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Autore: Lady Diamond    04/03/2015    2 recensioni
E se i nostri personaggi preferiti fossero dei semplici(o quasi normali) liceali dell'esclusivo Beyblade high school in California? All'interno di questa scuola vi è una lotta fra i ragazzi,campioni di pallacanestro a livello nazionale,e le ragazze,campionesse nazionali di cheearliding.
Il motivo di questa faida? semplice rivalità, ma non solo scolastica,perchè... . Fra amori,litigi,impegni extrascolastici e scuola riusciranno i nostri eroi a sapellire l'asse di guerra? o arriveranno all'esame di stato a pezzi? Cosa succederà se i protagonisti saranno messi davanti al loro passato e alle loro reali emozioni? E cosa succederà quando Queen distruggerà ogni singolo rapporto umano solo per il desiderio di vendetta?
Estratto dal primo capitolo:
La storia di quei nomi era nata durante il terzo anno,quando le ragazze divennero cheerleader. Per questo motivo molti ragazzi cercavano di avvicinarsi al gruppo,ma venivano continuamente snobbati, così , i neo campioni nazionali,a causa dei continui rifiuti delle ragazze,affibbiarono quel nome al gruppo femminile,che per ripicca denominarono quella squadra Scimmie,paragonando il loro livello intellettivo pari a quello dell’animale in considerazione"
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Mariam, Mister X, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Silent Tears '
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Quella mattina la classe dei ragazzi sembrava essere in preda al caos più assoluto, difatti i professori pochi istanti prima avevano annunciato che le due quinte avrebbero dovuto partecipare ad un concorso extrascolastico, e nessuno aveva accolto la notizia con piacere, anche perchè l'idea di dover creare dei video- raccolta era sembrata un'idea stupida a tutti.
"Silenzio" tuonò il professor Hiwatari sbattendo una mano sulla cattedra, e guardando i suoi studenti con un'espressione penetrante.
"Sarete divisi in gruppi da cinque a sette studenti, ed ora passiamo al primo gruppo" continuò il docente iniziando a far scorrere il dito sui registri delle due classi.
Tutto sembrava andare bene, finché non chiamò il penultimo gruppo.
"Allora, il gruppo F sarà composto da Sonja Ivanov, Kei Hiwatari, Boris Huznestov, Mathilda, Ming Ming e Yuri Ivanov".
La rossa fece scorrere il suo sguardo prima sul suo ragazzo, e poi sul padre di sua figlia, ed immediatamente avvertì una sensazione spiacevole.
Difatti,   da quando frequentava  da quando Sonja frequentava Boris, i rapporti fra i due russi si erano incrinati e non facevano altro che punzecchiarsi costantemente.
I due ragazzi, appena ebbero sentito i loro nomi iniziarono a guardarsi in cagnesco.
Boris aveva paura che fra l'ex amico e Sonja potesse rinascere l'amore, mentre Kei odiava vedere la sua ex e sua figlia fra le braccia di un altro.
Non odiava Boris - in fondo gli voleva bene, ma questo non lo avrebbe mai ammesso- ma sentiva il suo territorio invaso, anche perchè non era stato un padre esemplare, mentre il suo amico c'era sempre stato per sua figlia: praticamente lo aveva sostituito, ed era esattamente quello che stava facendo da quando Boris faceva coppia con la gemella di Yuri.
Era geloso del rapporto dei due e arrabbiato con se stesso perchè stava pagando i suoi errori, e questo non poteva tollerarlo.
Il professore, prendendo nuovamente parola interruppe i pensieri della classe, e con un tono privo d'emozione chiamò i nomi dell'ultimo gruppo.
"Queen, Mariam, Ozuma, Raul, Julia, Olivier, Rei e Mao".
Le due nemiche iniziarono ad osservarsi con astio, e nessuna delle due voleva abbassare il proprio sguardo, perchè farlo significava cedere.
" Questa è una persecuzione" mormorò Mariam con un tono indispettito.
"Cosa?" domandò Max, che era il suo compagno di banco.
"Forse cadi dalle nuvole" rispose la capo cheerleader acidamente.
"Concordo con te, è una persecuzione quella" aggiunse Ozuma con un tono per niente tranquillo, anche perchè sapeva che quando le due ragazze erano insieme poteva succedere di tutto, e quando succedeva qualcosa in qualche modo lui era colui che finiva in mezzo.
