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Autore: Sunshine_78    01/03/2015    7 recensioni
Harry e Louis sono sposati da cinque anni. Si amano molto e sono felici. Harry desidera con tutto se stesso un figlio, mentre Louis non lo vuole, ma è pronto ad accettare e a fare tutto per l'amore della sua vita. O forse no...
AU: slice of life/bugie/MPREG
Angst/Fluff
Larry Ziall LiamxNuovo personaggio
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
- Questa storia fa parte della serie 'Do you wanna a baby?'
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Do you wanna a baby? (1)






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Harry si stende sconsolato a letto, buttando il test per terra. Ancora una volta è risultato negativo. Lui e Louis ci stanno provando da almeno tre anni, ma ancora non sono riusciti ad allargare la loro famiglia.
Si sono conosciuti al liceo, quando ancora entrambi erano troppo stupidi per capire cosa fosse l’amore. Louis era il classico ragazzino strafottente e burlone, ma appena aveva conosciuto Harry era diventato un cagnolino ammaestrato. D’altro canto, Harry era super intelligente e dolce e conoscere Louis lo aveva portato ad essere più sicuro di sé.
Terminato il liceo Harry si era iscritto ad economia inseguendo il suo sogno di diventare un manager, mentre Louis era diventato un cuoco. Sebbene fin da subito ebbero delle difficoltà in quanto entrambi erano davvero molto impegnati, decisero di andare a vivere insieme e, durante la festa del ventitreesimo compleanno di Harry, Louis – con in mano una scatolina di velluto rossa e di fronte ai loro più cari amici Niall, Zayn, Liam e James - gli chiese di sposarlo. Harry non esitò un attimo a rispondere e quattro mesi dopo erano uno il marito dell’altro.
La loro vita era perfetta: Harry aveva da poco iniziato a lavorare per una grande azienda che esportava il tabacco mentre Louis era stato promosso primo chef di un rinomato ristorante italiano; erano riusciti a comprare una casa più grande – e il mutuo non sarebbe durato poi così tanto, solo quindici anni; erano sposati e si amavano tantissimo, forse anche più di quando si amassero durante il liceo. Ma… Harry sentiva la mancanza di qualcosa. Qualcosa a cui non sapeva dare un nome. Aveva un buco nel petto che doleva ogni giorno di più e spesso si sentiva un ipocrita nei confronti di suo marito, che faceva di tutto per renderlo felice e non sapeva nulla di questo suo tedio.
Le risposte si manifestarono di fronte agli occhi di Harry un caldo giorno di primavera, mentre era a mangiare insieme al suo collega nonché migliore amico Zayn Malik.
“Niall è incinta” gli aveva detto il pakistano, “avremo un bambino! Sono così eccitato che non riesco neppure a dormire la notte.”
E fu in quel momento che Harry capì cosa desiderasse maggiormente. Un bimbo. Un fagottino che avesse i suoi occhi verdi e i capelli lisci di Louis. Oppure i suoi ricci e gli occhi azzurri del marito.
Quella sera Harry tornò a casa felice come non mai. Saltò in braccio a Louis che lo resse con molta difficoltà visto che era più piccolo di statura. Baciò il marito con molta passione e si ritrovarono a fare l’amore in salotto, dimenticando la cena sui piatti. Azione che di solito avrebbe fatto arrabbiare Louis, ma quella sera il marito gli apparve diverso e decise di dimenticarsi per qualche ora delle sue amate pietanze.
Fu solo quando Louis ebbe un campo allo stomaco per la fame che i due tornarono in cucina a mangiare patatine e biscotti. E fu durante questo spuntino che Louis capì cosa avesse suo marito.
“Lou - aveva detto Harry mentre masticava con la bocca piena e con ancora gli occhi lucidi per l’eccitazione - voglio un bambino. Un bambino tutto nostro bellissimo come te e intelligente come me. O forse il contrario! Wow, sarebbe fantastico, amore mio. Pensa che Niall è incinta e Zee non vede l’ora di diventare papà. Anche io lo vorrei tanto. Davvero, davvero, tanto.”
