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Autore: Symphoniies    02/03/2015    1 recensioni
Franci è una ragazza ordinaria di diciotto anni. Le piace stare a casa e rifugiarsi nel suo mondo fatto di libri fantasy e telefilm. Le cose cambieranno radicalmente quando sarà obbligata ad andare a Mystic Falls, Virginia. Qui incontrerà Damon Salvatore e scoprirà un mondo fatto di creature magiche di cui aveva solo letto. Ma che storia sarebbe senza qualche complicazione?
E' la terza volta che pubblico questa fan fiction.
Questa volta la ripubblicherò tutta, lo prometto.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MENTOLO
- Capitolo cinque - 












Francesca si svegliò con il rumore della sveglia e il cinguettio degli uccelli in sottofondo. Con i muscoli ancora affusolati dal sonno, allungò il braccio e spense la sveglia, poi piano, piano aprì gli occhi per guardare l’ora. Erano le otto e mezza. Aveva un’ora per prepararsi e disfare le valigie. Lentamente si alzò e, ancora intontita, si diresse in bagno a fare la doccia. Finito quella, tornò in stanza e iniziò a sistemare le sue cose.
Prese il portagioie che suo nonno le aveva regalato per il suo nono compleanno e lo appoggiò di fianco alla spazzola sul comò. Aveva pregato per almeno un mese suo nonno di comprarle quel portagioie, perché simile a quello di una principessa. Il portagioie era dotato di un carillon collegato a una bambolina rappresentate una ballerina. A volte, le piaceva ancora ascoltare la melodia che emetteva. La ragazza ritornò vicino alla valigia e iniziò a svuotarla. Finita la prima, passò alla seconda e poi alla terza. Quando ebbe finito, guardò di nuovo l’orologio. Nove e quindici. Aveva ancora un quarto d’ora di tempo. Visto che vi era bel tempo, Francy decise di indossare un vestitino giallo, stile impero e dei sandali in cuoio marrone. Si truccò e decise di lasciare i capelli sciolti, ma tirati all’indietro con un cerchietto. E, infine, una spruzzatina di profumo.
Riuscì ad uscire dalla stanza perfettamente in orario con il programma e, mentre si incamminava verso la camera del signor Salvatore, sentì ancora quel profumo di mentolo provenire dalla stanza di Damon. Così si chiamava giusto? Francesca mise una mano sulla maniglia della camera del ragazzo e poggiò la testa sulla porta. Mamma Santa che buon profumo!, pensò, E se aprissi lentamente la porta? Solo per vedere da dove proviene questo profumo. Il suo stato di trance fu risvegliato quando sentì la maniglia nella sua mano piegarsi, ma non ero lei a farla muovere! Il panico l’assalì. Oddio cosa posso fare? Di certo non si sarebbe mai fatta trovare lì così. Gli avrebbe dato l’idea di una pervertita che lo stava spiando! Allora, Fra, calmati!
Tornare in camera non poteva, così si nascose dietro una pianta posizionata davanti a una rientranza del muro. Poco dopo, sentì dei passi e pregò e il fratello di Stefan che non la scoprisse. Le preghiere della ragazza furono accolte in quanto il ragazzo passò davanti alla pianta, dietro cui lei era nascosta, senza battere ciglio. Una volta controllato che ci fosse via libera, Francy uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso la stanza del signor Salvatore. Una volta arrivata di fronte alla porta della stanza dell’uomo, bussò lievemente e, non udendo alcuna risposta, entrò. Il signor Salvatore era seduto su una sedia che si trovava al centro della stanza e stava leggendo un giornale con il gomito destro appoggiato sul tavolino vicino.
«Signor Salvatore!» esclamò la ragazza sorpresa «Cosa ci fa già in piedi!?»
«E’ da quando ho cinquant’anni che non dormo più di cinque ore a notte.» rispose, chiudendo il giornale, «Vado a fare una doccia, torno subito.»
