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Autore: Akeryana    27/02/2015    3 recensioni
Di giorno era solo un ragazzo di 22 anni con delle doti da prestigiatore e da cantante, di sera era il più famoso e amato ladro di tutto il mondo. Il suo nome era Ladro Kid.
Ma era anche un ragazzo normale e come tale anche lui si era innamorato, ma per sua sfortuna l’amata era la figlia del commissario di polizia, l’uomo che aveva sempre cercato di catturarlo.
[Dal terzo capitolo]
Con un balzo incredibilmente agile atterrò di fronte a me, il suo mantello ancora svolazzava per aria ma la mia attenzione fu attirata da lui che si inginocchiò di fronte a me prendendomi la mano, intanto mio padre gli gridava incessantemente di allontanarsi da me, puntandogli anche la pistola ma non sembrava importargliene. < Io non sono né un poliziotto né un detective, sono solo un ladro che adesso vuole rubare il tuo cuore >
Paring:Jortini, Dievica, Mechibiani e Falba
(l'ho cambiato perché non mi piaceva e le coppie all'inizio non saranno queste. Buona lettura)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Promessa infranta

Pov Tini
Jorge non si meritava tutto questo, prima sua madre e adesso suo padre. Per una settimana gli eravamo stati tutti vicino.
Diego lo aveva convinto a riprendere le lezioni del suo strumento preferito: la chitarra elettrica.
Facu e Xabi avevano tolto le foto di lui e del padre, almeno per il momento, poi se Jorge sarebbe stato pronto per rivedere quelle foto senza provare tristezza le avrebbero rimesse.
Mechi, Alba e Lodo si erano messe d’impegno e ogni sera cucinavano alcuni dei suoi piatti preferiti, poteva sembrare qualcosa da poco, ma rendeva felice Jorge e di conseguenza anche noi.
Io invece avevo passato ogni notte a coccolarlo, abbracciarlo, baciarlo e sussurrargli canzoni d’amore quasi fossero ninna nanne. Ogni notte si addormentava con un sorriso sulle labbra e mi rendeva infinitamente contenta. Almeno lo stavo aiutando.
Passarono tre mesi e anche questa notte stavamo abbracciati.
Aveva la nuca appoggiata al mio petto, i capelli che mi accarezzavano il collo e io che di conseguenza glieli accarezzavo dolcemente. Eravamo coperti da un lenzuolo bianco e il suo braccio mi cingeva la vita da sotto il lenzuolo.
<<   Jorge…   >>   lo chiamai un po’ timorosa, volevo fargli una domanda ma temevo di essere troppo brusca.
<<   Dimmi Tini   >>   aveva la voce bassa e appannata, si stava per addormentare ma io l’avevo fermato. Iniziavamo bene.
<<   Ma tu… In questi giorni… Come stai?   >>   chiesi con tutto il tatto che si poteva avere, in questa domanda.
<<   Intendi se grazie al tuo aiuto e a quello degli altri mi sto riprendendo dalla morte di mio padre?   >>   ovviamente io e lui ci capivamo benissimo, ma insomma così mi mandava in fumo il tentativo di essere delicata nel fare questa domanda. Ma lo stesso feci cenno di si con il capo, anche se non mi guardava aveva capito la mia risposta   <<   Si, grazie a voi è stato meno doloroso di quanto pensassi. Sono dei grandi amici   >>  
Ma… Un momento…
<<   E io?   >>   chiesi non sentendomi riceve alcun ringraziamento.
<<   E tu cosa?   >>   aveva anche avuto il coraggio di chiedermi. Che ingrato!
Mi alzai dal letto e feci per andarmene, ma lui fu più svelto e, senza che io me ne accorgessi, si mise in ginocchio sul materasso, mi tirò per la maglia e mi fece cadere tra le sue braccia.
<<   No! Sei solo un ingrato!   >>   mi misi a strillare e nel mentre cercai di  liberarmi dalla sua stretta, ma, ovviamente, lui era più forte di me e non ci riuscì.
Continuai a gridare fino a che non fu lui a zittirmi, con un bacio. No che non lo volessi, ma stavo iniziando a detestare il fatto che, quando dicevo qualcosa che non gradiva, mi zittiva con un bacio. Perché lui sapeva benissimo che io morivo per un suo bacio.
Fu lui a sciogliere l’abbraccio e appena aprì gli occhi, vidi lui guardarmi divertito.
<<   Se non la smetti di gridare, Facu e Diego penseranno che stiamo facendo giochi erotici   >>  
COSA?!
Se questo doveva farmi calmare, non funzionò, anzi, mi dimenai ancora di più e strillai ancora più forte.
<<   Lasciami Jorge! Fammi andare in camera mia!   >>  
Ma non mi ascoltò, mi fece distendere sul letto e mi sussurrò all’orecchio     <<   Sei tenera anche mentre fai così   >>   mi bloccai di botto.
<<   Jorge sono arrabbiata con te, questo non basta a farti perdonare   >>   girai il viso dall’altra parte così che non potesse baciarmi.
<<   Ehi! Non è valido! Questa me la paghi   >>    si lamentò ridacchiando, ma quelle parole mi fecero ricordare la promessa che Jorge aveva fatto. Aveva giurato vendetta a quegli uomini.
<<   Jorge dimmi la verità… Vuoi ancora… Avere la tua vendetta?   >>    girai il viso per poterlo guardare negli occhi e lo vidi cupo.
Ma perché non mi ero stata zitta?
<<   No Tini, non voglio più vendicarmi…   >>   era freddo e c’era qualcosa nel suo tono che non mi faceva stare tranquilla… Mi stava dicendo la verità?
Decisi di fidarmi e lo abbracciai. Lui spostò il suo viso, ora di fronte al mio, e mi baciò con passione, anche se qualcosa mi diceva che era meglio non abbassare la guardia.
Pov Alex
 
