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Autore: Xau    24/02/2015    1 recensioni
Ci avviciniamo a qualcosa di più recente. Questa storia risale a luglio 2014.
Lei è una guaritrice dei cieli stellati. Capirà l'importanza dei sogni anche nel cuore di un ragazzo apparentemente "troppo terrestre" come un cacciatore.
Attenzione: scene di rapporto carnale descritto in modo minimale e metaforico.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo si avvicina cauto. Gli occhi lattiginosi scrutano attenti l'animale, che emana una propria luce. Quel capriolo di Heshmahin ha una carne buona. Lui vive di quello, è un cacciatore, che viaggia per molte terre per riuscire a guadagnare qualcosa, spesso facendo notti bianche. Cammina tra gli alberi dritti, fino a quando però raggiunge il margine della radura. Gli alberi non hanno il legno ancora maturo, e le fibrature del tronco sono ancora trasparenti. Certamente non può nascondersi dietro un legno iridescente e quasi etereo.
Decide di usare l'ultima possibilità: prende l'arco e scocca le utime tre frecce, in un colpo congiunto. L'animale cade a terra, traffitto in testa, perdendo rapidamente la sua luminosità. Le tre braccia biomeccaniche del ragazzo, che soppiantano l'arto sinistro, si rilassano e le fibre che le muovono smettono di tremare, unendosi a formare un braccio unico, dotato di tre dita. Il lieve clangorio metallico precede la legatura dell'animale.
- Nehas! -
Il ragazzo si passa la mano fra i capelli, corti, secchi e sfibrati dallo stress, quasi graffianti.
- Nhai ha na, Nehas! -
Ad altre parole della sua voce, appare quasi dal nulla una sorta di enorme felino biomeccanico, slanciato e poggiante su zampe sottili e lunghe. Sulla testa, un sorta di strane piume creano una evanescente corona tra le quattro orecchie del felino stesso.
Il ragazzo carica senza troppa fatica il capriolo abbattuto, poi sale anche lui sulla schiena del felino.
- Nehas, possiamo andare. Taglia per le coste di Ehnemanik -
Poco tempo più tardi, si ritrovano a viaggiare, quasi correndo nell'aria, nella pianura che a nord circonda l'ampia foresta. Sotto di loro, i fili d'erba volteggiano come danzatori, emanando una luce blu-verdastra, che ad ampie ondate percorre tutto il paesaggio. Si avvicinano alla costa e corrono tenendo le acque, piatte e tremolanti, sulla destra. Nehas agita la testa, guardando il ragazzo con i suoi sei occhi.
- Non ti preoccupare, gattone, siamo vicini. Pensiamo positivo, domani possiamo barattare la carne rimasta in eccesso -
La leggera felicità del ragazzo tiene poco. Sopra la sua testa, il cielo diventa sempre più scuro, e alla fine le ultime stelle lasciano spazio ad un buio totale che abbraccia ogni cosa. In lontananza, policrome energie illuminano dal basso il mare. All'orizzonte, delle alte e sfumate colonne di luce si alzano oltre le poche nuvole rischiarate. Il ragazzo prosegue lungo la costa, facendo avanzare il felino su cui si è accomodato a piè veloce. E' oramai stanco per la noia della camminata quando, vicino a quelle fonti di luci che sorgono dal mare, nota un puntino sulla spiaggia, intanto diventata larga e sabbiosa. Il vento è lieve e le onde sono così timide che il loro scrosciare sembra un'insieme di stanche voci notturne.
- Nehas, riposa. Io ritornerò più tardi -
Il ragazzo affida al felino la cacciagione, poi s'incammina lungo la spiaggia. Sua intenzione è quello di osservare rapidamente e capire cosa si ciela in quel caleidoscopio, per poi rincasare e far riposare il corpo per la giornata di domani.
Ma quella sua piccola pausa che si è concesso rivela una sorpresa.
Una ragazza dai lunghi capelli evanescenti e dal corpo di luce fa girare, in una sfera di vetro, una galassia miniaturale. Quel contenitore si apre in due, come un carillon che cela note di luce. Con le gambe a mollo nell'acqua e affondate nel bagnasciuga, libera quella culla di luci, facendola perdere fra mille altri spirali policrome.
Il ragazzo si avvicina quel tanto da cogliere i dettagli di quella presenza, scoprendo come la sua tunica semitrasparente è formata da delicate farfalle, che a migliaia creano disegni fatti di ali. Farfalle, coloratissime farfalle.