Annuì e, mentre l’uomo entrava in bagno, iniziò a osservare la stanza. Pareti gialle e pavimento in moquette bianca / giallina. Come disposizione di mobili era molto simile alla sua stanza. La ragazza si avvicinò al camino e iniziò ad osservare le varie fotografie, accorgendosi che raffiguravano tutte la stessa donna, che doveva essere sulla trentina. Capelli biondi, lunghi fino alle spalle e un po mossi. Aveva la carnagione chiara, il che faceva risaltare i suoi occhi verde smeraldo. Francy spostò lo sguardo sulle altre fotografie e la sua attenzione fu catturata da una in particolare. Vi era la stessa donna che abbracciava un uomo. Indossava un abito da sposa bianco, lungo e aderente. In vita aveva una fascia rosa. Dal seno in su, l’abito era fatto di pizzo e copriva il collo. Inoltre, non aveva le maniche e, nella mano sinistra, aveva un bouquet di tulipani bianchi e rosa. I capelli erano stati legati in uno chimion alto, ma alcune ciocche ribelli le ricadevano sul viso.
Sorrideva con amore all’uomo di fronte a lei. Lui indossava uno smoking nero. I capelli castani, ingellati, erano portati all’indietro. Questo viso mi è familiare…
«Non ero niente male in smoking vero?» chiese il signor Salvatore, rientrando in stanza.
«E’ lei?» chiese la ragazza stupita.
«Gli anni passano per tutti.» l’uomo rise.
Francy spostò di nuovo lo sguardo sulla foto. Ha ragione! E’ proprio lui!
«Questo significa che la donna tra le sue braccia è…»
«Mia moglie, Rose Mary.»
«E perché non l’ho ancora conosciuta?»
«Perché è morta.» sussurrò Giuseppe.
Che stupida! Dovevo pensarci subito! Che figura!, si rimproverò. «M - mi dispiace.» balbettò, imbarazzata per la gaffe.
«Non ti preoccupare, è morta trent’anni fa, ormai sono abituato.» le sorrise goffamente.
«E…per quale motivo è morta?» osò chiedere la ragazza.
 «Una malattia. Non mi ricordo neanche il nome…» le rispose, agitando la mano. Bugia. Gli fa ancora male parlare di lei. «Allora, andiamo a fare colazione? Sto morendo di fame!» aggiunse poi, per cambiare argomento. Francy annuì. Giuseppe le aprì la porta e insieme si diressero in salotto.
«Buongiorno.» esclamò Stefan, andandogli in contro.
«Buongiorno.» rispose insieme.
«Vi va di fare colazione in giardino?»
Giuseppe annuì e Francy accennò un “Va bene”
«Perfetto!» esclamò il ragazzo, «Lupe, puoi venire un secondo?»
«Chi è Lupe?» chiese la ragazza sottovoce a Giuseppe.
«E’ la nuova cameriera. Viene a cucinare poi se ne va.» le spiegò, usando il suo stesso tono, «L’abbiamo assunta da poco. Prima facevano tutto i miei nipoti, ma visto che ora siamo di più in casa.»
«Francy voglio presentarti Lupe; qualunque cosa tu voglia magiare dovrai solo dirlo e lei e ti accontenterà immediatamente.»
«Oh, ok. Non credo che avrà problemi, mangio di tutto tranne le carote e le barbabietole.» sorrise.
Lupe era una donna tutto pepe, lo si capiva dallo sguardo furbo e divertito che aveva. Doveva avere sulla sessantina e portava i capelli corti e vaporosi. Il loro colore rosso la facevano sembrare un peperone gigante. Aveva gli occhi color caramello, era un po’ cicciottella e bassa.
«Dov’è Elena?» chiese la ragazza a Stefan.
«Eccomi!» Elena entrò nella stanza, «Buongiorno.»
«Bene, quindi manca solo Damon. Dov’è?» chiese il Signor Salvatore-
Già, me lo chiedo anch’io. Non so spiegarmi il perché, ma muoio dalla voglia di conoscerlo.
«E’ uscito a fare due passi.» rispose suo nipote prontamente, ma poi, vedendo la faccia di suo zio, aggiunse, «Starà per tornare, ha promesso di esserci per colazione.»
Così dicendo ci dirigemmo tutti in giardino. La colazione era servita sotto un grande gazebo. Francy si sedette accanto a Giuseppe e poi rimasi a bocca aperta. La tavola era ricoperta di una moltitudine di cibo. Brioches, frutta, pane, marmellate, cereali…c’era di tutto.
«Credo che non morirò di fame.» tutti scoppiarono in una fragorosa risata.
«Avete iniziato il divertimento senza di me?» intervenne una voce maschile, «Da te, Stefan, non me lo sarei mai aspettato.» aggiunse sarcastico.
