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Autore: Anonimadelirante    27/02/2015    0 recensioni
“La pelle di Sirius – quella di Dorcas, di Mary e di Regulus – è fatta per essere ferita e dilaniata; è il loro unico modo per capire. Di combattere e di amare.
Mantenere i segreti è l'unica cosa che, gli occhi delle due dee di Sirius, hanno in comune – cercare di carpirli, il peggior difetto dei fratelli Black.
Sono ragazzi venuti al mondo per morire giovani.”

[Prima classificata al “As simple as that! Old Generation contest”]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorcas Meadowes, I Malandrini, Mary MacDonald, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nome dell'autore su EFP: Anonimadelirante
Nome dell'autore sul forum: Liz_nox
Titolo della storia: Sinfonia di anime in fuga
Elemento scelto: promt – pelle
Avvertimenti: Tematiche Delicate; Contenuti forti
Note: //
Coppie: SiriusxMary; SiriusxDorcas (accenni alla DorcasxRegulus e LilyxJames)
Rating: Arancione
Introduzione: La pelle di Sirius – quella di Dorcas, di Mary e di Regulus – è fatta per essere ferita e dilaniata; è il loro unico modo per capire. Di combattere e di amare

Mantenere i segreti è l'unica cosa in comune che hanno gli occhi delle due dee di Sirius – quelli di cercare di carpirli, il peggior difetto dei fratelli Black.

Sono ragazzi venuti al mondo per morire giovani.
Eventuali NdA: a fine ff. Sono solo tre capitoli di pesanti deliri post-traumatiche serie TV e angst a palate, avanti!

 

 

 

 

 

 

Il cielo è nero, costellato di piccole cicatrici, come la schiena inarcata di Mary.

Mary è uno di quei nomi, che accarezzano il palato.

È tutto uno sfregarsi, accarezzarsi; cercarsi e rincorrersi.

Sirius sa che, in questa notte fatta di pece, l'equilibrio che ancora lo tiene ancorato alla realtà s'infrangerà. E lascia deliberatamente che ciò accada.

Mary diventa una ragazza, ai suoi occhi; fatta di carne e ossa e sangue, sotto la pelle alabastrina – sotto quelle strane cicatrici.

 

 

 

Primo movimento

(incontri)

 

 

 

È rannicchiata contro l'angolo più buio della Torre di Astronomia e Sirius ci mette un po' a riconoscerla: è diversa. Ma poi diventa impossibile non notarla – non notarlo. E allora la Mary che era stata amica e conoscete, compagna di squadra e di scherzi, muta nell'improvvisa e opalescente figura di giovane donna.

Allunga la mano, incerto, mentre il Mantello dell'Invisibilità gli scivola via dalle spalle; i capelli di Mary sono ali spezzate di un corvo spennacchiato.
Ha le guance rigate di lacrime rossastre – Mary, che non piange mai – e gli occhi scuri come la notte.
La mano di Sirius accoglie quella porzione di collo che va da dietro l'orecchio alla nuca, e l'accarezza.
Deglutisce, mentre si perde a osservare la linea elegante del suo collo e le labbra scure e spaccate.
Le labbra di Mary sono rosse sempre, ma ora sanno di sangue e non sono arricciate nel solito sorrisetto pestifero.
Sta accovacciata sul pavimento, riversa su sé stessa, la schiena appoggiata al muro – l'unica cosa che le impedisce di sgretolarsi è la mano di Sirius, chiusa a coppa vicino alla mascella. Abbassa le palpebre, ma non lo sguardo – lascia che le lunghe ciglia disegnino ghirigori spettrali sugli ematomi del volto; non lo sguardo, che è fisso in quello di Sirius, ad annegarsi a vicenda.
Sirius si impedisce di guardare la camicetta sporca di sangue, la gonna sollevata e le calze strappate. Solo gli occhi importano, abissi fatti di more e desideri incrinati.
Le hanno tagliato i capelli a colpi di Diffindo ed è la pelle del collo ad averne fatto le spese – Sirius sente la mano sporcarsi di sangue, ma non la ritrae; si avvicina, piano.
«Cos-» è roco e non del tutto sicuro di cosa sta per dire «Stai... Stai bene
Domanda idiota.
«No- non... ho niente.» prova a mentire lei, ma il sussurro le esce spezzato da un singhiozzo. Cerca di tirarsi indietro – la schiena si scontra ancora una volta col muro e lei si lascia fuggire un gemito.
«Mary... Mary.» Sirius richiama la sua attenzione e la avvicina un poco, o forse si avvicina lui.
«Mary.» le labbra sfiorano lo zigomo nero, mentre lei si mordicchia l'interno guancia.
Mary si abbandona a Sirius e Sirius si abbandona a Mary, mentre lei si smette di trattenere il respiro e lui appoggia la fronte contro la sua tempia.
C'è un lembo di pelle – appena dietro l'orecchio, scoperto dai ciuffi scomposti e dagli schizzi di sangue – ed è perfetto.
È bianco, bianchissimo fra i capelli neri e il rosso che le inonda il colletto della divisa.
Ha il profumo velenoso dei sogni trasformati in incubi; muschio bianco misto sangue, lacrime e sudore.

È dolce, quasi burroso. È pelle di principessa da fiaba.
«Mary.» mormora, sconfitto da una realtà troppo ingombrante per comprenderla del tutto.
«Cosa ti hanno fatto, Mary.» continua la sua litania, la ninna nanna cantata al sé stesso bambino – quello che aveva paura del buio, dei mostri sotto al letto e di mamma e papà.
Non si aspetta una risposta – non è una domanda – si sente stupido, inadeguato; impotente.
«Niente. Sir... Va tutto bene, io... Io non-»
Non è una spiegazione perché una spiegazione non serve, ma basta, a Sirius, per lasciare libero sfogo all'immaginazione.
Non può essere...
No.

Il suo cuore batte all'impazzata contro la cassa toracica, come un uccellino che ha appena scoperto che il suo cielo è una gabbia, in realtà.
Non sul serio, no.
Prega, Sirius.
Per favore, Mary; per favore, no.
No, no, no.
Non p-

A volte, le fantasie non vanno così lontano dalla realtà.
Mary.

 

 

 

***

 

 

Sirius non la guarda con la pietà che aveva temuto. La guarda come si guarderebbe una ragazza – una donna.
Brucia tutto, mentre le passa un braccio dietro le ginocchia e uno sotto le spalle, ma lei ansima appena, contro il suo petto.
«Sirius, no. No- non in infermeria.»
È contrariato, ma non protesta. Non parla.
La porta via e basta.
Brucia tutto, ma Sirius è con lei e allora è sopportabile; e allora è un bruciore buono.

 

 

  
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