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Autore: Youki    12/02/2005    1 recensioni
Come arrivò Inuyasha nel villaggio di Kikyo 50 anni fa? E cosa faceva Sesshomaru nel frattempo? E come viveva Kikyo? E chi è Sayouki? Scopritelo leggendo la mia fic, già completa, che posterò regolarmente ogni settimana! COMMENTATE COMMENTATE!!! Baci Youki
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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UNA STORIA DEL PASSATO
di Youki

Cap 10
Tela di Ragno

Inuyasha era ancora stordito ed era rimasto solo nel bel mezzo della carneficina. I demoni sopravvissuti si erano allontanati il più velocemente possibile e non c’era più quella tensione maligna che aveva percepito al momento del suo arrivo. Abbassò sprezzante lo sguardo su ciò che rimaneva del monaco, steso a pochi passi da lui: il corpo era intatto e rigido, la bocca era aperta in un muto grido e il volto guardava il cielo plumbeo con occhi spalancati, colmi di terrore. Quella vista gli riportò alla mente la visione spaventosa di Sayouki durante l’attacco che aveva ridotto in quello stato quell’uomo tanto colossale. Le era bastato un secondo (anche se ad Inuyasha era parso che il tempo rallentasse in quell’istante terribile) per ridurre in niente la sua volontà.
-Hai avuto quello che ti meritavi, dopotutto...Ti ha ripagato con la tua stessa moneta.- sentenziò.
Ripensare al tantra che gli aveva quasi strappato l’anima dal corpo lo fece rabbrividire. Sayouki aveva fatto bene: era la giusta punizione per quel maledetto!
Ma nonostante tutto non poteva fare a meno di provare una certa inquietudine.
Quella che aveva visto combattere non era più la Sayouki che aveva conosciuto, ma una yasha in tutto e per tutto e ciò che ora lo inquietava di più era che lei si trovasse di nuovo con Sesshomaru.
La pioggia cominciò a cadere in grosse gocce pesanti e il cielo parve esprimere la sua disapprovazione per quanto accaduto, mentre l’acqua cominciava a lavare via il sangue che infradiciava il terreno. Un tuono fortissimo squarciò l’aria e Inuyasha colse un movimento con la coda dell’occhio mentre si allontanava.
Hirofumi si agitò spasmodicamente e boccheggiò come se fosse appena riemerso da una lunga apnea: si levò di scatto a sedere portandosi le mani alla testa e guardandosi intorno con occhi spiritati.
-Dunque, nonostante tutto, è stata risparmiata anche la tua inutile vita...- mormorò rivolto al bonzo che ora piangeva col volto levato, sotto la pioggia battente.

****

-Onorati monaci!-
La bambina irruppe nel consiglio riunito, seguita da una donna ansimante.
-Piccola Kaede! Siamo felici di vedere che stai bene!-
Tutti i monaci del tempio erano profondamente affezionati alla sorella della somma Kikyo e quando quello stesso giorno il giovane Yuji, uno dei lancieri di Hirofumi, l’aveva riportata svenuta dal bosco, avevano temuto per la sua vita. Fortunatamente però la bambina non aveva ferite serie e tutti si erano tranquillizzati.
Ma le terribili notizie che il giovane aveva portato con sè...quelle avevano di nuovo gettato tutti nel panico.
Privi della loro amata guida, erano rimasti in attesa a pregare per la vittoria di Hirofumi, ma dopo quanto appreso avevano perso la speranza.
Del monaco stesso e degli altri diciotto uomini che lo avevano accompagnato, non si avevano notizie e nessuno se l’era sentita di andare nel bosco con quel tempo, una volta scesa la notte.
-Qui stiamo discutendo di cose importanti, non adatte alle orecchie di una bambina.- spiegò pazientemente con cipiglio grave un vecchio monaco a Kaede -Dobbiamo trovare un modo per difendere noi stessi e la Sfera, in mancanza della protezione della somma Kikyo e dell’onorato bonzo Hirofumi. Lasciaci soli, ora, bambina.-
Kaede si ribellò alla donna che stava cercando di condurla fuori e corse ad inginocchiarsi davanti agli anziani:
-No! Io ho qualcosa da dirvi in proposito!- esclamò e continuò prima che la interrompessero -Quando sono stata attaccata dai demoni, è venuta in mio soccorso una giovane yasha e mi ha detto che nel bosco c’è un’aura maligna che porta gli youkai alla follia. Voleva che avvisassi Kikyo...Non sapeva niente e allora io le ho detto che lei...- e poi ricordò che Sayouki le aveva dato un’ampolla. Nella concitazione degli eventi se n’era dimenticata e nel buio del pozzo non era riuscita a vederne il contenuto, ma ora si frugò addosso e la tirò fuori.
-Mi ha dato questa, ha detto che avrebbe guarito mia sorella...- disse quasi sognante, guardando il contenuto della boccetta.
La porse al capo del consiglio e lui, dopo un attimo di sorpresa e incredulità, la sollevò perchè tutti potessero vederla. Il contenitore era di vetro trasparente e all’interno, in un liquido ambrato, erano immerse in infusione una foglia trilobata e una piccola ghianda, entrambe dorate.
Un mormorio sorpreso si levò nella stanza, perchè tutti riconobbero la foglia e il frutto dell’Albero della vita.

