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Autore: ___Page    25/02/2015    5 recensioni
-Essere un buon padre è come essere un buon re e bisogna comprendere e accettare le esigenze dei propri figli- disse, portando una mano a palmo aperto sulla guancia di Bibi -Anche tu sei come lei, un cuore nomade, ma non è questa casa tua- concluse, guardandola con affetto misto a sofferenza.
*Panda Day*
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cobra, Monkey D. Rufy, Nefertari Bibi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!

Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.

Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto dei Pandaman in basso a destra!

Grazie a tutti e buona lettura!

La parola per mercoledì prossimo è: Favoritismo







 
CUORE NOMADE
*nomade*




 
Strinse con le mani la balaustra del balcone della sua camera.
Da lì poteva vedere bene come Alubarna fosse tornata a brulicare di persone e di vita, vita vera.
Erano trascorsi ormai tre anni dalla fine della rivoluzione, la sconfitta di Crocodile e il ritorno sul trono di suo padre.
Sapeva, ne aveva avuto prova tangibile ogni singolo giorno, che la sua scelta di restare era stata determinante per permettere ad Alabasta di risorgere.
Unica figlia del re, si era sempre sentita padrona del suo destino finché non aveva conosciuto la vera libertà, solcando l'oceano, e ora leggeva riflessa negli occhi di suo padre, di Igaram, Chaka e Pell la propria insoddisfazione.
Alabasta le stava stretta, non era più casa sua e il suo cuore diventato ormai nomade si stava lentamente logorando.
Ma cos'avrebbe potuto fare?!
Poteva forse abbandonare suo padre che l'aveva amorevolmente cresciuta per diventare un giorno regina, non certo pirata?!
Poteva lasciarsi alle spalle il suo popolo ancora intento a leccarsi le ferite della recente guerra?!
Un sospiro, l'ennesimo, le sfuggì dalle labbra mentre, sconfortata, chinava il busto e si prendeva il capo tra le mani.
Cosa fare, cosa fare, cosa fare?!?!
-Sai, quando conobbi tua madre, pensai che era la persona più inadatta che potessero scegliere di farmi sposare-
Il cuore in tumulto per lo spavento, sollevò la testa di scatto girandosi verso suo padre che, silenzioso, si era avvicinato a lei per affiancarla solo quando aveva chinato il capo.
-Era testarda, come te d'altra parte, e ribelle e di certo poco indicata per governare un regno- proseguì con la pacatezza che lo contraddistingueva -E soprattutto voleva viaggiare. Era un cuore nomade tua madre, alla disperata ricerca di una casa-
Si girò a guardarla, sorridendo di fronte alla sua espressione incredula, mentre Bibi deglutiva a fatica.
-Stava per saltare tutto ma, mentre ci trovavamo ancora sulla sua isola, arrivò la notizia che era scomparsa e io la andai a cercare, senza aggregarmi agli uomini di suo padre, tuo nonno. La trovai verso sera in una grotta sotterranea nella quale cascai anche io stupidamente e dove ci ritrovammo ad attendere tre giorni. Tre giorni di forzata convivenza alla fine dei quali fu lei a chiedermi di non annullare le nozze-
Lo guardò posare gli avambracci sulla balaustra e prendere un profondo respiro, mentre perdeva gli occhi sull'orizzonte.
-Anni dopo le chiesi se si pentiva della sua scelta ma lei mi rispose che in quei tre giorni aveva compreso una cosa importante-
-Cosa?!- domandò, mandando giù a fatica la principessa.
Cobra si girò a guardarla.
-Il suo cuore aveva trovato la sua casa- rispose, guardando sua figlia negli occhi e raddrizzandosi -Bibi, cosa ti ho sempre detto riguardo la qualità più importante di un buon re?-
La turchina sgranò appena gli occhi a quelle parole ma prese fiato per rispondere.
-Un buon re è colui che è in grado di comprendere le esigenze del suo popolo e metterle davanti alle proprie- affermò, con determinazione.
