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Autore: colinred_    04/03/2015    1 recensioni
[ElijahxElena] [Accenni Klaroline]
Elena si trasferisce in Italia intenta a staccare un po' dalla vita frenetica di Mystic Falls, ma una visita inaspettata le cambierà tutti i piani.
Dovrà ancora fare i conti con il suo passato, tra nuovi cacciatori pronti ad ucciderla, proposte di viaggi oltreoceano e un vampiro con l'interruttore spento capace di uccidere un'intera Mystic Falls.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Elijah, Klaus
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DUE

Due giorni, due giorni erano già trascorsi da quando si era trasferita in Europa e le chiamate da parte dei suoi amici e suo fratello erano state interminabili.

Elijah aveva rimandato di un paio di giorni la sua inaspettata partenza per l'Italia, sistemando la valigia, contenente alcuni dei suoi vestiti e occupandosi degli ultimi impegni a New Orleans.
Aveva chiesto l'indirizzo di casa di Elena a Stefan e a Damon, ma nessuno dei due sembrava esser disposto a procurarglielo; così aveva usato la compulsione su Jeremy, che da giorni ormai non prendeva verbena.

Due giorni e Elena aveva fatto acquisti su acquisti: aveva comprato nuovi vestiti, piccoli tavolini per arredare il salotto, oggetti per rendere più vivibile l'immenso appartamento e aveva rifornito il frigo di schifezze.
La situazione degenerò quando tra le mura della sua nuova casa accolse un piccolo mostriciattolo a cui aveva dato il nome "Bo": un piccolo cucciolo di Bulldog inglese.

Si girò fra le mani il foglietto in cui aveva accuratamente appuntato l'indirizzo di casa della ragazza. 
Deve essere proprio questa, si disse. 
Un immenso cancello dava le spalle alla vista sul mare, dopo un piccolo vialetto il portone di casa troneggiava con il suo color ciliegia che faceva da contrasto alla facciata bianca della casa. 
Cosa le avrebbe detto una volta essersi presentato davanti la porta di casa sua? 
L'idea di ritornare a New Orleans lo sfiorò per un istante.
Non poteva averla cercata e fatto un viaggio così dannatamente lungo e poi non aver neanche il coraggio di suonare il campanello.
Mentre rimuginava sul da farsi, sentì alle gambe dei piccoli ansimi. Abbassò un attimo lo sguardo e vide un dolce e tenero cagnolino che si accostava ai suoi piedi.
"Ehi" si appoggiò sulle ginocchia e iniziò ad accarezzarlo "e tu come ti chiami?" 
"Bo, dove sei?" a parlare fu la voce di una ragazza. 
Elijah la conosceva bene. 
"Bo" sentì chiamare ancora.
"Penso sia lui Bo" rispose alzandosi e incontrando gli occhi della ragazza che nel frattempo aveva attraversato il cancello.

Il respiro di Elena si arrestò un attimo "Elijah!"
"Ti sei sistemata bene" il vampiro tirò fra le sue braccia l'animaletto continuando a fargli le coccole.
"Cosa ci fai qua?"
"Passavo di qui e..." 
"Elijah..." lo fermò la ragazza.
"Magari mi fai dare un'occhiata alla tua nuova casa, rifornirla di estintori e poi posso spiegarti il motivo della mia visita..." sorrise affabile Elijah riferendosi all'episodio di Elena e a cosa l'avesse spinta spegnere i suoi sentimenti. 
Sembrò quasi che sulle labbra di Elena si fosse formato lo stesso sorriso alla spiritosa e anche squallida battuta di lui.
"È successo qualcosa a Mystic Falls? Perché non sei a New Orleans?" domandò Elena mentre i due varcavano tranquillamente la soglia della casa portando con loro Bo.
"Rilassati Elena, non é successo nulla di cui tu debba preoccuparti." l'originale si accomodò al tavolo, aspettando che Elena gli portasse qualcosa da bere.