****

-Kikyo.-
Inuyasha pronunciò il nome della miko con un nodo in gola quando la vide apparire accanto al Goshimboku. Quella che era appena trascorsa era stata una settimana di angoscia e di veglia per lui, costantemente di guardia alla donna che amava senza tuttavia poterlesi avvicinare.
Dalla sua postazione sul tetto, l’hanyou aveva seguito il travagliato recupero di Kikyo dopo che l’elisir di Sayouki, ottenuto dalle essenze dell’Albero della vita, aveva definitivamente sconfitto il veleno del vampiro.
Quella che ora si sosteneva faticosamente all’albero sacro, però, non era più la Kikyo di un tempo.
-Inuyasha...-
Nella sua voce c’era un’infinita stanchezza, che andava ben oltre la spossatezza fisica dovuta alla malattia e il suo sguardo era carico di una tristezza incommensurabile.
Il giovane le corse incontro e la sorresse dolcemente, attirandola a sè e sprofondando il viso tra i profumati capelli neri.
-Ho temuto di perderti per sempre.- le mormorò stringendola -Non voglio mai più avere tanta paura!-
-E io temevo di non potermi più rifugiare nel tuo caldo abbraccio.-
-Kikyo...- sussurrò l’hanyou prendendo infine una decisione, ma senza avere il coraggio di tradurla in parole.
Il nome della miko rimase sospeso nell’aria come un’invocazione, mentre Inuyasha pensava che avrebbe aspettato che si fosse rimessa completamente, poi le avrebbe chiesto di fargli usare la Sfera per diventare umano, così avrebbe vissuto il resto dei suoi giorni con la donna che amava.
Rimasero così, abbracciati, in silenzio, per lungo tempo, accarezzati dal sole estivo che filtrava tra le fronde, ignari dell’ombra scura che tornava ad addensarsi sulla foresta attorno a loro.

****

Sayouki aprì gli occhi di scatto: aveva sognato Inuyasha trafitto da una freccia.
La sua mente confusa si mise lentamente a fuoco e la prima cosa che vide fu il soffitto, costituito da pannelli rivestiti e riccamente decorati.
‘Dove sono?’
L’ultima cosa che ricordava era lo scontro con i demoni, Kaede...poi Inuyasha...e Hirofumi...(al ricordo del monaco e del nenju di perle, cominciò a pruderle il collo).
Un tuono improvviso seguito da uno scroscio violento la informarono che pioveva.
Lentamente si sollevò a sedere, notando di aver dormito su di un morbidissimo tatami, coperta da lenzuola intessute di fili d’oro. Anche la stanza in cui si trovava testimoniava lo sfarzo della dimora in cui era stata accolta ed era riccamente arredata con morbide sete e mobilio di alto artigianato.
Si rese conto di indossare una tunica azzurra, anch’essa di seta e individuò il suo kimono su uno sgabello accanto al tatami. Lo riindossò, sentendosi già più a suo agio.
Girando intorno lo sguardo, esaminò ogni oggetto e quando vide il grande specchio incorniciato d’oro e appeso alla parete come un quadro ne rimase affascinata: non potè fare a meno di pararvisi davanti, rimanendo sorpresa di vedere con quale precisione esso riproducesse la sua immagine, senza la minima distorsione. Non aveva mai visto uno specchio così perfetto, anche se di specchi, ammise, ne aveva visti pochi. Rimase ad osservare la propria immagine riflessa come se si vedesse per la prima volta e, in un certo senso, era proprio così.
Fissò i propri occhi color del ghiaccio e si portò le mani al volto quando vide il tatuaggio blu sulla sua gota destra, dove campeggiava di nuovo sola la mezzaluna rivolta verso il basso. ‘Non avevo questo tatuaggio prima di diventare la Dama dei sogni...Che sia un marchio?’ Rievocò l’immagine di Rie: lei ne aveva uno simile vicino all’orecchio.
I capelli neri le scendevano fluenti sulle spalle e le solleticavano il collo: fu quando fece per scostarli che vide la cicatrice, il segno rosso e indelebile della bruciatura che ogni perla del nenju di Hirofumi le aveva lasciato impresso sulla pelle.
Ferma davanti allo specchio, rivisse quei terribili momenti.

