiamo cominciare oggi»
Isaac esitò. Non si aspettava di certo un invito così rapido.
«Sei… sei sicura che non sia un problema?» le domandò, un po’ a disagio.
«Assolutamente» fece lei «Casa mia è così caotica, ultimamente, che un ospite in più non si noterà»
Isaac le sorrise di nuovo. Sapere che avrebbe aiutato Holly ad uscire dalla solitudine lo riempiva di gioia. Finalmente si sentiva utile a qualcosa, aveva uno scopo. Finalmente uno spiraglio di luce si era fatto strada in mezzo a quella coltre di nuvole, quel dolore che gli opprimeva il petto. Finalmente, poteva ricominciare a sentirsi vivo.
 
 
Il trillo della campanella dell’ultima ora segnò la fine di un’altra interminabile giornata. Per Holly, la prospettiva di lasciare la scuola e sapere che, per una volta, avrebbe passato il pomeriggio in compagnia di qualcuno diverso da Connor, era un vero toccasana. Finalmente avrebbe trascorso del tempo con qualcuno che, forse, col tempo, avrebbe potuto definire un amico.
Scese le scale fino al piano terra, percorrendo il corridoio verso l’uscita: lei e Isaac si erano accordati per incontrarsi appena fuori da scuola, dopo la fine delle lezioni. Solo quando raggiunse il suo armadietto per lasciarvi un paio di libri che non le sarebbero serviti quel pomeriggio, si rese conto di aver dimenticato l’astuccio nell’aula di economia. Dimenticava troppe cose, troppo spesso, in quel periodo.
Scocciata dalla sua stessa sbadataggine, tornò indietro, sperando con tutta se stessa che nessuno avesse fatto proprio il suo astuccio – lo portava con sé fin dalla prima media, non potevano averglielo rubato. Tirò un sospiro di sollievo quando lo vide sul suo banco, dove l’aveva lasciato pochi minuti prima. Lo recuperò, cacciandolo malamente in borsa, scendendo poi di nuovo verso l’uscita. Aveva quasi raggiunto la porta, quando si sentì afferrare per un braccio e trascinare via dal corridoio.
Cacciò un urlo, presto soffocato da una mano che le tappava la bocca. Immediatamente, s’impadronì di lei il terribile pensiero che qualcuno la stesse rapendo, insieme al panico di non tornare a casa, quel giorno.
Barcollò, la vista oscurata dai capelli che le ondeggiavano davanti al viso. Udì una porta chiudersi di scatto, poi, tutt’a un tratto, le braccia che la tenevano stretta lasciarono la presa.
Riuscì a ritrovare l’equilibrio e, una volta scostati i capelli dalla faccia, fu in grado di vedere cosa fosse appena successo: si trovava in quello che doveva essere un piccolo ufficio e, di fronte a lei, stavano i suoi rapitori. Uno di essi, lo riconobbe quasi subito, era il ragazzo che l’aveva fissata con insistenza dal finestrino dello scuolabus, qualche giorno prima; l’altro, poteva essere quasi certa di averlo visto alle lezioni di chimica: aveva la mascella leggermente storta.
«Non vogliamo rapirti o farti del male» disse subito il ragazzo curioso «Vogliamo solo farti delle domande»
«Chi cavolo siete?» sbottò Holly «Non potevate fermarmi in corridoio?»
«Tecnicamente è quello che abbiamo fatto» asserì ancora il ragazzo.
«Stiles» fece l’altro, con un pizzico di rassegnazione «Non…»
«Stiles?» lo interruppe Holly, incapace di trattenere una risata «Che nome è?»
«Le domande le facciamo noi» sbottò il ragazzo chiamato Stiles.
Resasi conto di quanto fosse ridicola quella situazione, Holly incrociò le braccia sul petto «Va bene, vi ascolto» disse, scrollando le spalle. Quei due dovevano essere soltanto due bulletti, probabilmente con voti piuttosto bassi, che obbligavano i loro compagni a dare loro gli appunti. Con metodi scadenti e assai poco convincenti, a dirla tutta.
«Ok» disse il ragazzo dalla mascella storta «Io sono Scott. Conosco Argent e so che vivi nella sua vecchia casa»
No, non erano affatto due bulletti insignificanti. C’era la possibilità che fossero due stalker.
Holly aggrottò le sopracciglia, cercando di scacciare quel pensiero «Mi avete pedinato?» esclamò, stizzita.
«Stiles ti ha vista scendere dallo scuolabus» Scott cercò di giustificarsi «E, come ti dicevo, conosciamo le persone che vivevano nella tua casa, prima»
«Chris Argent» ripeté Holly.
«E la sua famiglia» rispose Stiles «Anche se… sì ecco… non ha importanza, cosa sai di Argent?»
«Avete appena detto di conoscerlo!» sbottò Holly «Non ho idea di chi sia, a parte essere un vecchio amico di mia madre, a quanto pare»
«Un vecchio amico?» domandò Scott, quasi con sospetto. Anche l’espressione di Stiles si era fatta più interessata.
Holly emise un verso d’assenso «A quanto pare si conoscono da parecchio» disse «Qualche giorno fa li ho sentiti parlare, credo facessero entrambi parte di un gruppo o una setta, hanno nominato un codice, ma…»
«Un codice?» la interruppe Stiles, infervorandosi «Intendi quel codice?»
«Stiles» lo fermò Scott «non credo che lo sappia»
«Che sappia cosa?» chiese lei, cominciando ad insospettirsi. Guardò Scott e poi Stiles: parevano entrambi a disagio.
Forse era meglio inviare un sms ad Isaac e rimandare il pomeriggio di studio. Quella conversazione si prospettava essere più lunga del previsto…



*Clare's Corner

Sto diventando una perfetta ritardataria, ultimamente, ergo ecco che ritardo in maniera tremenda anche nell'aggiornamento di questa storia. Vi chiedo scusa se sono sparita per così tanto tempo, ma ho avuto diversi qui pro quo che mi hanno tenuto lontano dalla scrittura, in questo e nell'altro fandom in cui scrivo.
Anyway, se siete bravi e ricordate cos'è successo prima, well done, in caso contrario, facciamo un "Previously, on..."
Holly incontra Stiles sullo scuolabus e lui sembra molto incuriosito dalla nuova ragazza della scuola, dato che vive nella vecchia casa degli Argent. E' proprio quando arriva a casa dopo la scuola che Holly trova sua madre e Chris Argent intenti in una conversazione in cui viene nominato un certo codice... Quel codice.
Lo so, la sintesi non è il mio forte, faccio schifo a fare riassunti ç_ç Spero vi ricordiate comunque.
Saluti a everybody!
C.


 
 
  
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