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Autore: Liz_Eagle    27/02/2015    0 recensioni
Avete presente tutte le informazioni biografiche sui vostri idoli? Quelle che avete visto scritte talmente tante volte da impararle a memoria? Beh.. dimenticatele.
Perchè questa è una storia senza tempo, che tratta episodi realmente accaduti (ogni tanto).. ma non in ordine cronologico, che cita personaggi veramente coinvolti nelle vicende dei Guns.. ma anche personaggi mai esistiti. E soprattutto.. che vive la Los Angeles del 2012 come fosse quella del 1986.
Ma chissene frega se Axl non ha mai avuto figli, o se Perla è l'unica donna di casa Hudson. Uno Slash padre a poco più di vent'anni è difficile da immaginare? Basta un po' di fantasia in più.. che poi, chi l'ha detto che Grace e Mae Marie McKagan debbano per forza essere due dolci e innocenti bimbe bionde?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12. BLOWING IN THE WIND

12. BLOWING IN THE WIND

Ok, ok il mio ultimo aggiornamento risale al lontano 05/03/2014.. poco ci mancava e stappavo la bottiglia per l’anniversario. Chiedo scusa a tutte le ragazze che seguivano la storia quando i capitoli arrivavano in tempi ragionevoli, e le ringrazio molto per i loro apprezzamenti. Spero comunque che a qualcuna possa ancora interessare questa lentissima storia. Purtroppo ho perso la costanza che avevo nello scrivere.. e non la trovo più :P.

Ad ogni modo, ecco un altro capitolo.

Un bacio! Liz

Giada non riusciva ancora a credere ai suoi occhi. Si guardò intorno per vedere se riusciva a scorgere Gin da qualche parte.. ma niente. Stava iniziando ad agitarsi; come aveva potuto andarsene senza dirle niente!?

Inizialmente si arrabbiò. Dopodiché un altro pensiero la distrasse dalla rabbia. Come avrebbe fatto a tornare al campus? Di notte i pullman non funzionavano e a piedi ci avrebbe messo un'ora macinando chilometri.. era ovvio che avrebbe dovuto chiedere un passaggio a Cash, perché con quello che era successo quella sera non si fidava a chiedere a Steve.

Pensandoci bene però nemmeno chiedere a Cash era una meravigliosa idea: già le era andata bene che il ragazzo non si fosse arrabbiato troppo per la scenetta di Steve, forse chiedergli anche di accompagnarla a casa  era tirare un po' troppo la corda..

Non sapeva davvero cosa fare.

Stava pensando ad una lunga lista di insulti da urlare a Gin il giorno dopo quando fu distratta dai suoi pensieri da un amico di Cash: "Ehi bionda! Ti sei incantata?" Solo in quel momento Giada si accorse che i ragazzi si erano alzati in piedi e stavano per andare a casa. Fantastico.. non aveva nemmeno troppo tempo per decidere!

Balbettò qualcosa che l’amico di Cash nemmeno ascoltò, ma al riccio non sfuggì quell’indecifrabile “cercavo Gin”.

“Ti riporto io al campus se hai bisogno di un passaggio” il suo tono era dolce e premuroso, Giada si rilassò un attimo pensando che forse aveva esagerato, che il riccio non si fosse fatto venire il sangue amaro per Steven. “Non credo che mia sorella tornerà.. e poi sei di strada” la bionda sorrise riconoscente, alzandosi e raggiungendo il gruppo alla cassa.

Le fu offerto da bere dagli uomini presenti, c’era un gran urlare tra loro e alla fine del battibecco non aveva ben capito chi dovesse ringraziare per quella bevuta regalata. Poco prima di uscire dal locale, mentre già Cash le aveva aperto la porta, scorse per l’ultima volta quella sera la chioma rossa. Le dispiaceva per come si erano messe le cose, ma non se ne fece un cruccio e senza il minimo segno di esitazione uscì dall’affollato locale.

 

***

Giada non era un’amante dello sfarzo. Nonostante la sua famiglia fosse benestante, non era stata cresciuta nel lusso e aveva imparato ad apprezzare le cose semplici. Tuttavia non poteva negare quanto fosse piacevole e liberatoria la sensazione del vento tra i capelli mentre Cash sfrecciava tra le vie illuminate con un’elegante decappottabile nera. Non si erano detti granché nel tragitto in macchina, il moro aveva acceso la radio e si era messo a picchiettare il volante con le dita, mentre le note di un cd molto rock si perdevano nel vento forte, accarezzando lievemente l’orecchio. Giada pensò di aver già sentito quel gruppo, uno dei grandi pilastri degli anni 80, gli Skid Row. Li aveva sempre adorati, perché erano in grado di trasmetterle un’energia fortissima. Ma quello era un brano lento.. che la cullava e la aiutava a rilassarsi.

Non si era nemmeno accorta di essersi addormentata. Fu svegliata dalla calda voce di Cash e dal suo tocco leggero sulla spalla. Spalancò i grandi occhi azzurri e guardò il ragazzo. Vuoi la stanchezza, vuoi la birra che aveva bevuto o vuoi semplicemente il ragazzo in sé, in quel momento Cash le sembrò ancora più bello. Sorrise lievemente vedendo che anche lui le sorrideva, un sorriso misto tra il dolce e il divertito. La ragazza arrossì un po’ trovandoselo così vicino, con quel sorriso mozzafiato. “Non avresti dovuto lasciare che mi addormentassi..”

