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Autore: mamie    02/03/2015    7 recensioni
Li Sun sta dando l'esame più importante della sua vita, quello che gli permetterà di accedere alla prestigiosa Scuola Imperiale e diventare Funzionario, ma non riesce a concentrarsi sul tema da svolgere: i ricordi continuano a tormentarlo.
[Terza classificata al Sintetic Contest di Nora_2000].
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Cina Imperiale
- Questa storia fa parte della serie 'Fiori di ciliegio'
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Nota: Terza classificata al Sintetic Contest di Nora_2000.


L’ESAME
 
Lo scatto del chiavistello echeggia nella piccola stanza in maniera troppo forte. Il frinire delle cicale arriva da fuori riempiendo la calda luce polverosa. Sullo scrittoio giacciono fogli di bella carta di gelso e tutto l’occorrente per scrivere.
Neri ed eleganti spiccano sulla carta bianca i caratteri del tema da affrontare: “Il giardino della valle dorata”. Sembrerebbe un tema semplice, quasi banale, ma Li Sun ha la testa vuota, risuonante come la campana del suo villaggio quando chiama a raccolta i contadini dai campi.
Respira lentamente, cerca di concentrarsi, eppure tutto quello che vede non è un giardino felice immerso nella luce, ma una veste candida dove spiccano come fiori di ibisco delle larghe macchie di sangue.
 
Ti serve aiuto?
Il tono è dolce, leggermente cantilenante, di una soavità che non ha mai più sentito.
̶  Vattene, Lián.
Pensavo di rendermi utile.
̶  Alle donne non è permesso restare qui.
Una risatina tintinnante, simile a uno scuotersi leggero di sonagli d’argento.
Essere morti dovrà pure avere qualche vantaggio, non credi?
Le mani di Li Sun si contraggono in un gesto involontario. Non vuole ricordare.
̶  Vattene…
Impercettibile come è arrivata, l’apparizione scompare. Li Sun si asciuga con la manica la fronte sudata. I caratteri sulla carta spiccano lucidi e feroci come draghi inflessibili, custodi di tesori millenari.
 
Ti ho aspettato, sai?
Li Sun trasale. Adesso la vede seduta sullo sgabello, mentre si ricompone con gesti lenti la veste disordinata.
Ti ho aspettato a lungo, ma mi hanno detto che eri morto in guerra e poi… Io non lo volevo il prefetto Guo Kang. Non volevo nessun altro.
Volta la testa con quel gesto lento e aggraziato che l’aveva incantato la prima volta.
 
Li Sun chiude gli occhi. Cerca di respirare lentamente. Rivede dolorosamente ogni momento passato accanto a lei. Il sorriso appena accennato, gli occhi bassi, il gesto elegante della mano che trattiene la lunga manica. La figlia di Zhao Ying, la più bella, la più irraggiungibile. Lei che sussurra: “Ti aspetterò. Quando avrai dato l’esame allora potrai tornare a prendermi e mio padre non potrà dire più nulla”.
E poi la guerra che brucia tutto…
 
Quando riapre gli occhi, la visione è scomparsa. La luce del tramonto macchia di sangue i fogli bianchi sparsi intorno. Un uccello grida in lontananza.
Lentamente, Li Sun comincia a strofinare l’inchiostro sulla pietra, afferra il pennello e scrive con furia. Non vede ciò che ha scritto, i caratteri sono solo macchie sfocate di nero.
Alza lentamente gli occhi a guardare l’ultima luce del giorno.
La porta si apre con un cigolio sonoro, entra il vecchio inserviente mormorando scuse e gli sfila il foglio dalle dita.
Non volevo nessun altro.
Il fantasma di Lián sembra sorridergli nella luce.
 
La gloria del mondo si dissolve in polvere fragrante.
Scorre l’acqua senza turbarsi rinasce spontanea l’erba.
Al tramonto, grida d’uccelli nel vento dell’est.
Cadono fiori come lei cadde, gettandosi dalla torre.


 
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NdA:  Questo racconto è ambientato nella Cina di epoca Tang, quando chiunque fosse dotato di talento poteva cercare di dare gli esami per accedere alla scuola imperiale e raggiungere il rango di funzionario. Era un sistema estremamente severo, che però consentiva una mobilità sociale sconosciuta altrove. I candidati, ciascuno chiuso in una cella individuale di un edificio apposito, dovevano produrre un componimento di stile classico. Ho immaginato questo ragazzo di campagna che studia non solo per migliorare la propria condizione, ma anche per essere in grado di chiedere in sposa la fanciulla che ama.
Le donne in epoca Tang non andavano a scuola (né, a dire il vero, in tutte le epoche successive), ma potevano essere istruite a casa. Tuttavia ad una fanciulla di nobili natali non era certo permesso scegliersi il proprio sposo.
La poesia finale è tratta dal Tangshi sanbai shou, testo classico di letteratura cinese, traduzione di Francesca Bertazzoni.
 
  
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