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Autore: _Sherazade_    25/02/2015    2 recensioni
C'era una volta, in un regno tanto lontano, un re solitario, tanto temuto quanto rispettato.
Attorno a questo re si erano create tante dicerie, dato il suo volontario "esilio".
Si diceva che questo re potesse controllore gli scorpioni, e che lui li mandasse in giro per i villaggi per punire i malfattori che non rispettavano la legge.
La nostra storia però non parlerà di questo re, ma di uno de suoi sudditi: il piccolo Antares, lo scorpioncino che si innamorerà di una fanciulla, e che farà di tutto per poter conquistare il suo amore.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II



Passarono alcuni anni, durante i quali Sargas istruì Antares per renderlo il suo degno successore.
Il sovrano gli spiegò come amministrare al meglio il regno, come parlare la lingua degli uomini, e come meglio celarsi ai loro occhi.
Gli raccontò mille e più aneddoti sull’uomo, e Antares si mostrava anche fin troppo ansioso di creare un contatto, in particolare con la bambina che lo aveva salvato. Sargas però lo invitò alla pazienza e alla calma, così il piccolo e intraprendente Antares divenne presto un giovane scorpione intelligente e posato.
Durante quei lunghi anni Antares trovava sempre un po’ di tempo per poter raggiungere il villaggio e vegliare sulla bambina che aveva giurato di amare e proteggere.
Col tempo aveva imparato a conoscerla anche se lei non sapeva nulla di lui.
Scoprì che si chiamava Rea, figlia unica di due giovani contadini che facevano di tutto per rendere la loro vita serena. Adorava gli animali, e spesso accorreva in loro soccorso. Come guidata da forze superiori, Rea riusciva a trovare gli animali in difficoltà e curarli.
Amava il colore dell’oro, ma non amava molto i gioielli.
Le piacevano il profumo della lavanda e correre scalza per i prati.
Quando i capelli castani furono abbastanza lunghi la vide divertirsi ad intrecciarli e creare nuove acconciature, sempre adorne di fiori colorati che ne mettevano in risalto la carnagione leggermente dorata. Quella che ormai era una giovane donna aveva sviluppato un carattere deciso e indipendente, tanto da mettere in soggezione chi non la conosceva bene.
Le sue qualità erano molto apprezzate dai suoi amici. Rea era quel genere di persona che si metteva in primo piano per poter dare aiuto a chi ne aveva bisogno.


Quando i genitori di lei morirono a causa di una lunga malattia, Antares avrebbe voluto avvicinarla per consolarla. Avrebbe potuto parlarle, ma Sargas glielo aveva sconsigliato, suggerendogli però un’altra via da seguire.
La notte Antares le faceva visita, portando con sé una pianta molto particolare.
Questa pianta, se odorata, lasciava la persona in uno stato semi-cosciente. Non aveva effetti negativi, semplicemente l’uomo, o la donna, in questione avrebbe ricordato come un sogno confuso qualsiasi avvenimento accaduto sotto effetto della pianta.
Antares utilizzò quindi questo fiore con lei, e poté per la prima volta parlarle, anche se decise di non mostrarsi.
Durante il loro primo incontro poterono conoscersi, ma Antares non voleva rivelarle la sua vera natura: anche se sotto effetto della pianta, Rea avrebbe potuto non gradire la sua forma.
- Chi sei?
- Sono solo un amico. - Rea non sembrava convinta. Era titubante di fronte a quell'ombra, a quella voce che lei ancora non conosceva.
- Io sono Rea, qual'è il tuo nome? Non posso parlare con qualcuno di cui non conosco nemmeno il nome.
- È così importante? Sono solo un amico giunto da lontano. Qualcuno che ha solo il forte desiderio di proteggerti. - Rea pensò ai familiari persi da poco.
- Come uno spirito protettore?
- Una specie.
I modi gentili ed educati di Antares fecero sì che Rea si abituasse in fretta a lui, e col tempo si affezionò a quella voce che le faceva compagnia durante la notte.
Una sera Rea trovò un modo per chiamare quella voce a cui non poteva abbinare alcun volto. “Principe dei Sogni”, disse lei. Educato, gentile e premuroso, proprio come avrebbe dovuto essere un vero principe.
Antares fu molto felice di quell'appellativo che lei gli diede. Per lei, lui diventò importante, e di sera in sera il loro rapporto crebbe, tanto che entrambi passavano le giornate aspettando con ansia la sera, dato che quello era il momento designato per i loro incontri.
Grazie alla magia del fiore, Antares poté finalmente comunicare con lei, consolarla e conoscerla per davvero.


