IMPORTANTE: Con questo mio scritto,
pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione
veritiera del carattere dei Mcfly
(e degli altri personaggi della mia storia), nè offenderli in alcun modo.
Capitolo
11.
Giuly’s
POV.
Il mio cellulare vibrò come ogni mattina
e io, che avevo sempre avuto il sonno leggero, mi svegliai e velocemente spensi
la mia sveglia personale.
Avevo iniziato a utilizzare la
vibrazione come sveglia molto tempo prima, per due motivi: innanzitutto perché
odiavo il suono terrificante delle comuni sveglie e in secondo luogo, perché in
quella maniera avevo la possibilità di osservare il mio ragazzo mentre era
sempre perso nel mondo dei sogni.
E anche quella mattina, come tutte le
altre del resto, Dougie non aveva neanche accennato ad un minimo movimento da
quando avevo spento la sveglia. Ogni mattina per svegliarlo ci dovevo fare le
lotte, peggio che dei bambini piccoli.
Mi voltai e mi misi su di un fianco, con
la mano sul mento e mi dilettai ad osservarlo.
Doug aveva sempre un’aria così angelica
quando dormiva che quasi mi faceva rabbia per quanto sembrava calmo e senza
pensieri. I contorni del suo viso ormai erano diventati quelli di un uomo, ma
avevano trattenuto quella dolcezza di quando lo avevo conosciuto.
La sera prima me ne ero andata a letto
presto con la scusa che la mattina seguente sarei dovuta andare a lavorare
prima e che quindi avrei voluto riposarmi un po’ (anche se in realtà Tom mi
aspettava a casa sua per iniziare a preparare la festa per quella sera) e lui
non aveva obiettato.
In realtà da quando era rientrato in
casa, molto più tardi del solito, avevo notato in lui un’aria molto
corrucciata, come se avesse avuto un pensiero fisso che lo tormentava.
Ma pensai che probabilmente era
preoccupato perché ancora non gli avevo detto niente a proposito del suo
compleanno.
E vederlo in quel letto, perso nel mondo
dei sogni, mi fece sorridere.
Mi sporsi un po’ verso di lui, e dopo
aver scansato delicatamente con una mano i capelli dalla sua fronte, gli diedi
un bacio, sussurrando un “Buon Compleanno amore mio”.
Poi mi alzai dal letto, cercando di fare
il meno rumore possibile. Presi i vestiti già preparati sulla sedia la sera
precedente e mi diressi verso il bagno, per fare una bella doccia rilassante
per cominciare bene la giornata.
Prevedendo che quel dormiglione non si
sarebbe svegliato neanche a pregarlo, la sera prima avevo caricato a tradimento
tre sveglie.
Ero sicura che quella sera mi avrebbe
uccisa.
Quando ebbi finito di prepararmi,
scrissi accuratamente un biglietto per lui.
Mi immaginavo già la sua faccia inebetita… Dopo le tre sveglie pure un biglietto da
leggere.
Non era proprio il modo migliore per
cominciare la giornata del proprio compleanno, ma stavo facendo tutto quello
per lui.
Dopo aver lasciato il biglietto con
scritto
“Scusami se non sono con te quando ti
svegli,
ma devo correre a lavoro.
Ci vediamo stasera
Tua Giuly”
sopra al mio cuscino, mi diressi verso Starbucks per comprare colazione per me e per la famiglia
Fletcher. Optai per dei muffin al cioccolato, perché sapevano che tutti e tre
ne andavano matti, poi presi un caffè per me e Giovanna e un Peppermint Mocha Frappuccino per Tom. Non avevo mai capito come potesse bere
una roba simile di prima mattina, ma lui diceva sempre che senza di quello non
riusciva a carburare…
Arrivata davanti a casa Fletcher
parcheggiai la macchina. Stavo prendendo borsa e colazioni varie, quando vidi
Giovanna uscire di casa e dirigersi verso la sua macchina. Stavo per chiamarla
per salutarla, quando mi accorsi che c’era qualcosa che non andava.
Aveva gli occhi rossissimi e delle
occhiaie ben visibili sotto agli occhi.
Non avevo mai visto Giovanna in quello
stato e rimasi shockata per qualche secondo, tanto che quando mi riscorsi dal
mio trance, lei se n’era già andata.
