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Autore: somewhereonlyiknow    08/12/2008    4 recensioni
Qualcuno sta rubando davvero le magliette di Troy Bolton? Oppure è lui che si sbaglia? Ma soprattutto, se davvero lui ha ragione, chi è che le sta rubando? TXG oneshot XD
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Troy Bolton
Note: Traduzione, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il ladro di magliette

Il ladro di magliette

 

 

Una lista di cose in nessun ordine particolare che Troy Bolton non capiva:

 

Perché doveva studiare trigonometria.

 

Perché alcune persone rifiutavano di usare il deodorante.

 

Perché alcune persone rifiutavano di usare il deodorante o il sapone.

 

Perché potevano mandare un uomo sulla Luna, ma non inventare cure adatte all’odore corporeo.

 

Perché le ragazze avevano bisogno di accompagnamento quando andavano in bagno.

 

Perché le coppie che avevano un cane insieme insistevano a chiamarsi “mammina” e “papino”.

 

Perché i maschi dicevano “Siamo incinti” quando le loro partner lo erano. Condividevano un utero?

 

Perché le persone usavano ancora la frase “110%”.

 

Perché le sue magliette scomparivano sempre.

 

Perché lui era stupido abbastanza da innamorarsi della sua migliore amica.

 

Gabriella Montez, in tutta la sua pazienza, aveva risposto ad ognuna delle sue sciocche domande ogni volta che le chiedeva.

 

Eccetto per l’ultima. Lui non aveva mai trovato abbastanza coraggio per dire ad alta voce una cosa del genere, ma era sicuro che se mai le avesse posto quella domanda, Gabriella l’avrebbe solamente fissato e riso.  

 

L’aveva chiesto a sua mamma un giorno, dopo una particolare giornata dove lei era stata più perfetta del solito e lui così innamorato che quasi lo faceva stare male di stomaco.

 

“Perché sono abbastanza stupido da innamorarmi della mia migliore amica, mamma?”

 

“Eri un bambino scivoloso, tesoro. Ci sei caduto molte volte.”

 

“E’ normale amare qualcuno così tanto che ti viene il mal di stomaco solo a pensarci?”

 

“Tipo farfalle?”

 

“No, tipo moltissime farfalle che fanno un grande tornado di farfalle nel tuo stomaco e ti senti di vomitare ogni volta che la vedi.”

 

“La ami così tanto, che ti fa venir voglia di vomitare?”

 

“Esattamente.”

 

Come Madre Teresa o forse un robot incapace di irritarsi, Gabriella Montez di buon grado gli dava la risposta a tutte le cose che lui non capiva: “Devi studiare trigonometria se vuoi passare l’esame di matematica, Troy,” spiegò stancamente un giorno prima di scuola “Le persone non usano il deodorante perché forse sono ignari del loro odore corporale.”

 

“Dovrei dirglielo?” chiese seriamente Troy.

 

“No, non è molto cortese,” disse paziente Gabriella “E sono sicura che alcune persone usano davvero il sapone, ma forse non uno buono. In più, le esplorazioni spaziali hanno un sacco di fondi del governo per ricerca e sviluppo; di più che inventare qualcosa per aiutare le persone ad avere un migliore odore, in ogni caso.”

 

“Ne inventerò uno allora.”

 

“Per farlo, hai bisogno di passare la trigonometria liceale prima,” ripetè la mora “Le ragazze vanno in bagno a gruppi per un problema di autostima. E le coppie che hanno un cane e si chiamano ‘mammina’ e ‘papino’ lo fanno per un intrinseco desiderio di avere dei bambini. Forse però non possono averne, o forse non sono ancora abbastanza pronti, ma un cane li fa sentire parentali. E agli uomini piace dire ‘siamo incinti’ perché piace loro condividere l’esperienza e l’emozione di portare un bambino. Non significa fisicamente che hanno un bambino anche loro. E le persone usano la frase ‘110%’ o di più perché vogliono mostrare che metteranno più di tutte le loro energie e concentrazione nel fare qualcosa. È un’iperbole.”