Tramite questo espediente, Antares le fece visita per un po' di tempo, e lei gli si affezionò molto, tanto che, pian piano, anche il dolore per la perdita dei genitori si placò.
Le notti di entrambi erano felici, ma anche i loro incontri dovettero cessare.
Col passare del tempo, le energie cominciarono ad abbandonare quel buon re. Le forze non erano più quelle di una volta, e Antares capì che doveva mettere da parte il suo egoismo e i suoi desideri per poter aiutare chi per primo lo aveva sostenuto.
Per quanto il suo desiderio di raggiungere Rea fosse forte, sapeva che c'era qualcosa di più importante.
Gli ultimi giorni di vita di Sargas non furono vissuti all'insegna dei pianti. Il re non voleva vedere facce tristi, ma voleva che si celebrasse la vita, perché quella non era la sua fine, ma solo un nuovo inizio.
Sargas si fece accompagnare nel giardinetto del palazzo, dove in più di un'occasione aveva parlato con Antares.
Da quel loro primo incontro, quello in cui il buon re aveva capito che quello scorpioncino sarebbe diventato il suo successore, erano passati molti anni.
Inizialmente Antares era testardo, ed era interessato quasi unicamente al raggiungimento del suo solo obiettivo, stare vicino a quell'unica umana.
Era un po' egoista e sbarazzino, ma Sargas sapeva che era dovuto alla giovane età del suo discepolo.
Crescendo, infatti, Antares capì meglio quello che era il disegno di Sargas, e lo appoggiò, senza che il re dovesse chiedergli nulla.
Antares non vide più il sogno di Sargas come il desiderio del solo sovrano, ma lo fece suo. Ora lui voleva che il suo popolo stesse vicino agli umani, in perfetta armonia. Voleva davvero che si ergesse un ponte tra gli uomini e gli scorpioni, gli uomini e le altre creature...
- Ma se non ce la facessi? Se fallissi per entrambi? Se non riuscissi a far avverare nessuno di questi desideri?
- Se parti già credendo di non farcela, non realizzerai mai nulla. - disse con pacatezza il vecchio re all'inquieto Antares. - Tu prenderai il mio posto, e riuscirai in qualunque impresa decidei di intraprendere. So bene che non mi deluderai.
- Ma io non sono pronto. - replicò lo scorpione con un nodo allo stomaco.
- È giunto il mio tempo. Il mio corpo deve tornare alla Terra.
- Ti prego, resta ancora con noi. Ci sono ancora tante cose che io non so. Ho ancora bisogno di te e della tua guida. - Antares continuò a implorare il suo re, ma per quanto Sargas potesse desiderare di restare ancora in quel mondo, non poteva opporsi a quanto era già stato scritto nel libro del destino.
Sargas consolò Antares, il quale alla fine si arrese.
Passarono insieme quegli ultimi giorni, cercando di non piangere l'incombente scomparsa del sovrano, ma provando invece a vivere la vita come sempre. Gioendo per ogni singolo istante di felicità passato insieme.


Alla fine, Sargas lasciò quel mondo che tanto aveva amato, regalando ad Antares il proprio sogno, nella speranza che il giovane potesse realizzarlo, e con esso anche il suo intimo desiderio di stare con la giovane umana.
Gli scorpioni piansero a lungo la scomparsa del loro re, e Antares prese il suo posto come nuovo sovrano di quella terra e degli scorpioni.
Proprio come Sargas, Antares si era fatto apprezzare ed amare fin da piccolo per il suo spirito e buon cuore. Anche per questo tutti sapevano che nessuno poteva succedere al buon re, ad eccezione di Antares.
Sargas era l’unico della sua generazione che sapesse parlare il linguaggio umano, e il suo unico allievo era stato proprio Antares.
Il nuovo sovrano decise quindi di insegnare nuovamente ai suoi simili a comunicare con gli uomini. Sapeva che un giorno sarebbe potuto tornare utile.


Passarono un po’ di giorni dalla morte di Sargas, e arrivò quindi il momento dell’incoronazione di Antares, alla quale parteciparono in molti, compresa la Fata della Terra, che lo fece diventare delle dimensioni di Sargas.
La fata spiegò al nuovo re che ancora molto lavoro era da fare per poter coronare il proprio sogno e quello del re scomparso, ma che se non avesse mollato ce l’avrebbe fatta.
Gli fece dono di un cristallo molto speciale: con quello sarebbero potuti entrare in comunicazione, ma solo per casi veramente speciali.
Il cristallo aveva poteri molto limitati e per questo non poteva essere usato troppo spesso.
Se Antares avesse avuto bisogno dell’intervento della fata sarebbe servito il pieno potere del cristallo per evocarla. Lo invitò ad usarlo con estrema cautela, e grazie agli insegnamenti di Sargas, Antares sapeva che solo una situazione critica lo avrebbe indotto ad evocarla.


Con le sue nuove dimensioni e il suo nuovo stato, Antares sapeva che avrebbe dovuto rinunciare ad incontrare la sua amata.
Per non farle sentire troppo la sua mancanza, inviava sempre uno scorpione nei pressi della sua casa per controllare che stesse bene, e ogni mattina faceva in modo che trovasse sempre dei fiori sulla sua finestra, proprio come faceva lui prima di tornare al castello in quelle belle notti passate insieme.



 
L'angolo di Shera ^o^

Questo è il mio primo siparietto dal cambio di nick :D
Dopo due anni sentivo la necessità di cambiare nickname, Cendrillon, per quanto mi sia caro, non lo sento più mio.
Ma torniamo al capitolo. Spero che questa seconda parte vi sia piaciuta. Per il momento non stiamo riscuotendo molto successo, tuttavia spero che Antares e Rea possano far breccia nel vostro cuore.
Attualmente il terzo capitolo è in fase di revisione e... è ancora da completare.
La corte dei demoni la pubblicherò in base a come mi gira. Completa è completa, ma mi piacerebbe capire se come scritto piace o meno (ringrazio Drachen che ogni volta mi lascia una recensione carina).
Per quanto riguarda la nuova torre invece sono in alto mare.
Mi manca la voglia di mettermi sotto con la sua stesura, ed il bello è che mi sono imposta di non andare avanti finchè non trascrivo al pc quello che ho già scritto a mano.

Bon, detto tutto questo spero di vedere qualche recensione, bella o brutta non importa ^^.
Alla fine tutto serve per migliorarsi ;)

Aggiornamento del 25/08/2015
  
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