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Autore: Jennadamn    27/02/2015    1 recensioni
La vide fermarsi e tremare al suo tocco. Forse non l'aveva persa, forse erano ancora innamorati. Un Draco non burbero, una Hermione fragile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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E lo vide passare, senza un cenno di saluto, la testa rivolta verso il basso e lo sguardo non osò nemmeno per un secondo posarsi su di lei. Sembravano sconosciuti, ma sapevano entrambi che non era esattamente così. Si era ripromessa di eliminare dalla sua testa i momenti e i ricordi che portavano a lui, Draco Malfoy, la persona che più di tutti le aveva fatto passare mesi di tormento e offese a causa della sua discendenza. Mentre si recavano a lezione di Trasfigurazione, Hermione sentì un brivido percorrerle la schiena e si accorse, abbassando lo sguardo, che Malfoy l'aveva sfiorata. Quel tocco che mesi prima l'aveva toccata, accarezzata con irruenza e passione allo stesso tempo. Si fecero largo nella sua testa(come brevi falshback) gli sguardi che le dedicava, con quei suoi occhi sempre in guerra con il suo sguardo. Non fece in tempo a ricordare quei momenti che le venne la pelle d'oca e la campanella suonò, dovette recarsi in aula. Lezione di Trasfigurazione con la McGranitt. I minuti passavano in modo lento, quasi quel giorno non volesse terminare. Hermione ripensava al tocco leggero e delicato di Draco e si lasciò sfuggire un sorriso che non passò inosservato a Draco, che ricambiò lo sguardo, pensando che lei avesse guardato altrove e appena i due occhi furono in contemporanea, fece un grugnito, che contribuì solo ad ampliare le risatine di tutta la classe. Malfoy la guardava con sguardo curioso e assente. Fece per parlare, ma fu sovrastata dalla Professoressa McGranitt -Signorina Granger, vuole il permesso per recarsi in infermeria?- Con grande sorpresa di tutta la classe, Hermione annuì e si catapultò fuori dall'aula, accompagnata dagli sguardi burberi di Harry e Ron, i suoi due migliori amici. Fece per uscire dalla porta, ma sentì un braccio premerle intorno alla sua mano; riconobbe il tocco delicato del ragazzo e ricordò il profumo alla menta che la fece sussultare e ritornare alla realtà. Si dovette girare e appena incrociò i suoi occhi color nocciola con quelli color ghiaccio di Draco, si irrigidì e iniziò a pulsarle il petto, quasi le stesse per esplodere a causa di tanti piccoli meteoriti. Non fece in tempi a emettete un suono dalle sue sottili e rosee labbra che il ragazzo la precedette -Granger..- Con tono freddo, quasi avesse fatto qualcosa di sbagliato. Il suo sguardo si fece serio e non ricevette una risposta. La guardò e notò il colore delle sue gote in netto contrasto dalla sua candida pelle. Fece per andarsene, senza distogliere il suo sguardo da lui, ma non fece in tempo e due braccia muscolose e poco placate fecero capolino intorno ai suoi fianchi e si accorse che la stava abbracciando. Dopo tutto quello che era successo? Dopo tutto quello che le aveva detto? L'aveva disonorata per il suo sangue sporco, l'aveva derisa, umiliata per essere una babbana e non una Purosangue. Le riaffiorirono in mente quei ricordi per nulla piacevoli e delle timide lacrime le scivolarono sul suo candido viso minuto. Draco a quella vista impallidì. Seppe bene che era colpa sua. L'aveva schernita davanti a tutta la scuola, mentre malediceva la sua discendenza, il suo sangue non puro. L'aveva umiliata nonostante l'avesse amata, toccata, credeva fosse di sua proprietà. Le riafferrò i fianchi e si avvicinò al suo viso. Il cuore dei due pulsava all'unisono e si sentirono per un momento confusi, estasiati da quel rapido avvicinamento. I loro sguardi combaciarono ancora, ma lei subito abbassò lo sguardo, imbarazzata. Draco si trovò davanti una gracile 17 enne con gambe slanciate, il busto scarno, non tozzo come pensava lei ogni volta che si fissava allo