Fu così che la trovò Sesshomaru entrando nella stanza, senza preoccuparsi di bussare.
Sayouki vide il suo riflesso e lo studiò attentamente prima di voltarsi a fronteggiarlo. Credeva che non l’avrebbe più rivisto, gli aveva detto addio e invece lui le aveva salvato la vita.
Lui.
Di nuovo.
Lui.
Il gelido e spietato Sesshomaru.
-Dove siamo?- gli chiese.
-Ti trovi in uno dei miei palazzi.- rispose brevemente lo youkai, mentre si chinava a raccogliere qualcosa che si trovava ai piedi del tatami e nascondendolo subito alla sua vista.
Sayouki non vide cos’era e lo youkai non disse nulla a riguardo, quindi cadde il silenzio e per alcuni minuti nessuno dei due lo interruppe, poi Sayouki, passandosi delicatamente le dita sulla cicatrice ancora arrossata, abbassò lo sguardo e infine abbandonò le mani lungo i fianchi.
-Dunque mi hai salvato la vita un’altra volta.-
Sesshomaru si mosse e si diresse alla finestra.
-Quel nenju avrebbe consumato la tua carne e il tuo potere fino a distruggerti. Sono arrivato appena in tempo...-
Non la guardò mai mentre parlava e la sua voce non tradì alcun sentimento, alcuna emozione.
-Quanto tempo è passato?-
-Hai dormito per tre settimane.-
‘Così tanto?’ si stupì la giovane e stava per dire qualcosa quando la vista le si sfocò e vide...Kikyo lanciare la sua freccia e Inuyasha gridare, colpito al cuore...
In quel momento la porta si aprì ed entrò Jaken, portando un vassoio di cibo.
Vide che Sayouki era in piedi, completamente ristabilita e se ne dispiacque profondamente. Il suo signore era stato categorico nell’ordinargli di prendersi cura di lei e lui non si era certo potuto rifiutare, dopo che Sesshomaru si era dimostrato tanto magnanimo da riprendere con sè il suo servo, nonostante fosse ritornato a mani vuote dalla ricerca del Kiokùryu. Il piccolo demone aveva dovuto strisciare come un verme davanti al suo padrone perchè gli permettesse di servirlo ancora...Il Bastone del drago ovviamente l’aveva ritorvato Sayouki e Jaken ne era perfettamente al corrente, dato che l’aveva vista personalmente sconfiggere il vampiro.
‘Quell’idiota di succhiasangue!!’ pensò fra sè ‘Gli avevo detto di attaccare il villaggio dov’è custodita la Sfera, dove Sayouki si sarebbe trovata a fronteggiare Inuyasha e Sesshomaru avrebbe scoperto la verità...’.
Tossì per mascherare la smorfia di stizza che gli era salita spontanea. Ma non si poteva lamentare di come erano andate le cose; in fondo la fortuna era stata dalla sua parte, visto che la yasha aveva infine scelto spontaneamente di separarsi dal suo nobile padrone. E nessuno poteva accusarlo di essere il responsabile di ciò che era accaduto al Kiokùryu e di aver complottato ai danni di Sesshomaru...L’unico testimone l’aveva ridotto in polvere Sayouki stessa.
Ma quando Jaken era ormai certo di essersi finalmente liberato di quella dannata femmina...Sesshomaru se l’era portata a palazzo e gli aveva addirittura ingiunto di prestarle ogni attenzione affinchè guarisse!! E questo nonostante il fatto che lei avesse distrutto il Bastone del drago.
‘Maledetta!’ parve dirle, fulminandola con lo sguardo.
Cosa sarebbe successo ora?