Non si girò a guardarlo. Un intenso profumo di mentolo l’assalì all’istante. Conosco questo profumo, pensò.
«Damon, figliolo, fatti abbracciare!» sorrise felice il signor Salvatore.
Il ragazzo si avvicinò allo zio e lo abbracciò. Francesca mantenne sempre lo sguardo sui suoi piedi.
Perché? Perché mi sento imbarazzata? Non lo conosco, non l’ho neanche mai visto in faccia! Fra non fare la stupida! Non è il momento di avere dei complessi!
«Damon vorrei presentarti Francesca. Ti ricordi? Ti avevo già parlato di lei.» la presentò Giuseppe.
La ragazza alzò timidamente lo sguardo, «Piacere.» allungò la mano verso di lui. Damon la fissò per qualche secondo, attraverso i Ray-Ban neri, poi se li tolse scoprendo gli occhi più belli che lei abbia mai visto, di un azzurro quasi grigio, no neanche…di un colore indescrivibile, incorniciati da delle folte ciglia nere, dello stesso colore dei capelli, portati un po spettinati. Il ragazzo fece un sorriso lento, incurvando le labbra solo a destra, le prese la mano e, invece di stringerla, gliela baciò lievemente. Una scossa, ecco cosa sentì Francy quando le sue labbra toccarono la sua mano. Una potentissima scossa elettrica la percorse tutta la spina dorsale. Rimase lì, a fissarlo negli occhi e con la bocca semi aperta, mentre la sua mano era ancora in quella del ragazzo. Francesca mandò giù la saliva molto rumorosamente, anche se in realtà aveva la bocca secca.
«Bene Damon, siediti! Chiamo Lupe per farti portare un caffè.» intervenne il signor Salvatore.
«NO!» urlò la ragazza. Tutti si girarono a guardarla con gli occhi spalancati. «C-ci vado io da Lupe, così non dovrà fare due viaggi.» e così dicendo, si diresse verso la casa. Durante il tragitto sentì gli occhi di tutti su di sè. Finalmente entrò in salotto, dove lupe stava spolverando un vaso. «Lupe, il signor Salvatore vorrebbe che portassi del caffè per suo nipote, Damon.» l’avvertì, ancora con il cuore in gola.
«Certo, lo porto subito.» la donna si disse subito in cucina.
Ok, devo tornare indietro. Francy fece un respiro profondo, si sistemò i capelli e si incamminò verso il gazebo, ma, arrivata quasi alla fine della strada ciottolata, che lo collegava alla casa, inciampò su un sasso e cadde con la faccia spiaccicata al suolo. Figura di merda. «Ahio!» esclamò, troppo imbarazzata per parlare. Una risata fragorosa ruppe il silenzio. Damon stava ridendo, ridendo di lei. Oddio proprio adesso doveva succedermi? Stefan le si avvicinò e l’aiutò ad alzarsi, mentre Elena dava una pacca sulla spalla di Damon per farlo smettere di ridere.
«Grazie, Stefan.» Francesca tornò a sedersi al suo posto.
«Francesca.» iniziò Damon, che era riuscito a ricomporsi.
«Francy.» lo corresse, massaggiandosi il naso.
«Francy.» ricominciò lui, «Hai paura di qualcosa?» chiese, appoggiando il mento sulla mano destra e sistemandosi sulla sedia.
Ma che domanda è? «Eh, sì, come tutti gli umani del resto.» rispose, confusa.
«Hai paura dei ragni?» chiese, stringendo gli occhi per metterla bene a fuoco
«Emm, sì, in effetti ho il terrore dei ragni.»
«Mh, ok. Hai un ragno sulla spalla sinistra.» disse tranquillamente.
Francy girò la testa e lì lo vide, un ragno, sulla sua spalla. Iniziò ad urlare e, alzandosi dalla sedia, si scontrò con Lupe che nel frattempo aveva portato il caffè, facendo si che questo le si rovesciasse addosso. Damon iniziò a ridere. Ti prego fa che sia solo un sogno! Ma sfortunatamente per lei, non lo era. La ragazza corse subito in camera e si buttò sul enorme letto. Bene, ora non solo Damon mi considera un’isterica, ma anche una stupida goffa. Le lacrime iniziarono a scendere. Voglio tornarmene a casa.
   
 
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