E oltre a questo, poi doveva sorbirsi anche la rabbia della sua ragazza, che in quel periodo era anche più irritabile del solito.
"Non arriveremo alla fine" sussurrò Mariam stringendo nervosamente i pugni.
Fra tutte le sventure che potevano capitarle, Queen era la peggiore, ma purtroppo non poteva farci nulla.
"Hey Mariam" a parlare era stata proprio Queen, che con un'espressione poco serena si era avvicinata alla cinese.
"Queen" sibilò Mariam cercando di restare calma e distaccata.
"Allora, dal momento che dovremo lavorare insieme propongo di seppellire l'ascia di guerra per questa volta".
Mariam fissò la sua nemica con un'espressione dubbiosa, non credeva a quelle parole, anche perchè ormai conosceva così bene la cattiveria di Queen.
Immediatamente finse un sorriso, e gentilmente disse:
"Mi sembra un'ottima idea, anche perchè non ho alcuna intenzione di prendere un voto basso per questo progetto".
" Esattamente, sono d'accordo con te. Avrei un'idea da proporre: dal momento che questo progetto riguarda noi avrei pensato di riprendere voi cheerleader e di inserire mini riprese di noi mentre lavoriamo, includendo anche interviste" asserì Queen con un tono soddisfatto.
L'idea di lavorare con Mariam non la disturbava affatto, anche perchè in quel modo non solo avrebbe avuto una rivincita personale, ma soprattutto sperava che giocando pulito forse sarebbe riuscita a raggiungere il suo scopo.
Gentilmente chiese a Max di spostarsi e così prese posto accanto alla corvina che continuava a fissarla.
Mariam si schiarì la voce, e fissando la sua compagna disse :
"L'idea non è male, ma così rischieremo di escludere i ragazzi, e lo stesso vale per te" .
"E qui ti sbagli, ho intenzione di fare il provino questo pomeriggio quindi avrei il mio spazio, e mentre faccio questo i ragazzi potrebbero intervistare le aspiranti cheerleader del quinto anno".
"Era chiaro che tu avessi un doppio fine, ma devo ammettere che l'idea non è male" rispose Mariam atona.
In fondo aveva tutto da guadagnarci.
Ozuma, che aveva ascoltato il dialogo delle due preferì rimanere in silenzio, gli era sembrato strano vedere le due ragazze discutere con quei toni, ma almeno vederle parlare in quel modo era stato utile ai suoi nervi e almeno per quella volta si sarebbe salvato da lamentele inutili.
Almeno era quello che sperava.
Fortunatamente il professore era uscito dall'aula da diversi minuti per permettere ai vari gruppi di discutere.
"Allora ragazzi" trillo Sonja con un tono tranquillo e rilassato "Idee per il progetto?"  continuò la rossa guardando con attenzione tutti i suoi compagni di lavoro.
"Potremmo lavorare sui rapporti fidanzate e figlie che hanno relazioni con ragazzi non padri" ghignò Ming Ming, che era stata sempre gelosa di Sonja.
"Che idea stupida, e anche di cattivo gusto" rispose Mathilda con un tono acido.
Come poteva quell'arpia essere così poco delicata.
Era arrabbiata anche perchè lei aveva una cotta per Kei, ma soprattutto perchè tutti erano a conoscenza della situazione che si era creata fra la sua amica ed i due ragazzi russi.
"Non credo che sia interessante il gossip, ed è anche poco inerente al progetto" asserì Yuri gelidamente ed affiancando sua sorella.
Nessuno doveva toccare sua sorella o sua nipote, e a suo parere le due avevano già sofferto molto, inoltre le sue due donne erano l'unica famiglia che aveva e lui si sentiva responsabile della loro felicità.
"Magari potremmo lavorare sulla storia del nostro liceo, in particolare sui diplomandi degli anni precedenti" disse Boris con un tono annoiato.
Non era molto interessato al progetto, ma la sua ragazza si e quindi sapeva che doveva impegnarsi, nonostante non gli piacesse l'idea di dover collaborare con Kei.
"Mi sembra un'ottima idea" dichiarò Sonja soddisfatta e dando un bacio veloce al suo ragazzo.
