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Autore: izzie_sadaharu    28/02/2015    4 recensioni
Siamo dopo la fine del manga/anime di Lovely Complex: Risa -diciannove anni- frequenta la scuola per stylist della sua città, mentre Otani -diciotto anni- è stato accettato in una scuola specialistica prestigiosa... che è a quattro ore di aereo da Risa! Nuove difficoltà in vista per il duo comico!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Risa Koizumi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Koizumi era in piedi all'aeroporto, e si mordicchiava nervosamente un'unghia. Otani le aveva detto che sarebbe arrivato nel giro di qualche minuto, eppure ancora non si vedeva.

Non era l'unica spaesata: il posto pullulava di anime in cerca di una guida, corpi affannati e angosciati che aspettavano l'arrivo di un Virgilio pronto a scortarli a destinazione.

Otani, dove cavolo sei?

Qualcuno le afferrò la spalla da dietro. - È sola, signorina?

Lei sussultò e si divincolò dalla presa ferrea. - No, non sono sola! Mi lasci!
Si voltò e vide il volto del suo aggressore: un uomo dal viso rubicondo e l'alito puzzolente di alcool la squadrava con occhi languidi: - Eppure io non vedo nessuno!

- Evidentemente sei cieco! - Questa voce...

La ragazza vide Otani, che stringeva con forza la spalla dell'avvinazzato.

- Otani! - Esclamò, felice e sollevata.

L'uomo decise che tirava una brutta aria per lui e si allontanò.

- Scusa il ritardo, Koizumi...c'era traffico.

Le afferrò la mano con la sinistra, mentre con la destra impugnò la valigia per il manico rosso, valigia che Koizumi aveva appoggiato a terra al suo arrivo in aeroporto.

- Vogliamo andare?

Risa annuì, e seguì Otani verso l'uscita.

 

 

Atsushi guidava con sicurezza per le strade tortuose della città, mentre Risa lo aggiornava sulle novità dell'accademia di moda.

- Kaori ha preso il massimo dei voti in design! È stata molto brava, vero?

Otani in tutta risposta grugnì. Gli era rimasto difficile da perdonare lo scherzetto del messaggio, e ce l'aveva ancora un po' con quella ragazza.

Risa gli lanciò un'occhiata di sbieco e sospirò. - Non ci hai ancora messo una pietra sopra, vero?

- Bhè, sai, non è facilissimo farlo. E se ci avesse fatto litigare? Io non l'avrei sopportato, Koizumi.

La ragazza cominciò a gongolare: - Aww, ma come siamo dolci, At-chan!

L'altro sussultò agghiacciato: - Ack! Non chiamarmi At-chan!
- At-chan! At-chan! At-chan!
- YEERK! Smettila ti prego Koizumi!

Il tragitto sembrò ai due molto più breve di quanto in realtà non fosse: la casa di Otani e Yutaka si trovava a mezz'ora circa dall'aeroporto, ma tra battibecchi e risate il tempo volò veloce.

Presto la vettura di infilò in un vialetto e si fermò di fronte a un condominio alto e dai muri dipinti di un verde spento.

Risa scese dall'auto, seguita da Otani. Un passo dopo l'altro arrivò all'ingresso, costituito da un portone in vetro, ed entrò lentamente.

L'appartamento di Otani si trovava al terzo piano, e Risa, davanti alla porta, si fece da parte in modo che Otani potesse infilare le chiavi nella toppa.

La porta si aprì con un cigolio sommesso, rivelando l'interno della casa.

L'appartamento era costituito da un salotto, arredato secondo un gusto tipicamente maschile: sul divano erano presenti tre diversi telecomandi per altrettanti impianti audio e video; 'raffinate' maglie da basket (di Otani) e da football (di Yutaka) erano adagiate 'elegantemente' sulle sedie e sul tavolo; il tappeto mostrava bruciature di origine incognita, e i mobili erano ricoperti di libri universitari, cavi per il pc e pacchi di fazzoletti da naso.

Sul salotto si aprivano la cucina, pulita ma alquanto caotica, e le due stanze da letto: quella di Yutaka, che il ragazzo si era curato di lasciare in perfetto ordine in vista della permanenza di Risa, e quella di Otani, poco disordinata considerato chi l'abitasse. Dalla camera di Otani si arrivava a un bagno pulito e ben tenuto; come Otani spiegò più tardi alla ragazza, Yutaka aveva un bagno personale che, però, non era il caso che Risa lo utilizzasse, viste le condizioni in cui versava. In definitiva, era un appartamento piccolo ma molto carino e accogliente: i muri erano dipinti in ocra e verde, dando una sensazione di pace e tranquillità molto cara a entrambi gli inquilini.

Risa appoggiò la valigia sul letto di Yutaka e cominciò a svuotarla, mentre Atsushi si affrettava a far sparire giornaletti poco consoni alla lettura delle ragazze, che Yutaka evidentemente aveva dimenticato.

Il pomeriggio passò in fretta, fra le varie pulizie e sistemazioni che i due fecero in casa; si divertivano un mondo, a chiacchierare e canticchiare canzoni di Umibouzu mentre passavano lo straccio sui pavimenti o riponevano abiti negli armadi.

