Film > La Bella e la Bestia
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Autore: VeronicaDauntless    02/03/2015    2 recensioni
Nelle fiabe, a volte, i sogni si avverano. E se sognaste di cadere in un pozzo guardando il vostro riflesso? Fin da bambina la più grande paura di Belle è quella di addormentarsi, quella di sognare. Non immagina che di lì a breve, tentando di salvare suo fratello, si sarebbe ritrovata prigioniera di una bestia.
Dal prologo: "Avrebbe potuto dire di aver perso la sua umanità molti anni addietro, ma la verità era che non l’aveva mai avuta. [..]Questa non è la sua storia. Questa è la storia di come il suo cuore riprese a battere."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Gaston, Lumière, Quasi tutti | Coppie: Adam/Belle
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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                        Ora. Solo ora, per la prima volta, lo vide in viso...

 
Non era una bestia. Almeno, non come aveva pensato fino ad allora. Il muso leggermente
sporgente e i denti, come zanne, le mani più simili a zampe, le ricordavano più un leone.  
Ma i suoi occhi, decisamente felini, che dapprima le erano sembrati solamente gialli, ora 
mostravano qualcosa che la sorprese. Speranza. Erano velati di speranza. E dolore. Un 
dolore profondo che si nascondeva nel retroscena.
Guardò il volto ricoperto da una peluria rossiccia e i capelli più folti di quelli di un uomo. Un
leone, così lo vedeva, non una bestia, ma un uomo con sembianze vagamente animalesche.
-A cosa pensi?- sussurrò.
Ma lei, gli occhi sbarrati, il fiato sospeso, il cuore in tumulto, non riusciva a parlare. Era pietrificata.
-Ti disgusto-
Con la stessa furia con cui si era avvicinato, ora si allontanava. Sparì oltre la porta prima che
lei potesse riprendere il controllo del suo corpo. Lo seguì subito.
-No, aspettate!-
Non la disgustava. Aveva frainteso il suo silenzio. Era spaventata per il modo improvviso in cui
si era avvicinato, per la ferocia che aveva mostrato. Ma non per il suo aspetto.
Corse dietro di lui, cercando di stare al suo passo. Lo seguì fino al piano che le era proibito. 
Sbatté contro la porta che si era richiuso alle spalle. La colpì con la mano. Una volta. Due. 
Voi non mi disgustate, avrebbe dovuto dire. Ma, in fondo, gli importava davvero di ciò che 
pensava lei? E a lei, importava che lui  tenesse al suo giudizio?
Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, guardò quel corridoio così tetro, immerso nell’oscurità,
e tornò nella sua camera. Una voce la raggiunse al di là del legno.
-Miss, va tutto bene? Vi serve aiuto per togliere il vestito?-
No. Non voleva aiuto. Non voleva quei vestiti. Non voleva cene con bestie. Non voleva nulla di
tutto quello. Tirò via i lacci, si strappò di dosso il corsetto, gettandolo a terra. Sgusciò fuori dalle
gonne e le lasciò lì. Si infilò sotto le coperte e lasciò che la coprissero del tutto. Voleva solo 
tornare a casa. Voleva solo che quei sogni finissero.
-Miss- chiamò ancora, ma la ignorò.
Voleva solo lasciare tutto fuori da quella stanza. 


A notte inoltrata lasciò la sua stanza per entrare in un’altra. Si avvicinò alla finestra e guardò la 
desolazione della sua proprietà.
Ad un tavolino, le mani poggiate con il dorso verso l’alto, le labbra cucite, la donna aprì gli occhi. 
I capelli corvini erano pieni di polvere e il suo viso sembrava di porcellana.
-Lei può fermare tutto ciò? Dimmelo!-

Non dipende da lei, Adam. Dipende solo da te.
Sentì quella voce familiare nella testa.
-Allora fa’ in modo che possa conoscere i suoi pensieri-
Allungò una mano verso di lui, senza voltarsi. Tra le dita stringeva una rosa.

Questo ti permetterà di entrare nei suoi sogni. Un petalo per ogni sogno.
Prese il fiore e si avviò alla porta.

Ma fa’ attenzione, l’ultimo petalo sarà la tua ultima occasione per salvarvi entrambi. Quando i 
petali termineranno, anche il suo soggiorno qui come prigioniera terminerà. Ed allora, ogni vostra
possibilità sarà perduta. Per sempre.

Sorrise, tornando ad essere sola.
Un petalo per un sogno..