 

Troy annuì zelante: “E le mie magliette?” suggerì “Riguardo alle mie magliette? Perché continuo a perderle?”

 

Ma questa volta, Gabriella Montez non disse niente: “Uhm,” apparve agitata “Forse le hai perse o qualcosa del genere. Senti, devo andare in classe ora. Ci vediamo dopo, Troy.”

 

Troy aggrottò la fronte in confusione. Non succedeva spesso che la sua migliore amica non sapesse qualcosa. E le sue magliette, dannazione. Dove erano finite tutte le sue magliette?

 

C’era solo una spiegazione logica.

 

Da qualche parte c’era un ladro di magliette.

 

 

###

 

 

Aveva un numero totale di quattro magliette, senza includere la sua maglia da basket. Le cambiava sistematicamente: quella rossa la indossava da lunedì a mercoledì, la bianca da mercoledì sera a giovedì, la grigia che era bianca da giovedì sera a sabato, e la nera da sabato sera a domenica. Era routine da quando era bambino.

 

Quando era tempo di cambiare le magliette, la metteva nel cesto della roba sporca, dove sua mamma avrebbe iniziato il lungo processo di lavare, asciugare, stirare, pressare e piegare tutte le sue magliette. Una volta che aveva finito, le metteva in pila nella sua camera, pulite e pronte ad essere indossate di nuovo.

 

“Mamma,” si lamentò “Mamma, non riesco a trovare nessuna delle mie magliette.”

 

Sua madre roteò gli occhi dal bancone della cucina: “Le ho lasciate sul tuo letto, tesoro.”

 

“Sì,” sospirò Troy esasperato “Ma non le trovo adesso. Sei sicura che non le hai messe per sbaglio nella roba di papà?”

 

“Sono sicura.”

 

“Ma perché non riesco a trovarle?” gemette lui.

 

“Nel tuo porcile di stanza, non sarei sorpresa.” sua mamma gli lanciò la frecciatina senza alzare lo sguardo dal suo lavoro.

 

“Mamma, qualcuno mi ha rubato le magliette.”

 

“Nessuno ti ha rubato le magliette, tesoro.”

 

“Mamma, qualcuno mi ha rubato le magliette.” ripetè fermamente lui.

 

“Nessuno ti ha rubato le magliette.” rimbeccò sua madre.

 

Troy strinse i pugni: “Scommetto che è stato Chad. È sempre stato geloso del mio stile impeccabile.”

 

“Amore…” iniziò sua madre.

 

Troy alzò un dito, determinato: “No, mamma. No. Troverò il ladro delle mie magliette. Qualcuno mi ha rubato le magliette, mamma. Mi vendicherò. Non lascerò andare questo criminale di magliette. Quanti nervi deve avere uno, per rubare delle magliette?” scosse la testa cupo “Rubare le magliette un giorno, vendere droghe all’angolo il giorno dopo. Questo ragazzo è un minaccia pubblica.”

 

Lucille sospirò: “Sei sicuro che non siano semplicemente cadute dietro il tuo letto?”

 

Troy si accigliò: “Mamma! Mi stai ascoltando? Qualcuno mi ha rubato le magliette!”

 

Sua madre roteò gli occhi: “Ti ho sentito la prima volta.”

 

 

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Ricercato ladro di magliette. Offerta ricompensa.

 

Volantini gialli adornavano l’intera scuola.

 

Sharpay Evans battè le palpebre guardando il ragazzo depresso di fianco a lei: “Che stai facendo?”

 

“Catturando il ladro delle mie magliette.”

 

“Perché?”

 

“Ho bisogno delle mie magliette.”

 

“Comprane altre.”

Troy rise beffardo: “Comprane altre. Comprane altre. Dio, vorrei che ti sentissi parlare a volte, Evans. Comprane altre.”

