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Autore: serpeverde1    02/03/2015    0 recensioni
Le lacrime scendevano dal mio viso copiose, il mio cuore era a pezzi e la mia mente non ragionava più. Sentivo il cellulare squillare era lei ma io non volevo alzarmi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Io Non Posso Aiutarla


Sono sdraiata sul letto, la mia mente continua a pensare a lei, le lacrime sgorgano dai miei occhi, il buio copre il mio corpo e penso a come posso aiutarla ma la verità è che io non posso aiutarla, perchè no so come si sente e non lo saprò mai.

 

Penso che si senta sola, sperduta e impotente.

Le ho detto che non è sola e che ci sarò sempre io con lei, mi ha scrutato con i suoi immensi occhi verdi e poi ha aggiunto che io non sapevo come si sentiva, sì forse è vero non so come si sente realmente ma sò che quello che si sta facendo non è una soluzione, il dolore si può sconfiggere in vari modi e credo che il suo metodo non sia adatto. 

 

Mi disse di non dire ha nessuno quello che si faceva,io non lo dissi a nessuno ma vederla in questo stato mi stava distruggendo emotivamente.

 

Continuava ha ripetermi che nessuno la capiva e che solo la musica riusciva a dargli un posto sicuro dove rifugiarsi.

 

Io le ripetevo che così si stava facendo del male e che si stava rovinando ma lei mi rispose che ormai quel che era fatto non si poteva riparare.

 

Le chiesi perchè lo stesse facendo e lei mi rispose “per punirmi”, la supplicai di cercare di non rifarlo e lei mi chiese di dargli una motivazione, non sapevo cosa rispondergli così feci finta di niente come una stupida.

 

Sì, ero questo, solo una stupida perchè per tre fortuitissimi mesi non mi accorsi di quello che stava succedendo, come potevo ritenermi la sua migliore amica quando non riuscivo neanche a rendermi conto di quello che le accadeva.

 

Poi lei mi disse infine che non voleva essere salvata da una persona che ormai aveva superato questo problema ma che voleva superarlo insieme a una persona che come lei cercava di smettere.

 

Pensavo e ripensavo alle sue braccia piene di tagli e soffrivo perchè io non volevo vederla in quello stato, in quel momento mi accorsi che anch'io mi sentivo persa e sola.

 

Le lacrime scendevano dal mio viso copiose, il mio cuore era a pezzi e la mia mente non ragionava più. Sentivo il cellulare squillare era lei ma io non volevo alzarmi.

 

Dopo cinque telefonate mi decisi a risponderle.

-Ciao Benedetta!-

-Ciao Clara, perchè mi hai chiamato?-

-Niente volevo chiederti se ti andava di venire a casa mia?-disse lei felice

-Certo, tra venti minuti sono da te-

Quando riattaccai caddi a terra come poteva essere sempre la stessa ragazza felice quando in verità si sentiva ferita poi mi ricordai le parole che mi aveva detto qualche giorno prima:

“Io riesco ad aprirmi solo con te e poi tu mi rendi felice invece le altre persone mi giudicano e facendo così mi distruggono emotivamente ma tu no, con te non riesco a chiudermi in me stessa”

 

Dovevo tornare a casa mia e così io e Clara ci salutammo allegre, stavo fingendo perchè in verità non riuscivo proprio in quel momento ad essere felice anche se lei voleva che il nostro rapporto rimanesse lo stesso, io provavo ad essere la stessa di sempre però alcune volte mi era molto difficile.

Mentre camminavo per strada le mie lacrime non riuscivano a fermarsi così corsi fino a casa e poi in camera mia.

Avrei voluto che tutto quello che era successo fosse stato solo un incubo ma non lo era.

 

 

   
 
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