specchio. I capelli arruffati le conferivano l'aspetto di una che passava notte e giorno sui libri, cosa probabilmente vera, ma sapeva bene che per lei erano come un rifugio e ovviamente fonte di saggezza e arma contro tutta l'ignoranza presente nel mondo. I suoi occhi color del cioccolato le lagivano uno sguardo di sfida, ma allo stesso tempo deluso e stanco di tutte quelle emozioni contrastanti. La sua uniforme non lasciava intravedere nessuna forma di quel corpo così perfetto, come amava definirlo lui. Lei sentiva come un piccolo sassolino in mezzo a rocce alte più di otto metri. In fondo era quello che era, una stupida Mezzosangue. Questo pensiero la fece deglutire e si allontanò dal viso di Malfoy e dai suoi occhi argentei. Le sue mani, dio quanto le amava. Avevano un tocco talmente delicato, che si sentiva una tulipano, un fiore privo di protezioni e molto fragile, cosicché bastava un soffio di vento e poof, il tulipano non c'era più. Le carezze sul viso, sui fianchi, sulla shiena. Ricordò quei momenti con nostalgia e rabbia allo stesso tempo. Avrebbe voluto andarsene, ma non lo fece. Lui con una semplice mossa la riprese e lentamente avvicinò i loro visi, ma non si accorse subito di quella vicinanza, fin quando non sentì il profumo color vaniglia invadergli il setto nasale. I loro respiri erano così vicini, fin troppo e non seppe resistere. La baciò. Un bacio casto, privo di ogni cattiveria rivelatagli mesi prima, solo carico di ogni genere di sentimenti positivi e delucidanti. Con foga le prese la mano e la portò nella stanza delle necessità. Non ci fu molto tempo da perdere ed entrarono. Hermione non mollò la presa, anzi, si riabituò alla presa ferrea del ragazzo, come fosse ritornata ai momenti in cui si amavano. Magari si amavano ancora. Lei ne era follemente innamorata. E lui pure. Non dissero nulla. Lei lasciò uscire dalla sue labbra un breve sussurro -Malfoy.. cosa vuoi da me?- lui riprese a guardarla e senza degnarle una risposta, ricominciò a baciarla, facendo combaciare perfettamente il ritmo dei loro affanni per la lunga corsa fino in quel luogo. La stanza si presentava accogliente, con un letto a baldacchino di un verde speranza mischiato ad un rosso, un rosso sangue. Lui la adagiò sul letto e riprese a sfiorarle le labbra, mentre lei, istintivamente, fece intrecciare le loro mani. Dopo un breve momento, prese a lasciarle innocui e umidi baci al sapore di mente sul collo. La presenza di Draco la rassicurava, la faceva sentire protetta, si sentiva protetta, al sicuro da ogni male. Mentre i suoi baci si fecere più irruenti e desiderosi di andare oltre, lei ansimò e lui sorrise malizioso -Tieni a bada gli ormoni, Granger- lei accennò un sorriso e poi continuò -So che sono irresistibile- con nota di irronia. Anche se per lei lui era davvero irresistibile. Risero entrambi, una sonora risata che rimbombò in quella gloriosa e calorosa stanzetta, la loro stanzetta. Lui le alzò appena la maglietta e le sfiorò la sua pelle e questo la fece sussultare. Riprese a torturargli le labbra e iniziarono a toccarsi all'unisono, un tocco lieve e quasi impaziente di essere di nuovo lì ad accoglierli. Si voltò di colpo e prese ad accarezzarle i capelli, anche se lei odiava quando lo faceva. Si diedero un piccolo bacio segreto a stampo e lei si accucciò di fianco a lui. La strinse forte a sè e le sensazioni di protezione e di possessione si fecero più evidenti. Avrebbero sputato fuori gli insulti peggiori, lo avrebbero fatto, magari anche ottomila volte, ma non potevano dimenticare il loro battito accellerato e i brividi che provavano appena si accarezzavano. Perché alla fine, il cattivo della situazione si addolcisce con le più piccole cose, ricolme di affetto e si sincerità. La serpe era destinata a seguire il leone, anche non nel modo giusto, ma lo faceva e l'avrebbe sempre fatto. Per sempre. Si sentì un respiro e poi più nulla.
   
 
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