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Autore: yukiko_no_niji    08/12/2008    3 recensioni
"Il suono del campanello mi riscosse dai miei pensieri. Guardai l’ora e sulla mia faccia si allargò un sorriso. ‹‹Arrivo!›› urlai. Sicuramente anche lui era tornato da lavoro." Sequel di "New Life" - McFly
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

Capitolo 11.

Giuly’s POV.

 

Il mio cellulare vibrò come ogni mattina e io, che avevo sempre avuto il sonno leggero, mi svegliai e velocemente spensi la mia sveglia personale.

Avevo iniziato a utilizzare la vibrazione come sveglia molto tempo prima, per due motivi: innanzitutto perché odiavo il suono terrificante delle comuni sveglie e in secondo luogo, perché in quella maniera avevo la possibilità di osservare il mio ragazzo mentre era sempre perso nel mondo dei sogni.

 

E anche quella mattina, come tutte le altre del resto, Dougie non aveva neanche accennato ad un minimo movimento da quando avevo spento la sveglia. Ogni mattina per svegliarlo ci dovevo fare le lotte, peggio che dei bambini piccoli.

Mi voltai e mi misi su di un fianco, con la mano sul mento e mi dilettai ad osservarlo.

Doug aveva sempre un’aria così angelica quando dormiva che quasi mi faceva rabbia per quanto sembrava calmo e senza pensieri. I contorni del suo viso ormai erano diventati quelli di un uomo, ma avevano trattenuto quella dolcezza di quando lo avevo conosciuto.

 

La sera prima me ne ero andata a letto presto con la scusa che la mattina seguente sarei dovuta andare a lavorare prima e che quindi avrei voluto riposarmi un po’ (anche se in realtà Tom mi aspettava a casa sua per iniziare a preparare la festa per quella sera) e lui non aveva obiettato.

In realtà da quando era rientrato in casa, molto più tardi del solito, avevo notato in lui un’aria molto corrucciata, come se avesse avuto un pensiero fisso che lo tormentava.

Ma pensai che probabilmente era preoccupato perché ancora non gli avevo detto niente a proposito del suo compleanno.

 

E vederlo in quel letto, perso nel mondo dei sogni, mi fece sorridere.

Mi sporsi un po’ verso di lui, e dopo aver scansato delicatamente con una mano i capelli dalla sua fronte, gli diedi un bacio, sussurrando un “Buon Compleanno amore mio”.

Poi mi alzai dal letto, cercando di fare il meno rumore possibile. Presi i vestiti già preparati sulla sedia la sera precedente e mi diressi verso il bagno, per fare una bella doccia rilassante per cominciare bene la giornata.

Prevedendo che quel dormiglione non si sarebbe svegliato neanche a pregarlo, la sera prima avevo caricato a tradimento tre sveglie.

Ero sicura che quella sera mi avrebbe uccisa.

Quando ebbi finito di prepararmi, scrissi accuratamente un biglietto per lui.

Mi immaginavo già la sua faccia inebetita… Dopo le tre sveglie pure un biglietto da leggere.

Non era proprio il modo migliore per cominciare la giornata del proprio compleanno, ma stavo facendo tutto quello per lui.

Dopo aver lasciato il biglietto con scritto

Scusami se non sono con te quando ti svegli,

ma devo correre a lavoro.

Ci vediamo stasera

Tua Giuly

sopra al mio cuscino, mi diressi verso Starbucks per comprare colazione per me e per la famiglia Fletcher. Optai per dei muffin al cioccolato, perché sapevano che tutti e tre ne andavano matti, poi presi un caffè per me e Giovanna e un Peppermint Mocha Frappuccino per Tom. Non avevo mai capito come potesse bere una roba simile di prima mattina, ma lui diceva sempre che senza di quello non riusciva a carburare…

 

Arrivata davanti a casa Fletcher parcheggiai la macchina. Stavo prendendo borsa e colazioni varie, quando vidi Giovanna uscire di casa e dirigersi verso la sua macchina. Stavo per chiamarla per salutarla, quando mi accorsi che c’era qualcosa che non andava.

Aveva gli occhi rossissimi e delle occhiaie ben visibili sotto agli occhi.

