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Autore: Summer_92    28/02/2015    1 recensioni
Non ricordo più cosa vuol dire avere la luce del sole che ti riscalda la pelle, il vento che soffia tra i capelli, l’erba che ti solletica i piedi. Mi guardo allo specchio e riesco solo a vedere il riflesso del fantasma che sono diventata. La paura ha segnato il mio viso, ma la voglia di combattere non ha mai abbandonato il mio cuore. Sono nata in questo mondo grigio di terrore, ma questo non vuol dire che dovrò morire nello stesso modo.
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena la porta si è chiusa, rimaniamo immersi nel buio più totale. Non riesco a distinguere niente intorno a me, per cui rimango immobile finché i miei occhi non si abituano all’oscurità. Nel frattempo sento Bardwick che si muove per la stanza, chiaramente questo è un ambiente più familiare a lui che a me. Dopo qualche minuto, trascorso ad ascoltare il rumore della pioggia che nel frattempo ha iniziato a cadere, riesco a scorgere le sagome degli oggetti sparsi per la stanza. Lo spazio è un po’ angusto, ed il pavimento è per lo più occupato dalle casse di legno che contengono le nostre scorte di munizioni. Visto quante sono, credo che passerò gran parte della nottata qui dentro.
 
«Gradisci un caffè caldo?» mi chiede Bardwick. Deve avermi letto in faccia lo sconforto.
«Volentieri, grazie». 
«Non sarà granché, è solo caffè solubile, ma sempre meglio di niente» mi risponde porgendomi una tazza di caffè fumante. 
«Ti ringrazio, mi ci vuole proprio». Mi avvicino ad una serie di casse impilate una sopra l’altra, prendo la prima cassa in cima alla pila, la appoggio a terra e ne alzo il coperchio: al suo interno, per lo più alla rinfusa, vi sono numerosi caricatori. Mi siedo in ginocchio a fianco alla cassa, mentre Bardwick si prepara a fare lo stesso. 
«Com’è la situazione là fuori?» mi chiede. 
«Tranquilla per il momento. Quando ho lasciato il Rifugio, il Capo stava parlando con il Consiglio a proposito di un messaggio da affidare ai corrieri, non ho ben capito a che proposito. Credo che sta notte sia la notte giusta per loro per partire, i Kratos sono stati tranquilli negli ultimi giorni, ma ciò non significa che la situazione resterà pacifica per molto». 
«Hai idea di quanto tempo dovremo trascorrere ancora fermi in questo villaggio?»
«Sicuramente finché non capiremo se gli abitanti di questo posto sono amici o nemici. Fino ad allora, dovremo stare all’erta» gli rispondo. Era normale che Bardwick mi facesse tutte queste domande: lui trascorreva le giornate chiuso in questa specie di ripostiglio abbandonato, mentre io facevo tra tramite tra il Capo, il Consiglio ed il resto della Resistenza. 
Siamo arrivati in questo villaggio 4 giorni fa. La prima cosa che abbiamo dovuto fare è stato trovare un edificio che potesse fungere da quartier generale, cosa non molto difficile di solito, dato che la maggior parte dei villaggi sono per lo più in stato di abbandono, da quanto i legittimi proprietari sono morti nella Grande Guerra della Separazione. Dopo aver individuato il quartier generale, abbiamo predisposto tutti gli edifici circostanti ad ospitare la Resistenza: dovevano esserci camere, cucine, gabinetti e sale riunioni per progettare le mosse future. Passo successivo, individuare altri edifici che fungessero da Magazzino, Armeria e Sala dell’Allenamento.  
Una volta sistemati, alcuni esploratori vengono inviati in giro per il villaggio, con il compito di capire se gli abitanti sopravvissuti sono ostili o amici, e soprattutto con la missione di scoprire la presenza di un’eventuale base Kratos. 
Dopo qualche ora di conti, Bradwick si alza in piedi, si stiracchia con un sonoro sbadiglio, e mi dice: «Vieni, devo mostrarti una cosa: ai piani alti potrebbe far piacere». Felice di poter finalmente muovere qualche passo, mi alzo e lo seguo verso un angolo della stanza. 
«Mentre stipavo queste casse, ieri, ho scoperto questa. Non so esattamente dove porti, ma sicuramente può tornarci utile». Sposta una pila di casse, rivelando alcune assi del pavimento disposte perpendicolarmente alle altre.
«Una botola?» dico, stupita.
«Esattamente» mi risponde, sorridendo orgoglioso della sua scoperta.
«E non sai dove conduce». 
«Potrebbe condurre direttamente all’inferno per quanto mi riguarda» dice, sollevando la botola e allontanandosi subito dopo per andare a recuperare una torcia.
«Guarda, non si vede la fine. Sembra scendere per parecchi metri sotto terra. Potrebbe portare ad una serie di tunnel che collegano tutto il villaggio, e chissà, magari tutto il Paese e tutto il Continente». Sta decisamente sognando ad occhi aperti. 
«Ci occorre qualcuno disposto ad esplorare questi cunicoli. Per quanto ne sappiamo, potrebbero essere di uso quotidiano da parte dei Kratos, e ciò metterebbe a rischio anche l’Armeria. Dobbiamo verificare al più presto» deciso 
«Se vi serve qualche esploratore in più, sarò ben lieto di godermi un po’ di avventura. Questo posto mi sta facendo diventare claustrofobico».
«E pensi che sotto terra potresti sentirti meglio?» gli chiesi, ridendo. 

Una volta terminato il mio compito nell’Armeria, saluto Bardwick e mi incammino verso il Magazzino, per eseguire lo stesso ingrato compito: catalogare tutti i viveri che ci restano a disposizione. È quasi l’alba quando finisco, e corro più in fretta che posso per raggiungere il Rifugio prima che qualcuno possa vedermi: finché non sono certa che le anime che popolano questo posto sono amiche, non devo farmi vedere. 
  
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