Quasi timoroso di interrompere quella poesia, il ragazzo decide di indietreggiare, ma la ragazza ha i sensi fini e gira i suoi occhi pieni di acquosi arcobaleni, senza iride ne pupilla, verso il giovane.
- Non te ne andare, ragazzo... -
Lui si ferma e la osserva mentre lei continua a girare le mani per creare altre tremolanti stelle all'interno di quella sfera di vetro. Appena le libera nell'acqua, si accomoda sulla sabbia e chiama a sé il ragazzo.
- Stai un po' con me, prima che venga la chiamata -
Il ragazzo decide di accomodarsi sulla sabbia, stranamente calda. I suoi occhi sono mossi in profondità da guizzi di vita e appena osserva la faccia del ragazzo fa un'ampio sorriso.
- Uh? Che c'è? -
- Niente... Solo che non ho mai visto un'uomo da così vicino... Uh, sei diverso dagli altri, lo sai? -
Lui, imbarazzato dalla felicità della ragazza, ferma lo sguardo sulle stelle immerse nell'acqua.
- Diverso? Nel senso di unico? -
- Si. Non sembri falso come altre persone -
Lei si alza prima che lui inizi ad abituarsi a quell'atmosfera. Fa una faccia triste e poi ricomincia a sorridere.
- E' ora. La chiamata è arrivata -
Le fa un lieve inchino e inizia ad alzarsi a mezz'aria, silenziosamente.
- Aspetta... Posso sapere almeno il tuo nome...? - : il ragazzo la osserva staccarsi da terra.
Lei si gira a osservare il cielo scuro e privo di stelle e dice le sue ultime parole, non per rispondere.
- Non importa il nome. Pesa il giusto quel che hai qui -
Si mette la mano al petto, prima di dissolversi in una tenue polvere luminescente.
Il ragazzo cacciatore si perde con la mente fra le onde del mare. Non si è mai fermato a sentire la brezza della costa del Sud. I capelli rasposi catturano la salata umidità dell'aria. Si deve quasi svegliare per alzarsi da terra: lo spettro di sensazioni appena provate lo mettono in uno stato di trance.
Arriva a casa, una dimora poco fuori da uno dei pochi villaggi che punteggiano le pianure di Nebbia, a loro volta confinante col mare a sud e con le piane di Ehnemanik a ovest. Il felino aspetta con vicino il capriolo morto, rimanendo a guardia della casa con occhi socchiusi, seguendo questa prassi, fedele al ragazzo, da diversi computi.
La notte passa piena di domande e visioni riguardo alla particolare giovane.
- Sei una creatrice di stelle? -
L'indomani, diversamente dagli altri giorni, il ragazzo rincasa presto e attende la ragazza di luce, che appare dal nulla.
- No. Sono più una coltivatrice - : lei tiene in mano una piccola stella, che tremante illumina i volti dei due.
- Coltivatrice? -
- Si. La forza del mio battito crea i semi, poi grazie al Luogo della Felicità che ho in mano, faccio sbocciare i Germogli di Stella -
Fa volteggiare la stella fino a quando questa scompare nell'acqua.
- Quindi sei colei che cura le stelle... - : il ragazzo cacciatore osserva gli ultimi soffi del giorno lasciare spazio ad una desolante volta celeste.
Osserva la sfera di vetro dentro cui le stelle volteggiano.
- Il Luogo della Felicità è importante, perché le stelle devono essere ottimiste e felici -
- Un po' come lo sei tu, ragazza delle stelle -
- Esatto - : lei sorride e apre la sfera, mettendoci dentro una biglia di materiale nebbioso. Appena la sfiora con un bacio, la biglia all'interno si illumina, frammentandosi in decine di stelle piccole e appena visibili.
- Senti, ragazzo... Hai detto che sei un cacciatore... Cosa vuol dire "cacciare"? -
Lui, a quelle parole, gira la testa. Ha lo sguardo interrogativo. Non sa il senso di una parola così... comune?
- La caccia è l'attività con cui animali uccidono altri animali per necessità di sopravvivenza. Grazie alla caccia, alcuni esseri viventi, detti "carnivori" riescono a trarre energia per vivere da altri animali, le "prede" -
La ragazza inarca le sopracciglia, facendo un'espressione corrucciata. Per un momento fissa lo sguardo sul braccio meccanico del ragazzo, che prende posto dell'originale sinistro.
- "Uccidere"? Sembra una parola così negativa... -
Lui continua a perdere lo sguardo sul mare illuminato dalle luci create dalla ragazza. "Germogli di Stella", che ancora immaturi si perdono nell'acqua che li protegge.
