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Autore: Kore Flavia    26/02/2015    6 recensioni
Tutto sembrava crollare intorno a me, i pezzi di calcinacci si staccavano dai muri riempiendo l’aria di polvere in una nube grigiastra. [...]
Potevano dirmi che il vero problema ero io, il mio non volermi aprire, il mio sentirmi incompresa.[...]
Un calcinaccio sbatté accanto al mio piede fasciato con una scarpetta nera, ma io non mi fermai, non smisi di ballare e cantare.[...]
(Ispirata dalla canzone "The Lonely" di Christina Perri)
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Note d'autore: Eccomi qui con una flashfic, spero vi piaccia. Non so cosa mi sia preso, ma ho voluto scriverla e pubblicare così da sapere cosa ne pensate. In realtà non so cosa dire a riguardo, ditemi voi. Il banner l'ho fatto io! E la storia è corretta da Audrey.


THE LONELY


Dancing slowly in an empty room
Can the lonely take the place of you
I sing myself a quiet lullaby
Then you go and let the lonely in
To take my heart again
 

Tutto sembrava crollare intorno a me, i pezzi di calcinacci si staccavano dai muri riempiendo l’aria di polvere in una nube grigiastra.
Tutto crollava ma io rimanevo in piedi a girare su me stessa come stessi facendo un ballo. Tutto crollava ma io restavo come uno scoglio colpito dalle onde. Mi avrebbero potuto dire che stavo solo sognando, che tutti intorno in me erano integri e che quellla che cadeva a pezzi ero io, ma non ci avrei creduto. Io non stavo cadendo a pezzi, come avrei potuto? Io ero quella che definivano: “ragazza senza sentimenti” o talvolta, ma più raramente: “la ragazza facile”. Io però non ero interessata a queste dicerie: io ballavo con il solo suono della mia voce, l’unica che sentivo vicina e che sembrava capirmi.
La mia voce che tutti da piccola definivano “angelica”, ma che io detestavo per quel che diceva, per le scemenze che ne uscivano da quella bocca.
Potevano dirmi che il vero problema ero io, il mio non volermi aprire, il mio sentirmi incompresa. Ma non era così: io mi sentivo bene, forse ero sola, troppo per una liceale, ma che importava agli altri se tutto quel che volevo da loro era fare sesso –nemmeno così spesso- e poi dimenticarli come i miei problemi.
Mia madre diceva che lei poteva capirmi, ma come? Come se quella che vedeva il mondo crollare per le guerre, per l’odio e per il menefreghismo dell’uomo?  Perché lei non vedeva quelle cose? Perché pensava fossi io a crollare?
Un calcinaccio sbatté accanto al mio piede fasciato con una scarpetta nera, ma io non mi fermai, non smisi di ballare e cantare.
E forse era vero stavo crollando, stavo perdendo pezzi, ma come crollavo io stava cadendo a pezzi tutto il mondo con me.

 
I'm the ghost of a girl
That I want to be most
I'm the shell of a girl
That I used to know well

 
 
   
 
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