 

“Perché ti arrabbi così tanto per delle magliette?”

 

Troy strinse le labbra: “Quale tipo di persona vorrebbe rubare le magliette di qualcuno?”

 

Sharpay tirò un profondo respiro: “Comprane. Altre.

 

“Sto per smetterla di ascoltarti, adesso. Non capisci la vacuità che esce dalle tue parole a volte. È una questione morale, Evans. È semplicemente sbagliato rubare le magliette di qualcun altro.”

 

“E se lei, voglio dire, loro… e se loro le rubassero per una buona ragione?”

 

Troy pensò per un momento: “Come, rubare le mie magliette per darle ai bambini poveri e affamati in Africa?”

 

“Beh,” Sharpay tamburellò le dita contro la bacheca degli avvisi “Sì. Tipo.”

 

Troy si fermò: “Beh, avrei preferito se avessero chiesto.”

 

Rimasero in un pensieroso silenzio per un momento prima che Sharpay lo guardasse, un debole sorriso sulle labbra: “Vuoi il mio consiglio?”

 

“No, ma me lo darai comunque.”

 

Lei girò sui tacchi: “Compra altre magliette.

 

 

###

 

 

Troy Bolton stava impazzendo.

 

Aveva già perso un’altra maglietta, cosa che significava che ora era ridotto alla maglietta grigia che era bianca. Stava iniziando a puzzare di vecchia pizza e sudore e lui poteva avvertire che le persone iniziavano ad evitarlo. Stava diventando una di quelle persone che lui non capiva; quelli che non usavano il deodorante o il sapone. Ma alla fine non importava quanto deodorante o sapone usasse; puzzava ancora. Sharpay aveva incominciato ad iniziare ogni conversazione con un arricciamento del naso non così delicato e ‘Compra altre magliette, tu…’ e poi inseriva qualsiasi creativa combinazione di imprecazioni che si sentiva di usare quel giorno.

 

“Capitano, quando è stata l’ultima volta che ti sei fatto una doccia?” osò coraggiosamente Zeke dopo un allenamento a casa di Chad. Avevano giocato fino a dopo che il cielo era diventato scuro, e fino a che un sudato Troy nella sua vecchia maglietta non aveva iniziato a far venire il mal di testa a Jason.

 

“Stamattina,” grugnì Troy “Non riesco a trovare nessuna delle mie magliette. Questa è l’unica che mi è rimasta.”

 

“Allora perché non compri…” Zeke lasciò sospesa la sua frase nell’aria quando Troy si girò, con aria omicida “Compra una capra.” terminò goffamente “Compra una capra. Sono così carine.”

 

“Fratello, seriamente,” Chad fece vento all’aria intorno al suo naso “Devi cambiare quella maglia. Stai diventando un pericolo per la sicurezza.”

 

“Chad, non posso comprare delle nuove magliette!” esclamò frustrato il suo migliore amico “Il ladro di magliette vedrà che gliel’ho data su!”

 

“Nessuno ti ha rubato le magliette, amico.”

 

Chad.”

 

“Okay, ti asseconderò. Chi ti ha rubato le magliette?”

 

“Non lo so!”

 

“Perché qualcuno vorrebbe rubarti le magliette?”

 

“Non lo so!”

“Quindi non hai un sospettato e nessun possibile motivo. Non è proprio possibile che nessuno ti abbia rubato le magliette e che tu le abbia semplicemente perse?”

 

Troy guardò l’altro ragazzo sprezzante: “Solo per fartelo sapere, non sei più il mio migliore amico e quel titolo appartiene interamente a Gabriella.”

 

Chad rimase insensibile: “Hai parlato a Gabriella? Sa a proposito della ruberia di magliette che sta avendo luogo?”

 

“Sono sicuro che ne ha sentito, ma non voglio esporla ai pericoli del ladro di magliette.”

