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Autore: belikeunicorns    24/02/2015    1 recensioni
Lea, una ragazza di 15 anni, attende impaziente che il ragazzo giusto bussi alla sua porta. Dopo che Theo, un suo compagno di classe per cui aveva una cotta, le ha spezzato senza pietà il cuore, decide di arrendersi definitivamente e di cancellarlo una volta per tutte sia dalla testa, sia dal cuore. Ma basterà anche solamente un gesto dolce nei suoi confronti da parte di Theo a rovinare i suoi piani per dimenticarlo.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Non successe altro. Chiesi a mia madre di lasciarmi sola e se ne andò senza dire nulla.
Così rimasi a guardare il soffitto bianco sdraiata sul letto per l'ennesima volta.
Dopo qualche minuto le lacrime smisero di scendermi dagli occhi, ma sentivo ancora le guance umide che non avevo intenzione di asciugare.
Volevo solamente starmene lì, sola come sempre, a pensare.
Dopo una decina di minuti mi alzai dal letto e andai a farmi un bagno caldo.
Immersa nell'acqua calda della vasca pensavo guardando il vuoto del soffitto azzurrino del bagno. I capelli immersi nell'acqua e i contorni del viso che venivano a contatto con le bollicine mi rilassavano, ma niente avrebbe potuto spazzare via la tristezza che provavo.
Mi ricordo quando all'età di 15 anni provai a suicidarmi. Non mi sentivo parte di questo mondo ed era come se buttarmi giu da un ponte potesse risolvere i miei problemi. Troppo strana, troppo stupida, ingenua. Troppo diversa da tutto il resto del mondo.
Per una volta mi sarebbe piaciuto essere normale. Essere come chiunque altro per riuscire a sentirmi accettata, felice. 
Forse era la codardia o la troppa paura di perdermi troppe cose che mi convinse a non buttarmi. 
Ma mio padre dov'era quando successe? Dov'era quando avevo bisogno di un padre? 
Come posso pretendere di sentirmi accettata dal mondo se nemmeno mio padre fin dall'inizio non mi ha mai voluta?
Uscii lo stesso con Charlie quel giorno. Parlammo e per quasi un momento dimenticai tutto quello che mi era capitato. 
Iniziammo a camminare per le strade della città quando arrivammo verso il ponte che portava al centro. Camminammo lentamente, in silenzio, come se nessuno di noi due osasse per qualche arcano motivo di dire qualcosa. Oppure era solo per contemplare il bel paesaggio del fiume e quindi era solo una mia impressione.
Camminavo vicino al muretto del ponte guardando l'acqua del fiume che scorreva tranquilla.
Pensavo a cosa sarebbe potuto succedere se in quel preciso momento mi fossi buttata giù.
Cosa sarebbe successo?
Sarei sopravvissuta o sarei morta? Chi lo sa...
Se fossi morta a chi sarebbe mai importato? A mio padre no di certo e a Sophie, che stava così tanto bene senza di me, nemmeno.
Il mondo sarebbe stato un posto migliore senza di me, perché farlo aspettare?
Mi immaginavo come sarebbe stato morire. Vedere tutto scuro, non esistere più.
Ma per la seconda volta la ragione si fece largo per farmi capire quanto stupido fosse quel mio pensiero. Mi sarei persa un sacco di cose. 
Non avrei più letto, guardato fim, annusato l'aria di primavera. Se mi suicidassi non vedrei più mia madre, Charlie. Non vedrei più un arcobaleno o semplicemente i fiori che sbocciano in Primavera. Non riuscirei mai a sentire cosa si provi nell'amare veramente una persona.
Mi sarei persa veramente tantissime cose. E io volevo veramente questo? No.
Arrivammo alla fine del ponte e dovemmo attraversare la strada per arrivare definitivamente per il centro. Mentre aspettavamo il verde iniziò a piovere e ci misimo i cappucci in modo da non bagnarci. La pioggia ormai era la compagnia che capitava puntualmente in ogni mia giornata grigia. Non mi dispiaceva tanto, mi piaceva la pioggia.
A un certo punto notai che davanti a me c'era Sophie e che non mi aveva vista per fortuna.
Aveva e cuffiette alle orecchie e non sarebbe riuscita a sentirmi se avessi iniziato a parlare con Charlie.
Il semaforo segnava ancora rosso quando, impaziente, si decise ad attraversare la strada, ma a metà strada, un'auto spuntò a tutta velocità da un angolo. 
Si girò verso il veicolo e rimase immobile, quasi pietrificata, nel vederlo avvcinarsi a tutta velocità nella sua direzione.
Non sapevo cosa fare, così presi tutto il coraggio che avevo e corsi verso di lei spingendola via. 
Lei cadde a terra dall'altra parte della strada, salva, ma io nell'intento di spingerla via, non ebbi il tempo di salvare me stessa.
Il mio corpo immobile rimase per la strada guardando il cielo grigio che piangeva gocce che mi puntellavano il viso. 
Riuscivo a sentire solamente il battito del mio cuore che rimbombava nella mia mente e voci soffuse intorno a me.
Davanti a me c'era Sophie con le lacrime agli occhi che scendevano veloci solcando le sue guange rosee. Per un attimo non ricordavo perché stesse piangendo, perché non riuscissi a muovermi. Mi sentivo solamente stanca.
E ricordo che in quel momento desiderai veramente di morire.
L'ultima frase che sentii la disse Sophie: -Andrà tutto bene... Andrà tutto bene...-
Alla fine chiusi gli occhi. Poi vuoto.
   
 
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