"Solo perchè te lo scopi…" asserì l'argento acidamente.
"Che hai detto?" domandò Boris con un tono alterato e riducendo gli occhi a due fessure.
Stava per perdere la pazienza.
"Quello che ho detto: Sonja è d'accordo con te solo perchè viene a letto con te" ripeté il moscovita dai capelli argentei.
Era nervoso e geloso e aveva bisogno di scappare da quel gruppo, ma non poteva.
Fu questione di pochi secondi, solo un rumore di banchi spostati, mentre nessuno osava periferie parola.
Kei era a terra e si teneva una guancia dolorante: era stato colpito da un pugno.
"Non osare mai più parlare così di mia sorella" asserì Yuri con rabbia e scandendo lentamente ogni singola parola.
Era stanco di quella situazione, e continuando a fissare l'amico a terra con astio, aggiunse: " Se tu non avessi fatto lo stronzo a quest'ora non vivremo questa situazione.
Sei il padre di Hope, Hiwatari, comportati da padre".
L'argenteo rimase a terra immobile a fissare il vuoto.
Quel pugno non gli aveva fatto neanche il solletico, eppure avvertiva dentro sé qualcosa di diverso, come se quel gesto gli avesse donato una nuova consapevolezza.
Sonja vagava con lo sguardo sui tre ragazzi, mentre i suoi occhi saettavano prima su Kei, poi su Boris ed infine sul fratello.
Non riusciva a capire che diamine fosse successo, istintivamente afferrò la mano del suo ragazzo e lo trascinò fuori dall'aula, che per lei, in quel momento, assomigliava più ad una prigione che ad una stanza di un edificio scolastico prestigioso.
"Che cosa sta succedendo, Bobo?" sbottò la rossa mettendo le braccia sui fianchi e puntando lo sguardo sul suo ragazzo.
"Hiwatari è pazzo" biascicò il russo alzando le braccia a 'mo di resa.
"Questo lo so da me" asserì la cheerleader con un tono carico di rabbia che non riusciva a contenere. "Te lo ripeto un'ultima volta, Huznestov: che cazzo sta succedendo fra voi tre" continuò lei stringendo i pugni convulsamente.
Era davvero arrabbiata con suo fratello, ma anche con il suo fidanzato perchè non chiariva quell'assurda situazione con il padre di sua figlia.
Desiderava far crescere la sua piccola Hope con il padre, ma per ovvi motivi sua figlia stava crescendo con Boris, anche perchè l'altro moscovita l'aveva abbandonata, ma almeno s'interessava a sua figlia.
Il ragazzo incatenò il suo sguardo a quello della sua fidanzata perdendosi negli zaffiri blu della ragazza.
L'amava davvero, e in passato aveva dovuto nascondere questo sentimento, anche perchè all'inizio Sonja aveva scelto Kei, non lui, aveva scelto colui che l'aveva tradita e lui, da buon amico le era stato accanto.
Ed ora aveva paura di perderla di nuovo.
Boris prese un lungo respiro, e cercando di apparire sicuro prese parola.
"Succede che il tuo ex non è capace di comunicare, già qualche mese fa ci ha allontanati e non vorrei che ti facesse di nuovo male".
Quelle parole sembravano aver scosso la sorella di Yuri, l'avevano toccata nel profondo.
Inconsciamente un dolce sorriso si dipinse sul suo volto, e con una voce più rilassata rispose:
"Sei uno stupido, BoBo! Lo sai che amo solo te, ma Kei è il padre di mia figlia".
Boris ringhiò infastidito e purtroppo quella era l'amara verità e non poteva far altro che accettarla, ma non voleva tenere Sonja lontana dalla sua vita.
"Un po' di maturità, qui si tratta di mia figlia non dei vostri giochi da adolescenti in calore" continuò la rossa con calma.
Il giovane non rispose e continuava a fissare la sua ragazza, mentre il suo sguardo sembrava essersi perso nel vuoto.
"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" domandò la russa sarcasticamente.
"Sposami" biascicò Boris spingendo delicatamente la sua ragazza contro una parete e bloccandola.
Quella semplice parola non era stata una semplice richiesta per il giovane, desiderava davvero avere con sé Sonja e la sua bambina che amava più di ogni altra cosa al mondo, ed il matrimonio gli era sembrata un'ottima occasione per realizzare quel sogno.