- Non capisci il senso di questa parola? -
- Non ho idea di cosa vuoldire... -
Lei alza la mano, poi la apre, lasciando andare verso il cielo vacuo una farfalla bianca. Senza dire niente, osserva come stelle, a migliaia, si alzano dal mare e in un'ampia spirale salgono verso l'alto lungo una delle colonne di luce, seguendo la farfalla e riempiendo un pezzo di cielo . La ragazza sta riportando in vita il cielo, laddove le stelle sono assenti e dando il suo fascino originale a tutta la volta.
Lui spalanca la bocca nell'osservare il silenzioso spettacolo.
- Allora domani ti farò vedere ciò che faccio per vivere, ma prima di tutto... -
Con la carne che non aveva messo da parte il ragazzo ha barattato, al mercato del villaggio, un carillon vecchio e arrugginito. Fra le merci trovate, quel piccolo carillon è il meglio conservato oggetto.
Lo apre e il meccanismo, seppur l'età, fa ancora vibrare le linguette metalliche, che compongono una canzone lenta e semplice.
- Scusami per la ruggine. Lo so, è un po' vecchio, quindi se non ti piace posso cercarne un migliore -
La ragazza prende in mano il dono e lo stringe con le dita sottili.
- No, mi piace questo. Non avevo mai sentito una canzone così delicata... Ti ringrazio - : lei, nel parlare con una voce tremolante dall'emozione, si asciuga una lacrima che è spuntata all'angolo dell'occhio. Si alza e si gira verso di lui inchinandosi solo per abbozzare un bacio sulle sue labbra.
- Ti ringrazio, questo regalo è bellissimo! -
Si alza e scompare nel nulla, lasciando dietro di se solo polvere di luce e qualche farfalla trasparente.
Il giorno seguente, il sole accompagna il ragazzo, che sulla groppa di Nehas corre in direzione della spiaggia. Dalla sua dimora fino al confine tra acqua e terra ci vuole un sesto di volta di sole, quasi un decimo di giornata. La ragazza, troppo evanescente nella luce del sole, attende sulla spiaggia, facendo rimbalzare piccole pietre sull'acqua piatta e per nulla mossa dal vento.
Nehas precede le intenzioni del ragazzo e si avvicina basso alla bambina, permettendole di salire.
- I Maestri mi hanno dato permesso per la discesa, ma facciamo presto, te ne prego. La luce del sole dissolve la mia aura -
Nehas scatta e si porta in direzione del bosco ad ovest.
- Non ti preoccupare, ragazza delle stelle. Subito oltre il bosco ci sta una rotta usata dalle mandrie di Ashan per andare a nord -
Il grosso felino porta i due ai margini del bosco e si allontana mantenendosi ai margini, ma non prima di lasciare al ragazzo un'arco alto quanto il ragazzo stesso.
- Mantieniti vicino a me. I demoni delle foglie sono vigili qui - : lui si avvicina alla ragazza, mantenendo basso l'arco.
Lei osserva l'arma dalle trecce grosse, divise in tre corde color marrone.
- Quello serve a "cacciare"? -
Lui gira l'arco e glielo fa vedere, in modo che si possa cogliere i dettagli. Le corde creano un gioco di magie intrecciate che tengono tesa la spina di legno.
Entrano nella foresta e la attraversano da parte a parte, fino a quando il ragazzo alza il braccio e lo divide nei tre bracci meccanici più sottili. Lei indietreggia impaurita e mette la schiena contro un'albero.
- Non ti preoccupare. Sono bracci meccanici che prendono il posto del mio braccio distrutto... Non ti devi impaurire... -
Lei, titubante, si avvicina, e alla fine decide di stare vicino a lui, che prepara l'arco: prende in ognuna delle tre mani sinistre una freccia sottile e rinforzata che mette sulle tre corde e tira all'indietro. L'arco geme e il ragazzo punta l'arma in direzione del prato oltre i pochi alberi rimasti, dove un cervo dai lineamenti sottili, con corna fortemente spiralate e ramificate cammina lento. Si ha l'impressione che si spezzi per quanto è esile.
- Che bello... Quindi questi sono gli animali del vostro mondo... E' magnifico... - : la ragazza spalanca gli occhi iridescenti e sorride, poi si gira verso di lui. Le frecce sono tese.
- Aspetta, ragazzo, cosa...? -
Capisce quello che sta per succedere.
- No... E' un'essere vivente... - : lei inizia a piangere.