Louis guardò suo marito e in un solo secondo lo stomaco gli si chiuse. Un bambino. Lui padre.
Boccheggiò qualche attimo pe la richiesta quasi assurda del marito. Stavano così bene loro due insieme, da soli. A che serviva un bambino che portasse via tempo, soldi e pazienza. Senza contare che avrebbero finito per fare l’amore solo una volta al mese, se proprio gli fosse andata bene. No, Harry non poteva chiedergli una cosa del genere. Non poteva chiedergli di rovinare in quel modo le loro vite. Louis stava per riferire tutti questi pensieri e dubbi al marito, ma poi avvenne l’impossibile. La sua bocca parlò da sola, seguendo non la mente e la razionalità, ma il suo cuore che da sempre gli diceva che l’unica cosa importante era la felicità di Harry. “Va bene, Haz. Proviamo ad avere un bambino tutto nostro.”
Louis non ricorda molto altro di quella notte, se non che Harry lo baciò appassionatamente e gli disse di avere già guardato dei nomi per i loro cuccioli. Sì, da bambino – singolare, uno – Harry era già passato a volere dei bambini – plurale, tanti.
Quella sera, in salotto, fu l’ultima volta che Harry e Louis usarono un preservativo. Da quella sera, la vita di Harry fu solo incentrata a creare una nuova vita. Da quella sera, Louis iniziò a ingannare suo marito.






Se qualcuno chiedesse a Louis come ha vissuto gli ultimi tre anni della sua vita, lui risponderebbe malissimo. Certo, fa l’amore con Harry almeno quattro volte a settimana e deve ammettere che non usare protezioni lo fa eccitare sempre molto, ma questo non basta a far sì che sia tutto perfetto. Anche perché Harry ha letto in un libro – che Louis avrebbe tanto voluto che non comprasse perché quel maledetto libro ha letteralmente rovinato la loro vita – che ci sono dei giorni prestabiliti per concepire ed Harry vuole fare l’amore solo in quei giorni, agli orari più consoni per rimanere in dolce attesa. Prima, invece, lo facevano quando e come capitava, senza pensare a nulla. Louis è certo che non lo dirà mai ad Harry, ma alcune volte in quei giorni in cui Harry è fertile, lui non vuole fare l’amore. Non è una macchina che può avere voglia solo quando lo dice un libro o i calcoli fatti da Harry. Lui ha dei sentimenti, ama suo marito pazzamente, ma sa che non riuscirà ancora per molto a trattenere la rabbia e la frustrazione che gli crescono dentro.
O forse si tratta solo di senso di colpa.
Louis ha un segreto che porta con sé da tre anni. Un segreto che lo rende protagonista di un reato. Si è documentato ed è un vero e proprio reato quello che sta facendo. Ma lui sa di avere delle attenuanti. Almeno, lo spera. Se non credesse di avere delle attenuanti, non riuscirebbe più a dormire accanto a suo marito. Non riuscirebbe a baciarlo, abbracciarlo e consolarlo quando i test di gravidanza si dimostrano negativi. Semplicemente, non riuscirebbe più a vivere.
Louis fa un lavoro che gli piace e sinceramente ama che il suo incarico gli porti via molto tempo. Mentre è in cucina non pensa ai problemi che lo aspettano a casa. Sa che quel giorno Harry ha fatto il test. E sa che è negativo, non solo perché suo marito non l’ha chiamato per urlargli al telefono che finalmente la loro famiglia si allargherà, ma anche perché lo sa e basta. Louis immagina suo marito steso a letto a piangere sconsolato perché non riesce a fare ciò che Zayn e Niall hanno fatto per ben due volte, ma non riesce a sentirsi in colpa. Almeno non così tanto.