Non avevo mai visto Giovanna in quello stato e rimasi shockata per qualche secondo, tanto che quando mi riscorsi dal mio trance, lei se n’era già andata.

 

Mi avviai a grandi passi verso casa di Tom, e quando aprì il portone, notai che anche lui non aveva una bella cera.

Mi feci spazio entrando in casa sua e poggiai sul tavolo della cucina la colazione, trovando HollyAnn seduta sul seggiolone che aspettava la pappa. 

Giovanna non usciva mai  di casa, senza aver prima dato colazione a sua figlia.

C’era proprio qualcosa che non andava.

La piccola Holly mi guardò spaesata. Probabilmente si stava chiedendo che cosa ci facessi lì a quell’ora, di prima mattina.

‹‹Ccia?›› chiese perplessa guardandomi con i suoi grandi occhioni color nocciola.

Mi avvicinai verso di lei e la presi tra le mie braccia, coccolandola.

‹‹Stamani Zia Giuly è venuta da papà perché dobbiamo preparare il compleanno a Zio Dougie! Tu ci aiuterai vero?››

‹‹Shii›› esclamò lei con le braccine in aria.

Notai che i suoi occhietti erano arrossati, come quelli della sua mamma, che avevo visto poco prima.

 

Mentre cullavo Holly tra le mie braccia mi avvicinai verso Tom, chiedendogli:

‹‹Sbaglio o è successo qualcosa?››

Tom abbassò subito lo sguardo.

‹‹Ho visto Giovanna uscire di casa e non l’avevo mai vista triste in quel modo.. Aveva l’aria di aver passato una brutta nottata.. E anche tu e la piccola Holly  mi date questa idea. Non voglio darvi fastidio, quindi se non è il caso di fare la festa porterò semplicemente Doug fuori a cena…››

‹‹No, non preoccuparti. L’idea della festa è ottima. Magari ci farà staccare un po’ a tutti la spina..››

‹‹Beh..›› cominciai incerta ‹‹.. ma che è successo tra te e Gi?››

‹‹È meglio se mentre te lo spiego mangiamo, altrimenti potrei cadere in terra dalla fame.. Ieri sera non ho cenato, e anche la piccoletta qui ha fame›› disse prendendola tra le sue braccia e rimettendola a sedere nel seggiolone.

‹‹Ok, non sapendolo ho preso un po’ di muffin.. Erano anche per Gi, e poi ho due caffè e un bicchierone di quella schifosa robaccia per te›› dissi disgustata mentre gli porgevo il suo frappuccino e lui si sedeva.

‹‹E questo è per te›› dissi a Holly porgendole un muffin alla cioccolata.

‹‹Ciocciolata aww! Gnam!››

Guardai Tom e mi sorrise.

Quella bambina era un vero toccasana per i momenti no.

Poi gli chiesi:

‹‹Allora?››

Tom si assicurò che la piccola fosse tutta presa a mangiare il suo adorato muffin e poi mi disse:

‹‹Beh, diciamo che mi sono comportato da.. ›› abbassò la voce ‹‹.. mmh coglione.››

‹‹E che hai combinato Tom?›› chiesi alzando gli occhi al cielo.

‹‹Beh ieri sera Giovanna è tornata a casa prima e io non me lo aspettavo››

‹‹Aw bene! Sarai stato felice di questo!››

Affermai, pensando a quello che mi aveva detto la sera prima Giovanna.

‹‹Ecco. È quello che si aspettava anche Giovanna. Invece non so spiegarti che cosa mi è preso e invece di dirle che ero felice che era a casa così presto, le ho risposto male. E non è tutto..›› disse guardandomi tristemente ‹‹… stamani abbiamo litigato come non avevamo mai fatto.››

Lo guardai con gli occhi sbarrati.

‹‹E per quale motivo?››

Lui sospirò.

‹‹Vedi Giuly.. Io e Giovanna, siamo sempre stati insieme da quando il gruppo si è sciolto. Non c’è mai stato un giorno in cui io e lei ci siamo separati o siamo stati senza il nostro angioletto. E invece… da due settimane a questa parte la mia vita è completamente cambiata››

A quel punto credetti di aver capito quale era il problema.

‹‹Il lavoro di Gi…›› sussurrai.

