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Autore: _DeepSound_    03/03/2015    2 recensioni
Ash e i suoi amici sono stati ammessi alla prestigiosa Accademia Pokemon in cui nasceranno nuove amicizie, nuove rivalità e nuovi amori. Ma la vita all'Accademia non sarà tranquilla come pensavano. Charlie, la sorella minore di Ash, ha un'abilità speciale e nasconde un segreto legato alla sua infanzia, un ricordo che l'ha spinta a diventare più forte. Jake, un misterioso allenatore, è a conoscenza dell'abilità della ragazza e la spinge a rivelare i suoi poteri. Anche altri allenatori dell'Accademia hanno delle abilità speciali, anche se in alcuni di loro sono ancora assopite. Quali sono le vere intenzioni di Jake? Cosa si nasconde nel passato del misterioso ragazzo?
Se vi ho incuriosito vi invito a leggere la mia storia :)
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Nonostante avessero a disposizione anche i pokémon di Charlotte, Nina e Kim erano in seria difficoltà, dato che ormai erano rimasti in piedi soltanto la Venomoth della capopalestra e il Quagsire della castana.
Attila ed Hun avevano un sorriso trionfante sulle labbra, soprattutto perché Rampardos e Bastiodon erano ancora in piena forma.
Avendo bisogno di tempo per ideare un piano, Nina fischiò rumorosamente e la sua falena iniziò a sbattere velocemente le ali, emettendo un lungo ronzio molto acuto.
L'intenso rumore fece tremare il terreno sotto i loro piedi e causò un'enorme valanga che li avrebbe travolti in poco tempo.
Nina prese in braccio l'alleata e corse velocemente in una piccola caverna avvistata poco prima, seguita da Venomoth e Quagsire.
-Dobbiamo scappare. Non abbiamo nessuna possibilità di sconfiggerli.-  disse l'esperta di veleni mentre  riprendeva fiato.
-Se scappassimo gli altri si troverebbero ad affrontare anche loro.- ribatté Kim.
-Di certo non possiamo continuare a lottare. Sono rimasti in piedi soltanto loro, mentre loro hanno ancora due pokémon a testa.- disse la capopalestra, osservando l'entrata della grotta.
-Io ho un piano per fermarli senza batterli.-
Detto ciò la riccia incominciò a spiegarle il suo piano, cercando di essere più chiara e breve possibile, ben consapevole che il tempo a loro disposizione era poco.
Nina rimase in silenzio ad ascoltarla, tenendo sempre d'occhio l'esterno del loro nascondiglio per evitare attacchi a sorpresa.
-È un po' rischioso, ma potrebbe funzionare. Se il tuo piano dovesse andare storto noi due dovremmo scappare.- affermò la capopalestra con un tono di voce che non ammetteva repliche.
-Allora iniziamo.- disse Kim, sicura del suo piano.
-Venomoth usa Sostituto.- disse Nina, accarezzando la falena.
Il corpo del pokémon veleno fu avvolta da una leggera aura bianca che si separò dal suo corpo, creando una sua copia esatta che volò fuori dal loro nascondiglio, seguita dalla capopalestra.
-Bobo tocca a te.- sussurrò la castana, mentre il suo Quagsire si mise a quattro zampe ed incominciò a scavare.
-Davvero una bella mossa quella della valanga. Avreste dovuto approfittare di quell'occasione per fuggire via.- affermò Hun, mentre il suo Bastiodon cercò di colpire Venomoth con Riduttore, fallendo.
-A quanto pare la ricciolina è stata più furba di te ed è scappata, abbandonandoti nella tana del lupo.- disse Attila ridacchiando, mentre il suo Rampardos si scrollava la neve da dosso.
I due uomini si erano arrampicati su un albero per non affondare nella neve diventata alta a causa della neve.
-Come mai vi tenete tanto distanti da me? Avete paura di battervi contro di me?- li sbeffeggiò la capopalestra.
-Dannata.- sibilò il biondo, saltando giù dall'albero, atterrando su una roccia lì vicino.
Appena vide una zona con meno neve, Attila vi saltò sopra per poi correre verso Nina e sferrare un gancio destro, ma questa riuscì ad evitare il pugno e colpirlo alle gambe, facendolo cadere a terra.
Quando stava per estrarre la sua katana, Hun si avvicinò alla ninja per colpirla con un calcio, ma Nina lasciò l'elsa della sua spada ed evitò il colpo rotolando di lato, mentre Rampardos e Bastiodon colpirono il sostituto con Cannonflash, facendolo dissolvere.
-Che cosa?- esclamò Hun sorpreso.
La terra incominciò a tremare e Nina saltò su un albero lì vicino. Ai piedi dei due pokémon roccia si aprì una crepa dove caddero, mentre delle rocce si rialzarono dal terreno, bloccandoli.
-Dannazione! Da dove proveniva l'attacco?- esclamò Attila, rimessosi in piedi.
Da un enorme cumulo di neve uscì Kim ed i due pokémon, sotto lo sguardo sorpreso dei due uomini.
-Ora!- urlò Nina.
Gli occhi di Venomoth si illuminarono, mentre una luce violacea avvolse Attila ed Hun che impedì loro qualunque movimento.
Kim prese una corda dalla sua borsa e la tagliò in due con un coltellino svizzero per poi dare il pezzo più lungo a Nina.
-Bobo usa Pietrataglio.-
Quagsire sbatté la zampa posteriore sul terreno ed alle spalle dei due nemici uscirono due rocce. Nina si avvicinò ad Attila e lo legò alla roccia alle sue spalle, mentre Kim faceva lo stesso con Hun.
-Credete davvero che non riusciremo a liberarci?- esclamò l'albino con sarcasmo.
-Non saranno solo queste corde a tenervi a bada.-
Detto questo, Nina prese la castana per un braccio, allontanandola dai loro nemici, così da permettere a Venomoth di ricoprirli di paralizzante.
-Dovrete aspettare diverse ore per riuscire a muovervi liberamente.- concluse la capopalestra, allontanandosi con la castana.
-A quanto pare il mio piano ha funzionato alla perfezione.- disse Kim, soddisfatta.
-Posso chiederti una cosa?- esordì la ninja osservando prima la ragazza e poi il suo pokémon.
-Dimmi pure.-
-Ma che razza di soprannome è Bobo?!-
-Perché? Io lo trovo così carino.-