Cobra annuì deciso, senza interrompere il contatto visivo.
-Essere un buon padre è come essere un buon re e bisogna comprendere e accettare le esigenze dei propri figli- disse, portando una mano a palmo aperto sulla guancia di Bibi -Anche tu sei come lei, un cuore nomade, ma non è questa casa tua- concluse, guardandola con affetto misto a sofferenza.
Bibi trattenne il fiato mentre qualcosa si gonfiava dentro di lei.
No!
Non poteva cedere! Non poteva abbandonarli!
-Padre!- lo chiamò decisa, irrigidendosi -Sin da bambina mi hai educata per diventare un giorno la regina di Alabasta! Ed è questo che sarò! Questa è casa mia!- affermò, mentre Cobra l'ascoltava attento e in silenzio.
-Ne sei sicura?!- chiese dopo qualche istante, facendola annuire e sospirando.
Si afferrò il ponte del naso, prima di risollevare la testa e voltarsi verso l'interno della fresca camera di sua figlia.
-Mi spiace ragazzo! Ho fatto del mio meglio ma è cocciuta! Ti avevo avvisato!- disse, facendo aggrottare le sopracciglia a sua figlia.
Ma con chi stava parlando?!
-Ma io lo sono più di lei!- rispose una voce per niente scoraggiata e quasi divertita.
L'espressione accigliata sul volto di Bibi lasciò spazio all'incredulità, mentre anche lei si voltava boccheggiando verso la sua camera.
Non... Non poteva essere...
-E io voglio che lei torni a fare parte della mia ciurma! Lei e Karl!-
Lo osservò emergere dall'ombra, i bermuda sgualciti, la casacca aperta a mostrare la cicatrice che gli solcava il petto, il cappello in testa e il suo bellissimo sorriso sul volto.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, per il semplice fatto che fosse lì, vivo e in salute, a neanche due metri da lei.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e deglutì a fatica, sentendo l'urgenza di parlare per pronunciare un'unica, essenziale parola.
-Rufy...-
Rufy piegò il capo di lato, diminuendo il sorriso, una luce nuova negli occhi.
Non erano più gli occhi del bambino troppo cresciuto che aveva conosciuto a Weasky Peak.
Era maturato Rufy, aveva conosciuto il dolore, era diventato un uomo.
E la guardava come si guarda una donna e non una donna qualsiasi.
-Avresti dovuto saperlo che sarei tornato- mormorò, facendola fremere.
Fu il suo corpo a muoversi, prima ancora che il cervello a decidere, quando si lanciò verso di lui, trovando le sue braccia ad accoglierla e stringerla.
E fu senza pensare che sollevò il capo, cercando quasi disperata le sue labbra, trovandole subito e pronte a rispondere.
Si perse in quel bacio, si perse in un attimo, sentendo le mani di Rufy circondarle la mandibola e aggrappandosi con le unghie alla sua casacca quando le morsicò appena il labbro superiore.
Si allontanò da lui, restando ancorata al suo petto, guardandolo felice e innamorata.
Non si erano mai baciati o dichiarati ma nessuno dei due si sentiva imbarazzato, perché in fondo entrambi lo sapevano e sempre lo avevano saputo.
Socchiuse gli occhi nel sentirlo attirarla più vicina e non lo vide lanciare un'occhiata oltre le sue spalle, assumendo poi un'espressione stranita.
-Che ha tuo padre?!- domandò, con l'ingenuità che nonostante tutto ancora lo contraddistingueva.
Bibi si girò con aria interrogativa per poi sbuffare un risolino nel trovare Cobra rosso come un pomodoro e visibilmente imbarazzato.
-Niente Rufy! Non ha niente!- lo avvisò accarezzandogli una guancia e perdendosi nei suoi occhi.
Una lacrima le solcò lentamente lo zigomo mentre si mordeva il labbro inferiore permettendogli di incresparsi in un sorriso.
Perché ora aveva capito e sì, era triste, ma anche tanto felice.
Perché stava per lasciare Alabasta, era vero, ma, tra le braccia di Rufy, il suo cuore nomade aveva finalmente trovato la propria casa.







 
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