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Autore: listenyourheart    26/02/2015    0 recensioni
"Ero stato praticamente costretto a passare quei giorni insieme alla mia famiglia, non che non mi andasse di andare a trovare mia nonna, anzi; l'unica cosa era che sarei dovuto andare in giro con mia sorella Gemma in cerca del suo cantante preferito, Louis Tomlinson."
La storia è VOLONTARIAMENTE copiata dal film prodotto dalla Disney e trasmesso pochi anni fa su Disney Channel; ovvero “StarStruck – Colpita da una stella”, quindi ci terrei a precisare che questo non è affatto PLAGIO, ho consciamente preso spunto dalla storia e dagli accadimenti successi durante il film, non restando, però, del tutto fedele al film stesso, quindi tutti i diritti di questa storia appartengono alla Disney Channel Original Movie. Tengo a ribadire che quanto narrato in questo testo è opera di fantasia. Ogni riferimento a cosa, persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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PREMESSE:

La storia è VOLONTARIAMENTE copiata dal film prodotto dalla Disney e trasmesso pochi anni fa su Disney Channel; ovvero “StarStruck – Colpita da una stella”, quindi ci terrei a precisare che questo non è affatto PLAGIO, ho consciamente preso spunto dalla storia e dagli accadimenti successi durante il film, non restando, però, del tutto fedele al film stesso, quindi tutti i diritti di questa storia appartengono alla Disney Channel Original Movie. Tengo a ribadire che quanto narrato in questo testo è opera di fantasia. Ogni riferimento a cosa, persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Dopo questa breve introduzione, vi lascio alla storia.

-Adele, 26 febbraio 2015.























 
PRIMO CAPITOLO – MEETING HIM
 


 
“Harry sei pronto?” Urlò mia sorella Gemma.
Scesi a fatica le scale, arrivando in salotto.
“Sono qui!” Risposi.
Mi aspettavano ore di viaggio, e per di più in aereo; l'unica cosa che mi aveva portato ad accettare l'offerta dei miei per questa vacanza era andare a trovare mia nonna.
“Non ci posso credere, andremo ad Hollywood!”- Urlò mia sorella - “ Ti rendi conto Hazza? Molto probabilmente incontrerò Louis Tomlinson!”
Oh, quel ragazzo, conosciuto e amato da praticamente tutti gli adolescenti presenti su globo; e a me? Beh, io ascoltavo la sua musica, ma non ne andavo matto, anche se il culo di quel ventenne era qualcosa di sovrannaturale.
Mia sorella, al contrario, lo amava alla follia, era andata ad ogni suo concerto fatto in zona e, subito dopo aver saputo della vacanza a Los Angeles, aveva iniziato a fare ricerche su ricerche per capire dove potesse trovarlo una volta 
stata in California, si era pazza, ormai avevo perso le speranze.
I miei naturalmente non l'avrebbero mandata da sola in giro per una città nella quale non era mai stata, quindi sarei dovuto andare con lei.

Arrivammo da mia nonna con due ore di ritardo, scesi dalla macchina prendendo i miei bagagli, mentre mia nonna stava già uscendo dalla porta principale assieme al proprio compagno, Mark.
Mark era un uomo molto colto, lui e mia nonna si erano conosciuti sei anni prima a Kalamazoo. Lui era lì in vacanza e chiese a mia nonna un'informazione, dopo due anni, poi, decisero di andare a vivere in California, città Natale del primo; dopodiché decisero di sposarsi.
Mark era di origini africane, era un uomo gentile e premuroso, perfino con noi.
Dopo cena rientrai nella mia stanza, che, purtroppo, dovevo condividere con Gemma, la quale stava già impazzendo poiché il suo cantante preferito era appena arrivato in un locale poco lontano dal nostro alloggio.