- Koizumi, dormo un pochino prima di cena, ok? Ho un po' di mal di testa.. - Otani sbadigliò e si stese nel letto.

- Certo! Io farei una doccia, invece... sicuro che debba usare il tuo bagno? Mi imbarazza un po' la cosa..

- Oh, come se non ti avessi mai vista in asciugamano!
- OTANI! - Risa sussultò, rossa in volto. - Guarda che mi cambio in bagno, mica qui, pervertito che non sei altro.

- Oh beh, peccato.

- OTANI!! NANO MANIACO!

Afferrò indispettita un asciugamano ed entrò nel bagno, borbottando fra sé e sé ingiurie contro quel 'maniaco fidanzato tappo', sotto i sorrisetti provocatori del suo ragazzo.

Si spogliò e aprì l'acqua calda nella doccia; presto il vapore invase tutta la stanza, riscaldandola e bagnando leggermente la pelle della ragazza, che rabbrividì impercettibilmente.

Si infilò sotto lo scroscio bollente dell'acqua, godendo della sensazione di avere le ciocche di capelli bagnate attaccate alla pelle.

Poi la vide.

Una falena enorme.

Appoggiata al muro umido.

Falena che, ovviamente, al contatto dell'acqua aprì le grandi ali marroni e cominciò a svolazzare vicina, sempre più pericolosamente vicina a Koizumi.

- A..A...AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!

Otani, che si era appena appisolato, si svegliò di soprassalto. - Risa?

Si alzò di scatto e spalancò la porta del bagno, dove la ragazza si era avvolta velocemente nell'asciugamano e lo guardava con occhi pieni di terrore: - U-una fa-falena!! Cheschifocheschifocheschifooo!!!

- MA SEI IMPAZZITA, KOIZUMI, URLARE COSI' PER UNA FALENA? MI ERO PRESO UN COLPO, PENSAVO FOSSE SUCCESSO QUALCOSA DI GRAVE!

- SENTI UN PO' NANO CHE NON SEI ALTRO, A ME LE FALENE FANNO SCHIFO, OK? QUESTO È GRAVE PER ME!

Stringendosi ancora di più l'asciugamano addosso uscì veloce dal bagno, lasciando impronte bagnate per tutta la stanza di Otani.

Il ragazzo, nel frattempo, aveva sbuffato e aveva afferrato una bomboletta di insetticida. La spruzzò addosso al malcapitato insetto, che cadde a terra tramortito, dove una ciabattata pose fine alle sue sofferenze. Atsushi aprì una finestra per mandare via il cattivo odore e uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Lanciò un'occhiata rassegnata a Risa: seduta sul bordo del letto si abbracciava le gambe bagnate, guardandolo con un sorrisetto di scusa. - Mi ero spaventata... -Tentò di giustificarsi con una vocetta di quelle che Otani definiva 'irritanti e infantili'.

L'altro sbuffò. - Mi sono seriamente preso un accidente.

- Cosa pensavi, che fosse entrato un ladro dalla finestra?

- Poteva anche essere, per quel che ne so io!

- Beh, sii meno melodrammatico, mio caro! E comunque ripeto, una falena nella doccia è tremendamente grave per me!
Otani si sedette sul letto accanto a lei, sbuffando di nuovo. - Aspetta che sia andato via l'insetticida, e poi puoi tornare a far la doccia, ok?

Koizumi annuì sorridendo, poi si allungò verso di lui e gli appoggiò leggermente le labbra su una guancia. - Grazie. Non so come farei senza il mio At-chan!

Lui sospirò ridendo, fingendosi rassegnato: - Eh beh, la gigantessa non potrebbe mai stare senza il sottoscritto!
Risa inarcò un sopracciglio, con una smorfia di scetticismo. - Ehi, sei tu qui quello che mi ha detto una volta che “non potrebbe vivere senza di me”! Ero io che dormivo, mica tu! Non puoi essertene dimenticato, ha-ha!
Arrossendo di botto, Otani si alzò di scatto. - IO NON L'HO MAI DETTO!
- Ah, no? - Minacciosa, anche Koizumi si alzò e si scostò i capelli bagnati dal viso.

- No! E poi perchè dovrei dirlo? Non ho motivo io di dire una cosa simile, ecco!- Il ragazzo incrociò le braccia sul petto.

- Tu brutto... Perfetto, stasera dormi sul divano mio caro!

- Ma tu guarda, il letto è il mio, non puoi semplicemente cacciarmi!

- Eppure lo sto facendo! Ti sto sfrattando, per la precisione.

- Tu..tu non ne hai il diritto! Se mai sono io che ti sfratto! Sei tu mia cara, se vuoi fare l'offesa, che devi andare a dormire sul divano!
- Ma perchè sul divano, quando c'è il letto di Yutaka-kun? Io dormirò lì, stanotte! Così vedremo chi di noi due non riesce a stare senza l'altro!
- NO! Non nel letto di Yutaka!
Risa si stupì: - Perchè? È messo male come il bagno? Cavolo, poteva dare una sistematina alla sua roba prima di invitarmi qui! Sai, penso che gli darò una chiamata e...

- Non è in disordine! - Otani era rosso in volto e non incrociava lo sguardo della ragazza.