 
Correva. Si guardò alle spalle. Era vicino, la braccava. Sentiva i suoi ululati, i suoi artigli graffiare
il pavimento, le zanne pregustare la preda. Ma nella sua testa c’era spazio solo per il battito
frenetico del cuore. Girò l’angolo. E corse. Si voltò ancora. Sbatté contro qualcosa e cadde a
terra. Trattenne il fiato. Alzò lo sguardo. Due occhi spalancati la guardavano. Le porse una 
mano per aiutarla a rimettersi in piedi. Lei la strinse.
-Corri- disse concitata. Lo tirò avanti, lungo il corridoio. Verso la porta che si faceva sempre più 
stretta. Sempre più piccola.
-Corri!-
Spalancò la porta e vi appoggiò le spalle, una volta che fu chiusa dietro di lei. Tirò un sospiro di 
sollievo.
Il nuovo arrivato la scrutava.
Ancora col fiato corto e il petto in fiamme, gli sorrise.
-E tu chi sei?-
-Sono.. un amico-
-Ed hai un nome?-
-Mi chiamo.. Leon-
Gli porse la mano. –Io sono Belle, Leon. Benvenuto nella mia testa-
Qualcosa urtò con forza contro la porta, facendola balzare in avanti. Tornò subito a poggiarsi sul
legno. Il ragazzo seguì il suo esempio.
-Chi c’è là fuori?-
-Vorrai dire cosa. In realtà, non lo so. Ma direi che è meglio che non ci prenda-
-I tuoi sogni sono sempre così.. movimentati?-
Lei rise. –Ti ci abituerai- lo guardò, soppesandolo da capo a piedi. Aveva i capelli biondi, il fisico 
magrolino e i suoi occhi, di un verde intenso, le ricordavano qualcosa.
-Sai, è strano che la mia mente ti abbia fatto così, i biondi li detesto-
Sorrise. –Perché?-
-Perché nelle storie più belle le protagoniste sono sempre bionde, mentre..- si fermò.
-Mentre tu non lo sei-
-Già-
-Neanche a me piacciono le bionde, hai ragione-
-Ma se hai i capelli chiarissimi!-
-Tu mi vedi così, ma non vuol dire che io sia così-
-Sei frutto della mia mente, quindi sei come ti vedo-
-Allora cerca di vedermi diversamente-
Un rumore sordo li fece voltare entrambi. Proveniva dall’oscurità davanti a loro.
-Ci ha trovati- sussurrò. Gli strinse con forza la mano e lui si voltò a guardare quelle dita che 
stringevano convulsamente le sue.
-Sono contenta che tu sia qui, chiunque tu sia davvero. Nei miei sogni, sono sempre stata sola-
Lo spinse via. –Vattene, prima che ci raggiunga-
Un ululato la fece rabbrividire. Il cuore tornò a pulsarle terrorizzato nel petto.
-Scappiamo allora- si alzò e le porse la mano. Ma lei non lo guardava più. Il suo sguardo era terrorizzato.
I suo occhi spalancati verso il buio.
-Non capisci. In questi sogni cercano sempre di uccidermi. E mi sveglio sempre nello stesso momento-
-Cioè?-
-Un istante prima di morire-
La belva balzò fuori dall’ombra. Con gli occhi gialli e le zanne ricoperte di sangue. Corse verso di lei
ringhiando. Saltò. E lei vide quei denti ad un soffio dal suo viso.

 
Sobbalzò. Fece vagare lo sguardo a destra e a sinistra, in cerca della luce. Espirò. Ancora quei 
dannatissimi sogni. Da quando era arrivata nel palazzo, si erano fatti più vividi. Distingueva ogni dettaglio,
ogni parola, come se stesse davvero vivendo tutto ciò che sognava. E, quando si svegliava, ricordava 
ogni singolo particolare. Da quando era lì, in tutti i suoi sogni qualcosa cercava di ucciderla. E ci riusciva.
Si alzò dal letto e le gambe per un attimo le tremarono. Quella notte, però, aveva sognato qualcosa di nuovo.
Leon. Anche lui faceva parte di quei sogni. Quelli che lei sapeva si sarebbero avverati. Forse, un giorno,
lo avrebbe incontrato davvero. Nella realtà.
Si avvicinò alla finestra. Quella sera avrebbe rivisto la bestia. O, dopo ciò che era accaduto la sera prima, 
non si sarebbe presentata? Cosa le avrebbe detto? Avrebbe mostrato la stessa furia del giorno precedente?
Le avrebbe mostrato ancora il suo volto?

  
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