- Quello è il nostro cibo. Serve per farmi vivere -
Lei tenta di fermarlo, ma lui, deciso, fa partire le tre frecce. Una trafigge l'addome dell'animale, che prima di soffrire è ucciso dalle restanti due frecce, che trapassano il collo da parte a parte. La leggiadra sottilezza dell'Ashan si accascia fra l'erba alta color cobalto, che nasconde il cervo dal resto della mandria. La ragazza non riesce ad osservare il ragazzo per via del pianto che le offusca gli occhi.
- Perché...? - : la sua voce si sente appena.
L'altro non fa in tempo a rispondere che viene spinto all'indietro.
- PERCHE' HAI DISTRUTTO UNA VITA?! -
La ragazza sta in piedi, tremante. Ha le mani sul viso e le lacrime rigano le sue guance. I suoi capelli evanescenti si spezzettano e le farfalle che la coprono diventano neri.
- Io... Dovevo... - : lui tenta di avvicinarsi, ma la figura femminile indietreggia e inizia a correre.
- NO! NON TI AVVICINARE A ME! - : piangendo si allontana, e lui la perde fra le fronde.
Correre non serve: la distanza sembra essersi decuplicata, e i passi sono oramai impercettibili. Lei è veloce quanto lo è il vento. Il ragazzo esce dalla foresta e chiama Nehas, che appena è cavalcato inizia subito a correre verso nord-est. Percepisce l'odore della creatrice delle stelle e riesce a raggiungerla.
- Fermati! -
- Mai! Lasciami, distruttore di vite. Non dovevo fidarmi di te! -
Appena il grosso felino le taglia la strada, lei lancia istintivamente la sfera di vetro.
- Non creerò più delle stelle per questa terra. Voi non dovete sognare! Non avrete più stelle! -
Si trasforma immediatamente in polvere, scomparendo nel nulla e lasciando il ragazzo attonito e con un'appuntita sensazione nel petto.
Lui gira lo sguardo fin dove possibile, ma il silenzio e la calma lo rendono l'unico di quella pianura.
La sera è lugubre, fredda. Nehas ha deciso di stare a debita distanza, per avere una visione d'insieme del luogo. E' steso per terra, con i suoi occhi vigili. Il ragazzo tiene da diverse ore la sfera in mano. E' piena di crepe, fredda e priva di quel guizzo di vita che illuminava quell'oggetto e la creatrice che la manovrava. Davanti a lui, il mare non è più illuminato da stelle fin troppo piccole e giovani. Quella spiaggia, da lui scoperta da pochi giorni e casa di una storia ora finita con uno strappo, sembra un deserto. Quella creatrice di stelle sembra essere sensibile alle forme di vita. In fondo è una creatrice, che protegge sogni di molti e ricrea cieli spenti, al contrario suo, cacciatore e quindi distruttore di vite. Decide di aprire la sfera, e di concentrarsi: creerà lui le stelle, affinché renda felice lei. Riesce a raccogliere, con notevole sforzo mentale, un po' di luce e di riunirla in un punto, ma se quella sfera è il Luogo della Felicità, vuol dire che bisogna essere di buon umore. Ma lui non ce la fa: butta in mare una biglia di energia nera, che congela in pochi attimi l'acqua del mare, bloccando le onde come in una siderale foto monocromatica. Quella non è una stella. E' solo un pezzo tangibile della sua tristezza. Al secondo tentativo, la biglia è così concentrata di quella energia negativa che l'acqua toccata crepa come fosse vetro, creando un buco in mezzo ai riflessi grigi.
- Io creerò le stelle... Completerò questo cielo... -
Al terzo tentativo, la stella nera appena creata è talmente pesante da cozzare contro il vetro della sfera, creando un buco attraverso il fragile vetro e affondando nella sabbia.
Il ragazzo inizia a piangere e rabbioso stringe con la mano meccanica la sfera, che inizia a crepare maggiormente.
- Nehas... Ritorna a casa. Io vengo più tardi -
Il felino rimane al suo posto. Intuisce che il ragazzo vuole scomparire. Si avvicina a lui e lo spinge con la testa, fino a quando lo porta con i piedi nell'acqua. Soffia dalle narici e indietreggia.
- Non riesco a creare le stelle, Nehas... Sono triste -
Il felino punta la testa al cielo, e poi all'orizzonte.
- Non capisco... - : il ragazzo si asciuga le lacrime.
