Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: SagaFrirry    26/02/2015    3 recensioni
Breve storia realizzata per un concorso fantasy. Descrive l'incontro di tre Dei creatori, che fra loro non vanno molto d'accordo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CREAZIONE

 

 

 

Il giorno che aveva tanto atteso alla fine era giunto. Per quel mondo appena nato, iniziava un’Era nuova. Hute respirò a fondo, non riuscendo a celare un certo nervosismo. Lasciò che la brezza proveniente dal mare lo accarezzasse. Il suo sguardo ricercava la prima stella, nel cielo tinto della stessa sfumatura della sua lunga capigliatura. Era merito suo se il tramonto donava quelle tonalità all’atmosfera perché era stato lui a donare i colori al mondo. Infilò i guanti bianco e lasciò che il suo sguardo spaziasse per la baia dove avrebbe incontrato i suoi fratelli. Trovava quel luogo quasi perfetto, ideale per viverci un giorno, una volta terminato il lungo lavoro di creazione che portava avanti da un bel pezzo assieme ai suoi consanguinei. Si incamminò lentamente, controvoglia, trascinando dietro di sé lo strascico della veste.

Ad attenderlo,sulla spiaggia, un uomo ed una donna. Lei era Madi, fanciulla splendida ma con lo sguardo gelido che spiccava fin troppo sul bel viso abbronzato. Di fronte a lei c’era Nan, massiccio personaggio accigliato e dalle braccia incrociate, ricamate da tatuaggi rossi.

Era il tramonto. L’ora dell’incontro era giunto ma nessuno di loro pareva felice di incontrare gli altri. Non si salutarono, se non con un cenno della testa. Pur essendo fratelli, erano molto diversi fra loro sia esteticamente che caratterialmente. Assieme avevano creato quel mondo, ma non senza discussioni. Quella che stava per iniziare, era la più importante di tutte. Era giunto il momento di dar il via alla specie dominante di quel pianeta. Hute fece un passo avanti, avvolto in stoffe variopinte. Bello come solo un Dio poteva essere, nonché fratello maggiore, parlò per primo.

“Sappiamo tutti perché siamo qui” disse “Sarà una decisione che…”.

“Taglia corto” lo interruppe Nan “Cosa credi di poter donare tu a coloro che domineranno questo pianeta, pazzoide?”.

“La fede. La speranza. La creatività. La fantasia”.

“Tutte cose inutili. Io, Nan, genererò delle creature forti, in grado di schiacciare ogni ostacolo e sottomettere chi sarà loro inferiore”. Accompagnò quelle parole flettendo le braccia ed evidenziando i possenti muscoli ebano, coperti molto vagamente da pochi stracci scuri.

“Non se ne parla” scandì Madi “Sarò io a dar vita a questi esseri. Avranno la conoscenza assoluta, la saggezza e la curiosità. Saranno i signori di questo pianeta perché lo comprenderanno e perché la loro mente sarà superiore a qualsiasi altra nostra creazione”.

“Un popolo di gente senza emozioni o iraconda? Non mi piace” ammise Hute.

“E chi sarebbe senza sentimenti?” parlò Madi, osservando il fratello con quegli occhi freddi e l’espressione fissa, distaccata. Le evidenti differenze caratteriali fra i due si rispecchiavano anche nel loro modo di vestire: Hute il multicolore contro Madi avvolta dal grigio.

“Tu lo sei. Tu sei senza sentimenti”commentò il fratello maggiore “Li hai sostituiti con la gelida razionalità. Ma quando qualcosa non la sai spiegare, cosa fai? E quando ti stanchi di passare le giornate con solo la compagnia del tuo cervello, non ti senti dimenticata? Solitaria? Senza nessuno accanto? O il tuo cuore è ormai dura pietra?”.

“Fratello, non darò il pianeta che abbiamo creato in mano a dei pazzi come te”.

“Ed io non permetterò che rendiate grigio o rosso sangue il mondo a cui ho donato i miei colori”.

Dovevano trovare una soluzione, e non era semplice. Prima di dare il via a quel progetto, si erano divisi fra loro i compiti. Nessun lavoro in comune, consapevoli di essere del tutto incapaci di collaborare. Tante volte avevano tentato e quella era la prima volta che giungevano così vicini alla realizzazione del loro sogno. Non potevano rischiare di rovinare tutto.

“Dobbiamo pensare a cosa è meglio per questo pianeta che insieme abbiamo generato. Che caratteristiche deve assolutamente avere il popolo a cui lo affideremo?” ragionò Madi, orgogliosa di aver donato a quel sistema le leggi fisiche e chimiche che lo regolavano.

“Di certo non qualcuno incapace di tenere sotto controllo le altre specie viventi. Che figura ci faremmo?” fu la risposta di Nan che però la sorella zittì subito, facendogli notare che non era necessaria la forza per dominare chi ha un cervello inferiore.

Hute si sentiva un po’ escluso dalla conversazione, anche perché era distratto. Osservava il cielo stellato, trovandolo magnifico, soddisfatto di aver contribuito a crearlo.

“Hute!” lo richiamò Nan “Smettila di cambiare colore e concentrati! Avanti, date a me il compito di creare la specie a cui lasciare questo mondo. È evidente che sono quello più adatto!”.

“Il ragionamento è la chiave del successo, non la violenza!” gli rispose Madi.