 
****

Gary osservava l'ambiente circostante in cerca della strada da percorrere, ma si trovava in un vicolo cieco: alla sua destra e davanti a lui c'era il vuoto, mentre dietro e sulla sinistra delle ripide pareti, impossibile da scalare.
Non sapendo che fare Gary appoggiò la schiena ad una di queste ed all'improvviso si ritrovò con la schiena a terra e le gambe all'aria.
Stupito dall'accaduto, Gary si mise subito in piedi e si accorse che stava camminando sopra la parete su cui poco prima aveva appoggiato la schiena.
-Quindi ogni parete ha una sua gravità.- sussurrò il castano, sorpreso da quella strana dimensione.
Guardandosi meglio intorno vide che vi erano moltissime strade che potevano essere percorse, ma il problema era capire quale fosse quella giusta.
Prima di prendere una di quelle strade Gary si fermò a pensare quale direzione prendere per poi decidere di usare lo stesso metodo utilizzato per scegliere il portale, ovvero seguendo l'istinto.
Dopo aver sbagliato più volte la strada capì che quella strategia era quella errata, così decise di tornare al punto di partenza e trovare una soluzione.
-Dannato labirinto.- borbottò nervoso.
A causa del nervosismo rischiò di perdere il controllo dei suoi poteri, ma quando Gary se ne rese conto chiuse gli occhi e respirò lentamente, riuscendo a riacquistare la calma.
Quando riaprì gli occhi vide uno dei molteplici percorsi  del labirinto illuminarsi, mentre gli altri apparivano più sfocati, ma dopo pochi secondi tornò tutto normale.
-Come ho fatto a non pensarci! La soluzione era la mia abilità.- esclamò Gary per poi grattarsi il capo, leggermente imbarazzato. -Ma perché sto parlando da solo?!-
Gary chiuse nuovamente gli occhi e si concentrò attentamente sull'energia che sentiva fluire nel suo corpo, per poi riaprire le palpebre, senza però perdere la concentrazione. La strada da prendere gli era ormai chiara, così iniziò a correre verso la sua meta.
Non seppe dire per quanto tempo camminò, probabilmente in quella dimensione il tempo, così come lo spazio, era distorto.
Quando la strada davanti a sé finì, Gary si ritrovò di fronte ad un banco di nebbia grigia da cui partì un possente ruggito che ruppe il silenzio pesante di quel luogo. Appena quel suono finì, la nebbia incominciò ad addensarsi, mentre un enorme drago spettrale apparve davanti al ragazzo.
"Era da secoli che non incontravo un mio prescelto." disse il pokémon ribelle avvicinandosi al ragazzo per osservarlo più da vicino.
-Perché hai scelto proprio me?- chiese Gary, avvicinandosi al drago.
"Perché tu saresti stato in grado di trovarmi in questo labirinto grazie al tuo ingegno."

