Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Fakir    05/03/2015    2 recensioni
Che ne è stato dei valorosi Gold Saints sigillati nella statua del Tempio di Artemide? Athena dopo essere tornata al Santuario, riuscirà, da sola, a proteggere l'umanità nonostante abbia nuovamente emesso un ordine di non intervento per i suoi cinque Bronze Saints? perchè le difese del Santuario sono allertate nonostante sia tornata la pace? e suprattutto gli uomini sono solo giocattoli... nelle mani degli Dei? Questa storia è collacata temporalmente un anno dopo del Tenkai-hen e tiene conto dell'intera vicenda di Saint Seiya, dalla GW alla corsa alle 12 case, la battaglia ad Asgard, la guerra Santa contro Poseidon e Hades, lo scontro nell'Elisio, i 4 OAV, il manga Saint Seiya G, Shou ad alcune informazione tratte da LC. Non considera la serie Omega, LOS, romanzi, Side Story e, per ora, ND enon ancora conclusosi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ikki, mi accompagnò in un affollato locale a tema piratesco che si trovava poco lontano dalla spiaggia e che, soprattutto, restava aperto fino all'alba.

L'atmosfera era soffusa e la musica tendente ad una certa malinconia ma, nonostante l'ora tarda, era pieno di persone, soprattutto uomini, anche se in un paio di salottini privati, celati da pittoreschi tendaggi, si intravvedevano alcune coppie, che si davano piuttosto da fare nell'amoreggiare alla grande.

Ci sedemmo lungo il bancone, in una posizione adeguata a goderci lo spettacolo di alcune ragazze che si esibivano in ammiccanti abiti sexy dai toni piuttosto dark e ordinammo degli alcolici.

 

Il locale era veramente squallido, sporco e odorava di fumo, l'unica cosa che trovai attraente fu una delle ballerine, dal corpo snello fasciato in un succinto abito di pelle borchiata con inserti di metallo, che si muoveva sinuosa come un felino mentre le sue unghie, laccate d'argento, brillavano come artigli sotto i flash delle luci psichedeliche.

Aveva una selvaggia chioma color argenteo e il suo volto era celato da una maschera nera che le copriva gli occhi, mentre le labbra brillavano di glitter argentati.

Provai uno strano imbarazzo nel sentirmi attratto da quella ragazza, solo perchè per alcuni dettagli del suo look e nel suo leggiadro modo di muoversi mi ricordava qualcun'altra.

Bevvi un sorso della mia birra e distolsi lo sguardo da lei.

 

“Come siamo caduti in basso...”, sussurrò ad un tratto Ikki scolandosi il suo bicchiere di whiski tutto d'un fiato.

 

“Già...”, risposi io tetro, “non è facile ritrovare sé stessi lontano dal campo di battaglia...”

 

“Due leggendari Saint di Athena, in mezzo a questo schifo...”, borbottò lui.

 

“Ex Saint di Athena”. Precisai io amaro.
Sentivo il veleno bruciarmi sulle labbra e per non aggiungere altro, finii tutto d'un fiato la mia birra.

 

Ikki mi fissò ed io ricambiai il suo sguardo, non era necessario aggiungere altro e ci limitammo, ad ordinare ancora da bere con un semlice gesto alla cameriera.

 

D'un tratto, la nostra attenzione fu attirata da un certo trambusto in prossimità delle porte d'entrata del locale.Tanta eccitazione era causata dall'ingresso di una donna dall'aspetto molto avvenente.

Indossava un abito rosso, che pareva fuoco vivo. Lungo fino a terra era seguito da un ampio strascico e le scivolava morbido sui fianchi rivelandoli rotondi e sensuali. Ostentava un'ampia scollatura che ne lasciava scoperto l'ombelico, sul quale brillava un luccicante pendente e ne mostrava i seni prosperosi e sodi, resi lucidi dalla pelle ambrata. Lunghi capelli le scendevano mossi sulle spalle e sul volto, simili a fiamme ardenti, malcelando profondi occhi neri, da incantatrice.

Anche le sue labbra erano rosse come il sangue e inclinate in un famelico sorriso, mentra avanzava con fare impudico tra gli astanti.

 

“Chi è... quella?” sussurrai a Ikki, indicando la sinistra apparizione con un cenno del capo.

 

“Un affare di cui dobbiamo occuparci...”, aggiunse lui, alzandosi in piedi.