Le farfalle nello stomaco, ecco cosa stava provando Sonja, che intrecciò le sue braccia al collo del suo amico e fidanzato.
"Anche domani" rispose Sonja con una voce rotta dall'emozione.
Non riusciva a credere che Boris le avesse chiesto di sposarla, eppure quella era l'unica cosa che voleva.
 
 
La giornata scolastica era finalmente finita, ma non per tutti, difatti nella palestra erano in corso i provini per le cheerleader.
In quella stanza della scuola si sentiva solo la voce di Mariam che urlava ad un gruppo di ragazze.
"Uno,  due, tre, … Jane stendi la gamba... quattro, cinque, sei, andate al ritmo, Kate incrocia meglio quelle gambe..."
La capo cheerleader stava perdendo davvero la pazienza con quel gruppo ed iniziava ad essere preoccupata.
Mancava poco al torneo, meno di tre settimane ed era consapevole che se voleva vincere doveva trovare nuove ragazze breve, non perchè la sua squadra fosse debole ma perchè la coreografia aveva bisogno di altri ballerini per essere straordinaria.
Continuò a guardare il gruppo con un'espressione esasperata, ma a quanto pareva nessuna era all'altezza.
" Ma fa sempre così?" domandò una ragazza bionda con un'espressione preoccupata.
"Tranquilla" rispose Hilary con dolcezza e sorridendo amabilmente.
"Mio fratello mi ha detto che di solito e calma, ma inizio ad aver paura" disse la sedicenne con un tono preoccupato.
"Chi è tuo fratello??" domandò Hilary con un tono curioso, la ragazza sorrise ed indicò uno dei ragazzi seduti sulle scale, che da lontano salutò le due ragazze.
Hilary rimase perplessa,  non sapeva che Ozuma avesse una sorella, e così disse:
"Posso sapere come ti chiami?"
"Crystal" rispose la studentessa raggiungendo il nuovo gruppo che doveva essere esaminato.
L'aspirante cheerleader aveva paura di fallire, ma appena ebbe capito i passi affiancò Mariam, che vedendola ballare si senti più calma.
La corvina le fece un occhiolino e Crystal iniziò ad eseguire altri passi sempre più difficili senza essere seguita da nessuno.
Appena ebbero finito, la leader si voltò verso il gruppo con un'aria di superiorità, ed acidamente disse :
" Voi tutte potete anche andare, tutte tranne una"
Si posizionò davanti alla sorella del suo ragazzo, che aveva paura della ragazza in quelle vesti, e sorridendo allegramente disse :
"Crystal, ti aspetto domani pomeriggio per le prove"
La bionda istintivamente abbracciò la cantante che divenne rossa per l'imbarazzo, mentre Ozuma gridava "Visto che sei brava?"
Le due si voltarono verso il giocatore ed insieme gli fecero una linguaccia, per poi iniziare a ridere in simultanea.
Il ragazzo scoppiò a ridere per quel gesto così inusuale per quelle due ragazze, ed era davvero contento di vederle andare d'accordo, nonostante si conoscessero poco.
Pochi istanti dopo anche Queen raggiunse l'ultimo gruppo di aspiranti cheerleader, e la presenza della mora aveva creato un'atmosfera per niente tranquilla.
Le due nemiche storiche si fissarono per diversi secondi, ed entrambe erano consapevoli che Queen avrebbe superato il provino, e ciò rendeva nervosa Mariam, che senza proferire parola aveva iniziato a mostrare i passi e la sua nemica li aveva eseguiti alla perfezione.
"Sei dentro" biascicò Mariam con freddezza.
La cantante nonostante sapesse che Queen non si fosse comportata bene con lei, e non rappresentasse minimamente un'amica, era felice di averla in squadra anche perchè una cheerleader brava sarebbe stata certamente utile al suo scopo, ma era ben consapevole che doveva fare attenzione a Queen, e ciò la rendeva nervosa.
Queen era fuori dalla palestra, seduta sul freddo asfalto intenta ad osservare alcuni gruppi di ragazze che uscivano felici con le proprie amiche.
Aveva raggiunto il suo scopo, eppure non si sentiva felice poiché avvertiva che le mancava qualcosa.