Jaken appoggiò il vassoio su un piccolo tavolino finemente intagliato e indietreggiò stando in attesa dietro al suo padrone.
-Tre settimane...- stava ripetendo Sayouki, con il pensiero da tutt’altra parte: Inuyasha era in pericolo... e forse era già troppo tardi! Doveva correre!
-Le tue ferite erano molto gravi, e ci è voluto molto tempo perchè si rimarginassero.- disse lo youkai, continuando a scrutare il panorama dalla finestra. Erano molto in alto: Sayouki poteva scorgere solo nuvole grigie, da dove si trovava.
-Sono in debito con te...Ti devo la vita, Sesshomaru.- mormorò la ragazza confusa. Sentimenti contrastanti le si agitavano dentro.
-Mi devi soprattutto una spiegazione.- tagliò corto lo youkai guardandola ora freddamente. -Inuyasha. Perchè eri con lui?-
La domanda non sorprese Sayouki che non cercò di mentire.
-Gli avevo promesso che sarei tornata da lui.-
-Mi hai dunque sempre ingannato, dovevo saperlo.- constatò Sesshomaru.
-Sono stata onesta con te quanto tu lo sei stato con me.-
Solo dopo aver pronunciato quelle parole, ispirate da chissà quale musa, Sayouki ebbe chiari gli intenti di Sesshomaru. -Il tuo scopo è sempre e solo stato quello di ottenere il potere e impossessarti di Tessaiga è solo il primo passo...Mi hai salvata solo perchè ti serve il mio potere, la mia preveggenza!-
La veemenza con cui disse queste parole serviva solo come sfogo per la delusione che le bruciava dentro: ‘Stupida!’. Aveva creduto fino alla fine che Sesshomaru fosse in grado di amare. ‘Mi ero illusa...’
Le parole le uscirono dalla bocca come un fiume in piena e non potè arginarle, mentre da un angolo segreto della sua mente un ricordo di Rie le svelava il segreto della spada.
-Ebbene, ti informo che non avrai Tessaiga! Sarà Inuyasha a brandire la grande zanna che squarcia il ferro, perchè è stata forgiata per proteggere gli umani e CHI È PRIVO DI CUORE E DI COMPASSIONE COME TE NON POTRÀ MAI NEPPURE TOCCARLA!-
Le ultime parole erano state gridate, ma Sesshomaru era rimasto impassibile.
Fu Jaken a farsi avanti sbraitando.
-INGRATA! Come osi parlare così al mio signore?!- sbottò -Se non fosse stato per lui ora saresti un mucchietto fumante di cenere! Per salvarti è stato addirittura disposto a fare un patto con...-
-TACI, DANNATO!- lo zittì Sesshomaru sottolineando l’ordine con un calcio, che mandò il piccolo demone a sbattere contro la parete.
‘Cosa stava per dire Jaken? Un patto? Per salvarmi?’ Sayouki era di nuovo confusa, ma intuiva che, per aver reagito così, Sesshomaru doveva aver fatto qualcosa di cui non voleva certo vantarsi. Come sacrificare qualcosa per salvare qualcuno?
La decisione e la rabbia di Sayouki vacillarono.
Sesshomaru si mosse e le si parò davanti sollevandole il mento: quando i loro occhi si incontrarono la giovane vide un’ombra di rimpianto balenare per un attimo nel suo sguardo.
-Hai dunque scelto da che parte stare. Non ti resta che andartene, allora.- le sussurrò freddamente.
Sayouki rimase interdetta per quella reazione inattesa.
-Vattene. Subito- ripetè gelido Sesshomaru -E non tornare.- Poi si diresse alla porta e ordinò a Jaken di mostrarle l’uscita.
Sayouki ascoltò i suoi passi sparire in lontananza, il cuore e la mente pervasi di tristezza.