 

Quando giungemmo più vicini, la misteriosa donna stava istigando i presenti gli uni contro gli altri con lusinghe tra le più strane e pervertite, sfiorandoli con le sue lunghe mani dalle unghie rosso vivo.

Gli uomini sembravano in preda alla follia e bramavano tutti di guardarla, di toccarla, di sfiorarla, con gli occhi, con le mani, con la lingua in uno spettacolo osceno e disgustoso che, in men che non si dica, si trasformò in un'immensa rissa che sembrava avere lo scopo di intralciare la nostra avanzata verso la strana creatura.

 

“Non avrai intenzione di farti mettere sotto da qualche scaricatore di porto ubriaco spero!”, esclamò Ikki sogghignando.

 

“Stai scherzando vero?” risposi, punto sul vivo, gettandomi nel mezzo del rumoroso groviglio di corpi, tavoli, sedie e oggetti taglienti di ogni genere che ci separava, come un grottesco muro, dalla donna.
 

E' tutto molto strano...” pensai “...che diavolo sta succedendo?”

Più mi avvicinavo, alla strana donna dagli occhi demoniaci, più avevo la sensazione che la luce intorno a noi calasse d'intensità, che i suoni apparissero ovattati, i colori alterati e che gli uomini intorno a noi si trasformassero, come in un incubo, in esseri mostruosi e demoniaci.

Mi sentivo sempre più rallentato nei movimenti e faticavo a mantenere l'equilibrio, come fossi in preda agli effetti di qualche potente droga allucinogena.

Riuscii arrancando a raggiungere Ikki, che sembrava non trovarsi in condizioni migliori. Ansimando, giungemmo a disporci schiena a schiena, proteggendoci reciprocamente le spalle, e per qualche istante riuscimmo a mantenere un discreto vuoto intorno a noi, prima di essere nuovamente sopraffatti da quel selvaggio turbine di incubi che sembrava aver preso vita improvvisamente all'interno del locale.

 

“Che fine ingloriosa..” sussurrai con voce roca, prima che io e Ikki venissimo avvolti da una densa coltre oscura che pareva volerci inghiottire, nonostante ci ribellassimo con tutte le nostre forze.

Maledatta la volta che sono entrato in questo locale...” pensai, mentre sentivo il terreno mancarmi sotto i piedi.

 

Poi una calda sensazione di familiarità mi riscosse, aprii gli occhi a fatica e mentre Ikki ed io venivamo avvolti da una pioggia di petali di rosa scarlatta, colsi nella densa oscurità alcuni bagliori dorati simili alla luce del sole.

Solo dopo qualche istante mi resi conto che provenivano dal corpo di un ragazzo ammantato di bianco, con il volto celato da un cappuccio, che si allontanò subito dopo ad una velocità sovrumana raggiungendo il suo compagno che brillava di luce dorata come lui. Quest'ultimo aveva però il capo scoperto e una corta chioma di capelli corvini.

 

Poi il nulla mi avvolse.

 

Mi sentivo fluttuare in una oscurità morbida come velluto, mentre galleggiavo sospinto dalle onde dell'oceano, sopra le quali mi aveva appena scaraventato il Marin Genaral che presiedeva la colonna posta a reggere la volta dell'Oceano Atlantico del nord, sentivo il sole caldo sulla pelle e un intenso desiderio di lasciarmi andare, di arrendermi...

 

“Seiya, Seiya...”, fu una dolce voce femminile a riportarmi lentamente alla realtà, una voce che avevo la sensazione di non sentire da tanto tempo e che mi fece accelerare i battiti del cuore.

 

Socchiusi gli occhi in preda ad un terribile attacco di vertigini, avevo la nausea e sentivo male dappertutto, china su di me vidi una ragazza. Aveva un viso familiare, anche se non riuscivo mettere a fuoco quei graziosi lineamenti, forse a causa del cappuccio che le ombreggiava il viso impedendomi di scorgerne gli occhi.

Avrei voluto parlarle, sentivo il bisogno di dirle qualcosa, ma rimasi immobile incapace anche solo di pensare a qualcosa di diverso dal sapore metallico del mio stesso sangue.

Dopo qualche istante fui colto nuovamente dalle vertigini, mi chiesi che fine avesse fatto Ikki, ma non pronunciai mai quelle parole e sprofondai definitivamente nel buio.

 

   
 
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