Mi avviai a grandi passi verso casa di
Tom, e quando aprì il portone, notai che anche lui non aveva una bella cera.
Mi feci spazio entrando in casa sua e
poggiai sul tavolo della cucina la colazione, trovando HollyAnn
seduta sul seggiolone che aspettava la pappa.
Giovanna non usciva mai di casa, senza aver
prima dato colazione a sua figlia.
C’era proprio qualcosa che non andava.
La piccola Holly mi guardò spaesata.
Probabilmente si stava chiedendo che cosa ci facessi lì a quell’ora, di prima
mattina.
‹‹Ccia?›› chiese perplessa guardandomi con i suoi grandi occhioni color nocciola.
Mi avvicinai verso di lei e la presi tra
le mie braccia, coccolandola.
‹‹Stamani Zia Giuly è
venuta da papà perché dobbiamo preparare il compleanno a Zio Dougie! Tu ci
aiuterai vero?››
‹‹Shii›› esclamò lei con
le braccine in aria.
Notai che i suoi occhietti erano
arrossati, come quelli della sua mamma, che avevo visto poco prima.
Mentre cullavo Holly tra le mie braccia
mi avvicinai verso Tom, chiedendogli:
‹‹Sbaglio o è successo
qualcosa?››
Tom abbassò subito lo sguardo.
‹‹Ho visto Giovanna
uscire di casa e non l’avevo mai vista triste in quel modo.. Aveva l’aria di
aver passato una brutta nottata.. E anche tu e la piccola Holly mi date questa idea. Non voglio darvi
fastidio, quindi se non è il caso di fare la festa porterò semplicemente Doug
fuori a cena…››
‹‹No, non
preoccuparti. L’idea della festa è ottima. Magari ci farà staccare un po’ a
tutti la spina..››
‹‹Beh..›› cominciai incerta ‹‹.. ma che
è successo tra te e Gi?››
‹‹È meglio se
mentre te lo spiego mangiamo, altrimenti potrei cadere in terra dalla fame..
Ieri sera non ho cenato, e anche la piccoletta qui ha fame››
disse prendendola tra le sue braccia e rimettendola a sedere nel seggiolone.
‹‹Ok, non sapendolo
ho preso un po’ di muffin.. Erano anche per Gi, e poi ho due caffè e un
bicchierone di quella schifosa robaccia per te››
dissi disgustata mentre gli porgevo il suo frappuccino
e lui si sedeva.
‹‹E questo è per te›› dissi a Holly porgendole un muffin alla cioccolata.
‹‹Ciocciolata aww! Gnam!››
Guardai Tom e mi sorrise.
Quella bambina era un vero toccasana per
i momenti no.
Poi gli chiesi:
‹‹Allora?››
Tom si assicurò che la piccola fosse
tutta presa a mangiare il suo adorato muffin e poi mi disse:
‹‹Beh, diciamo che mi
sono comportato da.. ›› abbassò la voce ‹‹.. mmh coglione.››
‹‹E che hai
combinato Tom?›› chiesi alzando gli occhi al cielo.
‹‹Beh ieri sera
Giovanna è tornata a casa prima e io non me lo aspettavo››
‹‹Aw bene! Sarai
stato felice di questo!››
Affermai, pensando a quello che mi aveva
detto la sera prima Giovanna.
‹‹Ecco. È quello che
si aspettava anche Giovanna. Invece non so spiegarti che cosa mi è preso e
invece di dirle che ero felice che era a casa così presto, le ho risposto male.
E non è tutto..›› disse guardandomi tristemente ‹‹… stamani abbiamo litigato come non avevamo mai fatto.››
Lo guardai con gli occhi sbarrati.
‹‹E per quale
motivo?››
Lui sospirò.
‹‹Vedi Giuly.. Io e
Giovanna, siamo sempre stati insieme da quando il gruppo si è sciolto. Non c’è
mai stato un giorno in cui io e lei ci siamo separati o siamo stati senza il
nostro angioletto. E invece… da due settimane a
questa parte la mia vita è completamente cambiata››
A quel punto credetti di aver capito
quale era il problema.
‹‹Il lavoro di Gi…›› sussurrai.
‹‹Già›› disse lui
sospirando.
