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Autore: DeadlyNadder 92    25/02/2015    2 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo era di spalle, indossava solamente dei boxer di pelle scamosciata, non riusciva a comprendere se erano aderenti o meno. Lo sguardo della ragazza percorse ogni centrimetro del suo corpo, si soffermò sul biondo capo, scese lungo le spalle, la schiena nuda, la vita i fianchi e.... ah però, mica male! Aveva anche un bel fondoschiena. Lui si voltò velocemente, tutto ciò lasciò senza respiro Vör  che tese la veste verso di lui completamente rossa in volto.
Il suo petto era cosi ampio, cosi imponente, le sue braccia riuscivano sempre e comunque farla sentire al sicuro a casa ecco e, i suoi occhi scendevano, scendevano ancora, si fermavano su ogni millimetro possibile e immaginabile.
Anche in quel punto, dove, con suo imbarazzo e spese, comprese come mai tanta agitazione da parte di Gambedipesce.
Gambedipesce che afferrò la veste e si rivoltò ringraziandola di tutto cuore per la gentilezza. Ma questo lei non sentì dato che non appena le sue mani furono liberate dalla pelliccia, lei era schizzata fuori dal bagno chiudendo la porta dietro se andandosi a buttare sul letto imbarazzata.
Afferrò il cuscino e lo portò sul volto tremando letteralmente.
Non era mica uno shock vedere un ragazzo mezzo nudo, no, per niente.... Ovvio che lo era, soprattutto se quel ragazzo era il tuo!
Vör deglutì a forza, si tolse il cuscino e andò a sospirare. I suoi occhioni si chiusero lasciandogli uno scenario nero innanzi ad essi, cosi da poter sognare e rivevere quel momento.
poteva rivederlo nella sua bellezza infinita.
In quella sua morbidezza di fisicità, poteva immaginare si sfiorare la pelle delicata pervasa di un piacevole calore.
poteva baciare quella medesima pelle sino ad estendersi a quella cicatrice alla base del collo, cicatrice che si estendeva per circa tre centimetri verso la schiena.
Schiena di un delicato niveo, che avrebbe ospitato le sue carezze e dato dimora alle sue membra.
E la sua vita che scendeva sinuosa sui fianchi a fare ragione a quei glutei che al solo pensiero, Vör si morse il labbro, le mani strinsero la stoffa del cuscino e l'ennesimo sospiro pervase la stanza.
Innanzi a lei il possente petto del ragazzo, petto che entrava in contrasto con la dolcezza dei suoi occhi che le offrivano corrispettivamente dimora per la sua anima e per i suoi pensieri.
Le sue braccia era la sua casa, l'avrebbero stretta a se, difendendola da tolti e mali che governavano quel mondo.
Le sue mani avrebbero accolto le sue, le avrebbero cinte in una solida stretta e le avrebbero trasmesso la forza necessaria per vivere.
E più giù, il suo ventre era di un bianco latteo, richiamavano dolcezza e tenerezza. Tenerezze che Vör desiderava darvi, sfiorandovi la pelle con tocco leggero, quasi a non adagiarvi la mano.
Le sue gambe, ah le sue gambe era qualcosa che non aveva mai visto in vita sua. Erano.... sensazionali, qualcosa che mai potresti rinunciare.
Più su invece, dove l'attenzione principalmente si focalizzava era il suo volto.
Con quei occhioni azzurri che ti guardavano con dolcezza, che ti donavano altra forza che ti avrebbe condotto a combattere come una guerriera vera.
Il suo nasino a patatina ti sfidava proprio a resistergli, se fosse per lei l'avrebbe già divorato di baci.
Cosi quelle sue labbra che sapevano essere taglienti e dolci al contempo, erano un vera trappola mortale per lei che con lui ne cadeva con piacere.
Qualcosa però la fece tremare, la fece scattare sino a condurla a riportare il cuscino sul volto e premerlo contro esso con fermezza.
Il costante pensiero che lei non gli era indifferente, il pensiero che lei era l'artefice di quel che vide.
Vide si fa per dire, di quel intravide dall'indumento intimo.
Era una ragazza logica, sapeva come relazionare le nature delle persone e crearne ogni minima  fattezza perfetta, ma con lui era diverso.
Lui in certe situazioni rendeva nulla la sua logica, come in quel momento che nel suo caos emotivo e psicologico la mente andò a elaborare in automatico quel che mai faceva con il sesso opposto.
E quando la porta si aprì la ragazza realizzò che quel che vi era nascosto era notevole come quel che si vedeva.
Era... nella norma di una donna che non voleva King Kong, ma desiderava qualcuno che sapeva come prenderla e come coinvolgerla in tante situazioni, quella compresa.
Quando Gambedipesce uscì, subito si accorse della bionda sdraiata sul letto.
Aveva le gambe accavallate, anche se erano fasciate e visibili piccolissime macchioline di sangue, erano sempre uno spettacolo della natura.
Il cuscino era premuto sul volto e il seno era animato da un respiro irregolare, il biondo corse dalla parte opposta del letto, afferrò il cuscino e lo tirò via guardandola.
I suoi occhi erano lucidi, le guance erano cosi rosse che sembravano carboni ardenti, il labbro inferiore era serrato tra i denti bianchi e lentamente andava a formare un sorriso.

"S-Salve..."

"S-Salve a te, tesoro..."

Sussurrarono i due, prima che la bionda si mettesse in ginocchio sul letto andando ad ampliare quel sorriso.
Sorriso che trovò fine quando allungò le mani verso il suo volto, lo cinse tra di essere e lo tirò verso se baciandolo.
Tirò nel vero senso della parola, tant'è che Vör venne sovrastata dal ragazzo che, imbarazzato, puntellò le mani sulla stoffa del letto cercando di capacitarsi di tanta irruenza.
Ma che ci poteva fare, anche lui avrebbe reagito cosi.... se avesse avuto il coraggio che aveva lei, ovviamente!
portò il peso sui gomiti, le mani si posarono sul suo volto e andò a ricambiare quel bacio che durò eterni minuti.
Almeno sino a quando Vör lo interruppe fissandolo con respiro spezzato, un suo bacio avrebbe di certo interrotto il flusso 'a luci rosse' dei suoi pensieri.
   
 
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