“Katie, non ci credo! Dici sul serio? Devo andarci! Si, okay, ci sentiamo dopo.” - Concluse la chiamata, portandosi il telefono in tasca. -  “Hazza! Tu verrai con me, almeno mamma e papà non possono controbattere!”
“Oh, certo!” Risposi sarcastico, distendendomi sul letto.
“Ti prego Harold, ti darò la metà della mia paghetta per una settimana... Due! Anzi no, tre! Un mese! Harry per favore, dai, ti prego Hazza!” Continuò a 
supplicarmi.
“Gemma, va bene, basta che la smetti di assillarmi.”
“Okay, allora muoviti che partiamo fra cinque minuti!” Concluse mia sorella, uscendo dalla camera e dirigendosi nel bagno.
Arrivammo davanti al locale alle ventuno e trenta e mia sorella si affrettò a scendere e a lasciarmi solo in macchina. Era passata più di un'ora e mia sorella non si decideva a tornare da me, così decisi di scendere; dopotutto avevo il diritto di divertirmi anch'io, no? 
Mi diressi verso l'entrata, notando poco dopo che vi era una fila immensa per entrare nel locale, quindi decisi di provare ad andare sul lato destro della struttura, sperando di trovare un'altra entrata, magari con molta meno fila.
Dopo aver percorso dieci metri, vidi una porta, mi avvicinai e provai a spingere quando, d'un tratto, questa si spalancò, urtandomi fortemente il lato destro della fronte e facendomi cadere a terra.
Mi massaggiai la fronte, cercando di alleviare il dolore e alzai lo sguardo per capire chi mi avesse colpito così bruscamente, notai che il ragazzo che avevo davanti aveva degli occhi meravigliosamente blu.
Il ragazzo si chinò, guardandomi negli occhi.

“E' stata colpa mia?” Mi chiese, guardandosi in giro.
“No, macché, la porta mi ha colpito da sola!”
“Cazzo, che merda!” Imprecò lui.
“Tu o io? Perché mi sembra che il peggio sia per me!” Risposi rude.
“Cazzo, cazzo, cazzo!” Continuò ad imprecare.
Poi solo in quel momento realizzai chi avevo davanti.
“Aspetta, ma tu sei Loui....” Non riuscii a finire la frase poiché il ragazzo mi aveva tappato la bocca con la mano.
“Shh! Ti do i biglietti in prim fila per il prossimo concerto se stai zitto!”
“Ma chi cazzo li vuole venire al tuo stupido concerto?!” Chiesi in maniera retorica, dopo avergli spostato la mano.
“Capito; devo portarti da un medico! Dai, alzati.” Disse tirandomi su e trascinandomi nella sua macchina.
“Woh, woh, woh amico! Lui chi è?” Chiese un ragazzo che era appena sceso dall'auto.
“Dopo ti spiego, dammi le chiavi!” Rispose Louis.
“Aspetta! Mia sorella Gemma è ancora dentro!” Dissi, mettendomi seduto sul sedile e massaggiandomi la testa, dopodiché tirai fuori dalla tasca le chiavi della macchina di mia nonna, poco dopo Louis afferrò il mazzo e lo cedette all'amico.
“Zay, porta sua sorella Gemma a casa!” Quasi ordinò.
“Okay amico, ci sentiamo dopo.” Rispose, mentre stava per chiudere lo sportello del mio lato.
“Non mi sento tanto bene.” Dissi io, spostando la mano dalla fronte alla bocca, mi stava venendo voglia di vomitare e mi sentii improvvisamente a disagio.
“Non rigurgitare dentro Angelina!” Mi ordinò colui che molto probabilmente si chiamava Zayn.
“Okay.” Risposi netto io , prima di girarmi e rimettere sull'asfalto, non riuscendo ad evitare le scarpe del ragazzo dalla pelle olivastra.
“Cazzo! Le mie scarpe!” Imprecò il primo.
“Dai Zay, te le ricompro! Chiudi lo sportello per piacere.” Concluse Louis, prima di fare retromarcia e imboccare la strada principale.