Nehas risoffia dalle narici, poi punta la testa di nuovo all'orizzonte. Agita la testa, abbassando le orecchie, poi si abbassa.
- Dovrei salire... Ma dove mi porti? -
Il destriero slanciato inizia a correre vicino all'acqua, marginando la costa e correndo come se volasse. Il viaggio è lungo, ma solo quando le prime stelle oltre l'ampio buio sono visibili Nehas si ferma, accomodandosi vicino alla foce di un fiume e spingendo con garbo il ragazzo.
Lui inizia a capire. Stringe in mano la sfera, poi la alza fino a quando la luce delle stelle si rifrange attraverso le crepe.
- Ora capisco... Grazie -
Quelle bambine di luce portano con loro tanta calma. La in mezzo c'è quella ragazza. Riesce ad alleggerire la mente, e a pensare solo alla semplicità del cielo. Un'improvviso momento di calma riempe la testa, e alza come in un antico rituale la sfera. Va oltre le parole, oltre le idee. Ha solo l'immagine sfumata di una nube che si raccoglie in una luce bianca e senza imperfezioni, che diventa tutt'uno col suo cuore. Quella luce è il suo cuore. Quella luce racchiude il suo cuore. Quella luce è la piccola stella del suo cuore.
Tra le sue mani dalla pelle screpolata dalla tensione della sua vita oppure caratterizzata da metallo ossidato e graffiato, una luce inonda i dettagli della sfera, ora Luogo della Felicità, un'ultima felicità che tiene in vita quella stella bluastra e pronta in ogni momento a trasformarsi in effimera nebbia iridescente.
Sopra di lui, le stelle si spengono, inghiottite voracemente dal buio che si espande come un mostro di ombra.
- Andiamo, prima che sia troppo tardi. Il cielo sta perdendo la sua forza -
Alza al massimo la sfera, poi tremante la apre.
La stella si alza e fa un'ampia parabola prima di cadere in mare, dove inizia a illuminare l'acqua.
Con fatica ne crea altre due, che anche esse si perdono lasciandosi dietro una scia che quasi sfiora l'incombente oscurità.
Mentre una debolezza assoluta prende possesso del suo corpo, riesce a creare un'ultima stella, che però scompare dalle sue mani.
- Io, devo sconfiggere... il buio... -
Cade a terra, mentre l'oscurità avvolge lui e il felino, sempre più impaurito.
Si risveglia in un'altro luogo, come fosse quasi stato teletrasportato.
E' in piedi sopra l'acqua. Il mare appare come nel momento in cui ha conosciuto la ragazza: pieno di luce. Di fronte, la creatrice di stelle che ha conosciuto è silenziosa, i suoi occhi lucidi e spenti. Sembra che siano in un punto del mare lontano da ogni lembo di terra.
- Ragazza delle stelle... -
Si accorge che lei è nuda, avvolta in un'aura di luce. In corrispondenza del cuore, una crepa lascia trasparire luce rossa, che sanguina e scende lungo i lineamenti di quel corpo fragile. La sfera è ancora nella mani del ragazzo, stringendola disperato.
- Dove sono? -
Lei si limita ad alzare la mano. All'orizzonte, laddove indicato, una colonna di luce scompare sotto i tentacoli di un'oscurità che sembra essere animata da una fame senza limiti. Si mette le mani al cuore.
- La chiamata è giunta. Io non ci sarò più - : il suo sguardo è rabbioso e cupo : - Vedrai il tuo mondo morire -
Lui si gira e si avvicina a lei.
- Allora perché mi hai portato qui, davanti a te? -
- Per vedere come la tua ultima speranza scompare -
- Se mi odi, perché hai tenuto così tanto a vedermi? Questa non è vendetta! -
- Invece si! -
Lui e oramai a un braccio dalla ragazza.
- Allora allontanami -
Lei mette la mano sul petto del ragazzo, ma non ha il coraggio di spingerlo.
- Dai, spingimi via... -
La ragazza leva la mano, ma lui le blocca le dita e le rimette sul petto.
- Allora vuol dire che ti aiuterò io -
Le cinge il collo con le braccia, fino a quando la abbraccia, mettendo il petto crepato di lei contro il cuore di lui.
- Ora hai un motivo in più per odiarmi. Tu puoi andare, è vero, uccido per vivere, perchè l'uomo non riesce a capire la vita se non c'è la morte. Quando la morte arriva anche per lui, gli è tutto più chiaro -
L'oscurità è vicina e lui lascia la presa dell'abbraccio, lei non riesce a fermare il pianto, e prova una sensazione straziante al cuore quando lui si allontana.