Louis non vuole un figlio. Non vuole un marmocchio che giri per casa rischiando la vita mentre lui magari è impegnato in cucina a controllare le pentole. Non vuole un bambino che lo tenga sveglio la notte, quando la sua sveglia suona da ormai sette anni sempre alle 4.30. Non vuole dividere l’amore di Harry con un figlio che una volta cresciuto si dimenticherà di loro e di tutto quello che hanno fatto per lui.
Sarà anche ipocrita, ma non lo vuole.
“Chef, vada a casa. E’ tardi.”
Louis alza lo sguardo dal ripiano che sta pulendo con un panno umido, per incontrare gli occhi di uno degli aiutanti cuochi che ha. Sorride al ragazzo, perché è bravo e si vede che ama il suo lavoro e Louis si rispecchia in quel ventenne con gli occhi stanchi, ma felici perché non si trova in un college a sgobbare sui libri, ma in una cucina a creare sempre nuovi piatti. Louis è consapevole che ognuno nasce per fare qualcosa, per questo non si è mai sentito inferiore a suo marito perché lui non ha due lauree e un master alle spalle, ma solo ore e ore a pulire piatti e a scrostare pentole. Anzi, è felice della gavetta che ha dovuto sopportare, altrimenti non sarebbe mai arrivato dove è ora: primo chef e proprietario del “Quattro stagioni”. Quando ci pensa, ancora non ci crede che il vecchio capo ha lasciato a lui il suo amato ristorante. “Ora vado, tranquillo. Tu piuttosto, non hai una fidanzata o qualcosa che ti aspetta a casa?”
Il ragazzo sorride e scuote la testa. “Solo e libero. La monogamia è noiosa.” Poi sembra si ricordi che il suo capo è felicemente sposato e allora cambia espressione cercando di salvarsi anche se ormai la gaffe è stata fatta. “Cioè, volevo dire… insomma…”
“Tranquillo, Bob. La pensavo come te prima di conoscere Harry. Poi è arrivato lui e credo nella monogamia come la mia unica ragione di vita.”
“Siete davvero una bella coppia, chef. Spero che abbiate presto il bimbo che desiderate.”
Bob fa un cenno con il capo e si allontana a mettere via i piatti puliti. Non può vedere, quindi, l’espressione rassegnata e triste formatasi sul volto di Louis. Lo chef è sempre stata una persona riservata, per questo ancora non riesce a perdonare il fatto che Harry abbia detto a tutti – ma proprio a tutti, perfino al giornalaio dell’angolo e al macellaio infondo alla loro strada – che stanno provando ad avere un figlio. Non ne capisce la necessità, di tutta questa pubblicità gratuita. Se e quando arriverà, tutti lo vedranno, comunque. Senza mettere in anteprima i manifesti! Naturalmente, Harry non è per nulla d’accordo con lui e continua a dire a tutti i loro problemi sulla gravidanza. Come se fossero davvero quelli i loro problemi.
Ora Louis è arrabbiato. Lo capiscono sempre in cucina, non solo perché quando è arrabbiato riprende tutti anche per errori che non hanno commesso – ed ora ha gridato contro Raji accusandolo di aver messo il sale nello scomparto dello zucchero, cosa che invece non ha fatto – ma anche perché Louis se ne va dalla cucina senza salutare nessuno e tutti sanno che quando è alterato diventa maleducato, lui che di solito è la persona più educata del Mondo, almeno in ambiente lavorativo.
Neppure mezz’ora dopo Louis si trova in uno studio ginecologico, diventato per l’occasione uno studio psichiatrico.
“Louis, ti ho assecondato in questa storia perché capivo il tuo punto di vista, ma oggi, che sono passati ben tre anni da quando è iniziato tutto, mi rifiuto di starti ancora dietro. Devi dire la verità a tuo marito. La merita, dannazione.”
James Tomlinson, medico ginecologo, nonché cugino di Louis è l’unico al Mondo che sa la verità. Lui non la vorrebbe sapere – naturalmente – e se il tutto venisse fuori sarebbe pronto a giurare che si è trovato immischiato in qualcosa più grande di lui senza che se ne rendesse conto, ma forse nessuno gli crederebbe. Chiunque conosca Louis, sa perfettamente che James è stato come un fratello per lui, che sono cresciuti insieme e che non si sono mai separati. Per questo non sarebbe per nulla facile discolpare James.