 

“Le hai già parlato riguardo a cosa provi?”

 

“Per il ladro di magliette?”

 

“No, per il tuo culo rubato che è innamorato di lei.”

 

“Oh, giusto.” Troy battè le palpebre e sospirò “No, non ancora.”

 

Chad scosse le spalle: “Sto solo dicendo. Dovresti darti una mossa, fratello. L’ho vista ieri mentre un ragazzo le chiedeva di uscire.”

 

Tutti i pensieri sui furti di magliette volarono fuori dalla mente del castano: “Qualcuno l’ha invitata fuori?” gridò, colpendo Chad sopra la testa con il suo libro di testo “Ieri? E non me l’hai detto! Sei stupido?” balzò su dalla sedia e fuori dalla stanza. Un momento dopo, ritornò, frenetico “Era una domanda retorica comunque!”

“Beh, duh…” borbottò Chad “Amico, è buio fuori! Dove stai andando?”

 

Troy affacciò la testa nella stanza: “A dire a Gabriella che la amo!” corse fuori di nuovo prima di ritornare ancora senza fiato “E a trovare il ladro delle mie magliette!”

 

 

###

 

 

Avrebbe dovuto pensarci di più.

 

La casa di Gabriella era dall’altra parte della città e, nella sua fretta, non aveva pensato di prendere l’auto di Chad. Era buio e il lampioni fornivano una luce moderata. All’inizio, aveva iniziato con una corsa frenetica, che aveva rallentato in una svogliata corsetta prima di scegliere una camminata stanca. Il suo cellulare segnava qualche minuto a mezzanotte ed anche lui stava iniziando a strozzarsi con l’odore della sua maglietta. Si tolse il cencioso materiale grigio e lo lasciò per strada. Non pensò che chiunque sarebbe stato in grado di raschiare il puzzo dalla sua maglia.

 

Casa Montez era scura quando arrivò. Invece di suonare al campanello della porta principale, fece il giro, arrampicandosi sopra il vecchio albero fino alla camera di Gabriella come aveva fatto innumerevoli volte prima. Il suo corpo era scivoloso per il sudore e la calda aria del New Messico non stava facendo molto per frenare la sua ansia. Bussò furiosamente alla porta: “Gabriella!” sibilò “Gabriella!”

 

La sentì alzarsi lentamente dal letto: “Gabriella,” disse ancora “Sono io; apri la porta!”

 

La porta si aprì e Gabriella si strofinò gli occhi: “Troy?”

 

Ma lui non stava ascoltando più.

 

Lei stava indossando la sua maglietta.

 

La guardò a bocca aperta per un secondo. Era così grande che le arrivava sotto le cosce e quasi alle ginocchia, cascando attorno alla sua figura minuta. La guardò, sbalordito, mentre si appoggiava allo stipite, gli occhi che si sforzavano di rimanere aperti: “Cosa fai qui?” sussurrò lei “Perché non hai la maglietta?”

 

Lui provò a parlare attraverso lo shock: “Perché ce l’hai tu.”

 

La osservò mentre il suo viso iniziava a perdere ogni colore. Apparve completamente sveglia e afferrò la maglietta, in piena realizzazione del suo crimine: “Uhm,” incominciò “Io… questa… io ho…”

 

“Ladra di magliette.”

 

Gabriella divenne rossa come un pomodoro.

 

“Non posso credere che tu abbia tutte le mie magliette.” disse lui accusatorio “Nessuno mi credeva quando dicevo che qualcuno me le aveva rubate.”

 

Gabriella deglutì: “Mi dispiace davvero,” balbettò “Non so a cosa stavo pensando. Te le ridarò, promesso.”

 

Troy incrociò le braccia: “Ladra.” ripetè, la bocca che si contraeva in un sorriso.

 

Gabriella non lo guardò ed invece fissò un punto vicino ai suoi piedi. Il suo mento iniziò a tremare e la bianca maglietta sul suo corpo iniziò a rabbrividire. Ci volle un minuto al castano per capire che stava piangendo.

