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Autore: Lord Gyber    01/03/2015    2 recensioni
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Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Una volta finito il suo racconto, Re prese la decisione, dati tutti i problemi che erano insorti quel pomeriggio, di rimandare i combattimenti al giorno dopo. Decisione che fu ben accolta, nonostante all'inizio Clessidrus e Discord, che erano i diretti interessanti, ne furono abbastanza dispiaciuti.

Wod, Krugster insieme al Lilith decisero di andare a rinfrescarsi un po' e si ritirarono nella stanza di loro padre, promettendo di causare i meno danni possibili. Re si fidava di loro, ma avevano la terribile abitudine di distruggere le sue cose. Lo stadio non era di certo la prima.

Re, alla fine, si incamminò diretto ai suoi alloggi accompagnato dalla sua figlia Dusk, intrattenendo un discorso « Non è venuto nessun altro dei tuoi fratelli? Numa, Cut? » « No papà » gli rispose « Non hanno voluto venire. » « Peccato. » disse un po' affranto.

« Ma in compenso ho portato qualcun altro. » « E chi? » non ebbe il tempo di ricevere una risposta che una vocetta allegra riecheggiò per tutto il corridoio « NONNO!!! » questa proveniva da un piccolo alicorno dal manto arancio e dal crine rosso che si diresse a tutto velocità contro l'uomo.

Re, tutto contento, aprì le braccia con un sorriso e prese al volo il piccoletto, stringendolo in un tenero abbraccio, mentre il piccolo strusciava il musetto sul suo petto « Solar! Piccolo mio, come stai? » « Benone! » disse il bambino euforico, contento di vedere il nonno.

Re appoggiò a terra il nipote, piegandosi sulle ginocchia ed arrivando alla sua altezza cominciò a frugare la mano nella tasca della sua giacca « Questo volevo dartelo al mio ritorno ma farò un'eccezione. »

Da essa estrasse un piccola creaturina che si rivelò essere un cricetino marrone e bianco che presentava due minuscole ali piumate. Questo strofinò le zampette sul muso e si ritrovò davanti il volto super contento del puledrino. Lui si alzò in volo, contagiato dall'allegria, e cominciò a volargli intorno, facendolo sorridere.

« L'ho trovato su un pianeta molto curioso, ti piace? » « Lo adoro! » rispose serafico cercando di acchiappare il nuovo animaletto « Lo devo subito far vedere a papà. » « Non ce ne è bisogno caro. » fece una voce alle sue spalle.

Solar si voltò trovandosi davanti la figura del padre, un alicorno dal manto bianco latte e dalla criniera rosso fuoco e che aveva come cutiemark un sole del medesimo colore del crine. Il suo nome era Crimson Sun, ed era il figlio di Princess Celestia.

La sua comparsa fece sorridere il figlio e la consorte, ma trasformò il volto sorridente del suocero più duro e freddo del marmo. Si avvicinò a lui e si piegò in avanti per osservarlo con il suo sguardo intimidatorio « Ciao Sun. »

Lo stallone, trovandosi davanti il viso autoritario del padre di sua moglie, non poté non sudare freddo. Re provava una repulsione nei suoi confronti « C-ciao...Re....» il sguardo su di lui si fece ancora più pesante dandogli la sensazione di essere schiacciato sotto il peso di una montagna.

« Per te sono il Signor Re. Chiaro!?! » lui, sempre più terrorizzato e tremante, rispose facendo il saluto militare « Signorsi signore! » « Andiamo papà. » fece Dusk prendendo la groppa del marito sotto la sua ala per tranquillizzarlo.

« Siamo sposati da nove anni, vuoi smetterla di fare il possessivo nei miei confronti? » « Mai. » rispose più deciso che mai, deciso a non cambiare la sua opinione « E perché con gli altri hai sempre dato la tua benedizione? » domandò corrucciata la puledra.

La risposta, quantomeno per Re, era molto semplice. Prima che subisse la “Benefica” influenza di sua figlia, Sun era l'esempio vivente della persona che picchieresti dalla mattina alla sera. Era svogliato, volgare, donnaiolo, cercava di rimorchiare più ragazza possibili, negligente e anche stupido.