 
****

Quando oltrepassò il portale, Kenny si trovò immerso in acqua, ma stranamente riusciva a respirare liberamente.
Mentre cercava di capire dove fosse il drago legato a lui, fu travolto da una forte corrente che lo spinse contro una roccia violacea. Appena si riprese dallo shock, Kenny sentì un forte ruggito nella direzione da cui proveniva la corrente.
Con un po' di fatica si allontanò dalla roccia ed iniziò a nuotare contro corrente, aggrappandosi alle varie rocce presenti lì per riprendere un po' di fiato. Nonostante le forze lo stessero abbandonando lui continuò imperterrito a nuotare, finendo sempre più spesso contro diversi spuntoni, causandosi diverse ferite.
"Perché continui ad affrontare la corrente? Lo vuoi capire che non riuscirai a raggiungermi?" esclamò una voce sconosciuta per poi ruggire.
-Perché devo raggiungerti!- disse Kenny con voce affannata, afferrando uno spuntone per poi darsi una spinta e ricominciare a nuotare.
"L'unica cosa che riuscirai a fare è ferirti. Dovresti soltanto arrenderti."
-Neanche per sogno. Ci sono persone a me care che hanno posto la loro fiducia in me e negli altri ed io non voglio deluderli.-
"Ottima risposta."
Dopo quella frase la corrente divenne sempre meno forte fino a fermarsi completamente, mentre poco distante da Kenny l'acqua iniziò a diventare più densa fino ad assumere l'aspetto di un drago bianco e viola.
"Avevo visto giusto. Sei una persona molto determinata, soprattutto quando si tratta di proteggere le persone a te care. Mi ricordi molto il primo umano a cui ho dato fiducia." disse il drago con un pizzico di malinconia, per poi osservare attentamente il ragazzo. "Come ti chiami?"
-Kenneth.-
Sentendo il suo nome il drago emise uno sbuffo simile ad una risata, stupendo Kenny.
"Ironico che il mio prescelto sia nato dal fuoco*."

