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Autore: _fragolina_    24/02/2015    1 recensioni
Io mi chiamo Giada e la mia vita sociale al momento non è molto bella... Sono timida e isolata perché non seguo il "capo" della mia classe, la mia migliore amica Linda mi aiuta a superare le difficoltà sapendo che non so rispondere a delle provocazioni; ma tutto ciò sta per cambiare. Mi sono accorta che devo camminare con le mie gambe e passo passo riconquisterò la fiducia in me stessa!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è iniziata in un giorno di’inverno, ero nella mia scuola e la preside aveva avuto l’idea di organizzare una specie di gara tra tutte le classi dell’istituto, la classe vincitrice avrebbe vinto una lavagna multimediale e dei fonti per la gita didattica. Io ero molto emozionata all’idea di poter finalmente fare qualcosa di utile e soprattutto di poter finalmente dimostrare che sotto la mia timidezza c’è qualcosa. Vi chiederete perché sono timida,  beh nella mia classe ci sono delle “classi sociali”, esiste: il capo,  i servi e chi, come me, ragiona con la propria testa e di conseguenza viene escluso.
Il capo della mia classe è Matilde Arnson una ragazza bionda con gli occhi azzurri che fa di tutto pur di essere al centro dell’attenzione, come tutti i capi lei ha degli “schivi” (cosi mi piace chiamarli) che non ragionano con la loro testa e tutto ciò che dice Matilde è legge; infine ci sono io, io mi chiamo Giada e sono una ragazza fantasiosa  e timida; prima non era cosi, prima era molto aperta, ridevo con tutti e scherzavo ma ora con la presenza dei capi classe mi sono chiusa in me stessa perché nessuno mi da retta, io però non sono sola su 20 persone nella mia classe una è diventata mia amica, la mia migliore amica: con lei rido scherzo e non ho paura di dire quello che penso, il suo nome è Linda e io l’adoro.
Ritornando a noi: Matilde aveva deciso che avremmo fatto un video dove lei balla insieme a 3 sue amiche danza classica e altre 4 persone avrebbero ballato danza moderna, gli altri avrebbero fatto da comparse. Inizialmente aveva deciso che io dovevo fare la comparsa ma poi, guardando il mio profilo facebook e vedendo che praticavo e pratico danza moderna, mi ha spostato. Come al solito io non ho detto nulla e ho annuito ma a me non andava per niente di ballare con loro, perché a loro interessa solo mettersi in mostra e io non sono cosi.
Il giorno seguente all’ora di italiano mi sono ritrovata con Matilde e le altre 6 a provare la coreografia e tutti gli altri che facevano i cartelloni o lezione a seconda del loro ruolo. Io non mi trovavo  mio agio e di conseguenza non sapevo cosa fare se dirlo o concentrarmi sulla coreografia, il risultato è che stavo facendo un disastro e tutti i passi mi uscivano male, i miei compagni maschi non erano d’aiuto perché continuavano a insultarmi. Fortunatamente era suonata la ricreazione e Linda, vedendo che stavo male, mi ha accompagnato in bagno: “Ehi, cos’hai?” “Nulla… è solo che a me non sta bene che loro facciano sempre le protagoniste, soprattutto Matilde” “E allora diglielo! Ti devi far rispettare cara mia” “Si ma come,sai che non mi ascoltano” dissi io con già le lacrime agli occhi “tu digli che non ti sta bene che facciano le protagoniste e che sta uscendo tutto male, poi vediamo la loro reazione e vedi cosa fare” “okay,mi hai convinto. Per la prima volta le affronterò e ne dirò quattro anche a quei maschi perché loro di certo non sono migliori di me a ballare!” “brava Giada! Cosi mi piaci! Finalmente incoraggiarti ha avuto il effetto! Ora asciugati le lacrime, lavati la faccia e andiamo”. Tornate in classe trovai tutte le ragazze intorno a Matilde che si facevano foto e ridevano  “Sentite voi non mi importa se mi ascoltate o no, questo balletto sta uscendo malissimo e voi fate sempre le protagoniste e non mi pare giusto che …” mi interruppe “senti cosa a noi non importa cosa pensi tu e la tua opinione non vale nulla” a quel punto mi è cascato il mondo addosso, tutti gli incoraggiamenti fatti da Linda erano svaniti mi sentivo in imbarazzo e non sapevo cosa fare: volevo piangere ma non l’ho fatto, volevo scappare e lo feci.
   
 
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