‹‹Già›› disse lui sospirando.

‹‹Non capire male›› continuò ‹‹non voglio fare la parte del possessivo che la vuole sempre a casa e che non vuole che lei lavori, ma.. è successo tutto troppo in fretta. Ha fatto il provino e ha subito iniziato a lavorare, senza dare a me e soprattutto ad Holly la possibilità di ambientarci, prima che lei mancasse così tanto da casa. Sai.. ho quasi smesso di scrivere›› mi confessò.

Rimasi un secondo smarrita da quella affermazione.

Non volevo credere a quelle parole.

‹‹Tom.. tu non puoi smettere di scrivere.. Scrivere è il tuo lavoro, è la tua passione.››

‹‹Lo so›› disse lui annuendo ‹‹ma ultimamente ho sempre la testa dove non dovrebbe essere e poi Holly sente tantissimo la mancanza di Giovanna›› disse guardando la piccola ‹‹Non sai quante volte l’ho sorpresa a piangere mentre dormiva e che la stava chiamando. Io ho provato a spiegarle che lei è a lavorare e a fare una cosa che le piace tanto.. e anche che poi la vedrà in tv, ma è comunque una bambina, quindi è logico che ne senta la mancanza. Sinceramente quando Gi mi aveva parlato di questo lavoro ero rimasto felice per lei, ma adesso non sono più tanto convinto che sia stata la scelta giusta.››

Sospirai.

‹‹Purtroppo Tom ormai lei c’è dentro e non credo che possa tirarsi indietro adesso››

‹‹Lo so›› disse lui annuendo ‹‹infatti ti assicuro che faccio il possibile per andare avanti, per guardare la bambina, per pulire casa, per prepararmi ogni giorno pranzo e cena, ma sono da solo. Mi sembra che sia passata un’infinità di tempo da quando lei ha cominciato a lavorare, invece sono passati solo quindici giorni… L’unica fortuna è che almeno il giorno di Natale e quello dopo è libera. Però poi riprendono a girare.››

Lo guardai con gli occhi sbarrati.

‹‹Ma nemmeno il Sabato e la Domenica è in casa?››

Lui fece segno di no con la testa.

Non potevo crederci.

Non avrei mai pensato che era così tanto fuori da lavoro.

‹‹Mi stai dicendo che non fanno mai festa?››

‹‹Già è così…›› scosse la testa ‹‹Perché il regista ha detto che hanno fatto fatica a trovare la parte di Giovanna, perché solo in un secondo momento ha contattato il suo regista e che adesso vuole a tutti i costi riprendere il tempo perso.››

‹‹Ma in questo modo non ha un momento di libertà per stare un po’ con voi!›› esclamai quasi indignata.

‹‹Già infatti anche questa sera tornerà un po’ tardi, ma ne avevamo già parlato la scorsa settimana››

‹‹Poverina però›› sospirai ‹‹Forse nemmeno lei si aspettava una ripresa così faticosa e dura››

‹‹Già›› annuì lui ‹‹Infatti non sono felice che abbiamo litigato. Non fa bene né a me né a lei, né tanto meno a Holly. Giuro che non volevo farlo apposta, ma una parola ha tirato l’altra e siamo finiti a discutere che lei non è mai in casa e le ho detto che ci ha letteralmente abbandonati.. Lei è rimasta in silenzio ad ascoltare i miei sfoghi  e poi con gli occhi tutti rossi ha preso la giacca ed è uscita. Fortunatamente prima che Holly comprendesse bene quello che era successo sei arrivata tu, altrimenti non avrei saputo come calmarla››

Osservai la piccola, che aveva quasi finito il suo muffin.

 

‹‹Tom sai non credo che sia proprio una buona idea fare la festa stasera, quando tu e avete litigato. Non è mai capitata una cosa del genere tra di voi, e non voglio creare più scompiglio di quello che già è si è creato…››

Lui mi sorrise.

‹‹Non preoccuparti, davvero. E poi hai già invitato tutti. Sarebbe inutile stare a richiamarli per disdire.. e magari hanno già comprato il regalo per il festeggiato›› rise.

‹‹Già, però Danny ancora non si è fatto vivo… sto iniziando a preoccuparmi››

Proprio in quel momento il mio telefono squillò e trovai un messaggio, proprio da parte di Danny.