 

“Gabriella?” la guardò con attenzione, le mani sopra le sue spalle “Gabriella, no, stavo scherzando. Non mi importa, sul serio.” la fissò disperatamente quando le sue lacrime non si fermarono ma aumentarono di volume “No, Gabriella, per favore non piangere. Comprerò semplicemente delle altre magliette. Puoi tenerti queste.” avvolse le braccia attorno al suo corpo; era così piccola, poteva quasi stringerla tutta con un braccio solo. L’abbracciò forte, appoggiando il viso sulla sua testa, annusando il suo profumo e assaporando la sua essenza. Era come una bambola di porcellana; aveva così paura di romperla “Gabriella, per favore non piangere. Mi dispiace. Per favore, non piangere.”

 

“Mi dispiace,” gemette lacrimante la mora. Si separò dal suo abbraccio e lo guardò in faccia “E’ così stupido. Solo che… da Twinkle Town…”

 

Troy avvertì il suo cuore battere forte contro il petto, e il grande tornado di farfalle nel suo stomaco diventare come uno di quei super-tornado che aveva visto in The Day After Tomorrow.

 

“A volte pensavo che ti piacessi davvero. Ma non dicevi mai niente e io avevo troppa paura. E siamo diventati così amici e avevo paura di rovinare tutto.” le sue lacrime rallentarono mentre tirava su con il naso ed usava la manica della maglietta per asciugarsi “E poi un giorno, hai lasciato qui una maglietta per sbaglio e io non avevo una delle maglie che uso come pigiama quindi ho indossato la tua. E ho dormito così bene e pacificamente quella notte. È stato come annusarti mentre mi addormentavo. Mi ha fatto sentire protetta.”

 

Lui sentì un enorme sorriso crescere sul suo volto: “Ti amo.”

 

“…e poi è cresciuto in un’epidemia. Non potevo smettere di rubarti le magliette. Era come una sorta di virus. Ogni volta che venivo a casa tua e tu te ne andavi in bagno o da qualche altra parte, prendevo la maglietta e la mettevo nella mia borsa. Hai ragione,” Gabriella scosse la testa vergognosa “Sono una ladra di magliette. Sono una schifosa, schifosa ladra di magliette.”

 

“Ti amo.” ripetè il ragazzo.

 

“…ma le tue magliette sono così belle. Sono di una bella stoffa, che ha te dappertutto…”

 

Troy mise le labbra sopra le sue in un tentativo di zittirla.

 

Funzionò.

 

Si staccò per primo: “Io ti amo,” disse, puntualizzando ogni parola con un bacio “E amo il fatto che hai rubato le mie magliette per dormirci dentro.”

 

Gabriella eruppe in un bellissimo sorriso, gli occhi che brillavano, il più felice che lui le avesse mai visto: “Anche io ti amo.” sussurrò.

 

“Farfalle,” esalò il ragazzo felicemente “Non crederai alle farfalle che ho nello stomaco.”

 

“Tornado?” la mora si appoggiò al suo petto assonnata.

 

“Ce le hai?”

 

“Tutto il tempo. Ti amo, Wildcat.”

 

“Ti amo, ladra di magliette.”

 

 

 

Fine



 

Ehilà XD Un’altra Troyella dulze dulze XD Vero che vi piace questo Troy un po’ scemo, no? A me fa morire dal ridere. E questo mi serve XD

 

Grazie per i bellissimi commenti a You are the pants in me: Angels4ver, lovely_fairy, armony_93 (grazie per il papiro, darling), Tay_ e lovejero.

 

Vi auguro già da qui un Buon Natale, perché non so se pubblicherò qualcosa prima delle vacanze. Quindi anche Buon Anno (sì, sono precoce, lo so XD)

 

Tanti bacioni

 

Hypnotic Poison

  
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