‹‹Non capire male›› continuò ‹‹non voglio fare
la parte del possessivo che la vuole sempre a casa e che non vuole che lei
lavori, ma.. è successo tutto troppo in fretta. Ha fatto il provino e ha subito
iniziato a lavorare, senza dare a me e soprattutto
ad Holly la possibilità di ambientarci, prima che lei mancasse così tanto da
casa. Sai.. ho quasi smesso di scrivere›› mi
confessò.
Rimasi un secondo smarrita da quella
affermazione.
Non volevo credere a quelle parole.
‹‹Tom.. tu non puoi
smettere di scrivere.. Scrivere è il tuo lavoro, è la tua passione.››
‹‹Lo so›› disse lui annuendo ‹‹ma
ultimamente ho sempre la testa dove non dovrebbe essere e poi Holly sente
tantissimo la mancanza di Giovanna›› disse guardando
la piccola ‹‹Non sai quante volte l’ho sorpresa a
piangere mentre dormiva e che la stava chiamando. Io ho provato a spiegarle che
lei è a lavorare e a fare una cosa che le piace tanto.. e anche che poi la
vedrà in tv, ma è comunque una bambina, quindi è logico che ne senta la mancanza.
Sinceramente quando Gi mi aveva parlato di questo lavoro ero rimasto felice per
lei, ma adesso non sono più tanto convinto che sia stata la scelta giusta.››
Sospirai.
‹‹Purtroppo Tom ormai lei
c’è dentro e non credo che possa tirarsi indietro adesso››
‹‹Lo so›› disse lui annuendo ‹‹infatti
ti assicuro che faccio il possibile per andare avanti, per guardare la bambina,
per pulire casa, per prepararmi ogni giorno pranzo e cena, ma sono da solo. Mi
sembra che sia passata un’infinità di tempo da quando lei ha cominciato a
lavorare, invece sono passati solo quindici giorni…
L’unica fortuna è che almeno il giorno di Natale e quello dopo è libera. Però
poi riprendono a girare.››
Lo guardai con gli occhi sbarrati.
‹‹Ma nemmeno il
Sabato e la Domenica è in casa?››
Lui fece segno di no con la testa.
Non potevo crederci.
Non avrei mai pensato che era così tanto
fuori da lavoro.
‹‹Mi stai dicendo
che non fanno mai festa?››
‹‹Già è così…›› scosse la testa ‹‹Perché
il regista ha detto che hanno fatto fatica a trovare la parte di Giovanna,
perché solo in un secondo momento ha contattato il suo regista e che adesso
vuole a tutti i costi riprendere il tempo perso.››
‹‹Ma in questo modo
non ha un momento di libertà per stare un po’ con voi!››
esclamai quasi indignata.
‹‹Già infatti anche
questa sera tornerà un po’ tardi, ma ne avevamo già parlato la scorsa settimana››
‹‹Poverina però›› sospirai ‹‹Forse nemmeno
lei si aspettava una ripresa così faticosa e dura››
‹‹Già›› annuì lui ‹‹Infatti non sono felice che abbiamo litigato. Non fa bene
né a me né a lei, né tanto meno a Holly. Giuro che non volevo farlo apposta, ma
una parola ha tirato l’altra e siamo finiti a discutere che lei non è mai in
casa e le ho detto che ci ha letteralmente abbandonati.. Lei è rimasta in
silenzio ad ascoltare i miei sfoghi e
poi con gli occhi tutti rossi ha preso la giacca ed è uscita. Fortunatamente
prima che Holly comprendesse bene quello che era successo sei arrivata tu,
altrimenti non avrei saputo come calmarla››
Osservai la piccola, che aveva quasi
finito il suo muffin.
‹‹Tom sai non credo
che sia proprio una buona idea fare la festa stasera, quando tu e Gì avete litigato. Non è mai capitata una cosa del genere
tra di voi, e non voglio creare più scompiglio di quello che già è si è creato…››
Lui mi sorrise.
‹‹Non preoccuparti,
davvero. E poi hai già invitato tutti. Sarebbe inutile stare a richiamarli per
disdire.. e magari hanno già comprato il regalo per il festeggiato››
rise.
‹‹Già, però Danny
ancora non si è fatto vivo… sto iniziando a preoccuparmi››
Proprio in quel momento il mio telefono
squillò e trovai un messaggio, proprio da parte di Danny.