Si chiedeva come il suo dolce fiore poteva essersi innamorata di uno così. Quante volte aveva voluto prenderlo a mazzate e farlo piangere come un lattante, ma l'amore di sua figlia e l'amicizia con sua madre e sua zia gliela aveva sempre impedito.

Tirò un sospiro, troppo stanco per cominciare a discutere con quella cocciuta di Dusk « Dormirete nella mia suite. » fece un cenno con la mano invitandogli a seguirlo, cosa che fecero chi un po' più titubante chi un po' più sicuro.

Gli ci vollero al massimo un paio di minuti per raggiungere la sua camera, speranzoso di potersi rilassare per qualche ora ed evitare di pensare a tutti i guai che erano successi quel giorno.

Quando fu al punto di afferrare la porta, questa venne aperta dall'interno rivelando la figura di Amalea che portava sulla spalla una borsa a tracolla. Era frettolosa di uscire, tanto che sbatté la porta senza accorgersene sul muso di Sun, facendo sogghignare Re. Lei però non parve interessarsi.

« Ciao Amalea, dove stai andando? » domandò Re mentre la figlia soccorreva il marito « Oh ciao, stavo andando a fare un giro, sono rimasta chiusa li dentro tutta la giornata. » la sua attenzione cadde sulla puledra.

« Dusk, non ti avevo vista, tu come stai tesoro? » « Molto bene zia. » rispose la ragazza separatasi dal compagno ed affiancando il figlio « Immagino che tu ti ricordi di Solar? » « Come potrei dimenticarlo? » si abbassò fino alla sua altezza facendogli un gran sorriso.

Il piccolo, un po' spaventato dalla figura, si nascose dietro la gamba della madre, cosa che però non diede fastidio al centauro « L'ultima volta che ti ho visto eri uno scricciolo. » ammise facendo il simbolo del poco con la mano, per poi arruffargli la criniera.

Si rimise composta e fece per andarsene « Cosa c'è in quella borsa? » domandò Re osservando come la donna la tenesse stretta a se, come se temesse che gli venisse strappata dalle mani. Esitò un attimo prima di rispondere « Cose. »

« Cose? » continuò lui « Si, le solite cose da donna. Ora scusa ma voglio andare. » venne di nuovo interrotta prima di potersi muovere « Un'ultima cosa Amalea » « Cosa? » chiese « Non ti dispiace se la mia famiglia e Sun » « Ehi! » protestò lo stallone « Stanno con me nella stanza. Se vuoi ti sposto in un'altra. » « A me va bene, ora perdonatemi. » e partì a trotto nel corridoio.

Passò un secondo di silenzio che venne interrotto dalla voce del puledrino « Papà, quella è una delle amiche notturne del nonno? » disse con l'innocua innocenza di un bambino, mentre suo padre cominciò a sudare copiosamente venendo puntato in malo modo dalla moglie e dal suocero.

Quest'ultimo portò l'attenzione sul nipote, che non pareva aver capito il perché di quella reazione e quindi se ne stava con un sopracciglio alzato « Esattamente, cosa ha detto tuo padre? » chiese con un forzato tono gentile, che a stento riusciva a tenere.

« Mi ha detto che stai insieme a queste tue amiche tutta la notte e che giocate a carte, ma non mi ricordo il nome del gioco...» Sun sentì il mondo crollarsi addosso. Se prima aveva una possibilità di salvarsi dalle ire di Re, ora era praticamente fottuto.

Re si voltò verso Dusk e Solar con il più puro dei sorrisi « Io devo parlare un attimo con Sun, voi accomodatevi pure. » spalancò la porta, facendo accomodare i due, non prima di ricevere un'occhiata dalla figlia che diceva “non ammazzarlo”. Sapeva che era impossibile fermare suo padre.

Una volta chiusa la porta lui si voltò verso la sua vittima, chiaramente terrorizzata, incominciando a far scrocchiare le dita delle mani « Ti do venti secondi di vantaggio....1...» ma lo stallone rimase immobile impaurito.

«...2....» riprese le capacità motorie si voltò di scatto e cominciò a scappare per il lungo corridoio nella speranza, vana, di trovare la salvezza « 20!!!! » e Re si lanciò all'inseguimento, brandendo una mazza ferrata gigante.