“Senza la speranza, o la fantasia, gli esseri che nasceranno non avranno ragione di vivere” tentò di spiegare Hute, nonostante il disprezzo che provavano per lui i suoi fratelli minori “E con la razionalità assoluta o il dominio della forza…come potranno esserci sentimenti come l’amore o la gioia?”.

Nan e Madi si fissarono. Non riuscivano a capire il loro strambo consanguineo. Scossero entrambi la testa. Era evidente che Hute doveva aver avuto qualche problema fin dalla nascita.

“Ah, ho capito” sbottò colui che veniva considerato pazzo “Dovevo saperlo. Mi sono illuso fino alla fine che si potesse creare un dialogo con voi, ma mi rendo conto ora che è impossibile. Sì, lo so, dovevo scoprirlo prima. Dopotutto, sono millenni che ci sopportiamo! È vero, sono un sognatore. Ho la testa fra le nuvole. Però ci tengo tanto a questo mondo ed a coloro che lo abiteranno. Mi sono impegnato e non voglio che sia popolato da degli esseri con i sentimenti di un sasso o la voglia di vivere del muschio!”.

“E cosa ne sai tu di quanta voglia ha di vivere il muschio?” domandò Nan.

“Questo non ha a che fare con…” iniziò Madi, ma si fermò.

Il mare si stava scurendo in modo innaturale, così come il cielo. E si era fatto silenzio. Nemmeno lo sciabordio delle onde si udiva più. Pensò in uno scherzo di cattivo gusto di Hute ma, notando lo sguardo interrogativo di lui, capì che non era colpa sua. L’aria era pesante ora, scura.

“Che succede?” riuscì a domandare Nan, prima di ritrovarsi nel buio totale.

I tre fratelli si guardarono, galleggiando in quella sorta di nebbia. Avevano capito ciò che stava accadendo. Il Caos, colui contro cui lottavano da millenni per riuscire a far germogliare la vita e la bellezza di un mondo governato da leggi precise, era riuscito a trovarli. Non volevano permettergli di prevalere, ma conoscevano la potenza di quella manifestazione, dalla quale erano nati tanto tempo fa. Il Caos non accettava che quei suoi figli, nati più per caso che per desiderio, tentassero in ogni modo di generare l’esatto suo opposto: l’ordine. I tre gli erano sfuggiti e per un periodo non era riuscito a controllarli come voleva. Non pensava fossero davvero in grado di giungere fino a quel punto con la creazione. Fino a quel momento, li aveva sempre bloccati prima nei loro progetti. Oppure era colui che scatenava le loro liti, nei modi più disparati. Tanto bastava davvero poco per farli bisticciare!

“Non ti permetterò di rovinare ogni cosa!” protestò Nan, lottando contro l’ombra che lo avvolgeva.

Ci teneva a quel mondo e voleva continuare quella creazione, senza il dominio del Caos. Furioso, combatté con tutte le sue forze contro l’essenza nera del padre.

Era uno scontro vano e si ritrovò sanguinante e sconfitto nella nebbia color pece. Madi credeva di riuscire a comprendere la natura e le ragioni di colui che li stava opprimendo. Sospirò. Non ci riusciva. E la cosa la riempiva di frustrazione e smarrimento. Hute congiunse le mani. Sperava che il genitore comprendesse i loro desideri di creazione. Percependo l’oscurità avvolgerlo sempre di più, versò una lacrima. Anche quel mondo era perduto! Anche quella volta, dominava il Caos. Nessuno di loro, da solo, era in grado di prevalere. I tre fratelli si presero per mano, intenzionati a non volersi perdere per sempre nell’oblio. Ricordarono i momenti passati insieme per dare vita a qualcosa di prezioso. Quel pianeta, l’universo in cui era incastonato, circondato dalle stelle, e le sue particolarità. Le montagne, gli oceani, le foreste, i primi animali…ogni cosa! Ogni singolo atomo lo avevano generato con tutta la loro anima. Ed ora sapevano che il Caos si stava prendendo tutto, con la sua oscurità e mancanza di regole. Tutto stava svanendo, compresi i tre fratelli, ancora l’uno accanto all’altro.

“I miei colori” riuscì a mormorare il maggiore, vedendoli mescolare ed annullarsi, in un immenso nero.

 

La creatura aprì gli occhi nel buio. Affondava le mani nella sabbia, con la pelle nuda solleticata dall’acqua del mare. Si alzò, insicura sulle gambe. L’oscurità si stava diradando, lasciando spazio alla prossima alba. Le ultime stelle si spegnevano. Nata da un sospiro, una lacrima e da una goccia di sangue, era femmina e gravida delle stesse divinità che l’avevano tanto sognata. Era bella, con occhi grandi e pelle olivastra. I capelli le ricadevano sulle spalle, spettinati e scuri. Con mani leggere e sottili, cercò di sistemarli. Possedeva la speranza, la fede, la fantasia e la creatività di Hute. La sua mente superiore ragionava e voleva conoscere sempre più, come Madi desiderava. Ed era pronta ad affrontare ogni ostacolo, con la forza che Nan aveva trasmesso. Il Caos non aveva vinto. Quell’essere nuovo respirava e viveva ed avrebbe dato il via al popolo più simile agli Dei del pianeta. Hute, Madi, Nan. Human.

La donna rise, ed era la prima volta che qualcuno lo faceva in quel nuovo mondo.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: SagaFrirry