Elena guardò tra i viveri quali secondo lei potessero andare bene per Elijah, optò  per una semplice lattina di birra e una bottiglia di Jack Daniel's riposta nella sua credenza nuova di zecca.
"La libertà ti ha dato alla testa a quanto vedo" commentò il vampiro vedendola arrivare.
Mentre portava traballante tra le mani le bottiglie, accidentalmente una le scivolò dalle braccia.
Elijah corse ad aiutarla, si abbassarono entrambi contemporaneamente e le loro facce si sfiorarono trovandosi a pochi centimetri di distanza. 
Si fissarono per un paio di secondi e sembrò davvero che stesse succedendo qualcosa fra i due.
"Elijah" disse mentre fissava intensamente le labbra dell'originale "perché sei qui?"

Altamente sopraffatto e stordito dalla situazione ci mise qualche minuto prima di riconnettere la testa al cervello.
Fin quando il telefono di Elena non si mise a squillare e lei fu costretta ad alzarsi, lasciando pulire al ragazzo il liquido sparso per terra e la bottiglia finita in frantumi.
Elena prese il cellulare fra le mani e rispose.

"Damon." 
"Elena..." rispose con una voce altalenante, mentre sorseggiava dell'ottimo Bourbon direttamente dalla bottiglia, trovandosi dentro la vasca vuota della sua camera.
"Sei ubriaco?"
Lo era ormai da giorni.
"Leggermente" e una risata scoppiò fra le labbra di Damon.
"Finirai in coma etilico presto o tardi, se continuerai così!" si allarmò la ragazza.
"Se questo significasse farti tornare, lo farei...ma io sono egoista e anche immortale, ricordi Elena?" si fermò un attimo "Mi dispiace non averti salutato..." 
Si dimenò scompigliandosi i capelli, leggermente unti a causa della sua scarsa voglia di fare un bagno nelle ultime settantadue ore.
"Non era un addio Damon, ci rivedremo sicuramente, tornerò." 
"E invece si Elena, era un addio! Tu non tornerai mai più da me, non sei mai stata mia... Ti voglio qui e ora perché io ti amo, ma tu lo hai fatto comunque... Mi hai lasciato, hai lasciato tutti Elena!" terminò la frase urlando contro il cellulare.
"Devo andare Damon, mi dispiace!"
"Spegnerò l'interruttore Elena. Tutti i miei sentimenti..."
Forse si sbagliava, ma gli parve di sentire un piccolo singhiozzo sommesso. 
"Non farlo Damon" poi la chiamata si chiuse.
Damon gridò e gettò contro il muro il suo cellulare, gridò con tutta la rabbia repressa presente nel suo corpo, sotto gli occhi allarmati del fratello minore che nel frattempo era accorso. Gridò senza un domani che immancabilmente dipendeva da lei. Tutto dipendeva da lei.

Elena staccò il telefono, nascondendo una lacrima che non era sfuggita agli occhi del vampiro originale.
"Tutto bene?" chiese "Scusami, non ho potuto fare a meno di sentire."
"Si...Insomma." 
Elijah posò una mano sulla schiena della ragazza e cominciò a tracciare dei cerchi cercando di farla calmare. 
"Sono stata una stupida Elijah. Ho abbandonato tutti!" 
"Elena sanno badare a loro stessi, tutti quanti..."
"Non Damon. Ha bisogno di me e io non ci sono..." scoppiò in un pianto liberatorio "Mi ha sempre aiutata, mi ha detto che tutta la sua eternità sarebbe dipesa da me, sono io l'egoista!" 
"Elena, ricordi cosa ti ho scritto una volta? La tua compassione é un dono, ma a volte si deve saper distinguere la compassione dalla dipendenza. Lui non potrà sempre dipendere da te." dichiarò.
Sentiva un certo malessere nel vedere quanto lei stesse male per un'altra persona.
Elena non rispose e lui la tirò in un abbraccio prima di baciarle delicatamente la fronte.

  
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