“Scusa ho visto solo adesso i tuoi otto messaggi vocali e i cinque messaggi che mi hai lasciato sul telefono. Non sono stato bene in questi giorni, ma devi ringraziare Doug se adesso sto un po’ meglio. Contaci che stasera vengo da Tom! Ciao!”

‹‹Oh! Mi ha appena mandato un messaggio››

‹‹Chi?››

‹‹Danny. Dice che stasera viene e che è grazie a Doug che sta un po’ meglio. Mmm ieri sera non mi ha raccontato niente di Danny. Effettivamente non mi ha detto molto in generale… è stato zitto per lo più quasi tutto il tempo, chissà che avrà avuto..››

‹‹Forse era preoccupato perché non gli avevi ancora detto niente  a riguardo del compleanno››

Sorrisi.

‹‹È quello che ho pensato anche io››

 

Dopo aver finito di fare colazione aiutai Tom a cambiare la piccola e poi iniziammo ad addobbare la stanza. Alla fine il risultato fu ottimo. La sala era adornata con tantissime decorazioni colorate, striscioni e palloncini. Gli striscioni continuavano per la cucina e le decorazioni le avevamo messe anche lungo la scala che portava al piano di sopra.

Avevo mandato un messaggio a Danny in cui gli ordinavo di trattenere Doug fino alle sei davanti alla scuola.

Io sarei passata di lì, li avrei salutati e avrei rapito Doug da Danny.

E poi Tom mi avrebbe chiamata con una scusa e io sarei andata a casa sua e Doug avrebbe avuto la sua festa a sorpresa.

Era un piano perfetto.

 

Così, quando mancava poco alle sei mi avviai verso la scuola e trovai Doug e Danny li fuori, intenti a parlare di non so cosa.

‹‹Ehy!›› esclamai quando fui abbastanza vicina.

‹‹E tu che ci fai qui?›› chiese sorpreso Doug.

‹‹Beh sapevo che probabilmente eri sempre qui, io ero nei paraggi e avevo bisogno di uno strappo per andare a casa…››

‹‹Ah capisco›› disse con tono deluso.

Non avrei detto niente del suo compleanno, me lo sarei tenuta per me fino all’ultimo.

‹‹Beh allora andiamo?›› dissi impaziente.

‹‹Starei parlando con Dan in realtà››

Sbuffai.

‹‹Ci parli Lunedì dai. Devo andare a casa su!!››

Lui guardò prima me e poi Dan.

Dan disse:

‹‹Vai su, che aspetti?Ci vediamo Lunedì›› disse facendomi l’occhiolino.

Poi si avviò per la sua strada.

 

Io invece andai con Doug fino alla macchina e poi partimmo verso casa.

Durante il tragitto lui non disse una parola.

Era veramente strano che lui stesse in silenzio in quella maniera. Solitamente era più logorroico e giocherellone di me.

 

Ad un certo punto, mentre stava parcheggiando la macchina davanti casa, gli chiesi:

‹‹Ehi ma che hai? Sei veramente serio oggi! È successo qualcosa a scuola?››

‹‹No, non c’è niente›› disse lui in tono piatto.

Odiavo quando mi dava quelle risposte secche, perché mi confermavano che qualcosa non andava.

Spense il motore e uscì dalla macchina.

‹‹Sei a casa adesso››

Non era arrabbiato perché ancora non gli avevo fatto gli auguri vero?

Non poteva essere permaloso fino a questo punto..

‹‹Doug per favore dimmi che è successo… l’ho capito chiaramente che c’è qualcosa che non va››

Lo bloccai con un mano quando anche io scesi dalla macchina.

‹‹Non c’è niente ti dico›› ripeté lui.

‹‹Dougie per l’amor del cielo, ti conosco da tanto tempo ormai. Mi stai nascondendo qualcosa. È da ieri sera che sei strano a dire la verità››

Lui distolse lo sguardo.

‹‹Doug›› sussurrai iniziando a pensare alle cose più brutte che potevano essergli capitate il giorno prima.

‹‹Beh›› cominciò ‹‹in realtà è successa una cosa ieri. E visto che insisti tanto, tanto vale che te la dica››

Lo guardai, esortandolo a continuare.