“Scusa ho visto solo adesso i tuoi otto
messaggi vocali e i cinque messaggi che mi hai lasciato sul telefono. Non sono
stato bene in questi giorni, ma devi ringraziare Doug se adesso sto un po’
meglio. Contaci che stasera vengo da Tom! Ciao!”
‹‹Oh! Mi ha appena
mandato un messaggio››
‹‹Chi?››
‹‹Danny. Dice che
stasera viene e che è grazie a Doug che sta un po’ meglio. Mmm
ieri sera non mi ha raccontato niente di Danny. Effettivamente non mi ha detto
molto in generale… è stato zitto per lo più quasi
tutto il tempo, chissà che avrà avuto..››
‹‹Forse era preoccupato
perché non gli avevi ancora detto niente
a riguardo del compleanno››
Sorrisi.
‹‹È quello che ho
pensato anche io››
Dopo aver finito di fare colazione
aiutai Tom a cambiare la piccola e poi iniziammo ad addobbare la stanza. Alla
fine il risultato fu ottimo. La sala era adornata con tantissime decorazioni
colorate, striscioni e palloncini. Gli striscioni continuavano per la cucina e
le decorazioni le avevamo messe anche lungo la scala che portava al piano di
sopra.
Avevo mandato un messaggio a Danny in
cui gli ordinavo di trattenere Doug fino alle sei davanti alla scuola.
Io sarei passata di lì, li avrei
salutati e avrei rapito Doug da Danny.
E poi Tom mi avrebbe chiamata con una
scusa e io sarei andata a casa sua e Doug avrebbe avuto la sua festa a
sorpresa.
Era un piano perfetto.
Così, quando mancava poco alle sei mi
avviai verso la scuola e trovai Doug e Danny li fuori, intenti a parlare di non
so cosa.
‹‹Ehy!›› esclamai quando fui abbastanza vicina.
‹‹E tu che ci fai
qui?›› chiese sorpreso Doug.
‹‹Beh sapevo che
probabilmente eri sempre qui, io ero nei paraggi e avevo bisogno di uno strappo
per andare a casa…››
‹‹Ah capisco›› disse con tono deluso.
Non avrei detto niente del suo
compleanno, me lo sarei tenuta per me fino all’ultimo.
‹‹Beh allora andiamo?›› dissi impaziente.
‹‹Starei parlando con
Dan in realtà››
Sbuffai.
‹‹Ci parli Lunedì
dai. Devo andare a casa su!!››
Lui guardò prima me e poi Dan.
Dan disse:
‹‹Vai su, che
aspetti?Ci vediamo Lunedì›› disse facendomi
l’occhiolino.
Poi si avviò per la sua strada.
Io invece andai con Doug fino alla
macchina e poi partimmo verso casa.
Durante il tragitto lui non disse una
parola.
Era veramente strano che lui stesse in
silenzio in quella maniera. Solitamente era più logorroico e giocherellone di
me.
Ad un certo punto, mentre stava
parcheggiando la macchina davanti casa, gli chiesi:
‹‹Ehi ma che hai? Sei
veramente serio oggi! È successo qualcosa a scuola?››
‹‹No, non c’è niente›› disse lui in tono piatto.
Odiavo quando mi dava quelle risposte
secche, perché mi confermavano che qualcosa non andava.
Spense il motore e uscì dalla macchina.
‹‹Sei a casa adesso››
Non era arrabbiato perché ancora non gli
avevo fatto gli auguri vero?
Non poteva essere permaloso fino a
questo punto..
‹‹Doug per favore
dimmi che è successo… l’ho capito chiaramente che c’è
qualcosa che non va››
Lo bloccai con un mano quando anche io scesi
dalla macchina.
‹‹Non c’è niente ti dico›› ripeté lui.
‹‹Dougie per l’amor del
cielo, ti conosco da tanto tempo ormai. Mi stai nascondendo qualcosa. È da ieri
sera che sei strano a dire la verità››
Lui distolse lo sguardo.
‹‹Doug›› sussurrai
iniziando a pensare alle cose più brutte che potevano essergli capitate il giorno
prima.
‹‹Beh›› cominciò ‹‹in realtà è successa una cosa ieri. E visto che insisti
tanto, tanto vale che te la dica››
Lo guardai, esortandolo a continuare.
