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Autore: K anonima    04/03/2015    0 recensioni
“Dai, apri gli occhi”.
Volevo veramente che cominciasse un'altra giornata? Mi ponevo questa domanda ogni giorno, ma non riuscivo mai a trovare una risposta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Una mattina mi svegliai di colpo con il telefono che non smetteva di suonare.

Solo allora mi resi conto che erano passate quasi tre settimane.

Avevo passato tutto il tempo con Mat, giocando, ridendo e facendo l'amore.

Risposi al telefono, rilassata -Pronto?-.

-Che fine hai fatto? Sono due mesi che ti cerco- esclamò la voce dall'altra parte.

-Ma chi parla?-.

-Ottimo, adesso non ricordi neanche più i tuoi amici. Sono Christian-.

Dannazione.

Questo nuovo angolo di vita mi aveva fatto dimenticare il passato. Uscii dalla camera di Mattia cercando di non svegliarlo e scesi le scale.

-Perchè mi cerchi adesso?- chiesi.

-Dove sono finite le nostre serate nei locali? Voglio rivederti- aveva un tono quasi dolce, ma forse era solo la distorsione provocata dai telefoni.

-Va bene, va bene. Stasera ci vediamo al Royal. Undici-

-Ci sto bella. Bye- e riattaccò.

Non mi ero dimenticata di Christian, solo che la vita aveva preso una piega diversa. Lui faceva ancora parte del mio passato.

Amici d'infanzia, sapevamo tutto l'uno dell'altra. Avevamo condiviso dolori e tristezze, gioie e vittorie per anni.

Poi ci trasferimmo e dovetti cambiare scuola. Randal e Clarissa erano stati come un fulmine in un cielo terso per me.

Io e Chris ci vedevamo nei weekend per andare in qualche locale. Bevevamo e bevevamo fino a dimenticare tutto.

La grande falla nel nostro comportamento era che ogni mattina i problemi erano rimasti e il mal di testa ci tormentava.

Non ho mai capito cosa ci trovasse nello svegliarsi sempre in un letto che non fosse il suo, con persone sconosciute e la nausea. A dire il vero, non capisco ancora cosa ci trovassi io in tutto ciò.

Gli avevo confidato più volte che avrei voluto una vita migliore, ma non penso che mi ascoltasse davvero.

-Tutto a posto?- mi chiese Mat, ancora sulla porta, strofinandosi gli occhi.

-Sì, non preoccuparti-.

“E adesso come glielo dico”.

Gli sorrisi.

Lui scese e mi prese per mano. -Colazione!- esclamò entusiasta.

Mat era fin troppo per una incasinata come me.

-Guarda che è semplice, se vuoi ti insegno- mi propose divertito, data la sua destrezza in cucina.

A me, ad una persona che aveva rischiato di dare fuoco alla casa facendo la pasta. Lasciamo stare.

-Stasera esco, tornerò da te il prima possibile- affermai girando il cucchiaino nel caffè.

-Proprio non vuoi dirmi dove vai?- mi guardò con occhi speranzosi.

-Va bene, vedo una vecchia conoscenza. Nulla di strano- cercai di rassicurarlo. Avesse saputo i miei trascorsi non sarebbe stato certo tranquillo.

-Non sono certo io che posso trattenerti. Divertiti però- mi disse quella sera prima che uscissi dalla porta.

-Mi divertirei di più qui con te- replicai triste.

-Vai, ci vediamo dopo- e mi sorrise.

 

Arrivai al locale e la fila era immensa.

-Ciao bella!- urlò Chris dal principio della fila. Mi accostai a lui percependo il fastidio delle persone dietro.

-Come entriamo?- domandai io osservando i buttafuori.

-Come abbiamo sempre fatto-.

-Oh guarda chi si vede!- esclamò il primo bodyguard.

-Michele come sta?- chiese Chris stringendogli la mano. Come facesse a conoscere tutti non ne avevo idea.

-Bene bene, l'altra sera è tornato un po' devastato. Siate più prudenti la prossima volta- ammonì lui e poi guardando me -Sam che piacere rivederti, entrate-.

-Grazie Frank- ringraziai chinando leggermente la testa.

Ci avvicinammo al bancone del bar.

-Due Vodka Lemon- ordinò lui.

-Ho sentito dire che hai trovato l'anima gemella- rivolto a me.

-Se vuoi metterla così... diciamo che proviamo a far funzionare le cose- mi giustificai io.

-Sam, allora non farai più baldoria con me- constatò lui, scoraggiato.

-Con tutte le ragazze che ti fai, non vedo come ti possa cambiare qualcosa-.

-Non mi cambia, ma ci siamo tanto divertiti-.

Buttai giù tutto il bicchiere in un solo sorso.

-Acqua passata. E' tutto diverso adesso-.

-Per te sì, forse. Finchè fai la rammollita qui, io vado a provarci con quella bionda laggiù- esultò lui allontanandosi.

Non mi sentivo più a mio agio là in mezzo. La musica era troppo alta e il contatto fisico con le persone era eccessivo.

Cercai di ballare per una buona mezz'ora, ma il mal di testa mi stava uccidendo.

-Chris io vado! Questo è il tuo mondo, non il mio... non più- gli urlai facendomi strada tra la gente.

Sentivo freddo nonostante fosse il 2 settembre.