Poco dopo mi trovai in un ambulatorio medico, con un dottore di origini indiane che mi puntava una lampadina negli occhi, spostandola lentamente da destra verso sinistra.

“Okay, signor Styles, va tutto bene; fortunatamente hai riportato solo un bernoccolo. Adesso vado a prenderti un po' di ghiaccio.” Mi annunciò il dottore.
“E allora perché ho vomitato?” Chiesi incuriosito, mentre il primo si allontanava per procurarmi del ghiaccio.
“Per qualcosa che hai mangiato molto probabilmente, o magari solamente perché hai incontrato un'idiota.” Mi rispose, riferendosi a Louis.
D'un tratto , dietro il medico, si aprirono le tende che dividevano i vari lettini, facendo comparire il ragazzo citato prima.
“Senjei guarda che c'è una tenda, non muro, quindi ti sento!” Disse il ragazzo all'uomo di fronte a lui, il quale rispose immediatamente.
“Si, ma non puoi!”
“Scusate, ma voi due vi conoscete?” Chiesi stranito dalla situazione.
“Si, lui è il marito di mia sorella!” Mi rispose il cantante, aspettando che il dottore mi portasse il ghiaccio. L'uomo arrivò poco dopo con in mano una bustina, dopodiché si girò verso Louis.
“Senti, ci sono decine di uomini con le fotocamere, presumo siano paparazzi, stanziati fuori all'ingresso principale.”
“Cazzo...” - rispose il ragazzo - “Mi servirebbe una macchina che loro non conoscono. Tu che macchina hai?” Chiese poi a suo cognato.
“Oh, non penso proprio che rispetti i canoni di una superstar!”
“Senjei, ti prego, prendi le mie chiavi e tu dammi le tue!” Gli ordinò agitato il liscio.
“La sto ancora pagando, Louis, mi raccomando!” Si raccomandò l'uomo, porgendo le chiavi della propria macchina nelle mani di Louis.
“Grazie mille Sen!” Rispose il castano.