- E allora perchè non vuoi che vada lì? Insomma, Otani, sei proprio strano! Nel divano non ci sto, non ci posso fare niente, mi sbucano fuori i piedi dai braccioli e...

- NON VOGLIO CHE RIMANGA IL TUO ODORE NELLE LENZUOLA DI YUTAKA!

Koizumi sembrò congelarsi. Con le braccia stese lungo i fianchi, osservava Atsushi con uno sguardo misto di curiosità e perplessità. - Ma... mi stai dicendo che ho un cattivo odore?
Otani si colpì la fronte con una mano, sospirando. - No... cocciuta di una gigantessa, possibile che non riesca a capire che non ti voglio insultare ventiquattro ore su ventiquattro? Sei proprio idiota, certe volte.

L'altra si accigliò. - Bhè, mi riesce un po' difficile, in effetti. Perchè in realtà tu mi insulti ventiquattro ore su ventiquattro.

- Voglio solo dire che... diamine sono geloso! Va bene, ok? Lo ammetto, sono geloso. - Paonazzo in volto, prese il coraggio a due mani e fissò i propri occhi miele in quelli cioccolato della ragazza. - Sono geloso, ok, Koizumi? Hai un buon profumo, e come posso dire... voglio essere l'unico a sentirlo. Anche il bagno di quell'altro è in buone condizioni, se proprio lo vuoi sapere, ma l'idea che tu usi il bagno di Yutaka è...è... - Si bloccò, incapace di spiegarsi.

Non ce ne fu il bisogno, comunque: Risa si chinò nuovamente in avanti e lo baciò delicatamente.

Otani le prese la guancia con la mano e rispose al bacio, sospirando piano.

Dalla finestra, il tramonto tinse di arancione le loro guance già arrossate.

Inutile dire che quella notte nessuno dei due fu sfrattato dal letto, che anzi fu sufficientemente largo per due persone.

 

________________________________________________________________
Marzo – il giorno prima del compleanno di Otani Atsushi.

 

Risa era seduta a gambe incrociate sul letto di Otani (che magicamente era diventato anche suo), con il cellulare in una mano e nell'altra una matita, con la quale tracciava degli schizzi di abiti su un foglio appoggiato sul ginocchio.

Velocemente digitava il messaggio che avrebbe poi inviato a Nobu. La sua amica le aveva chiesto come avrebbero passato il compleanno di Otani, temendo in qualche banale visita alla sala giochi o un ennesimo concerto di Umibouzu.

 

Ti prego, Risa, dimmi che non andrete a quel dannatissimo All Game, e nemmeno a un altro concerto di Umibouzu. Ormai vi conosce per nome, siete sempre lì!
 

 

Beh sì, in effetti ci chiama Otani-kun e Koizumi-chan, ma non sai che soddisfazione sia emergere dalla anonima folla di fan! Comunque no, non andremo in nessuno dei due posti. Gliel'ho chiesto, e lui ha detto che andremo in un posto diverso.. in effetti sono curiosa!
 

 

Cosa gli regali, cara?

 

 

Eheheh questa volta lo stupirò! A Natale gli avevo regalato la cornice con la foto, no? Bene, gli ho preso un set di accessori per giocatori di basket, e poi come aggiunta un album con tutte le foto di lui con i suoi amici ;) Per procurarmi quelle foto ho dovuto stalkerare il suo cellulare, trafugare i suoi cassetti e chiedere aiuto ai suoi compagni di corso alla Tsuki! Mi avranno presa per pazza, ma l'importante è che gli piaccia!

 

 

Cioè. Hai regalato a lui le foto di sé con i suoi amici? Ma qualcosa di più romantico non potevi trovarlo?

 

 

Vedrai. Fidati di me, per una volta, Nobu. Scusa, ora spengo il cellulare che devo finire un progetto! Ci sentiamo dopo :*

 

 

Risa sospirò e spense il telefono, poi sorrise fra sé e sé. Era davvero curiosa, chissà cosa avrebbero fatto il giorno dopo. Otani in quel momento si trovava a lezione, e non sarebbe tornato prima di un paio di ore, quindi Risa decise di fargli una sorpresa per il suo compleanno: lasciò il disegno non finito sul letto

e si diresse in cucina, canticchiando a mezza voce un motivetto di Umibouzu.

Accese lo stereo ad un volume abbastanza alto e cominciò a preparare una torta al cioccolato, farcendola con nocciole e frutta.

Prese la sac-à-poche e la riempì di crema, poi scrisse sulla torta:

 

Buon compleanno Kyojin

 

Sorrise soddisfatta e osservò la propria creazione, che torreggiava sul tavolo in mezzo a montagne di briciole di cioccolato, bucce dei vari frutti, coltelli sporchi di creme varie e recipienti incrostati.

Ondeggiando al ritmo della musica, cominciò a ballare euforica. Era felice, felice di potere per una volta rimediare alla propria fama di pasticciona, felice di potere stupire il suo ragazzo, felice di potere apparire migliore ai suoi occhi.

Era una delle sue paure più grandi, quella di mostrarsi inadeguata: voleva che Otani la ammirasse, la guardasse con occhi carichi di gratitudine e dolcezza; voleva che la amasse sempre di più, come faceva lei.