‹‹Stavo per tornare a
casa ed ero al parcheggio fuori della scuola, quando due uomini mi hanno fermato
e mi hanno detto che mi dovevano parlare di una cosa, così li ho seguiti e ho
scoperto che erano due manager di un nuovo gruppo musicale che si sta formando
in questo momento››
‹‹E tu che centri
scusa?›› chiesi un po’ perplessa.
‹‹Mi hanno chiesto se
voglio fare parte di questa nuova band››
Quella frase mi fece rimanere di stucco.
Dougie chiamato a fare parte in un
gruppo che non erano i McFly.
Dougie chiamato a suonare con altre
persona che non erano Dan, Tom ed Harry.
No, non poteva essere assolutamente
così.
Doug avrebbe voluto suonare solamente
con i McFly.
‹‹Ovviamente hai detto di no›› sbottai con tono ovvio.
Lui si fece serio.
‹‹In verità ci sto pensando››
‹‹A dirgli di no?›› chiesi io stupita che non avesse già rifiutato.
‹‹No›› affermò lui ‹‹A dirgli che accetto››
Non potevo crederci.
Doug dopo 3 anni voleva riprendere a
suonare in un gruppo che non erano i McFly.
Non riuscivo a credere alle sue parole.
‹‹Non ho ancora deciso›› continuò ‹‹però mi hanno
incuriosito molto››
Poi aggiunse immediatamente.
‹‹Ah per favore! Non
farne assolutamente parola con gli altri! Non voglio che sappiano che potrei
entrare a fare parte di un’altra band. Non voglio dirglielo, o almeno per il momento››
Io non capivo più cosa stava succedendo.
Doug che stava pensando di entrare a far
parte di un’altra band, così, da un giorno ad un altro.
Una band che non erano i McFly…
E se avesse accettato quando avrebbe
fatto le prove?
Avrebbe fatto un Tour?
E il suo attuale lavoro che fine avrebbe
fatto?
Avrebbe abbandonato tutti quei
meravigliosi bambini che lui adorava?
Gli altri lo avrebbero sicuramente
scoperto prima o poi, e ci sarei andata di mezzo anche io.
Il mio cuore stava andando lentamente in
frantumi, ad ogni parola che avevo appena sentito. Non solo non riuscivo a
capire che cosa gli stesse passando per la testa, ma mi aveva detto pure di
tenere il segreto con gli altri.
In quel momento squillò il mio telefono.
Risposi, e come prestabilito dai piani
era Tom.
‹‹Chi era?›› chiese lui
‹‹Tom›› risposi io
secca.
‹‹E che voleva?›› chiese lui quasi scocciato che mi avesse chiamata.
Sentivo che un vomito di parole stava
per salirmi alla gola. Sentivo che avevo bisogno di parlare o altrimenti avrei
pianto davanti a lui.
Sapevo benissimo che cosa mi stava
succedendo.
Ero
rimasta delusa dal suo comportamento.
‹‹Si da il caso che
io e uno dei tuoi migliori amici, in questo caso Tom, stamani ci siamo fatti il
culo per prepararti una festa a sorpresa per il tuo compleanno. Ma a quanto
pare i tuoi amici non sono poi così tanto amici se inizi anche a tenergli
nascoste le cose. Quindi io adesso vado là. Se tu vuoi degnarci della tua
presenza ci faresti un enorme piacere››
Salii in macchina e aspettai che lui
partisse per andare da Tom.
‹‹Ah! Quasi
dimenticavo.. Buon Compleanno. ››
Quella festa, non sarebbe andata
esattamente come me l’ero immaginata.
*
*
*
Sono di
nuovo qua, prima del previsto.. ma siccome poi non so quando posso tornare ne
approfitto.
RubyChubb: Io ho la bocca cucita, sorry. Comunque una delle questioni si è già mezza capita in questo capitolo, quindi di più non potevo fare. Ho riso come una scema al tuo commento. E per il fatto che me la prendo con Danny.. ripeto. Lui non ci doveva essere in questa storia.. e poi parlai con Sil. E poi il resto è venuto da sé. È tutta colpa sua xDD Danny mi ha sempre ispirato cose tristi.. povero lui..