Lorenzo il Magnifico e la
sua corte
-Ok,
Pico! Questa parte di Firenze mi fa schifo; abbattila e costruiscici un
bel giardino. Che ne dici?-Pico della Mirandola guardò le case che aveva davanti –Non credo sia una buona idea…-
-Ufffffaaaaa! Ora dove lo metto Poliziano? Continua a saltellare per il palazzo spargendo fiori di qua e di là! Mi sporca in giro. Pensa che un giorno l’ho pure beccato a parlare con un quadro, sai quello nuovo che mi ha fatto Botticelli? Quello con la Venere che esce dalla conchiglia?-
Pico annuì ma senza rispondermi davvero, così io continuai.
-Ecco! Ci stava parlando insieme! Diceva che Venere gli aveva palato e ispirato la sua nuova opera. Sai che palle? Io non reggo un’altra sua infinita opera!-
Poi un sorrisetto malizioso mi solcò le labbra.
-Pico…vuoi sentire la mia poesia?-
Pico strabuzzò gli occhi.
-No! Un’altra volta “Bacco e Arianna” no! Non ne ha un’altra, sire?-
-Uff! Bacco e Arianna sono SUPER! Altro che Venere! Loro sono ganzi assieme, spaccano e…-
-Si ok ok! Va bene! Sentiamo, di nuovo, la poesia!-
Uuuuuh bene! Mi schiarii la voce e iniziai a recitare con enfasi i versi.
-Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un dell'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'e certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto sia:
di doman non c'è certezza.-
-Sire, Sire! Aiuto!-
Michelangelo uscì da una delle porte del palazzo, tutto trafelato, interrompendo sul più bello la mia poesia. UFFA!
-Che succede? Non dovresti essere a lavorare al mio monumento funebre e a quello di mio fratello…al suo in particolare…? Metti che ci cadono in testa delle tegole e moriamo?-
-Sire, un tipo strano è entrato saltellando nella stanza in cui lavoravo! Dopo avermi messo una ghirlanda di fiorellini azzurri in testa si è messo a parlare con la statua che stavo scolpendo! Come faccio ad andare avanti?-
-Ooh non preoccuparti Miki! Dagli una botta in testa, tanto è Poliziano!-
-Non posso, mi ha rubato il martello. Ha detto che è uno strumento del demonio che porta dolore e minaccia la pace nel mondo.-
-Grr, ecco perché volevo un giardino, così rompeva le palle agli arbusti!-
Mi alzai dalla sedia e mi recai nel laboratorio di Michelangelo.
-Poliziano, cosa stai combinando?-
Poliziano si voltò verso di me scuotendo i candidi boccoli biondi e guardandomi con due lucidi occhietti da cerbiatto.
-Aaah adesso ho capito tutto! Hai gli occhi lucidi, ti sei fatto di gangia!-
Lui mi fissò intensamente, poi rispose.
-Cos’è la gangia?-
Ecco appunto…
Senza aggiungere altro lo presi per un braccio e lo buttai nel cortile sul retro.
-Tho! Sta lì! Parla con i fiori, magari trovi i folletti.-
-Oooh folletti!-
Poliziano si mise a saltellare tra le rose. Olè! Almeno non rompeva più.
Ritornai nello studio di Michelangelo, quando ad un tratto entrò nella stanza un ragazzino riccioluto, alto un metro e uno sputo e con grandi occhi da cerbiatto…pure lui…
Michelangelo lasciò cadere a terra lo scalpello e gli puntò un dito contro.
-Raffaello? Che? Tu…tu….tu…che…ci fai qui?-
-Ecco io….-
Iniziò a puntellarsi le dita una contro l’altra. Ah no! Un altro Poliziano moro no! Poi facciamo i velini…non ho idea di cosa siano, ma so che faranno furore in futuro. Raffaello tossì e poi parlò senza prendere fiato.
-Io volevo invitarvi alla mia festa di compleanno!-
-Ooh che carino!- azzardai –Quanti anni compi? Quindici?-
-No…venti…-
Ah ok. Non posso sempre ricordarmi tutto di tutti i miei sottoposti, sono una marea. Michelangelo iniziò a ringhiare.
-Grrrr, non lo voglio quello lì! È troppo…PERFETTO! Non ci può essere tanta perfezione in uno alto un metro e un’ unghia. E poi la pittura non è niente! È meglio la scultura! The best art in the world! Tutto deve essere MUSCOLOSO E INCOMPLETO!-
Raffaello nel frattempo si era fatto piccolo, piccolo in un angolino della stanza, consolato da Pico della Mirandola.
Ok, erano i più grandi artisti in circolazione, ma erano anche un branco di invasati. Ma non potevo non prenderli a palazzo; io devo averli nel mio seguito così che in futuro, grazie alla loro arte, tutti mi adoreranno!
In fondo io sono Magnifico…Lorenzo in Magnifico!
NOTE DELLE AUTRICI
Buongiorno a tutti! Ecco a voi il capitolo sulla corte dei Medici di Firenze! Non potevano non avere uno spazio tutto loro!
Questa volta ringraziamo Young50 per aver inserito la storia tra le preferite ed Elodie90 e Sofja Ivanovna per averla inserita tra le seguite.
Ciao ciao
Cammi e Alex