Strip Poker.
< Te l'ho già spiegato il
motivo, Sanji-kun >
La voce di Nami si stava facendo
stanca e sempre più inflessibile.
Ma il biondo Cuoco sembrava non
voler obbedire alle sue parole per nessuna ragione al mondo.
... e ciò sorprendeva anche la
navigatrice stessa.
< non mi fido di Zoro, ha il
sonno troppo facile ... quindi voglio che ci stia anche tu >
Il Cuoco continuava a scuotere la
testa, tentando invano.
< mia bellissima Nami-san >
esordì infine disperato < ti prego, non puoi farmi questo ! Non ho
intenzione di passare tutta la notte sulla nave a vegliare con quello stupido
Marimo !! >
Ormai le stava provando tutte.
Erano attraccati su di un’isola
apparentemente pacifica e dopo qualche giro di perlustrazione la ciurma aveva
deciso di regalarsi una comoda e rilassante notte in albergo.
Nonostante la tranquilla prospettiva,
ognuno di loro sapeva bene che di quei tempi non ci si poteva permettere mai di
abbassare troppo la guardia.
Così a qualcuno –sicuramente era
capitato “a caso” di lasciare uno dei
più agguerriti e temibili- era stato dato l'obbligo di passare la notte sul
ponte a vegliare sull’incolumità della Going Merry.
Conoscendo però la poca affidabilità
di questa persona, gliene era stata
affiancata un'altra.
< SANJI-KUN > il tono
della ragazza si faceva sempre più pericoloso < io, invece, non ho
intenzione di perdere altro tempo in inutili discussioni ! Tu farai quello che
ho detto >
A quelle parole, il Cuoco si arrese.
Si massaggiò le tempie nel
tentativo di calmarsi e di farsi andar giù l'idea.
Non poteva rispondere ancora male
alla dolce Nami-swan, ma non poteva permetterle di fargli quello, di negargli
la felicità; sapeva sarebbe stato un incubo, UN INCUBO.
Vide i suoi compagni allontanarsi
con aria allegra e spensierata, salutandolo con la mano.
Chissà se sarebbe sopravvissuto
fino al giorno successivo.
Chissà se li avrebbe rivisti, o
quella notte ci sarebbe stato il duello definitivo tra lui e Zoro in cui solo
uno sarebbe prevalso.
In preda a pensieri relativamente
positivi, si accese una sigaretta e girò i tacchi dando le spalle al suo
Capitano che chiudeva la fila saltellante.
Il sole stava tramontando proprio
davanti agli occhi di Sanji, tingendo di un rosa pallido tutto il cielo che
prometteva null’altro che una serena notte estiva.
Pensò improvvisamente che avrebbe
potuto dormire sulla spiaggia che tanto non l'avrebbe scoperto nessuno, ma
ormai il gioco era fatto; tanto valeva salire.
Rimase ai piedi del galeone senza
far nulla.
La scaletta era stata tirata su.
Che questo, per caso, fosse solo
l'inizio delle sue sfortune ?
< Maaaariiimoooo~! >
cominciò.
Silenzio.
< MAAAAAARIMOOO~ !! >
Ancora nessuna risposta.
< MARIMO !!!!!!!! >
Santo cielo, che si fosse già addormentato
?!
Sentì qualche rumore provenire
dall'interno, il tonfo di qualcosa che cadeva di colpo sul legno della nave.
Ormai non sapeva più cosa pensare.
< HEY !! Lo so che sei lì, razza
di Alga che non sei altro ! >
Una porta si aprì sbattendo rabbiosamente,
quasi fosse stata scardinata.
< HEY, dico a te, brutto Muschio
Verde !! >
Infine, il tanto atteso Spadaccino
si affacciò furente e sudato, probabilmente reduce da uno dei suoi allenamenti
giornalieri.
< CHE CAVOLO VUOI, signor
Torciglio ?! >
< oh, finalmente. Dai, butta giù
la scala >
Zoro rimase interdetto e guardò
l'altro con cipiglio sarcastico.
Sanji ricambiò lo sguardo, tenendo
stretta la sigaretta tra i denti.
< allora ? > lo incitò
quest'ultimo < ah, capisco che possa essere difficile da recepire per te,
quindi per questa volta ti darò una mano ... >
Si indicò la bocca con fare serio e
cominciò a sillabare < d-e-v-i b-u-t-t-a-r-e g-i-ù l-a s-c-aaaa --- >
< HO CAPITO, razza di deficiente
!! Ma non vedo il motivo per cui tu debba salire qua >
< ordine di Nami > rispose
con prontezza.
< ah sì ? Quella --- >
< non ti permetto di insultarla
!! >
< si da il caso, che io faccia
quello che mi pare ! >
< tsk ! Vedremo come farai
quando ti avrò talmente riempito di botte che non ti muoverai più ! >
< e allora vedremo come farai a
salire la scaletta quando ti avrò tagliato entrambi mani e piedi ! >
Entrambi ringhiarono all’unisono.
< fammi salire, Marimo.
>
La sua voce aveva preso una cupa
inclinazione, quella di qualcuno con cui non vorresti avere a che fare.
Strinse forte i denti, fino a
spezzare la sigaretta che cadde inevitabilmente sulla riva.
< solo perchè non voglio
problemi > recitò l'altro.
Con un gesto secco, gli diede la
possibilità di salire e si avviò in fretta verso l'interno, sparendo.
Il Cuoco sbuffò più volte,
ri-tirando su la scaletta per evitare che si introducesse qualcun altro.