Non si era accorta che tutto quello che lei sperava, già accadeva. Non si rendeva mai conto degli sguardi di Atsushi, furtivi e sempre più frequenti.

Ora lì, mentre volteggiava nella cucina al ritmo della musica del suo cantante preferito, si sentiva finalmente realizzata. Con quel dolce avrebbe sicuramente guadagnato un amore ancora più grande da parte di Otani.

Quando sentì delle mani sulla vita, sussultò e si girò di scatto: si trovò davanti Otani, che la guardava con uno sguardo misto di ironia e furbizia.

- Koizumi?

- Otani? Sei tornato prima! - Risa, rossa in volto, arretrò di qualche passo, avvampando ancora di più quando vide che lui le si avvicinava nuovamente.

- No, sono le tre di pomeriggio. Solo che eri impegnata e il tempo ti è passato più in fretta.

Koizumi cominciò a balbettare, tentando di nascondere la torta dietro la propria schiena: - Ma...ma... ehm... no...cioè...non stavo facendo niente... io...

Otani si sporse e notò il dolce. Il sorriso ferino gli si allargò e lui esclamò: - Una torta? Mi hai fatto una torta?! Risa, mi stupisci sempre di più!
La ragazza si mordicchiò il labbro inferiore e si scostò, mostrando definitivamente il dolce. - Volevo farti una sorpresa per il tuo compleanno, ma a quanto pare non mi è riuscita. Sono proprio una frana, e io che volevo lasciarti a bocca aperta!
- Ma mi hai lasciato a bocca aperta, Koizumi.

Otani si alzò sulle punte dei piedi e la abbracciò, come aveva fatto quella sera più di un anno prima, quando temeva che lei avrebbe scelto Kohori al suo posto. Appoggiò la testa sulla sua spalla e mormorò un “grazie” timido e impacciato, ma detto con tutta la sincerità e l'affetto di cui disponeva.

Risa rimase immobile, dapprima irrigidita in quella stretta inaspettata, ma poi si sciolse e cominciò a ridacchiare. - Eheheh...

- E ora perchè ridi?

- Non pensavo sarei mai riuscita a conquistarti, Otani.

- Neanch'io pensavo ci saresti riuscita. Ero proprio idiota, non credo?

- Aho

- Aho, giusto. Aho.

Si sciolsero dall'abbraccio sorridenti, poi Otani indicò la torta:- Posso mangiarne una fetta? Sto morendo di fame!
Risa annuì incoraggiante e, preso un coltello, tagliò un pezzo di dolce e lo allungò al ragazzo, che lo assaggiò goloso.

- Mhm, buona!
- Davvero?

- Sì! Caspita, Koizumi, sei da sposare!

Risa si immobilizzò e arrossì di botto, poi sorrise dolcemente. - Mi sembrava di avertelo già detto, non ti sembra troppo presto per il matrimonio?

Otani annuì senza smettere di masticare. - Certo, era un modo di dire.

- Ma questo non significa che non la voglia sentire seriamente questa frase, un giorno, Otani.

- Roger, gigantessa!
Koizumi rise e prese una fetta di torta. Il matrimonio avrebbe aspettato. Le bastava semplicemente poter stare così, insieme a Otani, a scherzare e ingozzarsi di dolci.

 

 

 

Il mattino seguente Risa si svegliò di soprassalto, accanto ad un Atsushi addormentato e tranquillo.

È oggi! Oddio, è oggi!

Sogghignando tentò di alzarsi dal letto senza svegliare Otani, ma una stretta sul polso la costrinse a rimanere ferma.

- Dove credi di andare, Koizumi?

- A preparare il riso per la colazione?

- No.

La stretta sul polso si fece più forte, e lei abbassò lo sguardo sul viso di Otani: era più vigile che mai, e la squadrava con occhi furbi.

- Non dirmi che non sai che giorno è oggi. La torta che ho ancora nello stomaco prova il contrario, kyojin.

Risa si finse smemorata: - Ehm...cioè? Che giorno è? Il giorno della raccolta del vetro?

- Voglio il mio regalo.

Risa sgranò gli occhi: - COSA? Brutto bambino viziato, chi ti ha insegnato a chiedere i regali così spudoratamente? Sei proprio...cioè, non ho parole! Non ti facevo così, Otani, sul serio!
- Non quello, Risa. - La tirò a sé e la baciò, assaporando il sapore delle sue labbra. - Questo, - disse, a un centimetro dalla sua bocca, - era quello che volevo. - Concluse, riprendendo a baciarla.

Koizumi sprizzava felicità da tutti i pori. La giornata era iniziata bene, e non poteva che continuare di quel passo!
Quando si alzarono dal letto, la luce filtrava dalla tende e illuminava le stanze di una sfumatura biancastra e rilassante.

L'orologio segnava le otto e mezza, e la giornata si preannunciava soleggiata e calda.

- Scusa, Otani, posso sapere dove andremo oggi?

- E poi dici a me che sono impaziente!

Koizumi lo guardò curiosa, poi si strinse nelle spalle, rassegnata.