‹‹Stavo per tornare a casa ed ero al parcheggio fuori della scuola, quando due uomini mi hanno fermato e mi hanno detto che mi dovevano parlare di una cosa, così li ho seguiti e ho scoperto che erano due manager di un nuovo gruppo musicale che si sta formando in questo momento››

‹‹E tu che centri scusa?›› chiesi un po’ perplessa.

‹‹Mi hanno chiesto se voglio fare parte di questa nuova band››

Quella frase mi fece rimanere di stucco.

Dougie chiamato a fare parte in un gruppo che non erano i McFly.

Dougie chiamato a suonare con altre persona che non erano Dan, Tom ed Harry.

No, non poteva essere assolutamente così.

Doug avrebbe voluto suonare solamente con i McFly.

‹‹Ovviamente hai detto di no›› sbottai con tono ovvio.

Lui si fece serio.

‹‹In verità ci sto pensando››

‹‹A dirgli di no?›› chiesi io stupita che non avesse già rifiutato.

‹‹No›› affermò lui ‹‹A dirgli che accetto››

Non potevo crederci.

Doug dopo 3 anni voleva riprendere a suonare in un gruppo che non erano i McFly.

Non riuscivo a credere alle sue parole.

‹‹Non ho ancora deciso›› continuò ‹‹però mi hanno incuriosito molto››

Poi aggiunse immediatamente.

‹‹Ah per favore! Non farne assolutamente parola con gli altri! Non voglio che sappiano che potrei entrare a fare parte di un’altra band. Non voglio dirglielo, o almeno per il momento››

 

Io non capivo più cosa stava succedendo.

Doug che stava pensando di entrare a far parte di un’altra band, così, da un giorno ad un altro.

Una band che non erano i McFly…

 

E se avesse accettato quando avrebbe fatto le prove?

Avrebbe fatto un Tour?

E il suo attuale lavoro che fine avrebbe fatto?

Avrebbe abbandonato tutti quei meravigliosi bambini che lui adorava?

Gli altri lo avrebbero sicuramente scoperto prima o poi, e ci sarei andata di mezzo anche io.

 

Il mio cuore stava andando lentamente in frantumi, ad ogni parola che avevo appena sentito. Non solo non riuscivo a capire che cosa gli stesse passando per la testa, ma mi aveva detto pure di tenere il segreto con gli altri.

In quel momento squillò il mio telefono.

Risposi, e come prestabilito dai piani era Tom.

‹‹Chi era?›› chiese lui

‹‹Tom›› risposi io secca.

‹‹E che voleva?›› chiese lui quasi scocciato che mi avesse chiamata.

Sentivo che un vomito di parole stava per salirmi alla gola. Sentivo che avevo bisogno di parlare o altrimenti avrei pianto davanti a lui.

Sapevo benissimo che cosa mi stava succedendo.

Ero rimasta delusa dal suo comportamento.

 

‹‹Si da il caso che io e uno dei tuoi migliori amici, in questo caso Tom, stamani ci siamo fatti il culo per prepararti una festa a sorpresa per il tuo compleanno. Ma a quanto pare i tuoi amici non sono poi così tanto amici se inizi anche a tenergli nascoste le cose. Quindi io adesso vado là. Se tu vuoi degnarci della tua presenza ci faresti un enorme piacere››

Salii in macchina e aspettai che lui partisse per andare da Tom.

 

‹‹Ah! Quasi dimenticavo.. Buon Compleanno. ››

 

Quella festa, non sarebbe andata esattamente come me l’ero immaginata.

 

     *                                                                                         *                                                                                           *

 

Sono di nuovo qua, prima del previsto.. ma siccome poi non so quando posso tornare ne approfitto.

 

RubyChubb: Io ho la bocca cucita, sorry. Comunque una delle questioni si è già mezza capita in questo capitolo, quindi di più non potevo fare. Ho riso come una scema al tuo commento. E per il fatto che me la prendo con Danny.. ripeto. Lui non ci doveva essere in questa storia.. e poi parlai con Sil. E poi il resto è venuto da sé. È tutta colpa sua xDD  Danny mi ha sempre ispirato cose tristi.. povero lui..

   
 
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