 
****

Nonostante desiderasse dare una mano a tenere a bada Arceus, il professor Oak aveva preferito rimanere a Septer City per non lasciar sola Delia.
Appena Ash, Charlotte e Gary furono liberati, Rocco li aveva contattati per informarli della riuscita del piano ed entrambi poterono tirare un sospiro di sollievo, ma quando seppero del risveglio del pokémon primevo sia lui che Delia avevano capito che quello era soltanto l'inizio.
Il professore si fermò un attimo ad osservare la donna mentre lavava nervosamente i piatti. Da quando suo marito era morto, lei aveva accantonato il suo dolore e si era impegnata a dare la sicurezza necessaria ai suoi figli, cercando di non fargli mancare mai nulla, senza chiedere mai l'aiuto di nessuno, proprio come in quel momento.
Anche adesso Delia continuava ad affrontare la paura e la tristezza senza l'aiuto di nessuno, non capendo che in questo modo si stava soltanto distruggendo.
Il professore aveva provato più volte a farla sfogare o a tranquillizzarla, ma fu tutto inutile. Nonostante non potesse far nulla, Oak non riusciva ad abbandonare quella donna per cui provava un profondo amore paterno.
Mentre era perso nei suoi pensieri il balcone della cucina fu colpito da un potente Iperaggio, causando una forte esplosione che spinse Delia contro il muro, mentre un pezzo di vetro  si conficcò nella gamba di Samuel.
-Professor Oak sta bene?- chiese Delia allarmata.
Quando provò a mettersi in piedi un forte dolore all'orecchio destro le fece perdere l'equilibrio, ma appoggiandosi ai mobili poté raggiungere il professore.
Appena vide il pezzo di vetro conficcato nel polpaccio dell'uomo, Delia lo tirò fuori per poi strappare un pezzo di stoffa dal grembiule per potergli fasciare rozzamente la ferita.
-Finalmente ci rivediamo stronza.-
Appena sentì quella voce, la signora Ketchum si voltò di scatto, trovandosi di fronte una donna bionda con lo sguardo folle che le diede un calcio in faccia.
-Delia!- urlò Samuel cercando di alzarsi, ma il dolore alla gamba glielo impedì.
-Cos...Mary?- chiese la donna confusa.
-Mary non esiste più. Io sono Domino.- sibilò la bionda, premendole un piede sulla nuca.
-Cosa vuoi?- disse la castana, cercando inutilmente di alzarsi.
-Hai anche il coraggio di chiederlo?- disse Domino per poi scoppiare a ridere e premerle maggiormente il piede sulla testa. -Per quanto io amassi Jack, lui pensava sempre alla sua adorata famiglia.-
Detto ciò, la bionda afferrò Delia per i capelli, costringendola a mettersi in ginocchio, e le sputò in un occhio.
-E per colpa di quella troia di tua figlia l'ho perso per sempre.- concluse con odio, tirandole più forte i capelli.
-Non provare ad insultare i miei figli.- sibilò la castana infuriata.
A quella minaccia Domino sorrise e le afferrò il mento con la mano libera, conficcandole le unghie sulla pelle.
-Altrimenti?-
Delia afferrò uno dei pezzi di vetro a terra e lo conficcò nella gamba di Domino per poi afferrarla per la maglia e colpirla con una testata, facendola cadere a terra.
-Puttana.-
Approfittando dell'occasione, Delia si avvicinò al professor Oak e lo fece appoggiare alla sua spalla per poi uscire dall'appartamento, scappando il più lontano possibile da quella donna.
A causa della ferita alla gamba di Samuel e del dolore all'orecchio di Delia non potevano andare lontano e dovevano trovare in fretta un nascondiglio.
-Prendiamo l'auto.- suggerì Oak affaticato, dandole le chiavi della jeep.
Appena arrivarono all'auto Delia fece stendere sui sedili Samuel per poi far partire l'auto, colpendo diversi bidoni presenti in strada.
A causa del Team Rocket e del risveglio di Arceus le strade erano completamente deserte e per Delia fu un bene perché lei non aveva mai guidato, ma fortunatamente la macchina aveva il cambio automatico quindi non ebbe molte difficoltà a farla partire.
-Dove stiamo andando?- chiese il professore.
-All'ospedale. Spero di riuscirlo a raggiungere prima che ci raggiunga Mary.- disse Delia, osservando lo specchietto retrovisore.
-So che non sono affari miei, ma chi era quella donna?- chiese Samuel.
-Quella donna andava all'università con Jack e quando lui divenne un archeologo lei gli fece d'assistente.- rispose la castana stringendo saldamente il volante ed accelerando ulteriormente. -Mi ha sempre odiato perché pensa che le abbia rubato Jack.-
-Dannazione! Quella donna ci sta raggiungendo.-
Sentendo ciò Delia guardò nello specchietto retrovisore e vide che un pokémon volante li stava inseguendo, portando sulla sua schiena Domino.
Anche se li stava quasi per raggiungere, i due arrivarono finalmente all'ospedale e Delia iniziò a suonare il clacson molte volte, facendo così uscire diversi infermieri.
-L'uomo qui dietro ha una brutta ferita alla gamba e non può camminare da solo.- disse la donna, scendendo dall'auto e facendo passare subito gli infermieri.
-Lei sta bene? Cos'è successo?- chiese un'infermiera notando che la castana barcollava ed era piena di tagli e lividi.
-Siamo stati attaccati da una donna ed ora ci sta inseguendo.- rispose Delia, vedendo Domino avvicinarsi sempre di più con il suo Aerodactyl. -È lei!- urlò, indicandola.
-Chi è?- chiese un dottore, mandando in campo un Blastoise.
-È un membro del Team Rocket.- disse la castana, ricordandosi della divisa che indossava.
-Chiamate chiunque abbia un pokémon. Quella donna sembra pericolosa e non voglio che causi danni all'ospedale o ai pazienti.- disse il dottore ad un infermiere che corse subito all'interno.
-Signora entri anche lei. Dobbiamo medicarle le ferite.- disse un'infermiera, accompagnando Delia all'interno.

