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Autore: RolltheDice_    05/03/2015    1 recensioni
Guardai negli occhi Brittany, le strinsi la mano, mentre la trascinavo fuori di casa e mi chiudevo la porta alle spalle. I miei genitori dormivano sereni nei loro letti e io non avevo la minima intenzione di svegliarli.
Era l’occasione di sentirmi padrona di me stessa, almeno per una notte.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Guardai negli occhi Brittany, le strinsi la mano, mentre la trascinavo fuori di casa e mi chiudevo la porta alle spalle. I miei genitori dormivano sereni nei loro letti e io non avevo la minima intenzione di svegliarli.

Era l’occasione di sentirmi padrona di me stessa, almeno per una notte.

Cominciammo a correre sul marciapiede deserto, mentre poche macchine percorrevano la strada ampia e di solito, di giorno, intensamente trafficata, pacifici rumori che, con leggerezza, irrompevano nel silenzio della notte.

Continuavo a tenerle forte la mano fredda, mentre la brezza che soffiava leggera la faceva rabbrividire appena.

Respirai a pieni polmoni e cercai di sentire il sapore della libertà, illudendomi che potesse essere quello, che stessi strappando alla vita istanti in quel frammento di tempo immobile, mentre il grandioso cuore dell’umanità stava ancora dormendo.

Arrivammo al percorso che conduceva alla spiaggia, una dietro l’altra, le nostre scarpe che quasi galleggiavano, tanto atterravano leggere su quella passerella asfaltata, prima che le togliessimo per immergere i piedi nella sabbia.

L’odore della salsedine mi raggiunse, la sentivo accarezzarmi la faccia, mentre il mio cuore pulsava più forte. Lo sentivo nella mia gola battere intensamente, quasi volesse schizzare via dal mio corpo e non appartenermi mai più.

Io mi sentivo come lui.

Avrei voluto fuggire via da me stessa e dal mondo, partire in fretta e non tornare, l’unico motivo che mi tratteneva, l’unica cosa che davvero mi impediva di impazzire, era al mio fianco e ancorava il mio essere a lei, tenendomi la mano in quel modo.
In quel momento, tornando improvvisamente consapevole della sua presenza al mio fianco, mi illusi di star muovendo i primi passi verso una nuova vita, lontana da tutto ciò che mi imprigionava.

Guardai la distesa nera davanti a me, a malapena distinguendo il cielo dall’oceano, scuro e calmo, sdraiato sotto una distesa di stelle.

Mi voltai verso la mia migliore amica, ammirandone il profilo in quell’ambientazione d’incanto e lei guardò me, i suoi occhi che scrutavano attenti nei miei.

Mi baciò lentamente e mi spinse sulla sabbia, sfidando il freddo mi spogliò, non solo dei vestiti: la mia intera anima, più del solito quella notte, si mostrò a lei, esponendosi in tutta la sua fragilità e lei la accolse, la conobbe, la sostenne senza battere ciglio.

“Santana…” mi chiese, a un certo punto, all’improvviso.

“Britt?”

“Di cosa hai paura?”

Le sorrisi dolcemente, chiedendomi come potesse capire i miei pensieri solamente sfiorandomi. “Del tempo, Britt...”

“Non sempre trascina via tutto, San”

La guardai per un lungo istante. Sapevo che niente avrebbe mai potuto portarmi via lei. Era la mia unica certezza. E sentivo di non sbagliare a considerarla tale.
Non proseguii quel discorso, mi limitai a fissarla, lasciando che la sua bellezza mi sopraffacesse.

Restammo lì a aspettare l’alba, mentre le accarezzavo i capelli sentendo di nuovo la sensazione di stare vivendo un rinnovato, magico, meraviglioso inizio al suo fianco.

Avrei voluto che il sole decidesse di non tornare mai più, che la sorte decidesse di regalarci l’aurora per sempre. Il cielo si schiariva e lentamente, con la luce nascente, cominciavo a distinguere meglio il suo corpo, il suo volto, i suoi occhi chiusi e il sorriso dolce sul suo viso. La guardai rabbrividire nel sonno e la strinsi più forte, stupendomi di come potessi provare così tante cose soltanto osservandola dormire. Anche lei sembrava nuda, nuda nel profondo, davanti agli occhi della mia anima.

Le accarezzai il viso e le diedi un bacio, dicendole che fosse arrivato il momento.

Dovevamo tornare a casa, fingere che quella notte non fosse mai esistita.

Entrambe sapevamo che sarebbe stato il nostro grande segreto, il nostro più dolce ricordo.
  
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