Mentre preparava la colazione , canticchiando fra sé e sé una canzoncina che aveva imparato da bambina, sentiva Otani preparare una borsa nel quale stava infilando delle bottigliette d'acqua e dei pacchi di biscotti.

- Pic nic?

- Lo vedrai!

La ragazza sbuffò e posò la ciotola di riso sul tavolo, al posto dove di solito si sedeva Atsushi. - Tieni.

- Grazie! - Si sedette di fronte a lei e afferrò le bacchette, poi prese a ingurgitare velocemente bocconi su bocconi di riso. Koizumi era rimasta congelata, a squadrarlo con occhi spalancati. - Nano ingordo, sembra che tu non mangi da mesi!
- Ho fame! - Mugugnò l'altro, con la bocca piena di riso.

- Ho notato.

Otani le rivolse un sorriso divertito, e Risa si accorse di essere arrossita.

- Oh, ma guarda! La nostra gigantessa arrossisce ancora quando sorrido!
- Taci, nano malefico! Scommetto che anche tu arrossisci quando sorrido!
Bingo.

Otani trattenne il fiato per un secondo, poi scosse la testa: - No no cara, puoi sorridere tutte le volte che ti pare, non sortirà mai nessun effetto sul sottoscritto!

- Ah davvero? - In un impeto di determinazione, Risa si avvicinò al volto del ragazzo finchè i loro nasi non erano a distanza di un centimetro. Poi fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo, e sorrise dolcemente. - Grazie Otani, di stare con una come me.

Otani, con grande soddisfazione della ragazza, diventò di una delicata sfumatura violetta, e bofonchiò: - Sarebbe bello se questa frase fosse sincera, e non solo una provocazione!
Risa si allontanò e gli voltò le spalle, poi girò nuovamente la testa verso di lui e sorrise, un sorriso venti volte più dolce e luminoso del precedente: - Ma è sincera, Atsushi!
La sfumatura di viola diventò ancora più accesa.

 

 

 

 

- La stazione dei treni?

- No, spilungona, prenderemo un treno, ma non è qui che passeremo il giorno... ma ti si è fuso il cervello?

- Gentile, insomma, Otani!
- Ho solo detto la verità, cara!
Salirono su un treno, e Risa lesse velocemente una delle scritte che troneggiavano sugli schermi digitali. - Ho...kkaaaa...iii....dooo...Hokkaido? Stiamo andando in Hokkaido?

Otani annuì, senza rispondere.

- Ma non è...

- Sì, è dove siamo andati in gita l'ultimo anno di scuola.

- Ma...

- Il fatto è, Koizumi, che non volevo che l'ultimo ricordo che avevi di un posto tanto bello fosse... così amaro.

Koizumi rimase in silenzio, ripercorrendo con la memoria quel terribile giorno in cui si era sentita crollare il mondo addosso. Quel giorno orribile in cui era stata rifiutata ufficialmente, irrimediabilmente.

Bhè, non proprio irrimediabilmente!
Sorrise, scacciando i pensieri negativi. - È stata un'idea molto gentile, Otani: ritiro quello che ho detto prima!

Atsushi fece un cenno di assenso con la testa.

- Sai, in realtà non pensavo che fossi così... generoso. Voglio dire, è il tuo compleanno, ma sei tu a fare un regalo a me!
Otani si voltò per guardarla. - Guarda che è un regalo anche per me. Non è che a me sia rimasto un bel ricordo di quel posto.

- Sei stato tu a rifiutarmi, non il contrario.

- Certo, ma non mi ha fatto piacere, ti pare? Anche se non avevo ancora capito di... insomma... - arrossì e sospirò. - hai capito, quello, comunque eravamo amici, e quindi mi è dispiaciuto farti soffrire.

Koizumi sorrise e appoggiò il corpo allo schienale del sedile, sospirando piano: - Smettila, Otani. Smettila di farmi innamorare sempre di più di te.

Il ragazzo le lanciò un'occhiata di sbieco, poi sorrise strafottente fra sé e sé. - Ma non ci posso fare niente se sono irresistibile.

- Certo, attiri gli schiaffi in faccia!
- Ma sentila! Chi è che mi ha appena detto che si innamora ora dopo ora?

- Io non ho mai detto di innamorarmi ora dopo ora! Semmai secondo dopo secon..Cioè... Io ti tirerei due ceffoni, invece, brutto presuntuoso!
Otani si mise a ridere, e dopo qualche attimo anche Risa cominciò a ridacchiare, guardando fuori dal finestrino del treno.

 

 

Dopo un paio d'ore arrivarono a Sapporo, una città tanto caotica quanto caratteristica: l'enorme via che separava i due quartieri principali della città era trafficata e percorsa sia da automobili che da persone a piedi, che passeggiavano o percorrevano con grandi falcate la strada, frettolose o sommerse di impegni inderogabili.

I due ragazzi si scambiarono un'occhiata complice. L'avrebbero fatto di nuovo. Come due anni prima, avrebbero fatto il giro della città in modo un po'...particolare.

 

Trovarono il rickshaw dopo una ventina di minuti, e si divertirono come bambini la mattina di Natale sopra quel veicolo inusuale.