- No! Non uccidere nemmeno te stesso! Stupido, così rendi me triste! -
La voce disperata della ragazza non raggiunge le orecchie dell'altro, che penetra nel buio sempre più incombente. Si lancia anche lei e immediatamente é stretta da forze indicibili, che vogliono strapparla con forti dolori. Viene presa da una mano e si ritrova sulla spiaggia. La figura del giovane appare bruciata e percorsa da piaghe profonde.
- Stupido! Perché hai fatto questo! -
- Perché, sapevo, che non mi odiavi a tal punto da bandirmi del tutto... -
La sfera di vetro, il Luogo della Felicità, è alzato e racchiude una stella color giallo, che schiarisce il paesaggio circostante.
- Questo è il mio cuore, ragazza delle stelle. E ora proteggerà te, e il cielo a cui tenevi... -
La sfera volteggia e sale verso l'alto, lanciandosi con una velocità mai vista nell'oscurità.
D'improvviso, un'ampio campo di stelle illumina con una luce mistica il paesaggio. La forza del cuore del ragazzo distrugge una grossa parte del buio, e Nehas riapparso dalla vegetazione lungo la spiaggia, si scrolla di dosso ciò che rimane della nebbia nera e pesante.
Lei vede una mano metallica sfiorarle delicatamente la guancia, poi poggiarsi sul petto segnato dalla ferita, e alla fine accasciarsi sul grembo della ragazza. Uno sbuffo d'aria le scompiglia i capelli. Il felino si abbassa.
I due vengono portati a passo veloce alla dimora del ragazzo. Lei è coperta da farfalle blu scuro, che si riuniscono in una tunica. Lui è in uno stato di torpore profondo. Nehas arriva quasi a sfondare la porta della casa, una volta arrivato, per la fretta con cui ha viaggiato. Aiuta la ragazza a mettere lui dentro casa, e a medicare le ustioni che segnano la sua pelle. Un'ineffabile sensazione lo porta a stare vicino a lui, attendendo la sua guarigione.
- Quindi... Tu non mi odi... -
Lei non vuole girare la testa. La sua espressione è celata dietro i capelli evanescenti, che serpeggiano lenti.
- Hai portato via una vita, per questo non ti perdonerò mai! La parola "uccidere" è cosi disturbante... Tu non sai il dolore che proviamo quando creiamo una stella... -
Lui allunga la mano verso di lei.
- Ora capisco... Le stelle sono frammenti del tuo cuore... Ragazza delle stelle... E quell'oscurità sta mangiando... il tuo cuore -
Lei non si muove e non fa trasparire le sue emozioni, ma riceve fra le mani la sfera, oramai in procinto di diventare una miriade di frammenti, che racchiude un sole rosso, quasi esplosivo. Non può essere. Una stella così luminosa non si riesce a creare nemmeno con un lungo periodo di prove, tentativi e felicità. Se ne deve avere molta di quest'ultima, affinché il Luogo della Felicità possa creare stelle.
Il ragazzo le prende la mano e la forza a girarsi. Lei, impaurita, si ritrova di nuovo fra le sue braccia.
- No! Lasciami! -
Lui inizia a sfiorarle le guance. Non apre gli occhi cinerei, per evitare lo sguardo colorato e profondo di quelli che si trovano ad un dito davanti.
- No. Ora riparerò il tuo petto -
Lei sente la sfera rompersi per mano del ragazzo, e poi sente un calore dolce entrare nel suo cuore. La luminescenza della ragazza diventa arancione e la crepa visibile attraverso le farfalle della sua tunica inizia a richiudersi, riportando interezza alla sua pelle chiara.
Le farfalle subito diventano rosa, e lei si alza scandalizzata. Quella stella, un'altro pezzo del cuore del ragazzo, è stato usato.
- Smettila di usare il tuo cuore per curarmi, così cancellerai il tuo! -
Lui si alza e prende per i polsi la ragazza, che non riesce a dimenarsi.
- Tu perdi ogni notte mille pezzi di cuore per curare questo cielo... Io non posso perdere un pezzo del mio cuore per curarti? Guarda! Il tuo cuore è rotto, tu non puoi odiare, quindi ti guarirò! -
Le prende il mento e avvicina le sue labbra a quelle della ragazza, che subito è inondata da una luce arancione. Le ferite che le percorrono il petto si richiudono, e quasi attratta da quel sapore un po' amaro e tiepido, non osa allontanarsi.