<<   Allora… Hai pensato al signor Blanco?   >>    chiesi al mio “collega”, senza guardarlo, visto che ero troppo preso dal panorama che si vedeva dalla finestra del mio ufficio.
<<   Certo capo!   >>    mi rispose fiero.
<<  In che stanza è? Voglio vederlo!  >>  
<<   Non è in nessuna stanza, si può dire che è “in un posto migliore”   >>   rispose ridacchiando malignamente.
Non poteva essere tanto imbecille da averlo fatto!
<<   Stai dicendo… Che l’hai ucciso?   >>   chiesi con un sorriso divertito, mentre giravo di poco il viso verso quell’idiota, che annuiva con capo energicamente.
Mi avvicinai a lui lentamente, mentre continuava a sorridere e io non smettevo di ridire, ma era una risata nervosa.
<<   Imbecille!   >>   gli tirai uno schiaffo in piena faccia che lo fece cadere a terra.
<<   Ma perché capo?   >>   aveva anche il coraggio di chiedermi mentre si toccava la guancia, dolorante.
<<   Perché io non ti avevo ordinato di ucciderlo, ma di rapirlo! Di portarlo qui da me!   >>   gli gridai infuriato come mai.
<<   Avremmo solo avuto un peso in più di cui occuparci, nulla di più   >>   cercò di giustificarsi, ma io non ero della stessa idea.
Lo afferrai per la maglia alzandolo da terra e lo porta vicino al mio viso, che era ritratto in una smorfia d’ira.
<<   Idiota! Ecco perché io sono il capo, la volpe, mentre tu un misero topo. Se avessimo avuto il padre di Blanco qui, avremo potuto ricattarlo, in modo da fargli rubare Pandora per noi!   >>  gli spiegai gridando e riuscivo a sentirlo tremare, ecco, così si riceve rispetto, anche se alcuni potrebbero definirlo “essere temuti” ma tanto era la stessa cosa.
Lo lasciai cadere a terra   <<   Vattene prima che prenda la mia pistola   >>    lui non se lo fece ripetere due volte e strisciò fuori dalla stanza come il verme che era.
Ero circondato da idioti!
Pov Jorge
Io e Tini ci eravamo fatti prendere dalla passione, eravamo nel letto mentre le nostre pelli nude si accarezzavano e fremevano al tocco l’una dell’altro. Le stavo lasciando dei baci sul collo, fino a succhiare avidamente quella parte di pelle, che divenne rossa. Mi sollevai di poco, per guardarla negli occhi.
<<    Sai piccola, ne abbiamo passate  tante, ma adesso… Sei pronta per essere mia e di nessun altro?    >>  
<<   Solo se mi prometti che anche tu sarai solo mio, che ogni volta che una ragazza, anche se fosse carina come una modella, ti guarderà tu passerai avanti, la ignorerai e se quella continuerà tu le dirai che sei solo e unicamente mio   >>  
Ridacchia, ma poi tornai serio appena le posai le mani sulle cosce e le aprì le gambe, speravo con tutto me stesso di non farle male.
Per mia fortuna, provò solo piacere appena diventammo una cosa sola.
Ci guardammo negli occhi per tutto il tempo, fino a che non si aggrappò alle mie spalle per raggiungermi e baciarmi con infinita passione.
<<   Te lo prometto   >>   dissi in un momento di pausa del bacio, lei mi guardò sorridendo.
Stanchi e sudati ci fermammo e dormimmo abbracciati. Appena si addormentò le iniziai ad accarezzare i capelli.
Tini… Spero mi perdonerai per quello che farò…
Pov Tini
Questo  fu di certo il risveglio migliore di sempre, mi rotolai nel letto da una parte all’altra, visto che non vedevo Jorge, e allora mi portai il lenzuolo sul naso e inspirai il suo profumo, era quello di Jorge. Avevo passato la notte più romantica della mia vita insieme all’uomo che amavo.
Ma era strano che non mi avesse aspettato… Oh no! E se… No, mi aveva detto che non l’avrebbe fatto, e se mi sbagliavo? E se mi avesse mentito?
Oh no! Devo dirlo agli altri!
 
 
Nota autore: Salve a tutti, mi dispiace terribilmente per il ritardo ma… Non voglio annoiarvi, quindi andiamo alla nota. Dai dite che mi amate per la scena Jortini! Ma di certo ora vedrete Alex su una luce diversa visto che non era stato lui a uccidere il padre di Jorge, però lo voleva rapire quindi non lo possiamo perdonare. Prima di concludere la recensione volevo avvisarmi che il prossimo capitolo sarà il penultimo. Mi mancherà troppo questa storia, ma come sapete tutto ha una fine. Ditemi che ne pensate. Un beso.
  
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