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Autore: Lisaralin    03/03/2015    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Aerie
Genere: Introspettivo, Missing Moments
Rating: verde
Avvertimenti: contiene spoiler su un personaggio bonus di BG2:EE. Ispirata alle romance della mia partita. La citazione del titolo dovrebbe essere piuttosto semplice da indovinare XD


The bear and the maiden fair

“Mi occupo io della legna.”
Una scusa, ovviamente. Un pretesto qualsiasi per allontanarsi dal campo e trascorrere un po’ di tempo nel bosco, sola con i propri pensieri, lontana dal chiacchiericcio degli altri.
Lontana da lui.
Wilson deve aver avuto la sua stessa idea. Aerie lo trova intento a sonnecchiare in una radura, il dorso peloso che si alza e si abbassa placidamente al ritmo del suo respiro profondo e rumoroso. Decide di fargli compagnia, si siede sull’erba e reclina il capo contro la sua pelliccia morbida. Chiude gli occhi, e pensa che sarebbe meraviglioso sprofondarvi dentro e dormire, dormire e ancora dormire avvolta da quell’abbraccio caldo e protettivo. Senza pensare a niente.
Alcuni membri del gruppo hanno paura di Wilson, si sentono a disagio ad avere un orso per compagno di viaggio. Lei no. Si sono capiti sin dal primo momento, loro due; sin dal primissimo sguardo, scambiato attraverso le sbarre arrugginite e troppo strette della gabbia del mercante di animali. Chi ha sofferto sulla propria pelle la vita del prigioniero e dello schiavo non ha bisogno di parlare la stessa lingua per capirsi.
L’oblio tanto sospirato non arriva. E come potrebbe, se dietro alle palpebre chiuse le macchie colorate e i frammenti di luce si ostinano a comporre sempre la stessa immagine? La vastità del cielo in un paio di occhi, capelli dorati, un fisico né alto né prestante ma fresco, agile e flessuoso come la scia di un dardo incantato.
E la sua voce, che neanche i suoni quieti del bosco riescono a inghiottire. Il nome di un’altra donna pronunciato con ardore dalle sue bellissime labbra.
Neera, è la nota più ricorrente nella melodia delle sue parole. Neera è bella, è spiritosa, è energia pura e dirompente come i suoi incantesimi; ma come comprendere cosa le passa per la testa, come schiudere i segreti del suo cuore? Cercare di capirla è come catturare un raggio di sole che si rifrange sull’acqua. Per fortuna c’è Aerie, la confidente, l’amica sempre pronta ad ascoltare e a offrire consigli sinceri. Come farebbe senza di lei? E Aerie si odia, perché ogni volta non riesce a fare altro che ingoiare le lacrime e ricucirsi addosso la maschera logora del sorriso.
Amica. Sorella. Tante belle parole. Ma non quelle che vorrebbe trovare il coraggio di dirgli.
Un debole grugnito le annuncia che Wilson si è svegliato. Lo accarezza sotto il muso, distratta, sfrega i capelli contro il suo manto bruno.
Ai tempi di Faenya-Dail non avrebbe avuto dubbi su cosa fare. Un battito d’ali, un fruscio di piume e via veloce attraverso il vento e le correnti, lasciandosi indietro brandelli di nuvole insieme a tutti i cattivi pensieri.
Niente al mondo le manca come volare.
Si accorge del richiamo di Wilson solo quando i colpetti del muso contro la sua spalla si fanno più insistenti. Ancora una volta le basta incontrare per pochi istanti il suo sguardo del colore della terra umida per capire la sua richiesta. Con il muso Wilson accenna al proprio dorso ed emette una sorta di gorgoglio profondo, benevolo. Un invito.
Aerie si aggrappa al suo collo robusto e gli sale in groppa.
“Dove vuoi portarmi, amico mio?”
Wilson parte con un ruggito di sfida, ed è veloce, straordinariamente veloce per una creatura della sua mole. Aerie si lascia sfuggire un gridolino e agguanta due ciuffi di pelliccia tanto forte da rischiare di strapparli. Sente la terra vibrare sotto le zampe potenti di Wilson, un ritmo serrato e incalzante che la lascia senza fiato.
Pian piano però lo spavento passa e il suo corpo, senza che nessuno le spieghi come fare, si abitua. Impara ad assecondarlo. Lo accompagna con l’istinto di un cavaliere, piegandosi e ondeggiando a destra e a sinistra in perfetta sintonia con i movimenti dell’orso. Persino il loro respiro ora è uno solo.
Insieme attraversano il bosco come una freccia scoccata dall’arco infallibile di Valygar, il vento contro il viso, foglie che la accarezzano rapide e si impigliano tra i capelli. Macchie di luce imprigionate tra i rami, un caleidoscopio verde e oro ad accompagnare la corsa selvaggia dell’elfa e dell’orso.
Non è come volare, ma in qualche modo gli somiglia. Ed è bellissimo.
Grazie, amico mio.
  
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