“E perché no? Sembravi stanca.. e poi eri ancora più carina mentre dormivi” Giada sentì nuovamente il calore irradiare le sue gote.

“Mi spiace solo di non essere stata di gran compagnia”

“Nessun problema, mi hai sopportato abbastanza a lungo per stasera” disse lui facendole un occhiolino e scendendo dalla macchina, fece il giro della vettura per andarle ad aprire la portiera.

“Non direi di averti sopportato” disse lei afferrando la mano che il moro le porgeva e uscendo dall’abitacolo “mi ha fatto piacere chiacchierare con te” disse con un sorriso.

“Anche a me!” rispose l’altro. Ci furono pochi istanti di silenzio; non era un silenzio pesante, semplicemente ognuno dei due stava soppesando le parole appena dette.. Cash sembrò riprendersi da un profondo pensiero quando esordì con un “beh, sei arrivata!”. Si accorse subito che avrebbe potuto trovare qualcosa di meglio da dire, ma ormai il danno era fatto.

Giada asserì ringraziandolo ancora per il passaggio.

“Beh allora.. ci vediamo domani. Anche tu inizi le lezioni no?”

“Si. Devo ancora memorizzare dove sono le aule, sarò continuamente in ritardo domani..”

“Beh se ti serve una mano, sai a chi chiedere!” Il moro sorrise di nuovo. Bellissimo. “allora buona notte” disse piano. Si avvicinò al volto della ragazza e le diede un leggero bacio sulla guancia. Giada istintivamente socchiuse gli occhi non appena sentì il calore del respiro di Cash che le solleticava il viso. Rispose incerta al bacio, poi, con un irrefrenabile voglia di assaggiare quelle labbra carnose, rimase voltata verso di lui, gli occhi ancora semiaperti, in attesa di un caldo bacio che però non arrivò. Quando aprì gli occhi, vide che il moro la guardava, a un millimetro dalla sua bocca, con sguardo indecifrabile. Il ragazzo sorrise impercettibilmente e come se tutt’a un tratto avesse fretta, sospirò un ultimo leggero “ciao” e tornò in macchina, avviando il motore e sfrecciando  via.

 

Giada rimase in fissa ancora per qualche istante sul punto in cui la macchina di Cash aveva svoltato scomparendo dietro ad un alto palazzo. Aveva una strana sensazione addosso che non riuscì subito a decifrare ma poi finì con l’identificare con l’insoddisfazione. Si, era insoddisfatta. Quel leggero bacio sulla guancia era stato un colpo basso; dopo una serata così piacevole, dopo le chiacchiere e il contatto fisico dei loro corpi fuori dal locale, quel leggero tocco sulla sua gota le risultava fastidioso. Era stato come guardare un bicchiere con ancora qualche goccia quando si ha sete; ti porta solo ad avere ancora più sete.

Scosse la testa tentando di non pensarci ulteriormente. Lei non era tipa che perdeva tempo a rimuginare troppo sulle cose.

Il giorno dopo doveva fare un sacco di cose. Sarebbero cominciate le lezioni, doveva passare in segreteria a ritirare la lista di esami inerenti al suo piano di studi, doveva capire bene gli orari delle lezioni e soprattutto le aule, visto che il campus era disseminato di edifici con decine di aule all’interno. Doveva capire come arrangiarsi con la mensa del campus, doveva trovare Gin.. insomma, aveva già abbastanza da fare. Non le serviva una distrazione su cui perdere tempo.

 

Rientrò nell’edificio ripassando ancora una volta la lista di cose che avrebbe dovuto fare il giorno dopo. Doveva anche passare da quel professore di italiano che le avevano segnalato, si sarebbe occupato di seguirla nei suoi studi. Entrata in stanza si prese giusto il tempo di mettersi il pigiama e lavarsi i denti prima di buttarsi sul letto esausta. Pur provandoci in continuazione, il pensiero per l’ennesima volta era finito sul bel moro e su quel saluto che l’aveva lasciata con l’amaro in bocca. Si rigirò nel letto mille volte, prima che il sonno la cogliesse definitivamente.

 

***

 

Quel raggio di luce dritto in volto svegliò Giada di malumore; aveva avuto un sonno agitato, ricco di pensieri. Sogni veloci e spaventosi si erano susseguiti senza darle tregua, lei che cadeva, lei che si perdeva in corridoi infiniti, viaggi privi di senso in mondi fatati, ma non si quel fatato magico e bello delle favole, erano mondi fatti di colori accesi, troppo accesi e vortici di luce, che le avevano messo addosso un sacco di agitazione.

Mancavano ancora cinque minuti alla sveglia, ma ormai aveva gli occhi aperti, tanto valeva alzarsi e prendersi cinque minuti in più per prepararsi.

Si gettò sotto il forte scrosciare dell’acqua della doccia nella speranza di sciogliersi un po’ i nervi. Mentre sgranocchiava una fetta di pane con la marmellata riguardò la sua tabella degli orari. Quel giorno sarebbero cominciate le lezioni. Doveva seguire un corso di inglese per stranieri obbligatorio, nonostante avesse un’ottima padronanza della lingua, e poi c’erano i corsi di storia del cinema, storia del documentario, basi di regia, basi di scrittura cinematografica.. insomma, non c’erano troppi buchi bianchi in quella tabella.

Ricontrollò ancora una volta sulla mappa dove stavano le  varie aule; il campus era immenso e gli edifici talmente pieni di piani e aule da perdercisi. Si preparò e uscì di corsa dalla sua stanza.

  
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