Erano quasi le due di notte e camminavo velocemente per strada.

Volevo rintanarmi tra le braccia di Mat, non volevo altro.

Una mattina mi svegliai di colpo con il telefono che non smetteva di suonare.

Solo allora mi resi conto che erano passate quasi tre settimane.

Avevo passato tutto il tempo con Mat, giocando, ridendo e facendo l'amore.

Risposi al telefono, rilassata -Pronto?-.

-Che fine hai fatto? Sono due mesi che ti cerco- esclamò la voce dall'altra parte.

-Ma chi parla?-.

-Ottimo, adesso non ricordi neanche più i tuoi amici. Sono Christian-.

Dannazione.

Questo nuovo angolo di vita mi aveva fatto dimenticare il passato. Uscii dalla camera di Mattia cercando di non svegliarlo e scesi le scale.

-Perchè mi cerchi adesso?- chiesi.

-Dove sono finite le nostre serate nei locali? Voglio rivederti- aveva un tono quasi dolce, ma forse era solo la distorsione provocata dai telefoni.

-Va bene, va bene. Stasera ci vediamo al Royal. Undici-

-Ci sto bella. Bye- e riattaccò.

Non mi ero dimenticata di Christian, solo che la vita aveva preso una piega diversa. Lui faceva ancora parte del mio passato.

Amici d'infanzia, sapevamo tutto l'uno dell'altra. Avevamo condiviso dolori e tristezze, gioie e vittorie per anni.

Poi ci trasferimmo e dovetti cambiare scuola. Randal e Clarissa erano stati come un fulmine in un cielo terso per me.

Io e Chris ci vedevamo nei weekend per andare in qualche locale. Bevevamo e bevevamo fino a dimenticare tutto.

La grande falla nel nostro comportamento era che ogni mattina i problemi erano rimasti e il mal di testa ci tormentava.

Non ho mai capito cosa ci trovasse nello svegliarsi sempre in un letto che non fosse il suo, con persone sconosciute e la nausea. A dire il vero, non capisco ancora cosa ci trovassi io in tutto ciò.

Gli avevo confidato più volte che avrei voluto una vita migliore, ma non penso che mi ascoltasse davvero.

-Tutto a posto?- mi chiese Mat, ancora sulla porta, strofinandosi gli occhi.

-Sì, non preoccuparti-.

“E adesso come glielo dico”.

Gli sorrisi.

Lui scese e mi prese per mano. -Colazione!- esclamò entusiasta.

Mat era fin troppo per una incasinata come me.

-Guarda che è semplice, se vuoi ti insegno- mi propose divertito, data la sua destrezza in cucina.

A me, ad una persona che aveva rischiato di dare fuoco alla casa facendo la pasta. Lasciamo stare.

-Stasera esco, tornerò da te il prima possibile- affermai girando il cucchiaino nel caffè.

-Proprio non vuoi dirmi dove vai?- mi guardò con occhi speranzosi.

-Va bene, vedo una vecchia conoscenza. Nulla di strano- cercai di rassicurarlo. Avesse saputo i miei trascorsi non sarebbe stato certo tranquillo.

-Non sono certo io che posso trattenerti. Divertiti però- mi disse quella sera prima che uscissi dalla porta.

-Mi divertirei di più qui con te- replicai triste.

-Vai, ci vediamo dopo- e mi sorrise.

 

Arrivai al locale e la fila era immensa.

-Ciao bella!- urlò Chris dal principio della fila. Mi accostai a lui percependo il fastidio delle persone dietro.

-Come entriamo?- domandai io osservando i buttafuori.

-Come abbiamo sempre fatto-.

-Oh guarda chi si vede!- esclamò il primo bodyguard.

-Michele come sta?- chiese Chris stringendogli la mano. Come facesse a conoscere tutti non ne avevo idea.

-Bene bene, l'altra sera è tornato un po' devastato. Siate più prudenti la prossima volta- ammonì lui e poi guardando me -Sam che piacere rivederti, entrate-.

-Grazie Frank- ringraziai chinando leggermente la testa.

Ci avvicinammo al bancone del bar.

-Due Vodka Lemon- ordinò lui.

-Ho sentito dire che hai trovato l'anima gemella- rivolto a me.

-Se vuoi metterla così... diciamo che proviamo a far funzionare le cose- mi giustificai io.

-Sam, allora non farai più baldoria con me- constatò lui, scoraggiato.

-Con tutte le ragazze che ti fai, non vedo come ti possa cambiare qualcosa-.

-Non mi cambia, ma ci siamo tanto divertiti-.

Buttai giù tutto il bicchiere in un solo sorso.

-Acqua passata. E' tutto diverso adesso-.

-Per te sì, forse. Finchè fai la rammollita qui, io vado a provarci con quella bionda laggiù- esultò lui allontanandosi.

Non mi sentivo più a mio agio là in mezzo. La musica era troppo alta e il contatto fisico con le persone era eccessivo.

Cercai di ballare per una buona mezz'ora, ma il mal di testa mi stava uccidendo.

-Chris io vado! Questo è il tuo mondo, non il mio... non più- gli urlai facendomi strada tra la gente.

Sentivo freddo nonostante fosse il 2 settembre.

Erano quasi le due di notte e camminavo velocemente per strada.

Volevo rintanarmi tra le braccia di Mat, non volevo altro.

   
 
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