 
****

-Non può essere.- sussurrò Ash, per poi osservare con attenzione la persona davanti ai suoi occhi.
Quell'uomo lo avrebbe riconosciuto tra mille: capelli corti e corvini, carnagione ambrata, lineamenti così simili ai suoi e occhi blu, identici a quelli di sua sorella.
-Papà.- disse il corvino, scioccato.
-Ash.-
Quando sentì la sua voce, Ash si buttò tra le braccia del padre per abbracciarlo.
-Sei cresciuto tantissimo campione.- esclamò Jack sciogliendo l'abbraccio ed osservando il figlio con attenzione, notando che erano alti uguali.
-Cosa ci fai qui?- chiese il corvino, per poi sentire il verso di Celebi. -È stato lui a portarti qui?-
-Si. Gli ho chiesto di portarmi da Dialga e sciogliere il legame che vi lega.- rispose l'uomo per poi voltarsi verso il pokémon tempovia. -Andiamo.-
-Non farlo! Devo risvegliarlo per fermare Arceus.-
-Sei impazzito per caso? Arceus è l'essere più forte che esista e tu vorresti affrontarlo? Non te lo permetto.- disse Jack con decisione, afferrando il figlio per il braccio. -Potresti morire in questa battaglia.-
-E cosa dovrei fare allora? Dovrei mettermi in un angolino a guardarlo distruggere tutto mentre i miei amici e Charlotte combattono?!- urlò Ash, liberandosi il braccio con uno strattone, per poi dargli le spalle.
-Non mi importa dei tuoi amici! Io voglio solo che tu e Charlotte siate al sicuro e comunque ho deciso di andare anche dai guardiani dei laghi per rompere il legame con lei. Non permetterò a nessuno di farvi del male, anche al costo di perdere la mia stessa vita.-
-Dici che io sono impazzito? Tu stai mettendo a rischio il mondo solo per proteggere me e Charlotte. Questo ti sembra un comportamento normale?-
-Ma io.- cercò di dire l'uomo, ma fu interrotto da Ash.
-Credi che sacrificandoti ci renderai felici? Credi davvero che senza di te noi potremmo vivere serenamente? Hai pensato a cosa proveremmo noi se tu morissi? Cosa dovrebbe passare la mamma?-
Anche se non vedeva il volto del figlio, Jack capì subito che Ash stesse piangendo, così gli mise una mano tra i capelli, scompigliandoli i capelli come faceva quando era piccolo.
-Perdonami se puoi, ma questo è l'unico modo per proteggervi.-
Ash allora si voltò per guardarlo dritto negli occhi per ribattere, ma quando vide il volto del padre rigato dalle lacrime rimase paralizzato, non sapendo bene cosa dire. Quel momento fu interrotto da un lamento di Ash che si teneva la testa mentre delle immagini si facevano spazio nella sua mente.
"Una Scuroball stava oscillando sul terreno, mentre il pulsante della sfera emetteva una tenue luce rossa finché questa non si fermò, producendo un piccolo click.
Jack si avvicinò alla pokéball e la strinse tra le mani, accennando un piccolo sorriso.
-Sei sicuro di quello che stai facendo?- chiese Rocco.
-Devo provare a rompere del tutto il legame tra i miei figli e i leggendari.- affermò il corvino con decisione.
-Sai che potrebbero arrabbiarsi ed attaccarti? Io credo che sia meglio lasciare che il destino faccia il suo corso.-
-Non posso farlo. Non potrei vivere con il rimorso di non aver provato a proteggerli.-"