 

Lo scantinato era poco frequentato, per questo sapeva che nessuno l'avrebbe vista. In mezzo a tutti quegli arredi non utilizzati, gli strumenti per le riparazioni e gli eventuali macchinari dai più vari scopi, nessuno l'avrebbe neanche cercata.

Amalea si inginocchiò a terra e si tolse di dosso la sua borsa a tracolla. Ciò che stava per fare andava contro la fiducia che Re gli aveva dato in tutti quegli anni che avevano passato da buoni amici. Ma i suoi sentimenti erano troppo forti, ed ebbero la meglio sul suo buon senso.

Aprì la borsa e vi infilò la mano, per poi estrarvi un lungo oggetto rigido arcuato e un paio di candele assieme a dei fiammiferi. Accese le due fiammelle queste illuminarono l'oggetto in questione, dandogli una leggera area spettrale.

Il corno di Tirek.

Lo appoggiò delicatamente fra le due candele e prese dalla borsa un piccolo barattolo rosso. Lo svitò e prese una manciata di polvere del medesimo colore che soffiò sopra il corno. Vi puntò addosso le mani « Nerius rucas deiilarut gurtais Tirek!!! »

Le fiamme si spensero di scatto, facendo calare l'oscurità. Ma non accadde nulla di più.

Il centauro rimase deluso pensando di aver sbagliato qualcosa nel recitare la formula. Ma il suo dubbio non durò neanche molto perché l'ultima parte rimasta del suo amato cominciò a brillare di luce cremisi.

Il corno cominciò a levitare, via via sempre più ricoperta di luce, illuminando tutta la stanza. I fasci di luce che emetteva cominciarono ad avvolgerlo, sovrapponendosi uno sull'altro, facendolo diventare una sfera di colore bianco dal contorno rosso.

La donna, senza alcun timore, prese il globo fra le mani e se lo portò vicino alla faccia « Tirek, mi senti? » domandò speranzosa. La sfera vibrò un po', come una persona che dopo aver subito uno spavento si stesse ricomponendo «A...Amalea? » chiese una voce profonda ma allo stesso tempo debole .

« Si amore, sono io. » « Non merito di essere chiamato così. » fece, con tono dispiaciuto lo spirito del centauro « Smettila di dire stronzate » lo rimproverò « L'importante è che ora tu sia di nuovo qui con me. » lo strinse forte al suo petto, dandogli un abbraccio con tutto il suo amore possibile.

« Speravo che non mi avessi dimenticato. » la sfera affondo sempre di più in quella dimostrazione di affetto « Ma c'è un problema. » « E quale? » chiese lei, lasciando il suo amato, permettendogli di levitare.

« Così come sono ora non possiamo stare insieme. E purtroppo il mio corpo è stato distrutto da quel moccioso. » disse rimembrando la sconfitta da parte di quell'ammasso di scaglie « Ed io voglio amarti con ogni singola parte di me. »

Si avvicinò al volto della sua amata sfiorandolo velocemente e lasciandogli addosso una bellissima sensazione di calore « E come facciamo a farti riavere il tuo corpo. » lui si girò, come a volergli dare le spalle « Mi serve della magia. Tanta, tantissima magia. » e se avesse avuto le labbra, avrebbe sogghignato.

 

Clessidrus prendeva ripetutamente il suo cuscino a pugni e calci, usandolo come valvola di sfogo per tutta l'adrenalina che aveva in circolo « Tesoro » lo ammonì la sua Twilight « E' da più di un'ora che tormenti quel povero cuscino, si può sapere che hai? »

Gli rispose, senza però smettere di attaccare « Domani c'è il mio incontro con Discord e sono molto emozionato. » diede un gancio al cuscino « L'avrei anche affrontato oggi, ma poi Re ha deciso che era meglio rimandare. » mollò un calcio rotante.

« Sarà un incontro difficile e devo essere pronto. » gli appioppò un secondo calcio rotante, squarciandolo a metà e facendo volare per tutta la stanza delle piume « Roadhouse. » « E va bene mister Roadhouse » fece la sua ragazza con un sorriso « Ora perché non vieni a fare qualcosa di importante? I miei poveri zoccoli sono distrutti. » e si distese sul loro letto.

