(Interno
al capitolo 31)
Let’s
play a game!
Appena i ragazzi
uscirono, Michael
chiuse la porta a chiave e premette Manuela contro il muro. Lei fece un
mugolio
sorpreso, che venne soffocato dal bacio famelico di lui. "Michael"
fece, allontanandolo di qualche centimetro con un sorriso divertito.
"Sì, piccola
cupcake?"
"Non ti facevo
così illuso."
"In che senso?"
"Davvero speri
che basti un bacio
un po' più acceso a convincermi?" chiese Manuela, sgusciando
dalla presa
di lui ridacchiando e scappando in cucina. Michael rimase immobile
qualche
secondo. "Dovrai sfoderare tutte le tue doti di corteggiatore per
vincere,
stavolta, Mikey" fece lei ridendo. Si stava divertendo un sacco,
soprattutto perché aveva colto Michael alla sprovvista. Lui si riscosse
subito e la
seguì in cucina. "Oh, piccola, ma io ho già vinto
quando hai accettato di
giocare" fece con un sorriso malizioso. "Sai, pensavo stessi
scherzando, stasera, a proporlo in modo così leggero davanti
a tutti"
disse Manuela, giocherellando con una delle calamite del frigo.
"Piccola,
con queste cose non scherzo."
"Ci sei
già passato?"
"... Forse."
Manuela si
voltò verso di lui con un
sopracciglio alzato. "Io mi sono tenuta pura e casta per te e tu mi
riveli
così queste cose?" chiese sorpresa. "Mi sembrava ingiusto
che tu non
lo sapessi."
"Quindi sono
solo una delle
tante?" chiese Manuela, mentre il suo sorriso sfumava. Michael scosse
la
testa e si avvicinò piano a lei. "Manuela, lo so che
probabilmente adesso
mi consideri uno stronzo, e lo ammetto, prima di conoscerti lo ero.
Chiedilo anche
ai ragazzi. Non mi importava, francamente, chi ci fosse con me nel
letto. Mi
vergogno di quello che ero prima, e credimi, ora non lo sono
più."
"E cosa ti ha
fatto cambiare,
sentiamo?"
"Non ci arrivi
proprio?"
"No."
"Sei stata tu."
Manuela
alzò lo sguardo fino a
incontrare i suoi occhi chiari. Lui le prese le mani e
continuò: "Manuela,
da quando ti conosco sono cambiato. Te lo giuro. Da quando ti ho vista
a quel
concerto, da quando abbiamo iniziato a parlarci... Ho sentito qualcosa
di
diverso. Non mi sentivo alla tua altezza. E come potevo? Tu eri
così perfetta,
così angelica e allo stesso tempo così forte, con
la capacità di fare il culo a
chiunque soltanto aprendo bocca, così divertente,
così dolce e allegra, così
diversa da tutte le altre, così perfetta per me, e io ero
solo uno stronzetto
da una botta e via. Mi hai permesso di farmi un esame di coscienza come
non lo
facevo da tanto. Ho visto quello che ero diventato e quello che sarei
voluto
diventare e... Cavolo, erano agli antipodi. Mi sono fatto schifo da
solo e mi
sono chiesto cosa potessi fare per cambiare. Mi sono reso conto che
stando con
te, ero molto più vicino al me stesso ideale di quanto non
lo fossi mai stato.
Senza nemmeno rendertene conto mi stavi salvando da me stesso, e non
potrò mai
ringraziarti abbastanza per questo. E mentre tutto intorno a me era
sempre più
diverso, tu eri l'unico punto fisso. Il bisogno di avere qualcuno di
fianco la
notte era diventato il bisogno di avere te, ad ogni ora del giorno. Mi
stavo
innamorando senza nemmeno accorgermene, concentrato com'ero sul mio
cambiamento, ma quando me ne sono reso conto, mi sono sentito stupido
per non
averlo capito prima. Prima di andare a dormire non pensavo
più alle ragazze
delle notti precedenti, no. Pensavo a come sarebbe stato un futuro con
te. Sei
la prima e unica persona con cui abbia fatto questi pensieri, e mi
sembrava
così strano, ma anche così bello, mentre sognavo
a occhi aperti di portarti
all'altare. Ci immaginavo fra dieci, venti, ottant'anni, e niente
riusciva a
dissuadermi dal pensiero che tu saresti stata la ragazza giusta. Prima
di
conoscerti mi buttavo via perché non riuscivo nemmeno a
immaginare che sarei
potuto cambiare. Poi ho visto quei tuoi occhioni marroni,
così dolci e così
decisi, e ho sentito il bisogno di cambiare, di migliorare per te. Mi
hai reso
la persona più felice del mondo e continui a farlo. Anche in
questo momento, in
cui mi dovrei sentire un vero schifo - e fidati, la maggior parte di me
vorrebbe picchiarsi da sola - ho una vocina in testa che mi dice di
sorridere
come un ebete, perché ho davanti a me la vittoria
più grande della mia vita.