“Lo so, Jam. Ma che posso fare? Dirgli dopo tre anni che ci proviamo che gli ho mentito e che tu mi hai aiutato?”
James sbianca di fronte a quella frase e inizia a camminare avanti e indietro per lo studio. “No. Non mettermi in mezzo. Ti prego, Lou.”
Louis sorride perché anche se il cugino ha un anno più di lui è sempre stato il più fifone. Anche quando erano piccoli ed insieme facevano qualche scherzo alle sorelle di entrambi, la colpa ricadeva sempre e solo su Louis. “Jam, ti ricordo che sei stato tu a darmi quelle pastiglie.”
James si calma e si siede vicino al cugino. È una persona strana e Louis è pronto a giurare che sia l’essere più bipolare che lui conosca. “Davvero non vuoi un bambino? Perché, dannazione, Lou, se tu lo volessi risolveresti tutti i tuoi problemi e anche i miei. Basterebbe smettere con…”
“No! – Louis non fa finire l’altro che è già sbottato – non voglio diventare padre. Perché anche tu non mi capisci.”
“Oh, io ti capisco. Ti capisco benissimo. Ma sappi che non ti aiuterò più. Non voglio più essere tuo complice, Lou. Harry non lo merita. Sai che significa ritrovarmelo qui mentre mi chiede con uno sguardo affranto cos’altro deve fare per poter rimanere incinta? Non posso più continuare. Perdonami, Lou.”
James punta lo sguardo al pavimento bianco di marmo, temendo una brutta reazione da parte del cugino, invece si ritrova solo stretto in una morsa firmata Tomlinson.
“Non devi scusarti, Jam. Tu hai fatto tantissimo per me. Vedrò di fare qualcosa. Ti chiedo però ancora un po’ di tempo. Gli parlerò, te lo prometto. Ma non ora. Dammi almeno un paio di settimane. Finisco la scatola che mi hai dato e poi… Insomma, farò quello che è giusto fare.”
James sorride e dà un bacio al cugino. “Anche se hai paura ad ammetterlo, sappi che tu saresti un papà fantastico.”
Louis abbozza un ghigno per poi allontanarsi completamente dall’altro. “Devo andare a casa. Harry starà malissimo. Stamattina ha fatto il test e io devo essere un buon marito – almeno in queste situazioni. Salutami Liam.”
James annuisce. “Tu salutami Harry.”
Louis lascia lo studio con un peso sul cuore ancora più grande di quello che aveva quando è arrivato. Si rende conto che ha messo il cugino in una situazione orribile, ma quando ha iniziato non credeva che il tutto sarebbe andato avanti per tre lunghissimi anni. Credeva che Harry, vedendo che non riuscivano a concepire, avrebbe lasciato correre e si sarebbe accontentato di un cane. Al massimo anche di un gatto. Ma Harry non si arrende. Non l’ha mai fatto e Louis avrebbe dovuto mettere in conto che anche in quella situazione suo marito si sarebbe dimostrato un vero combattente.
Louis non sa più cosa fare. Vorrebbe davvero dire tutto ad Harry. Dirgli le sue paure, i suoi sentimenti, le sue insicurezze, ma sa che Harry, per quanto possa essere dolce e gentile, non lo perdonerà mai e Louis non riesce ad immaginare la sua vita senza Harry. Pertanto ha intenzione di continuare. Si tratta di una piccola bugia a fin di bene. Infondo non si fa male nessuno. Non fisicamente, almeno.
Louis mette da parte questi pensieri solo quando si ritrova di fronte alla villetta che ha comprato con Harry qualche anno prima. Il quartiere è uno dei più sicuri di Londra e Louis è felice di aver preso una casa lì, non tanto per i figli che Harry vuole tanto, ma più che altro per lui e per il marito, visto che nella zona più malfamata della città furti e rapine sono all’ordine del giorno.