Man mano che il sole spariva all’orizzonte,
l'aria si faceva più piacevole e fresca
Nonostante ciò sentiva qualcosa
attorno a se, come una sensazione: non era certo un talento comparabile a
quello della Navigatrice, ma qualcosa sembrava dirgli che presto sarebbe
cambiato il tempo.
Si diresse quasi involontariamente
verso la cambusa, dove come di consueto sperava di poter trascorrere in santa
pace tutta la notte.
< MARIMO ! MARIMOOO ! >
Sanji, percorreva come un ossesso
tutta la nave alla ricerca del compagno che, a suo parere, sarebbe riuscito a
perdersi anche lì dentro.
< ma si può sapere dove diavolo
ti sei cacciato ?! >
Con un paio di imprecazioni, aprì
le ultime due porte del corridoio, spalancandole con violenza.
< e tu … È mai possibile che tu debba sempre urlare !?
>
Alla penultima porta si era
ritrovato catapultato in bagno, travolto dalla sua stessa energia.
Lì dentro vi aveva trovato il
Vice-Capitano, a mollo nella vasca piena di schiuma con fare molto rilassato,
ma con l’espressione irritata di chi è stato appena disturbato.
Il Biondo si ricompose, stando
sempre sull’attenti vicino allo stipite della porta.
< mi chiedevo se avessi fame
>
Cercò di essere il più coinciso
possibile.
Non che la situazione fosse
assurdamente imbarazzante, dopotutto lui personalmente aveva visto nudi tutti i
membri della ciurma -ragazze escluse, purtroppo- per svariati motivi: perchè si
stavano cambiando in camera, per qualche scherzo ben architettato di Usopp,
perchè avevano fatto irruzione in bagno proprio come lui ...
Ma forse era l'atmosfera, così
stranamente calma e pacata.
C'erano solo loro due sulla Merry,
se ci fosse stato baccano, sarebbe stata opera loro.
Zoro lo fissava nuovamente inespressivo,
con la testa appoggiata al bordo della vasca.
Per quanto riguardava il cibo, era
preciso dovere di Sanji non far morire di fame nessuno.
E poi stava cercando in tutti i
modi un occupazione.
< sì > una secca risposta.
Lo guardò un altro momento
lasciando scorrere gli occhi per un momento sulle gocce d’acqua che scendevano dai
capelli e lungo il suo collo, prima di biascicare un < bene > e lasciare
la stanza.
Tornò a falcate veloci nella sua
amata cucina e una volta entrato si sentì quasi meglio.
Aveva sentito qualcosa di diverso
nella brezza, prima, e ora di nuovo lo colpiva quella sensazione di stranezza e
di inadeguatezza della situazione.
Eppure davanti a sé non aveva avuto
niente di eclatante.
La porta della cambusa si aprì
violentemente verso l’esterno, annunciando l’arrivo del compagno.
Sanji si girò, decisamente irritato
per quel tocco così palesemente da cavernicolo, ma deciso a non proferir
parola.
Sull’entrata sostava ancora Zoro,
con indosso solo un paio di pantaloni scuri ed un asciugamano bianco buttato
malamente sulle spalle.
Si era vestito solo per modo di dire.
< allora, che si mangia ? >
chiese con entusiasmo inesistente.
Il Biondo sentì un brivido di collera
percorrergli la spina dorsale.
Non ce la faceva, proprio non ce la
faceva.
< non sei in un albergo !!
SIEDITI ! > urlò.
L’altro rimase un attimo basito, ma
si sedette inarcando un sopracciglio.
< si dà il caso, comunque, che tu
sia il cuoco di bordo ... > borbottò in risposta.
< che hai detto ?! >
< ... niente >
Nessuno dei due, in fondo, aveva
voglia di bisticciare, sempre che l’altro non l’avesse provocato appositamente.
Dopo neanche un minuto, Sanji
allungò un piatto colmo di brodetto di
pesce.
Il sugo di pomodoro, minacciò di
uscire appena lo posò sul tavolo.
Zoro studiò attentamente la
portata.
Si fidava ben poco; avrebbe potuto
avvelenarlo.
A quella reazione, l’altro reagì
studiandolo appena e avvicinandoglisi.
< avrei voluto farti del marimo tonnè > disse infine < ma
credo che tu sia l’unico esemplare >
Sentì il ringhio sommesso che ebbe
in risposta e lo vide cominciare a mangiare avidamente.
Si girò dall’altra parte,
accendendosi una sigaretta.
Il Cuoco mise le stoviglie a
scolare sul lavello; non sarebbe successo niente se per una volta non le avesse
asciugate.
Il silenzio regnava sovrano nella
stanza.
Era cosciente della presenza di
qualcun altro nella stanza, ma era come se non ci fosse.
E forse anche Zoro pensava la
stessa cosa.
Non avevano la minima idea di che
ore fossero, e loro avrebbero dovuto vegliare tutta la notte !
Si rese immediatamente conto che il
tempo non sarebbe più passato se non avesse trovato qualcosa da fare.
< senti ... >
Aveva intenzione di proporre
qualcosa, quando lo Spadaccino lo battè sul tempo.
< Cuoco, ti va di giocare a
Poker ? >
Rimase un attimo spiazzato prima di
dare un senso alle parole appena udite.
Poker ?
< vada per il Poker >
Se avesse provato a questionare,
sarebbe finita male.
Zoro abbozzò un mezzo sorriso e si
allontanò alla ricerca della carte, lasciando Sanji in balia di un numero
spropositato di pensieri per quella sera.
Hello hello !
Non
so bene come giustificare ciò,
se
non dicendo che ho passato un periodo in cui ero strafissata col
Poker, mah.
Anyway,
se questo assaggio risulterà gradito pubblicherò anche il continuo :D
Ogni
recensione è immensamente gradita e utile !
C ya~