‘Quale assurdo fato mi ha legato a te...amore?’

****

Sayouki viaggiava alla massima velocità, spinta dall’impellenza che le comunicavano le sue visioni, sempre più frequenti, precise e terribili.
Inuyasha aggrediva Kikyo per rubarle la Sfera...Kikyo scagliava la sua freccia e colpiva l’hanyou al cuore...Kikyo bruciava tra le fiamme portando con sè la Sfera...E tutt’attorno si estendeva la ragnatela...un grosso ragno stava in agguato...
Non poteva credere che tanto odio potesse manifestarsi in una semplice visione! Ma cosa era successo?
E poi ricordò quell’aura maligna che permeava l’aria quando era giunta nei pressi del villaggio l’ultima volta. Quell’aura, ora se ne rendeva conto, era puro odio e i demoni ne erano stati tutti contagiati...forse pure Hirofumi...e forse lei stessa...
Possibile che anche Inuyasha e Kikyo ne fossero rimasti vittime, nonostante la loro forza spirituale?
Sayouki non sapeva rispondere, ma le pareva impossibile.
Sapeva solo che doveva fare presto e fermarli prima che cadessero vittima l’uno dell’altra.
Purtroppo il palazzo di Sesshomaru si trovava molto a sud, sperduto tra i monti dello Chugoku e Jaken si era ben guardato dal facilitarle l’orientamento: l’aveva condotta per lunghi e contorti passaggi sotterranei che l’avevano fatta riemergere nella notte in una valle remota e selvaggia fuori vista del palazzo. Le ci era voluto non poco per orientarsi a causa del maltempo e aveva vagato alla cieca finchè la notte seguente le stelle avevano fatto capolino, indicandole la strada.
Sayouki aveva viaggiato alla massima velocità per giorni e giorni, senza mai darsi tregua, e ora gioiva speranzosa essendo a poche miglia dalla meta, ma non sapeva che sarebbe arrivata comunque troppo tardi.

****

Mentre Sayouki lottava con la fitta vegetazione che pareva volerla trattenere, Inuyasha stringeva nel pugno la Sfera degli Shikon che aveva rubato dal tempio e le nocche erano bianche, tanta era la violenza con cui era serrata la sua mano. L’hanyou si trovava di fronte a Kikyo, colei che l’aveva tradito, colei che l’aveva ingannato per tutto quel tempo, colei che l’aveva attirato in trappola e ora lo malediceva, puntandogli contro uno dei suoi letali dardi.
Inuyasha guardò il magico gioiello che stringeva tra le dita e la rabbia gli offuscò la vista: solo poche ore prima l’avrebbe scioccamente usato per divenire umano!
Odiò la donna che gli stava davanti con tutto il cuore e meditò vendetta per il suo tradimento: ora sarebbe divenuto un full youkai e non avrebbe mai più permesso che futili pensieri d’amore lo indebolissero! Aveva imparato bene la lezione!
La freccia fatale lo colse inaspettatamente, perchè, nonostante tutto, in fondo al suo cuore non credeva che Kikyo l’avrebbe scagliata.
Le sue frecce non erano mai state scagliate contro di lui per ucciderlo.
Fino ad ora.
Il dolore della ferita non fu nulla in confronto a quello che Inuyasha provò nel sapere perduti per sempre gli unici attimi felici della sua vita: l’odio e il rancore si affievolirono e si spensero e la vita abbandonò il corpo del giovane hanyou assieme all’ultimo respiro.

****

Nascosto nel’ombra profonda il Ragno sorrise soddisfatto: la Sfera era stata impregnata del sangue versato nell’odio. Se ora Kikyo, ferita a morte dagli artigli dell’hanyou, l’avesse egoisticamente usata per salvarsi la vita, il suo piano si sarebbe compiuto e la Shikon no Tama sarebbe divenuta immensamente potente.
E sarebbe stata sua.

****

La pira funebre della somma sacerdotessa bruciò a lungo e con essa bruciò la Sfera dei quattro Spiriti, vanificando i progetti dell’essere che era all’origine di tante disgrazie, perchè Kikyo aveva preferito seguire nella morte l’unico uomo che avesse mai amato.

****

Sayouki raggiunse il villaggio in tempo solo per assistere ai riti funebri della sacerdotessa, quando la tragedia si era ormai conclusa.
Vide la Sfera ardere e svanire divorata dal fuoco e solo allora, non vista, si allontanò per cercare Inuyasha. Sapeva dove trovarlo: l’aveva visto mille e mille volte.
Il corpo del giovane pendeva senza vita dal Goshimboku, inchiodato al tronco da una freccia mistica che gli aveva trapassato il cuore.
Sayouki non potè far altro che lasciarsi cadere in ginocchio e piangere calde lacrime di dolore, rabbia e impotenza.

