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Autore: mikilily    26/02/2015    13 recensioni
Sulle note di Cigno Nero di Fedez ecco una piccola One Shot su Draco- Hermione. Lui è il Ministro della Magia, lei un Legismago molto influente in città, tra loro c'è una relazione ma Hermione è decisa a interromperla perché... scopritelo leggendo.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il tuo nome è stato scritto a matita
Per poterti cancellare una volta finita
Tra me e te sai
Sei l'errore più bello della mia vita
 
 
Le labbra sapevano di alcol e sesso, era sempre così dopo un amplesso.
Si stava svendendo, lo stava facendo spesso e lui, era certa, non aveva idea di cosa stava accadendo.
Tirò su la zip del suo vestito nero, acconciò i suoi capelli come meglio poté e infine afferrò la borsa che aveva lasciato sulla poltrona poco distante dalla finestra.
La stanza era ancora immersa nell'oscurità; l’unico rumore che si sentiva era il suo respiro: Draco dormiva ancora, ignaro che come sempre lei andava via. Fuggiva dai suoi occhi che provocavano spasmi al suo cuore innamorato, scappava dalla sua bocca che sapeva amarla e ferirla come poche altre.
Sapeva che non sarebbe servito a nulla, sarebbe stata ancora sua, benché ogni volta si convincesse fosse l’ultima, Draco riusciva a persuaderla.
Quell'odio che per anni si erano convinti di provare l’uno per l’altra, era evaporato lasciando spazio alla frustrazione del sesso senza amore.
Era cominciata così quella strana relazione, una guerra al massacro, dove lei, a malincuore, stava uscendo sconfitta.
L’amava, ne era certa ormai, ma ammetterlo a lui o a se stessa era doloroso più del sale su una ferita.
Non avrebbe mai alzato per prima bandiera bianca, mai si sarebbe mostrata debole a lui.
Il suo orgoglio le imponeva di resistere, di non farsi coinvolgere ancora, ma era impossibile.
Se rimaneva ancora lì, se continuava ad andarci a letto ogni volta che ne aveva la possibilità, non gli sarebbe passata. Doveva toglierselo dalla mente, doveva cancellare ogni ricordo di Draco Malfoy.
Hermione sapeva che non era impossibile, bastava imporselo ed era certa che ci sarebbe riuscita.
Era caparbia.
Era volenterosa.
Era testarda, ma soprattutto era sicura che lui non fosse l’uomo giusto per lei.
Non c’entrava nulla cosa era successo in passato, né l’inimicizia che ancora scorreva tra i suoi amici e il suo amico di letto.
No.
Draco era proprio il tipo d’uomo da cui ogni donna doveva stare alla larga, quello che non da sicurezze, che ti porta in cima a una torre e poi ti fa cadere.
Un amante attento sotto le lenzuola, un serpente a sonagli non appena appoggiava un piede per terra.
Doveva dimenticarsi di lui, guardare oltre o non avrebbe avuto scampo.
Doveva salvarsi e doveva farlo in fretta.
Uscì velocemente dalla stanza senza guardarsi attorno, sapeva dove andare, sapeva come uscire da quell'immensa reggia.
Si smaterializzò a casa sua, convinta che la notte appena passata fosse l’ultima tra loro.  
Doveva prendere in mano la sua vita e questa volta, l’avrebbe tagliato fuori.
 
 

 
 
La lacrima che brucia
Il vento la consuma
 
 
- Avvocato - la voce della sua segretaria echeggiò nella stanza, Hermione sollevò il capo per intercettarle la giovane ragazza che aveva assunto solo alcuni mesi prima. Era una lontana parente di Ron e per lei fu un piacere aiutare una giovane in difficoltà. Il marito era morto e lei, aveva dovuto cercare un lavoro per sfamare i suoi due figli, era stata ben felice di aiutarla.
- Il presidente Malfoy chiede se… -
- Digli che sono occupata – l’anticipò Hermione.
Non aveva alcuna intenzione di parlare con lui, né di vederlo, né tanto meno di…
Morgana! Sapeva che stava giocando con il fuoco. Si era negata per più di due giorni e Draco, lo sapeva bene, non era uno a cui piaceva essere messo all'angolo.
Non poteva importunarla in eterno e fintanto che non avessero dovuto incontrarsi per lavoro, l’avrebbe evitato.
Se avesse ceduto, tutti i suoi sforzi sarebbero stati vani.
- Lui dice che, sa per certo, che non ha nulla da fare –
Hermione strinse le labbra con rabbia, Draco sapeva quali punti toccare per farle saltare i nervi. Stava giocando,era evidente ma lei non sarebbe stata al gioco non questa volta.
- Ribadisci che sono impegnata – ripeté sicura Hermione, Niki annuì e uscì dallo studio chiudendosi la porta alle spalle.
Stava facendo la cosa giusta, si disse alzandosi per ammirare lo skyline di Londra che poteva scorgersi dall’ampia vetrata del suo studio.
Non poteva ancora rimanere invischiata in quella torbida relazione, lui era il Ministro della magia , lei un legismago molto influente in città e quello che stavano portando avanti non era altro che sesso.
Coinvolgente, appagante, travolgente ma pur sempre sesso, nulla più.
 