-So che è brutto sentirsi impotenti davanti ad una situazione più grande di te, ma se tu dovessi rompere il legame tra noi ed i leggendari io e Charlotte perderemo persone a noi molto care, quindi non posso permetterti di farlo perché non potremmo vivere con il rimorso di non averli provati a proteggere.- affermò Ash con decisione, usando le sue stesse parole. -Fidati di me, ti prego.- lo supplicò, appoggiando la fronte sulla spalla del padre.
-Allora mi fiderò.-
Detto ciò Jack si allontanò dal figlio per andare da Celebi ed accarezzarlo gentilmente.
-Buona fortuna.-
Il pokémon tempovia iniziò a levitare intorno all'uomo cantando una dolce melodia mentre le loro immagini sparirono lentamente sotto gli occhi stupiti di Ash.
"Hai avuto molto coraggio prescelto."
Sentendo una voce possente parlare, il corvino si voltò nella direzione da cui gli era parso provenire il suono, ma tutto ciò che vide era una mezza clessidra che faceva cadere la sabbia che incominciò ad accumularsi, prendendo l'aspetto di un drago a quattro zampe.
-Se non lo fossi non avrei attraversato il portale.- disse Ash quando apparve Dialga.
"Attraversare il portale per incontrarmi non richiede molto coraggio, ma riuscire a parlare apertamente dei propri sentimenti si." affermò il drago socchiudendo gli occhi. "Soprattutto se bisogna affrontare una persona che ormai non ci sono più." concluse con una nota di tristezza nella voce.
-Già.- sussurrò il corvino lasciandosi scappare una lacrima.
"Quindi non dimenticare che il tempo è un bene prezioso e non bisogna sprecarlo."
-A cosa ti riferisci?- chiese Ash, non capendo a cosa si riferisse.
"Ai sentimenti che non hai ancora dichiarato."

 
****

Keith corse a perdifiato verso il campo di battaglia, mentre Rocco trasportava sulle spalle il dottore, ora privo di sensi a causa della mancanza di energie.
"Quella pokéball riesce ad rendere schiavo qualunque pokémon sia rinchiuso in essa. Per essere sicuri dell'efficienza della psycoball l'hanno utilizzata per catturare Cresselia  per scoprire se riuscisse a soggiogare completamente anche un pokémon leggendario.
Oltre a questo la psycoball costringe il pokémon a dare il massimo senza dar peso ai propri limiti fisici."