Le luci della casa sono tutte spente quindi Louis si aspetta il peggio del peggio. Si ricorda bene quando, tre anni prima, Harry era chiuso in bagno a piangere disperato perché il suo primo test di gravidanza era risultato negativo. Quello era il primo. Ora erano arrivati al sedicesimo. Quindici volte che Louis è tornato a casa e ha trovato Harry distrutto. E quella sera sarebbe stato uguale.
Louis sospira e tira fuori le chiavi dalla tasca della giacca. Entra in casa e si dirige subito al piano superiore, verso la loro stanza. Entra in camera da letto e accende la luce.
“Vai via!”
Louis si avvicina alla parte di letto di Harry e gli accarezza i capelli mossi. “Amore mio, devi mangiare qualcosa. E’ tardi.”
Harry scuote la testa e affonda maggiormente nel cuscino. “Negativo. Ancora una volta, negativo.” E’ un attimo ed Harry inizia a singhiozzare forte aumentando a ogni singhiozzo la sofferenza di Louis.
“Amore, no ehi… Ci riproveremo. Davvero, la prossima volta sarà quella giusta!”
Harry alza gli occhioni verdi lucidi per il pianto e li punta su quelli del marito. “Davvero ce la faremo, secondo te?”
Louis annuisce e abbraccia Harry. Vorrebbe dire la verità al suo uomo, ma si ritrova a ripetergli rassicurazioni, a portarlo giù in braccio e ad appoggiarlo delicatamente sul divano, mentre lui corre in cucina a preparargli la carne con le mele.
Dopo mezz’ora in cui Harry non ha fatto altro che chiamarlo e dirgli che ha una fame da lupi Louis torna con una cenetta coi controfiocchi e con una bottiglia di vino bianco. Harry non ama molto il vino, ma Louis è fissato con i vini per accompagnare i piatti di carne e pesce, quindi lo accontenta e ne beve almeno mezzo bicchiere.
“Buon appetito, amore mio.”
Louis si sporge verso Harry e dopo avergli dato un dolce bacio a fior di labbra iniziano a mangiare. Non parlano molto, ma si sorridono e arrivano perfino a imboccarsi l’un l’altro. Louis darebbe tutto quello che possiede per poter avere altre mille serate come quella. Solo lui ed Harry, senza pensieri e problemi. Ma Louis sa che non può essere così, sa che se anche per quella sera sembra tutto a posto, la mattina dopo Harry sarà triste e preoccupato perché, anche se hanno fatto tutti gli esami accurati ed entrambi sono risultati abili e fertili, si addossa tutta la colpa perché sono tre anni che tentano, fallendo.






Quando la mattina Harry si sveglia e allunga la mano verso la parte destra e la sente vuota non si preoccupa più di tanto. Sa che il marito si alza sempre presto e, dopo essere andato a fare la spesa in diversi mercati e aver portato tutto al ristorante dove lavora, torna a casa e gli prepara la colazione. Harry crede che nessun uomo possa essere speciale come il suo uomo. Se Harry potesse tornare indietro sposerebbe di nuovo Louis altre mille e mille ancora volte.
Il ragazzo si gira verso la sveglia digitale posta sopra il comodino per poter leggere che non sono ancora le sette. Di solito alle sette in punto Louis lo viene a svegliare con un caffè macchiato, una brioche alla crema, un toast con mirtilli, una mela e un succo di arancia appena spremuta. Harry ama mangiare e non ha problemi con la linea, pertanto ne approfitta quando il suo uomo lo vizia.
Sorride, mentre pregusta la colazione che di lì a qualche attimo Louis gli porterà in camera, ma questa mattina è diverso. Sono ormai le 7.20, ma Louis ancora non si vede. Harry si alza e dopo aver indossato le sue ciabatte a forma di orso ed essersi messo una coperta sulle spalle, si avvia verso le scale per raggiungere il salotto.