Nehas, lontano, guarda in direzione del villaggio, senza muovere il minimo muscolo. La brezza che lo culla è interrotto da un tonfo che si sente dentro la casa.
- No! Alzati, non tentare di morire ora! -
La ragazza non riesce a smuovere l'altro, che privo di sensi, diventa sempre più freddo. Il bacio che ha appena ricevuto ha portato dentro di se le ultime energie del ragazzo. Il felino non riesce ad avvicinarsi: una forte luce abbraccia la casa e ci entra al suo interno. Si presenta una donna, dagli occhi lattiginosi e dai capelli d'argento, che porge una mano alla ragazza e con l'altra fa levitare il corpo privo di sensi del giovane.
- Maestra... -
Quasi impaurita, lei stringe la mano alla donna, che scompare nel nulla.
Riappaiono su un'anello, la cui superficie interna è un'habitat vivibile di quella enorme struttura. Sono ai piedi di una farnia dal legno bianco e dalle foglie celesti, come lo è l'erba, punteggiata da delicati fiori viola chiaro. Attorno all'habitat che gira attorno alla Terra, le stelle sembrano piccole lanterne evanescenti, che si spostano per far passare maestosamente l'anello completamente bianco. Il ragazzo è poggiato nell'erba soffice e bagnata dalla rugiada, mentre gli occhi imperiosi della donna fissano quelli arcobalenati della ragazza.
- Allieva. Ti avevo raccomandato di non parlare con gli umani, tantomeno provare amore. Ora che il Luogo della Felicità è morto, le stelle saranno tristi, perchè hai dimenticato la cosa che le creava. Ora che quest'uomo l'ha distrutta, il nuovo Luogo sarà vuoto e, come ogni volta, soffrirai per quello vecchio. Lui ti ha fatto vedere l'egoismo e l'umanità con cui ti ha sporcato. Ora scendi e continua a creare le stelle. Noi lo facciamo per questo pianeta, non per quegli abiatnti che l'hanno sporcata -
La ragazza si mette dritta, alzando gli occhi in alto.
- Non è vero, maestra. Lui grazie al Luogo della Felicità mi ha reso più felice. Non so come si chiama questa sensazione, ma lui mi ha salvato, e mi fa male vederlo così -
La donna guarda il giovane, poi apre la mano e sfiora appena la sua fronte.
- Allora se ti fa male vederlo freddo lo guarirò, ma non potrai vederlo -
- Perché, Maestra? Lui è la vera felicità -
- No. Lui è falso -
La ragazza indietreggia e prende la mano del ragazzo.
- Allora dovrai farmi male, Maestra. Io non lo lascio -
La donna vede la forza dello sguardo nella sua allieva. Senza dire niente le porge un'altra sfera.
- Scenderete insieme, ma salirai solo tu. Ora guarisci il cielo -
L'anello e il suo paesaggio scompare, cosi come la donna, e sotto i piedi della ragazza riappare la sabbia fredda. Il ragazzo si alza e barcolla.
Lei lo abbraccia quasi piangendo.
- Non ti preoccupare... Starai con me fino a quando il cielo sarà di nuovo paesaggio di sogni... -
- Ma cosa vuol dire... -
Lui si accorge che lei è di nuovo triste.
- Io... devo solo curare il cielo... Non posso stare con te... Io non ci sarò più... - : la voce è debole e tremolante.
- Mi dici che non vuoi vedermi, e ora invece mi vuoi accanto... Sei variabile e fantasiosa come le stelle che riesci a creare -
Lui la stringe a se, e lei diminuisce la luminosità, per nascondersi vicino al battito del suo cuore.
Quella notte lui la rincuora, e felici di stare insieme, riescono con quel nuovo Luogo della Felicità a creare stelle, che crescono nel mare, colorandolo, e dalla culla in cui sono cresciute salgono oltre le nuvole. Quella notte, la forza di amarsi li rende in grado di portare il cielo a risplendere quasi in totalità.
Solo un'ultimo pezzo di cielo riesce a rimanere buio, messo all'angolo dalle stelle ricreate.
La sera successiva, lei si presenta con una luminescenza rosa.
- Questa luce è il segno della tua guarigione. E' quasi ora. Se staremo insieme, sarà il termine per me -
Lei osserva quel pezzo di cielo ancora nero.
- Allora voglio fare qualcosa insieme a te. Ma solo se tu lo vuoi -
Lei gli prende la mano, poi gli sospira poche semplici parole.
- Dicono che il piacere è la pura felicità... -
Lui sgrana gli occhi. Quelle parole sembra quasi umane, e non proferite da una creatrice di stelle.