 Quelle parole continuavano a rimbombare nella testa del biondo che si avvicinava sempre di più al campo di battaglia.
Non era certo che il distruggere la pokéball riuscisse a rendere libero Arceus dal controllo di Giovanni, ma dovevano riuscire a fare il possibile prima che il pokémon primevo combattesse fino allo stremo delle forze.
"Durante i primi test alcuni pokémon avevano rischiato di perdere la vita, ma fortunatamente sono riuscito a terminare i test prima che ciò accadesse. A quegl'uomini non importava nulla della vita di quei pokémon"
Ripensando a ciò che aveva detto il dottore, Keith per poco non perse le staffe, ma i rumori dello scontro tra i leggendari lo fece rinsavire ed accelerò il passo.
Anche se il trio meteo cercava di proteggere Hoenn, la natura ne risentiva molto del risveglio di Arceus. La terra era diventata più secca, gli alberi perdevano le folgie ed i primi fiori spuntati avevano già perso tutti i petali.
Quando raggiunse finalmente il percorso 118, Keith rimase sconvolto dalla devastazione portata da quello scontro.
Il terreno di quell'area era diventato completamente arido, il vento era diventato molto secco ed il solito odore di salsedine presente in quell'area era svanito.
Dopo aver studiato l'ambiente, Keith rimase a bocca aperta nell'osservare il trio meteo. Aveva letto molto su di loro, quindi sapeva che Groudon e Kyogre potevano assumere un aspetto diverso compiendo l'archeorisveglio, ma quella era la prima volta che vedeva dal vivo quei due pokémon in quella forma.
Ciò che lo stupì maggiormente era l'aspetto che aveva assunto Raquaza. Da quanto aveva letto il drago verde non poteva archeorisvegliarsi perché, a differenza di Groudon e Kyogre, lui non assorbiva l'energia del pianeta.
-Che sia una megaevoluzione quella di Rayquaza?- borbottò il biondo, osservando la battaglia a bocca aperta.
-Sei un ragazzo molto sveglio.- esclamò una strana donna con i capelli corti e neri con indosso un mantello logoro. -A quanto pare anche tu padroneggi la megaevoluzione.- concluse questa, prendendogli la mano per osservare da vicino il suo anello.
Keith scacciò bruscamente la mano della sconosciuta ed aumentò la distanza tra di loro per osservarla attentamente, cercando di capire se fosse una nemica o meno.
-Chi diamine sei?-
-Sono quella che ha permesso a Rayquaza di megaevolversi, quindi non dovresti trattarmi come una nemica.- ribattè la donna, fulminandolo con lo sguardo.
-Se ti fossi presentata prima di avvicinarlo forse non si sarebbe messo subito sulla difensiva.- affermò un ragazzo bassino con i capelli biondi e gli occhi verde smeraldo.
-Non preoccuparti. Anche se sembrano sospetti, loro sono dalla nostra parte.- disse Spighetto, raggiungendo il biondo.
-Ehi!- esclamò il ragazzino.
-Ora non c'è tempo per discutere di questo.- esclamò Keith, afferrando l'intenditore per le spalle. -Dobbiamo riuscire a distruggere la pokéball di Arceus il prima possibile.-
-Perché?-
-Quella pokéball costringe Arceus a lottare al massimo. Se lo farà troppo a lungo potrebbe morire.-
-Allora dobbiamo cercare di distruggere la sua sfera e sperare.- affermò la donna, osservando il pokémon primevo che teneva testa al trio meteo. -È un'impresa quasi impossibile.-
-Non sei costretta ad aiutarci Lirys!- esclamò il ragazzino basso irritato.
-Ma io amo le sfide impossibili.- affermò la donna sorridendo con sicurezza.
-Emerald come stanno i due pokémon eoni?- chiese Spighetto, voltandosi verso il biondino con gli occhi smeraldo.
-Sono esausti.- rispose il diretto interessato dispiaciuto.
-Dagli questa!- disse Keith lanciandogli un sacchetto dorato. -Dobbiamo essere al massimo per riuscire a distrarre Arceus e distruggere la pokéball.-
Fatto ciò il riccio prese una delle sue sfere e fece uscire Latias per poi toccare la pietra multicolore del suo anello.
La pietra del ciondolo di Latias emise una forte luce che avvolse tutto il suo corpo. La tonalità del suo pelo cambiò, diventando viola sulla fronte, sulle zampe anteriori e sulla parte posteriore del corpo.
Emerald si avvicinò ai due pokémon eoni esausti, prese un po' di cenere dal sacchetto dorato e la lasciò cadere dolcemente su di loro.
Quando i due pokémon si ripresero, il ragazzino sfiorò la pietra sul suo bracciale, facendola illuminare così come la pietra sulla zampa posteriore di Latios.
Appena la luce si diradò, Latios era nuovamente nella sua forma megaevoluta e pronto a lottare.
Nel mentre Spighetto prese il suo pokégear e si mise in contatto con tutti gli altri per informarli di ciò che gli aveva detto Keith.
"Se riuscissi ad avvicinarmi abbastanza ad Arceus potrei provare a colpire la psycoball con una freccia." disse Silver.
-È troppo pericoloso! Se ti avvicini troppo potresti essere colpito da.- cercò di dire Spighetto, per poi essere interrotto nuovamente dal rosso.
"Non credo che Giovanni lo permetterebbe."
"Potresti comunque essere travolto da uno dei suoi attacchi o da quelli del trio meteo." esclamò Gold preoccupato per l'amico.
-Io ho un piano, ma è rischioso. Silver avrai soltanto un tentativo per colpire la pokéball e non avrai molto tempo per prendere la mira, senza contare che potrebbe liberarsi velocemente ed attaccarti. Sei sicuro di voler rischiare?-
"Si. Sono sicuro di riuscirci." rispose Silver con decisione.