Sei il mio primo bacio, il mio primo amore, la mia prima speranza di un
futuro
felice. Non potrei amarti più di così e non credo
sia possibile, un giorno,
svegliarsi e sentire meno di tutto questo. Ti amo, e mi dispiace se ho
una
storia piuttosto patetica, ma ho cambiato capitolo, e ora la
protagonista sei
tu. Sento che rimarrai la protagonista indiscussa fino al momento in
cui
nasceranno Austin e Diamond. Manuela, sei l'unica madre che vorrei per
i miei
figli e l'unica ragazza che ho amato, e che vorrei al mio fianco."
Manuela sorrise
piano, non riuscendo a
dire nulla per qualche secondo. Gli diede un piccolo bacio a fior di
labbra,
prima di sussurrare: "D'accordo, le tue doti di corteggiatore sono
davvero
ottime."
"Oh, non ero
nemmeno intenzionato
ad arrivare ad un secondo fine, stavolta. Ti volevo solamente dire la
verità."
"E se fossi
intenzionato ad un
secondo fine?"
Michael sorrise
provocatorio e le
slacciò il primo bottone della camicia. "Se fossi
intenzionato ad un
secondo fine, farei questo" sussurrò. Partendo dalla bocca
di Manuela,
iniziò a lasciare una scia di baci umidi e bollenti sulla
guancia, fino ad
arrivare alla curva del collo. Spostò il colletto della
camicia e si concentrò
sulla pelle morbida della base del collo. Iniziò a baciare
ripetutamente un
punto, a mordicchiarlo, a succhiare piano, mentre le sue mani
scivolavano sui
fianchi di Manuela e lui si spingeva contro di lei, costringendola a
posare le
mani sulla superficie di marmo della cucina per rimanere in equilibrio.
"Mike..." mugolò Manuela. L'altro si staccò e la
guardò con un
sorriso vittorioso. "Sì, Cupcake?"
"Te l'ho detto.
Non sono così
facile. Non sarò come tutte le altre." Detto questo, Manuela
si sfilò di
nuovo dalla presa di lui, andando in sala come se nulla fosse e
sdraiandosi sul
divano. "Mi stai facendo impazzire con questi tuoi giochetti,
piccola" fece Michael ridacchiando e raggiungendola.
"Forse mi piace
giocare."
"O forse ti
piace farmi
impazzire."
Manuela rise
piano e si nascose sotto
la coperta che Ash e Carol avevano lasciato ai piedi del letto. Michael
si
sdraiò sopra di lei, tenendosi sollevato sui gomiti per non
schiacciarla.
"A cosa devo questo cambiamento repentino di atteggiamento, Mikey?"
"C'è
la luna piena, amore. I lupi
vanno fuori di testa."
Manuela si mise
a ridere gettando la
testa all'indietro e Michael ne approfittò per buttarsi sul
suo collo. Tornò a
baciare con foga il punto dove si era concentrato prima. "Sembri deciso
a
far rimanere il segno."
"Lo so che anche
tu non vedi
l'ora. Facciamo vedere a Coco e Luke che non sono gli unici."
"Lo stai facendo
solo per
competizione, quindi?"
"No, lo sto
facendo perché ti amo,
e voglio amarti in ogni modo possibile."
Manuela
arrossì leggermente e chiuse
gli occhi, godendosi la sensazione, ma Michael si fermò
quasi subito. Lei lo
guardò interrogativa. "Vuoi giocare?" le chiese l'altro.
Manuela
sorrise furba e annuì. "Perfetto, ho il gioco adatto" fece
Michael
con un sorriso provocante. Le tolse la coperta di dosso e la prese in
braccio.
Lei si aggrappò subito alla sua vita con le gambe, come
faceva sempre, e si
premette contro il suo corpo. Michael la baciò piano prima
di cercare a tentoni
le scale. "Mike, guarda che cadiamo" fece Manuela ridacchiando.
"Ti fidi di me?" le chiese Michael, guardandola con quei suoi
occhioni enormi. Lei sorrise e annuì e Michael fece il primo
passo sullo
scalino. Con una mano si teneva alla ringhiera, per sicurezza. In poco,
raggiunsero la camera di lei. Michael si chinò fino a farli
sdraiare sul letto
e si ritrovò sopra di lei, in mezzo alle sue gambe, quasi
avesse programmato
tutto. Sorrise furbo e si chinò a baciarla di nuovo, mentre
faceva scontrare i
loro bacini. Manuela soffocò un'esclamazione sorpresa. "Non
sei l'unica
che si diverte a giocare" fece Michael ridacchiando, prima di tornare a
baciarla. Le mordicchiò il labbro inferiore e lo
tirò piano, per non farle
troppo male. Continuò a baciarla, sempre più
forte, per poi lasciarla andare improvvisamente.
Manuela rimase spiazzata. “Dimmi che scherzi” fece
quando lui si alzò. “Ti stai
già arrendendo?” chiese. “No, sto
solamente andando a prendere una cosa che ci
servirà per giocare” fece Michael ammiccante,
prima di correre al piano di
sotto. Manuela rimase immobile sul letto, curiosa e allo stesso tempo
decisa a
non perdere quella specie di scommessa. Era sicura che non avrebbe
ceduto, ma
quando Michael tornò, con un barattolo di Nutella e un
cucchiaio in mano, non
ne fu più così sicura. “Ora possiamo
iniziare il gioco” fece Michael con un
sorriso ferino. “Preparati, piccola cupcake: sarà
una lunghissima notte.”