La giornata trascorse abbastanza in fretta, tra capatine nei negozi di musica, visita ai principali monumenti della città, un pranzo veloce in un grande parco centrale e diversi giri sulle attrazioni del parco divertimenti più vicino.

Alla sera decisero di cenare in un ristorante, e poi avrebbero preso il treno delle nove di sera.

Entrarono in un locale illuminato a lume di candela e chiesero un tavolo per due.

Il cameriere, un uomo vestito con un completo nero elegante, li guidò fino a un tavolino appartato e si dileguò con la promessa di tornare presto.

I due ragazzi si sedettero e stettero in silenzio per un po', guardandosi la punta delle mani e di tanto in tanto in viso.

Risa fu la prima a rompere il silenzio: - Il regalo dovrò dartelo a pezzi... una parte ce l'ho qui, il resto è a casa. Te lo consegnerò stasera, va bene?

- Koizumi, così mi fai pensare male!
La ragazza avvampò e gli diede uno scappellotto sulla fronte: - Pervertito che non sei altro!

Otani ridacchiò sommessamente e la guardò dolcemente negli occhi, sorridendo. Lei arrossì ancora di più, e per smorzare la tensione si mise a rovistare nella borsa enorme, alla ricerca del pacchetto oro che vi aveva infilato la mattina presto.

Quando lo trovò, lo porse trionfante ad Atsushi. - Buon diciannovesimo compleanno!

Lui lo prese e la ringraziò: - Grazie, Koizumi. Uuh, ora sono curioso!
Cominciò a scartarlo lentamente, rivelando a poco a poco un libro dalla copertina in stoffa di tweed.

Al centro della copertina troneggiava una scritta in argento.

 

Storie di un nano e dei suoi amici giganti

 

Quando lo aprì, Otani trovò all'interno pagine morbide ricoperte di scritte, disegnini stilizzati e, soprattutto, fotografie.

Foto di lui da bambino, da ragazzino con Nakao, della sua squadra di basket, di sua madre e di sua sorella, e tante altre.

Sotto ad ogni foto, elegante nella sua calligrafia tutta curve e ghirigori, Risa aveva scritto commentini e battute.

Qui vediamo il nostro nano mentre tira il suo primo canestro.

Ed ecco la sua cara sorellina mentre gli prova gli abiti di una bambola!
Nakao era già più alto di due spanne del nostro nano...

Al primo concerto, l'inizio di un amore destinato a durare in eterno!
Otani sfogliava le pagine sotto lo sguardo attento e ansioso di Risa, che tentava di capire le emozioni del suo ragazzo.

Quando arrivò alla fine e chiuse il quaderno tenendo lo sguardo basso, lei osò chiederglielo. - Ti piace?

Lui non rispose, e Koizumi si avvilì. - Lo sapevo, non ti piace. È una schifezza. Ma che ci vuoi fare, pensavo fosse un'idea carina! Ma dai, spero che almeno il regalo a casa ti piaccia!
Quando Atsushi alzò lo sguardo su di lei, Risa si accorse che aveva gli occhi lucidi, e sorrideva.

- Se mi piace? Risa, è fantastico!
Si asciugò gli occhi con un lembo della manica della camicia, e si allungò verso di lei per soffiarle un bacio sulle labbra. - È meraviglioso. Grazie.

- Non c'è di che!

Otani sorrise fra sé e sé, poi si schiarì la voce: - Ehm...posso sapere come hai avuto queste foto, Koizumi?

Lei ridacchiò e ammiccò fra le risatine: - Ho i miei metodi.

 

 

______________________________________________________

1 Aprile. Pesceee!

 

Si svegliò intontita, con il viso affondato nel cuscino bianco e i capelli sparpagliati sulle sue spalle incastrati per qualche arcano motivo tra il lenzuolo e il cuscino.

- Otani?

- Mhm?

Il ragazzo era ancora mezzo addormentato: giaceva a pancia in su con le braccia incrociate sul petto, e teneva gli occhi chiusi; il suo respiro tornò a farsi pesante, e Risa si chiese se si fosse riaddormentato.

- Otani?

- Eh?!

- Oh, scusa. Allora sei sveglio. Volevo solo dirti una cosa...

- Eh dimmela, no? Senza tanti fronzoli. Già che mi hai svegliato almeno fa' in fretta e.. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!

Il suo grido schifato riempì la stanza, condito dalle grasse risate della sua ragazza.

Risa gli aveva lanciato in pieno viso un merluzzo crudo, tutto bagnaticcio e viscido, e con suo grande divertimento aveva visto il ragazzo sobbalzare disgustato e togliersi di dosso il pesce.

- Dovresti vedere la tua faccia, Otani! Ahahahah, pesce d'apriiii-iiile!
- Un corno, pesce d'aprile! - Il ragazzo si passò le mani sul viso umido con un'espressione orripilata. - Koizumi, l'hai fatta grossa stavolta!

Si alzò di scatto e le tirò una cuscinata, poi si diresse in fretta verso il bagno per sciacquarsi la faccia.

Risa nel frattempo si tirò a sedere continuando a sogghignare.

Ancora due giorni e poi tornerò a casa.

Questo pensiero la rattristò di botto, e quando Otani tornò in camera da letto la trovò rannicchiata e con il viso affondato nelle braccia incrociate sulle ginocchia.