 
****

Silver prese dalla sua borsa una piccola balestra per metterla al polso e caricarla con una freccia.
-Sai che è una pazzia?! Potresti ferirti gravemente.- esclamò Gold, afferrandogli un braccio.
-Ho già deciso di farlo e non cambierò idea.- disse il rosso, liberandosi dalla presa dell'altro.
-Allora permettimi di venire con te.- lo supplicò l'allevatore, appoggiando la fronte sulla spalla di Silver.
Il dolce verso di Latias attirò l'attenzione del rosso che si allontanò da Gold per poi appoggiargli una mano sulla sua spalla.
-Mi dispiace, ma è una cosa che devo fare da solo.- sussurrò con dolcezza Silver per poi salire in groppa al pokémon eone.
Appena sentì il peso del ragazzo sulla sua schiena, Latias volò tra gli alberi, così da non farsi notare da Arceus e Giovanni.
Quando fu abbastanza vicino, il pokémon psico-drago volò più in alto e si nascose dietro una roccia dove poteva osservare con attenzione la battaglia.
Mentre l'avversario evitava alcuni attacchi, Kyogre lo colpì in pieno con un potente attacco Primopulsar, ma questo aveva cambiato il suo tipo in quello d'erba per subire meno danni.
-Arceus usa Iperaggio!-
Il pokémon primevo tornò nuovamente ad essere di tipo normale e colpì con un potente Iperaggio Kyogre, mandandolo al tappeto.
Appena il pokémon oceano fu troppi esausto per lottare, Paul non si resse più in piedi e cadde sulle proprie ginocchia, mentre i segni sul suo braccio scomparvero e la sfera blu uscì dal suo corpo.
-Stai bene?- chiese Jake, aiutandolo ad alzarsi.
-Si, sono soltanto esausto.- disse Paul con un filo di voce.
A causa dell'attacco sferrato, Arceus dovette riposarsi un attimo per ricaricarsi ed i due eoni megaevoluti ne approfittarono per avvicinarsi e bloccare lui e Giovanni con Psichico.
Latias allora uscì dal suo nascondiglio e si portò alla destra del pokémon a pochi metri di distanza. Silver stese il braccio con la balestra davanti a sé e prese la mira su una strana pokéball nera e viola, per poi scoccare la freccia e colpirla.
Quando la psycoball fu distrutta, Arceus sembrò risvegliarsi da un lungo sonno ed incominciò ad agitarsi, facendo cadere Giovanni dalla sua groppa.
-Latias prendilo.- urlò Silver indicando il padre.
Il pokémon eone non si fece ripetere due volte lo stesso comando e scese velocemente in picchiata riuscendo ad afferrare l'uomo per poi portarlo a terra lentamente.
-Ce l'abbiamo fatta!- esclamò Lucinda, felice che fosse tutto finito.
-Credo che sia troppo presto per cantare vittoria.- disse Emy, notando gli occhi pieni di rabbia di Arceus.
"Ancora una volta voi umani avete usato i pokémon per i vostri scopi, ma questa volta sarà finalmente l'ultima."


 
****







(*) Uno dei significati del nome Kenneth è "nato dal fuoco"

Finalmente sono riuscita a completare il capitolo.
Il primo commento che voglio fare su questo capitolo è "Anche Dialga è fan della pokéshipping!", quindi devono mettersi insieme perché me lo ha ordinato lui.
La nebbia, l'acqua e la sabbia da cui appaiono i leggendari fa riferimento agli stati della materia, così come il trio dei draghi (se non fosse stato per pokémon central wiki non l'avrei mai notato). Per quanto riguarda il mondo distorto ho completamente ignorato l'immagine data dal film, preferendo di gran lunga quella del videogioco.
Ammettetelo: quando parlavo dei sentimenti del professor Oak avevate pensato che fosse innamorato di Delia, ma hanno troppa differenza d'età e lui potrebbe davvero essergli padre.
Ora passo ai ringraziamenti :)
Ringrazio Hailstorms per aver recensito la storia;
Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi.

Un abbraccio :)
   
 
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