E detta la parola magica lui andò subito a dargli sollievo con i suoi incredibili massaggi.

Intanto, sugli spalti, Lucas e Gyber erano intenti a fissare il cielo stellato « Quindi domani ci affronteremo. » disse entusiasta il primo « Era da un po' che volevo prenderti a mazzate sai. » il ragazzo albino gli mise una mano sulla spalla.

« Credimi, farò in modo che il nostro incontro non ti passi mai più dalla mente. » disse con un sorriso sadico in volto, che invece di far spaventare Lucas, lo fece ridere di gusto, seguito poi da Gyber « Ho proprio paura di ciò che potresti fare. »

Si asciugò una lacrima con il dito e ricominciò ad osservare il cielo con aria pensierosa « Qualcosa non va? » domandò l'antracia notando il carattere mogio dell'amico « Quanto il torneo sarà finito, vedi, vorrei chiedere ad Applejack di sposarmi. »

« E' una notizia fantastica! » fece Gyber « E dov'è il problema? » « Ho paura di chiederglielo. E se mi dicesse di no? Se poi non fossi l'uomo giusto per lei? E se avessimo dei figli? E se non fossi un buon padre? E se...? » prima che potesse continuare fu interrotto da un calcio in mezzo alle gambe da parte dell'albino.

Lui si accasciò al suolo gemendo dal dolore « Tira fuori palle, Lucas. » lo rimproverò « Sei un guerriero, hai battuto le ombre milioni di volte e sei la persona più coraggiosa che conosco. Non sarà una cosa semplice come questa a demoralizzarti! »

« Parla per te con hai la ragazza! » gli urlò in faccia, sempre disteso a terra « Questo adesso non centra. Stammi a sentire, ti meriti una vita felice insieme alla ragazza che ami e scommetto che avrai dei figli fantastici, quindi smettila di comportarti così e prendi la situazione in mano! »

E detto quel che voleva dire si voltò e si diresse verso la sua stanza « Aspetta! » gli urlò Lucas facendolo voltare « Era necessario darmi un calcio sui miei gioielli? » « No. » rispose secco « Era solo da tanto che lo volevo fare. »

Si alzò in piedi facendo leva sulle braccia « Sei un lurido bastardo! » « Fammi fare un conto....324. » Lucas alzò un sopracciglio « 324 cosa? » « Niente, mi diverto a contare quante volte la gente mi dice certe frasi. E' un mio piccolo hobby. » « Interessante » fece lui « Forse dovrei farlo anche io, me ne dicono di parolacce. »

Ma Gyber ormai se ne era già andato, diretto verso la sua camera, ma con un pensiero fisso nella testa « Forse mi farebbe bene trovarmi una ragazza, avere una villa enorme e non condividerla con nessuno è parecchio triste. »

Troppo intento a pensare non si accorse di un'altra persone e ci andò a sbattere contro, cadendo all'indietro. Quando riaprì gli occhi vide che era la Apllejack di Lucas « Oh, scusa Gyber, non ti avevo visto. » le porse la mano e l'aiutò a rialzarsi.

« Anche io ero distratto. Comunque, perché sei ancora sveglia a quest'ora? » « Cercavo Lucas e poi non riuscivo a dormire. » « E perché? » domandò lui « Continuo ad avere la nausea e mi era venuta voglia di latte e tacos. »

Lui rimase un attimo confuso, ma poi, capita la situazione, sorrise ed indicò l'uscita alle sua spalle « E' fuori sugli spalti, dovrebbe essere ancora li. » « Grazie. » e corse fuori dallo stadio.

Gyber ricominciò a camminare con un sorriso in volto « Buona fortuna, papà Lucas. »

 

 

 

Angolo autore:

Vi dico solamente che la mia storia si situa dopo My Little Brony 5 ma prima di My Little Brony 6, quindi ne Ray Ryu ne le figlie dei nostri eroi ci sono.

Tornando a noi, cosa avrà in mente Tirek? Amalea lo aiuterà? E dov'è Deadpool, che di solito compare in ogni capitolo?

Deadpool: Ero qui ad intingere un tacos nel latte, niente di che.

Ah, ok.

Alla prossima, Lord Gyber.

  
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