 
Il nero che mi sporca
Tanto poi si lava
 
Il vestito in seta nero scivolò lungo il corpo della donna avvolgendola come un guanto, la scollatura profonda lasciava intravedere l’incavo dei seni, le scarpe vertiginose le regalava qualche centimetro in più, l’acconciatura raccolta le donava la solita aria austera. Hermione rimase alcuni istanti ad ammirarsi allo specchio, non era mai stata vanitosa, le piaceva semplicemente essere in ordine, ultimamente però, forse per il ruolo che ricopriva, si concedeva alcuni colpi di testa.
Sospirò spolverizzando un po’ di cipria sulle braccia e il decolté, afferrò la borsetta e si smaterializzò al Ministero. Quando arrivò Max già l’attendeva, sorrise avvicinandosi al suo collega che non appena la vide s’illuminò.
L’uomo s’inchinò un poco per baciarle la mano con fare galante, mai nessuno si era comportato così con lei, non certo Draco che non faceva altro che battibeccare su tutto come fosse una zitella acida.
- Sei stupenda - disse Max, Hermione non riuscì a non sorridergli: era dolce, carino e molto in gamba. Da quanto si diceva era perfino dotato, lei però ancora non aveva provato.
Era troppo presto per quel tipo di cose, quella era solo la seconda volta che uscivano. Questa volta però, sarebbe stata la più importante perché avveniva sotto gli occhi di tutto il mondo magico, sotto gli occhi dell’uomo che si era imposta di dimenticare.
- Grazie - rispose imbarazzata mentre lui le porgeva il braccio. Hermione l’afferrò e a testa alta fece il suo regale ingresso in sala.

 
E tutto ciò che ho perso
Io lo perdo ancora
 
Era stata una pazzia, una vera pazzia andare a quel galà con Max.
 Doveva capirlo che non era la cosa più ingegnosa da fare. Draco sembrava furioso, anzi, lo era e non si vergognava a mostrarlo. Hermione si sentiva in trappola tra la furia dei suoi occhi e la sua posizione in società. Se avesse potuto, se ne sarebbe andata, ponendo chilometri tra lei e quel deficiente; Invece, doveva stare lì, sentire le sue battute, annuire ai suoi monologhi, perfino evitare che Max, sfinito dalle sue parole pungenti, lo assalisse.
Draco era il Ministro della Magia e toccarlo, anche solo sfiorarlo, avrebbe distrutto la carriera del suo amico. Non ne valeva la pena, Max era troppo signore per abbassarsi al suo livello.
- Granger - la voce di Draco la fece girare di scatto, i suoi occhi la trafissero come un pugnale nella schiena.
Il viso dell’uomo davanti a lei era contratto, sdegnato, furioso, non l’aveva mai visto così, neppure anni prima quando si davano battaglia tra i corridoi di Hogwarts.
- Che cosa stai facendo? – domandò avvicinandosi alla donna con fare minaccioso. Hermione si guardò intorno, l’andito era buio e deserto. Draco avanzò ancora arrivando a pochi passi da lei.
- Stai attenta - disse soffiando quelle parole a un palmo dal suo viso – a giocare con il fuoco ci si brucia – finì assottigliando ancora una volta lo sguardo.
Hermione deglutì perdendosi negli occhi grigi dell’uomo. Eccolo il serpente a sonagli che si avventava sulla preda.
Se l’era cercata, si disse, era stata lei a stuzzicarlo.
La donna appoggiò le mani sul petto dell’uomo sperando di allontanarlo da lei, il respiro di Draco: alcol e menta, la faceva sragionare, l’inquietudine attanagliava le viscere, non si sentiva in quel modo da tanto tempo.
Paura? Da quando tempo non provava paura?
Il ministro della magia sembrò leggerle dentro, solo lui la capiva così bene.
Ghignò e alla fine si avventò sulle labbra rosse e turgide di Hermione, stupendola e sconvolgendola al tempo stesso.
Quel bacio rabbioso racchiudeva mille parole che nessuno dei due era ancora pronto a confessare.  

 
Mi tengo dentro il vuoto
Che di te mi resta
 
 
 
 
 
 Spazio Autrice:
Eccola l'ennesima assurda storia che mi è venuta in testa, potevo evitare di mettere giù due righe e farvi partecipi del mio sclero, ma quando mai.
Lo so che state pensando: ma prechè non fai altro invece che scrivere. Sì, dovrei in realtà, ma amo farlo... Mi piace proprio sentire cosa ne pensate delle mie storie.
Così eccoci ancora qui ad attendere recensioni. 

Un bacio Miki
P.s. se la storia dovesse interessarvi potrebbe pure avere un continuo... dipende da voi.
   
 
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