Lei però appare ancora con quello sguardo acquoso, senza pupille ne iride, ma solo pieno di mille riflessi colorati.
Lei si stringe delicatamente a lui, che pare avere accanto a se una ragazza fin troppo fragile. L'abbraccio appare caldo e tremante.
- Ragazza delle stelle... Tu andrai via... -
- Si, ma i nostri cuori saranno legati... Non importa i suoni del nostro nome, ma i nostri battiti. Fammi battere forte il mio cuore... -
Lui non riesce ad andare oltre. Un'improvvisa sensazione lo blocca. L'avrebbe resa impura. Ma lei non smette di stringere.
- Ragazzo... Non ti preoccupare. Io sono felice -
Quella notte di fuoco, con loro abbracciati, creano un piacere mai provato. Direttamente dai loro corpi, migliaia di stelle si alzano lentamente, create da un'estasi senza fine, decorando i due come grandi ali rivolte al cielo. I loro petti emanano un calore forte e nel fare l'amore piangono lacrime di luce.
La mattina, lei è nelle braccia del ragazzo, che la tiene in braccio come per proteggerla. I suoi capelli scompigliati e le farfalle del suo vestito, stanche e poco luminescenti, si affiancano al respiro ancora fremente. Nehas, di propria volontà, è arrivato da poco, attende poco lontano, perdendo lo sguardo dei suoi sei occhi oltre le onde del mare. Quasi istintivamente, sia lui che il ragazzo sanno di attendere qualcosa.
Il momento arriva, rischiarato dai rosei soffi del primo mattino. E' una figura di luce, che prende in braccio la ragazza e risale.
Lui si alza e prende fiato.
- Ti prego, proteggila. Per me è una persona speciale, e il suo cuore è forte quanto la luce della sua felicità. Quindi, per favore, chiunque tu sia, curala e dalle la felicità che mi ha fatto provare, perché le sue stelle sono guardiani di sogni... -
La figura di luce fa un lieve inchino con la testa, poi scompare nel nulla.

Diversi giorni più tardi, in periodo di pioggia, il cervo ucciso riceve degna sepoltura. Con sorpresa del ragazzo, da quel lembo di terra ai piedi di un ciliegio solitario, esce fuori la figura evanescente dell'animale, che si allontana perdendosi fra la nebbia creata dalle precipitazioni. Le gocce sono fitte e appena percettibili.

150 lune più tardi...

La casa di legno su palafitte, non lontano dalla spiaggia, ridiventa vuota. Mentre i bambini decidono di passare quei momenti prima del tramonto giocando sulla spiaggia, una bambina dai capelli bianchi si avvicina ad un'uomo. La sua voce sottile ed ingenua risuona fino alle sue orecchie.
- Papà, dai, che i bambini aspettano la tua storia -
Lui si gratta i capelli altrettanto scoloriti, usando la sua mano sinistra biomeccanica. Poggia lo sguardo in quei giovani occhi, pieni di colore e di riflessi.
Quella bambina è arrivata come stella, e lui l'ha cresciuta come fosse l'ultima persona da vedere prima di spirare. Sono gli stessi occhi di sua madre.
- Arrivo, bambina di luce - : lui fa un sorriso e si avvicina alla casa, loro dimora e anche scuola per bambini da dieci primavere, altrettante estati, autunni e inverni.
- Bambina di luce? - : lei ha lo sguardo interrogativo, mentre le sue piccole dita stringono quelle del padre, una volta cacciatore, ora invece maestro e protettore dei bambini.
- Si, come tua madre. Si dice sapesse creare le stelle grazie alla felicità -
Lei sorride. Lui la prende in braccio e la porta vicino agli altri.
Appena il sole scompare oltre l'orizzonte e le prime stelle fanno traballare la loro luce, lui inizia a raccontare una delle sue storie in grado di portare i bambini in mondi fantastici, dimora di sogni e speranze.
Quando la notte è calma e i genitori portano a casa i loro figli, vedono come quell'uomo, inizialmente giovane, silenzioso e solitario, sia diventato un padre dallo sguardo calmo e protettore. Anche lui prende in braccio la figlia, bambina dagli occhi arcobaleno, che addormentata tiene in mano una sfera di vetro. Quella sfera, sapientemente incollata dal padre, con i cocci trovati nella vecchia dimora, inizia a contenere al suo interno una timida luce arancione.
E' la piccola Felicità di una bambina.

   
 
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