Vedeva tutte quelle ragazze che, sebbene fossero state scartate, erano allegre e non erano sole, e ciò la faceva sentire nuovamente inferiore, ma anche colpevole.
In quel momento capì di essere l'unica responsabile di quella situazione.
Aveva Ming Ming, eppure quell'amicizia non la riteneva del tutto sincera, infatti non riusciva neanche lei a fidarsi totalmente della turchina, ed infine c'era Raul.
Il suo unico, dolce e sensibile Raul, colui che le stava facendo capire che quel comportamento auto distruttivo non le avrebbe fatto bene.
 
"Queen, lo sai che ti amo, ma tu hai bisogno di un'amica" aveva suggerito il dolce spagnolo quella mattina.
"Questo lo so, ma è impossibile. Io sono così e non riesco ad essere diversa" aveva risposto la giovane con rabbia.
Era arrabbiata con sé stessa, anche perchè a causa sua si trovava in quella situazione.
" Ti sbagli tesoro, tu puoi avere amiche. Le cheerleader, vedo come le guardi e so che ti mancano, prova a parlare con loro. E poi, se tu fossi davvero cattiva non le avresti aiutate di nascosto quella sera con la tua collega".
Queen balzò in avanti e aveva abbracciato Raul, lui riusciva a capirla ed andare oltre la sua maschera e questo l'aveva fatta innamorare.
Raul non la giudicava, nè la criticava, semplicemente l'ascoltava e consigliava senza malizia.
Lui c'era sempre, e questo le bastava.
 
-Ma quanto ti amo- pensò Queen scuotendo la testa e ricordando il discorso del suo ragazzo.
Improvvisamente delle voci familiari interruppero il suo flusso di pensieri, infatti proprio in quel momento vide uscire dalla palestra Mariam, Crystal e Ozuma che ridevano fra loro mentre parlavano di stupidaggini.
Sentì un forte senso d'invidia, ma stranamente quella volta era accompagnato dal bisogno di parlare con i due ragazzi che aveva ferito di più.
"Mariam?" mugugnò Queen con una voce che stranamente era sembrata insicura e priva di cattiveria.
"Si?" rispose la cantante voltandosi lentamente.
Appena vide chi era la sua interlocutrice rimase interdetta.
"Avrei bisogno di parlarti" rispose la mora con un tono fermo, mentre i suoi occhi luminosi la tradivano.
La leader delle cheerleader fece segno ai suoi accompagnatori di andare, e con passi lenti e misurati prese posto accanto alla nuova compagna di squadra.
Non era sicura di voler parlare con Queen, ma fingendo indifferenza decise di iniziare un discorso.
"Dimmi pure Queen, hai bisogno di qualcosa?" chiese Mariam con un tono freddo e scostante, ma in realtà nel suo animo provava una grande curiosità.
"A volte mi chiedo come fai ad essere così gentile con tutti, e forse è per questo che hai tanti amici"
"Avere tanti amici non fa di me una persona buona" rispose Mariam con tranquillità, nonostante fosse decisa ad ascoltare quel discorso.
" Questo lo so, ma se devo essere sincera io mi sento sola e t'invidio. Anche quando ti ho distrutto non eri sola, per me è stato il contrario" sibilò la nuova cheerleader con un tono triste.
Per lei era difficile ammettere la verità alla persona che aveva più odiato in quegli anni, ma nonostante questo sentiva di doverlo fare, anche se questo le costava molto.
La cinese fissò la mora per alcuni istanti, e acidamente disse :
"Queen, senza offesa ma tutto quello che è successo è solo colpa tua.
Personalmente non mi sento responsabile dei sensi d'inferiorità delle ragazze. Se qualcuno ha dei problemi venisse a parlare con me.
Tu invece sei stata diversa, l'unica che mi ha sfidata, e per quanto ti possa aver odiato - e di certo le cose non sono cambiate- sei stata una buona rivale, subdola, meschina, ma davvero difficile da buttare giù"  quelle parole erano la pura e semplice verità, ma quel discorso sembrava aver aperto un dialogo fra le due, e Queen, dopo un attimo di esitazione rispose :
" Lo stesso posso dire di te, ma sai Mariam, sono stanca di questa situazione.