****

Era notte inoltrata e una oscura presenza era ferma tra gli alberi e rimuginava tra sè, colma di rabbia e delusione per il fallimento delle sue trame. La sua rabbia pareva rendere ancora più impenetrabile il buio attorno a lui: aveva ottenuto la sua rivincita su Kikyo e per farlo aveva abbandonato la sua forma umana, offrendo la propria anima in pasto ai demoni, ma alla fine, la cosa più importante...
Aveva perso la Sfera.
Avrebbe dovuto cercare un’altro modo per raggiungere i propri scopi, per aumentare il suo potere.
Guardò la yasha, ancora inginocchiata sotto l’albero sacro e la osservò a lungo.
L’aveva vista combattere qualche settimana prima ed era rimasto piacevolmente impressionato: sentiva che in lei c’era qualcosa, una forza nascosta che premeva per affiorare, per liberarsi...Anche ora, che stava ferma immobile da ore, persa nel suo dolore, stava lottando, per tenerla sotto controllo.
Forse sarebbe potuta tornargli utile un giorno o l’altro...
Sarebbe stato interessante metterla alla prova.

****

L’estate era finita, ma l’autunno tardava ad arrivare e il sole continuava a splendere tiepido e dolce. Il bosco sembrava esser ritornato alla vita, dopo gli ultimi tragici eventi di cui era stato silenzioso spettatore.
Ogni sera Sayouki tornava davanti al Goshimboku per dire addio ad Inuyasha, ma non sapeva decidersi ad andare e ad abbandonare l’unico amico che avesse mai avuto.
Una volta aveva anche tentato di estirpare la freccia mistica dal suo cuore, ma l’unico risultato che aveva ottenuto era stato di ustionarsi i palmi delle mani e aveva dovuto ammettere che il potere spirituale di Kikyo era troppo superiore: in quella freccia c’era tutta la forza del suo odio e della sua disperazione per il tradimento subito.
Nonostante tutto ciò che aveva sentito e visto su quanto era accaduto, Sayouki non riusciva a credere che Inuyasha fosse stato capace di tanta spietatezza: attaccare la donna alle spalle, rubarle la Sfera...Lui aveva amato sul serio Kikyo, ne era certa, ed era altrettanto certa che la miko avesse amato lui.
Ma cosa era accaduto, allora? Che la Sfera dei quattro Spiriti avesse il potere di cambiare a tal punto gli animi delle persone, di rendere così ciechi ed egoisti?
‘Il potere rende schiavi...’ pensò guardando la propria immagine riflessa dall’acqua e ricordando cosa lei stessa era stata capace di fare in un passato troppo recente, inebriata da quel potere.
‘Si sono uccisi a vicenda per il potere?’
Non riusciva a crederci e non si dava pace.

Il sole era basso all’orizzonte quel pomeriggio autunnale e la giovane stava vagando nella foresta senza meta dopo una breve sosta al Goshimboku, quando sbucò nella radura del pozzo mangiaossa.
Era di nuovo tutto normale, come se non vi fosse mai stata combattuta nessuna sanguinosa battaglia tra demoni. Solo alcuni alberi spezzati testimoniavano la violenza dello scontro che vi era avvenuto quasi due mesi prima. Non vi era traccia nemmeno dei corpi: le ossa dei demoni erano state gettate nel pozzo, mentre a ciò che rimaneva dei guerrieri di Hirofumi era stata data degna sepoltura.
Del monaco non si era trovata traccia, ad eccezione del suo bordone nero, ed era stato dato per morto; solo Sayouki sapeva che era ancora in vita, perchè lei stessa gliela aveva risparmiata. Era entrata nella sua mente con l’intenzione di annullarlo, ma poi era riuscita a controllare quell’istinto omicida e si era ritirata appena in tempo.

