Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: Michan_Valentine    04/03/2015    0 recensioni
Petra non è una ragazza che s’illude. È consapevole e determinata. Sa quali siano i suoi limiti e a volte percepisce chiaramente anche quelli degli altri.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petra, Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A volte, quando la morte si delinea così chiaramente davanti agli occhi da aggrovigliare le budella e togliere il respiro, si sofferma a pensare che non ci sia limite peggiore. Un limite imprescindibile. Un limite che spera di varcare il più tardi possibile. Ha ancora molto da fare, dopotutto. Ma anche la paura è un limite che deve superare ogni giorno per continuare a lottare, per continuare a sopravvivere, per continuare a sperare in un’umanità libera. E restare al  fianco di lui.

Petra non è una ragazza che s’illude. È consapevole e determinata. Sa quali siano i suoi limiti e a volte percepisce chiaramente anche quelli degli altri. Sa che il soldato steso a terra innanzi a lei non ce la farà. Sa che sta morendo e che non c’è niente che possa fare per impedirlo. Sa che, probabilmente, ogni suo pensiero è diretto ai cari che si è lasciato a casa e che non rivedrà mai più. Sa che la prospettiva lo terrorizza e l’irrigidisce e gli strappa il respiro dai polmoni. Lo sa perfettamente, ma continua a premere sulla ferita, a offrirgli parole d’incoraggiamento. E sa che lui vuole crederle, a dispetto del sangue e del dolore e del corpo spezzato in due dai denti del titano.

È il senso d’impotenza che l’annichilisce, che le impedisce di accettare quello spettacolo nonostante la morte le sia di fianco giorno per giorno. E anche l’ostinazione di non voler cedere parte della propria umanità per abituarsi al peso della perdita. Così trema, deglutisce e continua a premere sullo squarcio inferto dai denti. Il suo è un limite. L’ennesimo della razza umana, probabilmente. Ma non riesce realmente a provare il desiderio di superarlo.

Quando il Capitano Rivaille la raggiunge piombando giù dai tetti, gli occhi le pungono e le prime lacrime fanno già capolino oltre le ciglia. Accanto al titano precedentemente abbattuto, riverso a terra e ormai in fumo, il Capitano è incredibilmente piccolo. Così piccolo che verrebbe naturale chiedersi, di primo impatto, come sia possibile che un corpo tanto minuto abbia avuto ragione di quel colosso. Ma Petra sa, l’ha imparato i primi giorni alla Legione, che il Capitano Rivaille è una di quelle persone piene di limiti che, quando la situazione lo richiede, sa prescindere da essi. E se i centimetri in meno gli impediscono di raggiungere gli scaffali più alti, con indosso l’attrezzatura per i movimenti tridimensionali è addirittura capace di volare. Indubbiamente il limite è di chi pensa che la sua scarsa altezza lo sia.

“Capitano… non riesco… non riesco a fermare il sangue…” dice Petra; e guarda a lui per trarre sicurezza. 

Dinanzi al moribondo il Capitano non palesa emozioni. Il suo viso è immoto, i suoi occhi sono freddi, le sue labbra sigillate in una piega dura e leggermente all’in giù. La reazione non la stupisce, né la preoccupa. È solo un altro dei suoi limiti; e Petra sa, ha imparato anche questo con l’esperienza, che le emozioni e i pensieri del Capitano Rivaille sanno essere molto più profondi e intensi di quanto egli riesca a dimostrare.

“Ca… capi… tano…” mormora il soldato ferito; e il sangue gli esce dalla bocca.

È al limite. Non resisterà ancora per molto, glielo può leggere in faccia, negli occhi vacui, nel sudore che gli scende copiosamente sulla fronte e lungo il collo, negli spasmi involontari del corpo. E il sangue sotto di lui è ormai una pozza densa che si allarga a dismisura sull’acciottolato, incurante degli sforzi che lei sta facendo per arrestare l’emorragia.

Il Capitano non si scompone. Si avvicina, invece, e si accovaccia lì di fianco, pronto ad ascoltare le ultime parole di quell’anima in pena; e Petra non può fare a meno di notare come abbia accuratamente disposto gli stivali ai lati della pozza. Non vuole sporcarsi; un desiderio, un bisogno e un limite con cui combatte strenuamente ogni giorno.

“Sono… stato utile all’umanità…?” chiede il soldato “Morirò… da persona inutile?”