Penso che tu stessa abbia capito che il mio suggerimento di questa mattina aveva un doppio fine: poter entrare in squadra.
Ma se devo essere sincera  non mi sento felice"
Mariam fissò la ragazza accigliata, e cautamente chiese:
"In che senso non sei felice? Cosa ti manca esattamente".
"Un'amica sincera, ed è buffo sai? Se non avessi fatto la stronza forse non mi sentirei così. Io e te potevamo essere amiche, ed è ancora più strano dirti queste cose".
Si sentiva finalmente libera di un peso, e  parlare le stava facendo capire molte cose, ma purtroppo la mora aveva anche altri segreti che avrebbe rivelato appena sarebbe giunto il momento.
" Si, è strano sentirti fare questi discorsi, ma io mi chiedo cosa vuoi" rispose Mariam con calma e rivolgendo un sorriso alla sua interlocutrice.
Essere amica di Queen le risultava impossibile, anche perchè non si fidava della ragazza, eppure le credeva e non sapeva neanche spiegarsi il perchè.
"Sinceramente non lo so neanche io" rispose Queen ridendo.
In realtà sapeva bene cosa voleva, ma non osava chiedere per paura di un rifiuto.
"La regina degli inganni e la principessa dei ghiacci per una volta non sanno cosa vogliono" commentò Mariam con un tono privo di sarcasmo.
Quella situazione iniziava a divertirla molto ed aveva intenzione di arrivare fino alla fine.
"Quindi tu mi hai odiata solo perchè ti sentivi inferiore, ma nonostante questo ora sei qui a parlare con me, e la cosa divertente è proprio questo: tu vuoi un'amica, e tecnicamente io sarei una tua nemica, ma ora noi due ci stiamo confidando da amiche".
"Che discorso contorto" rispose Queen ridendo, e immediatamente anche la corvina iniziò a ridere con lei.
"Lo so, lo so" rispose la cantante ridacchiando.
"Quindi ora siamo amiche?" domandò l'altra con un tono speranzoso.
"Più o meno, diciamo che smetteremo di odiarci" rispose la capo cheerleader iniziando a scrivere dei numeri su un figlio, che poco dopo passò alla compagna di squadra, che subito capí di cosa si trattava.
"Grazie" sussurrò Queen con un tono commosso.
"Chiamami quando vuoi" rispose la cantante alzandosi dall'asfalto e sistemando le pieghe della divisa, per poi salutare la ragazza con un sorriso sincero.
Queen sorrise: per la prima volta nella sua vita sapeva di aver fatto la cosa giusta.
 
 
Erano passati diversi giorni, e quel pomeriggio a casa Ivanov sembrava essere passato un tornado.
Era bastata una parola per far scoppiare la scintilla fra Boris e Kei, che puntualmente avevano iniziato a litigare senza risparmiarsi insulti.
"Adesso basta! Tu, Kei al computer, e tu, Boris, ai cartelloni" urlò Mathilda con un tono più alto del normale.
Erano tre giorni che cercava di lavorare con quel gruppo, e ogni pomeriggio puntualmente i due russi iniziavano a litigare.
Kei fissò la tedesca per diversi secondi, di solito era una persona calma ma quell'atteggiamento gli piaceva di più.
Da quando lei gli aveva dato quel bacetto un mese prima non avevano più interagito, e ciò gli dispiaceva un po'.
L'unica cosa di cui era certo era l'attrazione che provava per quella ragazza.
"Bo, Kei" mormorò Sonja con un tono calmo e rilassato, nonostante dentro sé avvertiva un forte senso d'ansia.
"Dimmi" esclamarono i due rossi all'unisono ed evitando d'incrociare lo sguardo.
"Non credete che sia ora di finirla con questi litigi? Kei è il padre di Hope, e Boris è il mio ragazzo"
I due russi si fissarono con astio per diversi secondi, era un discorso complicato, ma entrambi avevano capito.
" Tua figlia ha bisogno di te" aggiunse Boris tristemente.
Odiava ammettere quella verità.
"E Sonja di te" rispose l'argenteo facendo una smorfia disgustata.
"E io ho bisogno di voi per Hope, quindi se davvero ci tenete a noi donne Ivanov vi chiedo di non fare i bambini.