Louis mi prese per il braccio sinistro portandomi nel dietro dell'ambulatorio, dopodiché salimmo in macchina.
“Sei sicuro che questa macchina sia sicura?” Chiesi io preoccupato, mentre oltrepassammo un dosso che causò un rumore assordante, proveniente dal retro della macchina.
“Si, sono più che sicuro.” Mi rispose.
“Invece io sono sicuro che quest'auto sia meno che sicura!” Controbattei urlando.
“La vuoi smettere di lamentarti?”
“Oh, scusami tanto Louis Tomlinson, se voglio solamente tornare a casa, dove, se i miei mi vedranno in macchina con uno sconosciuto e a quest'ora della notte, molto probabilmente mi metteranno in punizione per i miei prossimi trentanni!” Urlai.
“Okay, ma stai calmo cristo!” Esclamò lui.
“No, non sto calmo! Voglio solo tornare a casa!”
“Si, ho capito! Adesso ti ci porto, Dio.” Rispose, sovrastando la mia voce.
“Dove abiti?” Mi chiese poi.
“Ad Hollywood.” Risposi adirato.
“Oh davvero?” - Mi chiese tranquillo. - “Dal tuo accento non sembravi della California.”
“No, infatti non lo sono. Vengo dal Michigan, sono qui perché ci abita mia nonna.” Risposi velocemente, accendendo la radio. La musica mi perforò le orecchie, così abbassai velocemente il volume, notando solamente dopo che quella era una canzone del cantante di fianco a me. Mi voltai verso il finestrino innervosito, sentendo il ventenne che guidava cantare la sua stessa canzone, così mi voltai più adirato che mai.
“Oddio, non vedevo l'ora di stare in macchina con colui che amo alla follia e sentirlo cantare accanto a me.” Dissi con falsa euforia.
“Mi spieghi che hai? Cosa ti ho fatto?” Chiese Louis, spegnendo del tutto la radio.
“Io voglio tornare a casa e, cosa mi hai fatto? Oh beh, mi hai solo sbattuto una porta in faccia, fatto vomitare, portata dal dottore e dopodiché hai cantato una canzone davanti a me, aspettandoti che io mi mettessi a piangere per la gioia!” Risposi, tutto d'un fiato.
“Non ti piace la mia musica?” Mi chiese dispiaciuto.
“Si, mi piace la tua musica, ma non sono pazzo di te.”
“Ma se neanche mi conosci...” Urlò quasi.
“Appunto.” Risposi netto.
“Sono convinto che se tu mi conoscessi, cambieresti idea.” Rispose, svoltando ed arrivando a casa di mia nonna.
Dopo poco mi resi conto che dietro di noi ci stava seguendo un furgone che per fortuna non ci aveva visti svoltare sul cortile della casa.
“Cazzo! Mi hanno trovato.” Imprecò Louis. “Harry, ti prego, fammi un ultimo piacere; mettimi in giardino, in cantina, dove ti pare! Ti giuro che domani mattina non mi troverai più!” Continuò.
“Ma stai zitto?” Gli chiesi io, scendendo dall'auto, prendendolo per un braccio e portandolo nel garage di mia nonna, dove vi erano solo scatoloni e provviste di cibo.
“Non voglio niente! Lì ci sono delle coperte.” Indicai una scatola e feci per andarmene quando il ragazzo dietro di me mi tirò per un braccio, trattenendomi.
“C'è qualcosa che posso indossare per non farmi riconoscere?” Mi chiese guardandomi negli occhi. Il suo sguardo quasi mi perforò, era uno sguardo intenso, pieno di amore; in quel momento provai quasi voglia di abbracciarlo. Era così tenero; aveva le guance leggermente arrossate, i capelli scompigliati e le pupille dilatate. 
Louis inclinò la testa per capire il perché non stessi rispondendo alla sua domanda. Mi ripresi dal mio momento di trance, scossi la testa e ritirai il braccio che mi aveva afferrato.
“Prova a guardare lì.” Indicai una scatola, posta in uno scaffale dietro la schiena di Louis, il quale andò subito a cercare qualcosa da indossare. Tornò verso di me pochi secondi dopo con il cappello da pesca di mio nonno, sorrisi involontariamente vendendo il cantante indossare quell'indumento.
“Allora, come mi sta?” Mi chiesa, girandosi a destra per specchiarsi.
“Era il cappello di mio nonno, se lo metteva sempre quando andavamo a pescare.” Sorrisi al pensiero di mio nonno.
“Oh, scusa non pensavo...” Mi rispose lui, togliendosi il cappello dalla testa.
“No, no. Tienilo pure, ti sta piuttosto bene tra l'altro.” Risposi gentile.
Non so il motivo del mio cambio di umore; saranno stati quegli occhi blu, o quel cappello. Louis si riposizionò il cappello, guardandomi dritto negli occhi, facendo un lieve sorriso. Restammo così per qualche minuto, blu nel verde, verde nel blu; il suo sguardo era cambiato, era quasi magnetico.

“Smettila di guardarmi così!” Dissi arrossendo ed abbassando la testa.
“Così come?” Rispose, fingendosi ingenuo, cercando ancora il mio sguardo.
“Così! Con quegli occhi, con quello sguardo che fa sciogliere tutto! Ma con me non funziona! Buonanotte Louis.” Conclusi uscendo dal garage ed entrando in casa, diretto verso il mio letto.


 

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SPAZIO AUTRICE:

Salve ragazze, sono tornata con una nuova storia! Questa inizialmente doveva essere una OneShot, ma poi mi sono accorta che sarebbe stata migliore come FanFiction. Vi dico che ho già scritto e completato tutta la storia, devo solo ricopiarla e ricontrollarla, giuro!:) Più o meno la storia sarà composta da quattro-cinque capitoli, che posterò ogni settimana.

Fatemi sapere come vi sembra!

Baci, Adele xx.

 
  
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