Non dovrebbe parlare, sprecare fiato o energie, e ogni cellula del suo organismo sembra dirlo a gran voce; eppure i limiti imposti dal corpo vengono superati dalle necessità dello spirito. Dal desiderio di sapere se la propria esistenza ha avuto significato o meno, in un quadro dalle prospettive decisamente più grandi. E importanti. Petra potrebbe riservargli parole di conforto, ma tace e continua a premere sullo squarcio. Sa che non spetta a lei rispondere, perché tutti, lei compresa, bramano il riconoscimento del Capitano Rivaille. L’uomo che rispettano e in cui ripongono fiducia. Ed è con speranza che il soldato solleva il braccio e tende la mano insanguinata verso il superiore.

Il Capitano esita, faccia a faccia con il suo più grande limite, ma Petra sa già che riuscirà a superarlo. Non è il Capitano Rivalle per nulla. E il rispetto dei suoi uomini è lungi dalla mera deferenza. Le dita linde dell’uno si stringono a quelle lorde dell’altro l’istante successivo, vigorose, e la voce del Capitano suona ferma nell’esprimersi. Anche se, è probabile, passerà i minuti successivi a ripulire la pelle dal viscidume.

“Hai fatto più del dovuto. E continuerai a farlo. Il desiderio che ti lasci alle spalle incrementa la mia forza. Te lo prometto. Ucciderò ogni singolo titano sul mio cammino.”

Le parole sono forti, sono sincere; e Petra sente l’uomo esalare il suo ultimo respiro. È stata la determinazione a dargli la forza per resistere, per prescindere i limiti e ascoltare quanto aveva bisogno di sentire per lasciarsi andare.

“Capitano… è…” sussurra; e le lacrime le colmano gli occhi.

Ritrae le mani dalla ferita aperta, una volta pulsante, e osserva il corpo esanime riposare sereno. La morte è una sconfitta, perché l’obbiettivo dei titani sono le persone e non i territori, e veder morire i propri compagni è annichilente. Uno spettacolo cui non può, non vuole abituarsi. Eppure il Capitano è stato chiaro in proposito; e l’impotenza provata le sembra in quel momento un giusto compromesso da cui attingere forza. Per continuare a lottare, per continuare a sopravvivere, per continuare a sperare in un’umanità libera, si ripete. Tutto quello che deve fare è seguire le orme di quel piccolo, grande uomo.

“Credi che sia riuscito ad ascoltare tutto il discorso?”

Solleva lo sguardo sul viso del Capitano Rivalle e annuisce.

“Sì, ne sono certa.” conferma “Sembra… così sereno...” conclude; e abbozza un sorriso.

Il Capitano sembra convincersene soltanto in quel momento, quasi ignaro dell’importanza del suo gesto. Dopotutto non è abituato a interagire con le persone. È uno dei suoi limiti. O presunti tali. Petra sa, l’ha sperimentato sulla pelle, che i limiti maggiori sono quelli che le persone impongono a se stesse. Così, mentre lo guarda allontanarsi, appunta lo sguardo sul simbolo della Legione. Le ali della libertà. E pensa che a dispetto di tutto può ancora volare, prescindere dai propri limiti. E che nella prossima missione sfiderà se stessa, li abbatterà e darà il meglio di sé per l’umanità tutta. E otterrà il riconoscimento del Capitano Rivaille anche lei, come il soldato lì disteso. E allora gli confesserà quello che prova per lui. Perché al mondo, pensa, ci sono solo due cose senza limiti: l’ammirazione e l’amore che nutre per lui. 
 

Buonsalve a tutti! °A° Lol. Scusate, questo è il secondo abominio che pubblico in sezione! xD Tranquilli, non ho nessuna intenzione di riempirla coi miei piccoli mostricciatoli, quindi riponete fiaccole e forconi! °AA° Che dire di questa OneShot? È la semplice rivisitazione della puntata n.9 dell'anime, quando Rivaille presta conforto al soldato morente (se qualcuno ne conosce il nome mi illumini, perfavore! °A° Diverrà il mio guru personale de "L'Attacco dei Giganti" xD) . Naturalmente il tutto descritto dal punto di vista di Petra, che alla fine decide di superare i suoi limiti e di confessare al Capitano i suoi sentimenti, se riuscirà a dare il meglio di sé nella prossima missione. Ovviamente non succederà mai, perché il Titano Femmina ci metterà lo zampino (o lo zampone, in questo caso. Ma così sembra capodanno, per cui... ùù''') Boh. oo Sinceramente non sono convinta del risultato, anche perché chi mi conosce sa che io non sono MAI convinta di quello che scrivo, perciò... sono aperte le iscrizioni per "dagli all'autrice". Lol. Alla prossima! *w*
CompaH

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Michan_Valentine