Là accanto al pozzo era seduta una piccola figura: era Kaede e sembrava che fosse lì in sua attesa, perchè quando Sayouki apparve, lei si alzò in piedi, invitandola ad avvicinarsi. Quando furono una di fronte all’altra, la giovane incrociò lo sguardo dell’unico occhio di Kaede e provò una fitta di compassione per quella bambina che era dovuta crescere così in fretta.
L’attacco al tempio da parte di Inuyasha le era costato l’occhio destro (*) e la vita di sua sorella. Non avevano neppure potuto curarla con la pozione dell’Albero della vita, perchè essa era andata distrutta dalle fiamme nel tempio.
-Come stai, piccola Kaede?- le chiese dolcemente posando su di lei uno sguardo triste. Kaede la osservò per un attimo, pensando che nonostante la tristezza che trapelava dalla voce e dall’atteggiamento del volto, quello sguardo era così inumano da far rabbrividire...
-Si dice che uno spettro si aggiri nella foresta e che ogni notte inquieti il sonno dei vivi...- disse seria la bambina, ignorando la domanda. -Qualcuno dice che è la Dama dei sogni che è venuta a tormentarci con incubi di morte per punirci dei nostri peccati, ma io dico che siete voi.-
Sayouki la fissò per un istante, confusa: Kaede non sapeva che lei era la Dama dei sogni...Poi parlò: -Perchè la Dama dei sogni dovrebbe tormentarvi?-
-Io penso che tutti si sentano colpevoli per non aver saputo aiutare Kikyo, per essersi sempre affidati completamente a lei, senza pensare a quanto le costasse...Anche io...-
Kaede non finì la frase e sospirò. C’erano in lei una serietà e una compostezza del tutto nuove, mentre continuava a guardare negli occhi la giovane.
-Non hai colpe, chibi. E non ne hanno nemmeno gli altri abitanti del villaggio. Non avreste potuto fare nulla.-
Sayouki si inginocchiò e allungò la mano sfiorando il capo della bambina per rassicurarla.
-Nessuno avrebbe potuto immaginare che tutto si sarebbe concluso in una tragedia...-
‘Tranne me’, pensò provando una fitta acuta di dolore e di rabbia.
-E nessuno è venuto per tormentarvi. Presto anche io me ne andrò e non vi saranno più spettri ad inquietare i vostri sonni.-
-Voi non siete uno spettro.- la voce della bambina tremò -E non voglio che ve ne andiate...Perchè non rimanete al villaggio?-
Kaede aveva perso tutta la sua compostezza e ora era tornata ad essere la bambina che era. Si era avvicinata a Sayouki e le aveva preso le mani, fiduciosa, ma dopo averle strette tra le sue per un attimo, la yasha si alzò e disse dolcemente:
-Piccola Kaede... Tu sei buona e fiduciosa, ma...io sono una mezzosangue, proprio come il mezzodemone Inuyasha, che vi ha arrecato tanto dolore...Non posso restare dopo quanto è successo.- continuò in fretta prima che Kaede obiettasse e concluse, sorridendole grata -Ma mi rendi felice, nel dimostrarmi tanta fiducia e amicizia.-
-Ma io cosa farò, adesso?- supplicò la bambina, come se sapesse che Sayouki aveva la risposta.
-Sarai forte e assumerai la guida di questo villaggio, proprio come Kikyo.- ribattè lei, osservando, con la vista interiore una Kaede invecchiata, vestita con l’abito sacerdotale e attorniata dalla gente del villaggio.
-Addio, piccola Kaede. E’ proprio ora che io vada.- si congedò infine la giovane, allontanandosi di qualche passo. ‘Quest’incontro è stato un segno’ pensò.
-Apettate! Ditemi almeno il vostro nome...-
-Io...sono Sayouki...-
La giovane fece un cenno di addio e si allontanò di qualche passo, ma la bambina parlò di nuovo:
-Ci riincontreremo?-
Sayouki guardò il cielo che si tingeva di porpora nella luce del tramonto e rispose:
-Si, un giorno tornerò a trovarti, piccola Kaede.-

(*) Mi pare che sia stato durante l’attacco di Inuyasha che Kaede ha perso l’occhio...Se non è così, scusate!! Ma allora quando l’ha perso??? ^_^

Per il resto, che ne dite? Come solito anche questo capitolo è un discreto papiro e il ritmo è diventato sempre più veloce, forse anche troppo...La storia è ancora inconclusa, però...manca l’epilogo!
Intanto complimenti per chi è riuscito a resistere alla lettura fino a questo 10° capitolo!
Spero che chi è arrivato siin qui, almeno a questo o all’ultimo capitolo voglia lasciare un commentino. Non avete idea di quanto possa spronare a scrivere anche un singolo commento!
Ciao Youki (Visitate il mio blog: www.youki-laportadellalba.splinder.com)


Piccolo dizionario di giapponese (senza pretese ^_^ ):
chibi: aggettivo che significa “bambino”, “piccolo”.
  
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