Hope a volte mi chiede perchè il papà e lo zio orso BoBo  litigano, ed io vi chiedo di finirla. La piccola Hope non diventerà una musona" asserì la rossa ridacchiando, che poco dopo aggiunse:
"Promettete che smetterete di litigare"
"Ok" risposero i due con un tono riluttante, anche se entrambi erano consapevoli che lo facevano per la piccola Hope, e per quella piccola bambina erano disposti a tutto, anche a mettere l'orgoglio da parte.
< "Ricorda che Hope è mia figlia" sibilò Kei con freddezza. 
"E tu comportarti meglio con la mia ragazza".
I due si fronteggiarono per diversi secondi, e con un animo più sereno ripresero i loro compiti.

Erano circa le sette di sera quando il gruppo aveva abbandonato casa Ivanov, e Kei e Mathilda iniziarono a chiacchiere in auto per diversi minuti.
Kei ascoltava interessato ai discorsi della tedesca, e diverse volte quella ragazza l'aveva fatto sorridere, e questo era un evento raro.
Più il tempo passava, e più il giovane sentiva crescere strane emozioni, e appena giunsero alla villetta di Mathilda, prima che la timida cheerleader scendesse dall'auto, il russo decide di fare ciò che non si sarebbe mai aspettato di fare.
L'aveva baciata, ed era stato il contatto più bello che avesse mai provato nei suoi diciotto anni di vita.
L'aveva baciata, e gli era sembrata la cosa migliore del mondo, la tedesca era rimasta immobile, e la sua mente sembrava incapace di formulare qualsiasi pensiero.
Aveva atteso quel bacio per molto tempo, sette mesi e ventiquattro giorni per l'esattezza, e tutti quei sogni non erano all'altezza della realtà, che in quel momento gli sembrava un'utopia.
"E questo cosa significa?" domandò la ragazza con un tono incredulo.
"Mi piaci, punto" rispose il rosso accennando un sorriso sereno.
Mathilda non riusciva a crederci, eppure quella era la realtà.
Immediatamente si strinse al corpo dell'argenteo, fu un solo istante e così si perse nell' ametista del giovane russo, e dolcemente posò nuovamente le sue labbra su quelle del ragazzo.
 
 
Erano passate velocemente tre settimane, e quel pomeriggio la casa di Mariam era totalmente a soqquadro.
Mancavano diverse ore alla partenza, visto che il torneo si sarebbe tenuto sulla West Cost della California, ma tutte avvertivano una forte agitazione.
Inoltre l'improvvisa assenza dei ragazzi non era d'aiuto a nessuna.
Eveline era seduta sul letto della sua migliore amica, e stava pensando divertita a tutto quello che era successo durante quell'anno.
Non avrebbe mai pensato che, sia lei che le sue amiche, avrebbero avvertito l'assenza dei ragazzi che per diversi anni avevano odiato.
Inoltre quell'anno era stato diverso e sicuramente migliore dei precedenti, anche perchè erano cambiate molte cose, e anche lei si sentiva diversa.
Ad un tratto sentì il suo cellulare vibrare, e notò che sullo schermo c'era una piccola bustina.
Lesse il messaggio diverse volte, per poi raggiungere il piano inferiore a tutta velocità.
Quel messaggio l'aveva preoccupata.
A gran voce urlò:
"I ragazzi ci attendono in spiaggia, è successo qualcosa".
Tutte si scambiarono uno sguardo preoccupato, ed in pochi secondi uscirono fuori dalla villa.
Dovevano scoprire cos'era successo.

 

 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Innanzitutto ringrazio Henya, che come ben sa in questo capitolo ci sono piccole  situazioni simili alla sua fic (Never lose hope 2) e quindi mi sembra giusto lasciare un credits per lei, e ovviamente un grazie speciale per la sua recensione.
Ringrazio anche il mio ragazzo (Kazumakun) per le sue recensioni.
Questo capito doveva essere diverso e non so come mi sono ritrovata eventi diversi xD quindi il campionato viene rimandato al prossimo capitolo.
Qui ci troviamo un po di situazioni risolte, altre che si sono create e spero di non avervi annoiati in nessun modo ^^
Alla prossima!
Baci, Carmen/ Lady_ Diamond
   
 
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