A metà rampa sente la voce del suo Lou, per questo corre giù rischiando di cadere. Arriva in cucina, pende la tazza di caffè caldo, già pronta per lui, e iniziando a gustare la sua bevanda preferita si dirige verso in salotto, sentendo sempre più vicina e forte la voce del marito.
“Sì, certo che l’ho già sciolta.”
“Sì, va bene, Jam. Ho capito, lo farò.”
“Jam, non me ne frega. Non posso fare solo quello che vuoi tu e non pensare a quello che voglio io.”
Harry ormai è dietro di Louis, ma non se la sente di interrompere la telefonata con il cugino. Sa bene che sono molto legati ed è davvero difficile vedere Lou così alterato con l’altro. Per questo rimane zitto e aspetta.
“Lo so, Jam. Vorrei tanto farlo, ma so che mi odierebbe per sempre.”
“Ma come no. Tu perdoneresti Liam?”
“Ecco, appunto. Non voglio perdere Haz.”
Harry sta ancora zitto, ma adesso non è più preoccupato per quello che potrebbe essere successo tra Louis e Jam, ma tra lui e Louis. Ha capito che deve avere combinato qualcosa, ma non capisce cosa. E ha paura a saperlo.
“Sta ancora dormendo. Anzi, gli devo portare il caffè.”
“Sì, ormai sarà sciolta la medicina.”
“Lo so, lo so. Ma per ora non sospetta nulla. Se sapesse che da tre anni gli sciolgo gli anticoncezionali nel caffè mi ucciderebbe.”
Harry allarga gli occhi all’inverosimile e senza accorgersene apre la bocca scioccato. No, deve aver capito male.
Il suo LouLou non lo farebbe mai. Loro vogliono un bambino. Non può aver davvero…
“Eh, lo so. Per fortuna non hanno avuto alcun effetto collaterale su di lui. Non so come l’avresti motivato.”
Harry guarda la tazzina ormai vuota e poi si volta di nuovo verso il marito che seduto sul divano parla tranquillamente ignaro della sua presenza.
Per un attimo Harry si ritrova con gli occhi lucidi e pieni di lacrime, ma è solo un attimo perché Harry, per quanto possa essere dolcissimo con tutti, davvero, non può darla vinta a quell’essere che gli ha appena reso quella giornata la peggiore della sua vita
Velocemente esce dal salotto, attraversa la cucina e arriva nel corridoio che porta all’uscita. Appoggia sul mobiletto dove ci sono i portafogli e le chiavi di casa la tazza vuota – perché l’altro deve sapere tutto il male che gli ha fatto, deve capirlo e deve anche capire che verrà ripagato a breve con la stessa moneta – prende il suo cellulare e il portafogli ed esce di casa, senza una giacca e ancora in ciabatte. Non gliene frega molto. Vuole solo abbandonare quella casa, possibilmente per sempre.
Sblocca il telefono, schiaccia il tasto numero 2 e subito gli parte una chiamata rapida al suo migliore amico.
“Ehi, Haz. Vuoi un passaggio? Sono a un isolato da te.”
Ora Harry non riesce più a trattenere né le lacrime né i singhiozzi. “Zee… ti pre … ti prego. Vieni subito a prendermi!”
E Zayn non se lo lascia ripetere due volte perché capisce che deve essere successo qualcosa di molto grave.











Angolo autrice
Salve a tutti. Oggi ero libera e domani anche pertanto mi sono dedicata a questa storia. Avrà dei seguiti, naturalmente. Non so ancora se due o tre. Ma non credo di più.
Spero vi piaccia e che me lo farete sapere. I consigli sono sempre utili.
Grazie a chi leggerà e apprezzerà.
Spero di non aver fatto gravi errori. Chiedo scusa se li vedrete.
A presto.
Ah, volevo dire per non scioccare nessuno che le prossime parti saranno rosse.
Sunshine.










   
 
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