- Koizumi?

- Mhm. - La ragazza si limitò a bofonchiare qualcosa che suonò come “Sto-bene-non-mi-rompere-lasciami-affondare-nella-mia-stessa-commiserazione-però-almeno-chiedimi-come-sto.”
- So che non vuoi che rompa, che vuoi affondare nella tua stessa commiserazione, ma lascia che te lo chieda... è successo qualcosa in questi venti secondi che sono stato via?

- No...

- Koizumi?

- Sto bene, davvero! Però grazie dell'interessamento.

Otani le lanciò un'occhiata dubbiosa, poi andò in cucina sospirando.

L'ho già detto e lo ripeto, questa ragazza è davvero difficile da mantenere!
Prese una tavoletta di cioccolato al latte e afferrò un coltellino per incidere la superficie del dolce.

Con movimenti incerti disegnò la faccia di un coniglietto stilizzato, e accanto scrisse Kyojin, parlane con me.

Poi tornò in camera da letto e allungò la tavoletta di cioccolato fin sotto il naso della ragazza.

Lei alzò la testa dalla nicchia di braccia e ginocchia che si era creata, e osservò il cioccolato con occhi lucidi pieni di meraviglia.

- Ho sentito dire che la cioccolata aiuta nei momenti in cui ci si sente giù. - Otani era leggermente rosso in viso, ma il suo sguardo era serio.

Risa sorrise e afferrò la tavoletta, poi ne staccò un pezzo e se lo mise in bocca, lasciando che il sapore dolce le riempisse bocca e narici.

- Buono?

Annuì soddisfatta. - Graffie. È ftato un penfievo mofto cavino.

Atsushi la guardò mangiare con soddisfazione, poi si stese di nuovo nel letto. - Kami, è prestissimo! Quel pesciaccio era molto mattiniero.

Sentì la ragazza ridacchiare, e si girò verso di lei. Lo stava guardando con occhi pieni di affetto e amore, e si sentì sciogliere. Gli pareva che le viscere gli si attorcigliassero dentro alla pancia, e per un attimo desiderò infilare la testa sotto al cuscino per sfuggire a quello sguardo.

Si limitò a distogliere lo sguardo rosso in volto, poi mormorò: - Allora, ne vuoi parlare?
La ragazza sospirò, poi gli si stese accanto, tenendo la cioccolata tra le mani tremanti. - È solo che... - si bloccò, esitante. Non voleva che lui pensasse di dover abbandonare la scuola di specializzazione solo per evitarle il dolore della lontananza.

- Koizumi?

- Senti, non voglio che tu tragga conclusioni affrettate da quello che ti sto per dire, ok?

Otani annuì curioso. - Certo. Va' avanti.

Risa si tirò su e si appoggiò su un fianco, per poterlo guardare negli occhi. - È solo che...sono un po' triste se penso a dopodomani... Insomma, ho passato dei mesi fantastici, nonostante fossi piena di dubbi. Cioè, non era una convivenza definitiva, però comunque avevo paura di passare tutta la giornata a litigare... e invece non è stato così. In realtà abbiamo bisticciato tanto, è vero, però... è stato diverso.

Atsushi non commentò, ma sentì che un sorrisetto compiaciuto gli stava spuntando sulle labbra e tentò di mascherarlo con un colpo di tosse, fallendo miseramente.

- Perchè ridi? - La domanda della ragazza arrivò tanto prevista quanto temuta.

- Niente, è che sono felice.

Lo sguardo curioso di Koizumi lo portò a sorridere ancora di più. - Perchè mi ero imposto di cambiare atteggiamento. Sai, dopo... dopo quello che è successo con quello Yuji. Insomma, volevo diventare un fidanzato modello, e non avevo troppe speranze di riuscirci. Per cui, sapere che invece qualcosa è cambiato mi ha... confortato.

La rossa aveva sgranato gli occhi e lo guardava meravigliata. - Davvero hai tentato di cambiare atteggiamento per fare contenta me?

Atsushi arrossì violentemente e si appoggiò il braccio sulla fronte, beandosi di quella piccola maschera che impediva alla ragazza di vedere il rossore sulle guance. Annuì leggermente, poi con un filo di voce sussurrò: - E... ci sono riuscito? Intendo dire, a farti contenta?

Non sentendosi arrivare nessuna risposta, alzò il braccio e lanciò un'occhiata alla ragazza.

Sussultò e cominciò a boccheggiare. Risa aveva le guance rigate di lacrime e sorrideva tra i singhiozzi. - Oh Kami, Otani. Più i secondi passano più io mi innamoro di te!

Il ragazzo avvampò e balbettando cominciò ad articolare frasi senza senso, alla ricerca di parole gentili ma che allo stesso tempo sdrammatizzassero la situazione.

Alla fine decise di tacere, e si avvicinò alla ragazza. Entrambi erano seduti sulle ginocchia sul letto, e per un attimo tornarono con il pensiero a quella sera, quando Otani era venuto a sapere i risultati dei test di ammissione.

