Dragă Mamă
Trieste, 5 Aprile 1945
Zorko
non è Anton,
vorresti dire alla canna del fucile che hai piantata in mezzo agli
occhi.
Zorko morirà – qui e oggi – ma Anton no;
è
questo il vostro errore, bastardi,
vorresti urlare all'indirizzo dell'aguzzino.
È
il ragazzo di diciannove anni che sarà compianto dalla sua
famiglia,
quando l'ultima lettera che ha vergato prima della condanna
giungerà
alla porta di casa. Ma Anton no. Anton è il partigiano e lui
sopravviverà
alla morte.
Ne
uccidi uno – e il fumo sale nero nel cielo di Trieste. La
carne
soccombe.
Ne lasci vivere mille – e il canto del popolo è
più
forte dello sparo. Lo spirito trionfa.
* * *
Selo, 2 Febbraio 1943
«Non andare».
Non t'è mai sembrata così vecchia, tua madre, ricurva sul tavolo della cucina, illuminata dalla luce fioca della candela cui si aggrappa, tremante. Allunghi un mano sulle assi di legno e le stringi le dita, mentre lo sguardo si sofferma sulla figura dormiente di tua sorella minore che riposa, ignara, poco distante da voi.
«Cara Mamma, tornerò».
~
«Duša moja, anima mia», sussurri al volto sereno di tua sorella Duša, carezzandole i sottili capelli biondi. Duša sorride nel sonno e appoggia il capo al palmo della tua mano; inspira il tuo odore pungente – da uomo – di sigari e polvere. E tu respiri il suo profumo da bambina – di pelle nivea e ferite sbucciate.
«Cara Sorella, tornerò».
~
Un ultimo addio, ma fuori dalle mura domestiche; quell'uomo cui devi tutto ti poggia una mano sulla spalla e prende un'altra boccata di fumo. Annuisci in silenzio e, lentamente, ti sciogli dalla sua presa salda.
A tuo padre no, non dici che tornerai.
* * *
Trieste, 5 Aprile 1945
Adesso,
sarebbe più facile essere Anton.
Ma
in fondo sei Zorko, Zorko che giace esanime sul pavimento della Cella
della Morte.
Zorko che un giorno è partito, ma non
è mai tornato.
[324 parole]
Cara Mamma!
Ti
comunico che oggi mi hanno chiamato per essere fucilato.
Perciò
addio per sempre.
Cara
Mamma, addio
Cara Sorella, addio
Caro Papà, addio
Morte
al Fascismo!
Libertà al Popolo!
[Baučer Zorko, Trieste 5 -4 – 45]
***
Note
dell'Autrice:
La
storia è stata betata da Amens
Ophelia.
Davvero, niente di che.
In memoria dello
spirito
di Zorko Baučer (1926-1945), partigiano combattente dal febbraio
1943; nome di battaglia Anton Kosovel.
In ricordo delle
vittime della Risiera di S. Sabba a Trieste.
In omaggio alla
volontà ferrea di un popolo – a non arrendersi, a
non cadere
nell'oblio.
Oh, giusto per specificare: la Risiera di San Sabba è stata usata come campo di prigionia, di smistamento e di sterminio di triestini, friulani, istriani, sloveni e croati, militari, ebrei.
Potrebbe
– e sottolineo il condizionale – essera la prima di
una raccolta
di storie, con protagonisti gli abitanti delle 17 celle della
Risiera. Per Zorko, mi sono basata su quell'ultima lettera che ha
scritto, tentando d'indovinarne la caratterizzazione. Sarebbe
pressapoco lo stesso metodo che utilizzerei per le altre vittime.
Ma
è solo un progetto, nulla di concreto. Intanto, avvertivo
l'urgenza
di condividere la storia del ragazzo e del partigiano, di Zorko e
Anton.
(Il nome della sorella di Zorko, Duša,
vuol dire
anima
in
sloveno ed è di fantasia. Il titolo vuol dire, appunto, cara
mamma.)
Alla prossima,
Ayumu