«Uzumaki, ti ho detto mille volte di non disturbarmi in cucina.»

L’Uchiha storse il naso alla vista della perfetta decorazione sulla torta a base di panna e glassa completamente rovinata per colpa di quella dannata kitsune che, entrando di gran corsa nella cucina, lo aveva urtato proprio mentre stava facendo la scritta.

«Ore di lavoro buttate.»

«È perché sei un perfezionista. Sono sicuro che le piacerà anche così.»

«Anche così? Uzumaki ti rendi conto di cosa stai dicendo?»

Storse il naso, cominciando raschiar via la panna e la glassa.

Una volta finito, cominciò a rispalmare il cioccolato sul pan di spagna, ricoprendo con cura i lati della torta.

Finito con la glassa, passò alla panna. Prese la siringa e cominciò a decorare la superficie del dolce, pronto a passare alla scritta…

«Sasuke, ma così non c’è spazio per le candeline!»

Protestò Naruto.

Esasperato, Sasuke alzò gli occhi al cielo, indicando il dolce.

«E dove, secondo te, non ci sarebbe spazio, Uzumaki?»

«Fa sedici anni, mica tre. Vedi? Qui c’è troppa panna…»

Ahilui! Naruto avrebbe fatto meglio a non allungare mai quel dito verso la torta.

Difatti, vuoi per sbadataggine, vuoi perché un Uzumaki non riesce mai, mai!, a muoversi senza combinare danno, il polpastrello affondò nella panna, infranse lo strato di cioccolata e penetrò felicemente nell’impasto, facendo un foro enorme nella torta.

A quel punto, la poca pazienza dell’Uchiha si esaurì definitivamente.

Premette sulla siringa, spruzzando la panna in faccia all’Uzumaki che ricambiò con una cucchiaiata di cioccolata in faccia.

Quando la festeggiata rientrò, si ritrovò di fronte ad uno spettacolo apocalittico.

I suoi genitori, compleamente ricoperti di creme per i dolci, intenti a combattere utilizzando cucchiai e forchette come fossero kunai.

Si chinò, schivando appena in tempo un cucchiaino lanciato a mò di shuriken e mormorando debolmente:

«Kaasan… Tousan… sono a casa.»

Immediatamente, i due smisero di bisticciare. Con aria imbarazzata e un sorriso nervoso stampato in volto, cominciarono a tentare di rassettarsi di fronte alla loro piccola, amata e fin troppo sconcertata figlioletta che li fissava sulla soglia, con un luccichio allegro negli occhi neri.

«Beh… immagino che quel… dolce? – lanciò un’occhiata divertita alla torta mezza sfatta – Sia per me, vero?»

Rise, mentre i due si squadravano imbarazzati, di fronte a quello scempio che era diventata ormai la loro – un tempo linda – cucina.

Tuttavia, si sforzarono di sorridere, mentre la ragazzina li abbracciava, in parte pietosa, in parte commossa.

«Auguri, Linnie.»

 

Note dell’autrice

Fa schifo, lo so.

Non mi piace com’è venuta, ma non avevo molto tempo, né ispirazione.

Per la cronaca, Sasuke è il papà, Naruto la mamma.

Tanto per mettere i puntini sulle “i”.

Auguri, Linnie (L).