- Risa, ti ricordi quella sera? Da quel momento tutto è cambiato, probabilmente. Tu diventerai una stylist provetta, io affonderò tra i libri e i quaderni. Quasi sicuramente passeranno lunghi periodi senza vederci, e anche se ci sentiremo per telefono, sappiamo entrambi che non è la stessa cosa. Quindi sì, sarà difficile, non lo nego. Molte cose saranno diverse. Ma c'è una cosa che non cambia. Non è mai cambiata, da anni ormai. Ufficialmente dalla sera del tuo compleanno di due anni fa, ma io direi che è da più tempo. E non è cambiata quando hai fatto la modella insieme a Mimi, né quando abbiamo litigato per colpa di quel tappo di Kohori. E indovina, non è cambiata nemmeno quando ho saputo i risultati dei test di ammissione. Non cambia adesso, e non cambierà in futuro. Te lo assicuro. Vuoi sapere cos'è che non cambierà mai?

Risa annuì, leggermente rossa in volto e con gli occhi spalancati, ancora lucidi.

Atsushi sorrise e la baciò, sentendosi il volto in fiamme.

Tuttavia, quel rossore era differente da quello che aveva sempre accompagnato i loro baci: di solito era dovuto all'imbarazzo, dato che non era abituato ad esternare emozioni perennemente confinati in lui. In quel momento, invece, la leggera colorazione porpora era causata dall'immensa felicità che lo stava pervadendo. Era finalmente riuscito a far piangere di gioia Koizumi! Lei che solitamente si ritrovava a versare lacrime amare di delusione nei confronti del suo comportamento, aveva appena dato prova di una grande gioia, ed era stato lui a procurarle quella gioia! Sentiva il cuore nel petto battere all'impazzata, troppo euforico per poter essere contenuto nella cassa toracica. La sensazione delle labbra morbide di Risa, la durezza dei suoi denti, tutto in lei gli provocava sentimenti contrastanti, che non aveva mai provato -nemmeno nella loro prima notte di amore, durante le vacanze di Natale. Era quella gioia esplosiva nuova, provata finalmente nell'aver reso felice la sua Risa.

Quando si staccarono rimasero in silenzio guardandosi negli occhi, lasciando che quelle gemme cioccolato e miele comunicassero fra di loro, che riferissero pensieri taciti e troppo complicati per essere definiti da parole.

 

 

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Quattro anni dopo

 


- Risa, sei pronta?

- Oddio... Non ne sono così sicura!
- Smetti di fare la scema, Otani ti sta aspettando a quell'altare, eh!
- Oddio Nobu... ho paura di inciampare!
- MA PER FAVORE! Tienti su il lembo del vestito con la mano, e non inciamperai!
- E il bouquet con che mano lo tengo scusa?

- Con l'altra!
- Ma con l'altra sto a braccetto con mio padre!
- Sì ma appunto, la mano è libera, no?

- Ma sta brutto tenere il bouquet con la mano del braccio piegato, e...

- Da quando voi due seguite le convenzioni? E poi, preferisci che stia male o inciampare nel mezzo del corridoio?

- AAAAH NOBUUUU AIUTAMIIIII!!

- Sta' calma, Risa! Sta' calma. Forza, così sei perfetta. - Le aggiustò la decorazione di perline sul petto. - Sei bellissima, Risa.

- Grazie, Nobu... Vado?

- Vai! Mi troverai in prima fila a farti un bel filmino!
La giovane donna sorrise nervosa. Poi, varcò la porta, sotto un centinaio di occhi estasiati.

 

 

 

 

 

 

 

* ANGOLO AUTRICE *

Sono imperdonabile, lo so. SCUSAAAATE!!! Sono in un ritardo pazzesco, ma ehi, il capitolo è anche lunghetto, no? Cioè praticamente il triplo!
Ok no mi lincerete per il ritardo, lo so. E avete ragione. Ma finalmente eccomi qui! La storia è finita -era ora, direte voi!-...lo so che sono sconfinata pericolosamente nel fluff e nell'OOC, ma spero che la cosa non sia troppo detestabile!

Ho deciso volutamente di non descrivere né di San Valentino né del White Day, perchè altrimenti sarebbe venuto un poema omerico (15700 versi! Ma dico io!!OK scusate lo sclero) e quindi ho preferito concentrarmi su eventi quotidiani e il compleanno di Otani. E il matrimonio...♥ che amore che sono i nostri All Hanshin Kyojin!

 

Ah si, prima che mi dimentichi!
- kyojin = gigantessa/gigante (a seconda del contesto)

- kami = Dio

- aho = idiota

 

E niente, spero di non avere commesso incongruenze o errori, se così fosse siete pregate di segnalarmeli!
Bene bene, io vado a cena, se vi va lasciate una recensione per farmi sapere se il capitolo vi è piaciuto e in generale se tutta la ff è stata di vostro gradimento... Ringrazio di cuore tutte quelle che l'hanno preferita, recensita, seguita, ricordata e chi più ne ha più ne metta...Ma soprattutto grazia a te, che sei rimasta con i nostri idioti proprio fino alla fine! (ops, piccola citazione della amatissima Rowling ò///ò)

Per vostra sfortuna tornerò a scrivere nel fandom, le idee mi nascono come funghi in testa!
Quindi, alla prossima carissime!!

Izzie ♥

 

 

 

   
 
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