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Autore: La_Birba    05/03/2015    3 recensioni
Non ero esattamente una tipa che ama socializzare, sapevo farlo, solo che non mi andava. Io, Bulma Brief, ero la ragazza che amava leggere e tuffarsi in ogni libro che leggeva. Io vivevo quelle avventure, insieme all'eroe di turno. Quindi in breve, nella mia testa avevo così tanti amici che non riuscivo manco a contarli tutti, mentre nella realtà ero io e basta. Odiavo il genere umano!
tratto dal primo capito. ecco in questa storia troverete una Bulma diversa, una studentessa modello che si innamorerà di un strano professore: Vegeta. spero vi possa piacere come sta piacendo a me scriverla :) ditemi cosa ne pensate di questa mia piccola malsana idea :)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Grazie per essermi vicina

 

Non mi ero mai fidanzato, non avevo mai incontrato una ragazza abbastanza interessante da prendermi. Ora invece, per qualche assurdo scherzo del destino, la ragazza in questione era proprio una mia studentessa. Non si finisce mai di imparare! Non ero esattamente il genere di ragazzo che i genitori mandano insieme alle proprie figlie. Eppure avevo sempre avuto successo con le donne. Bulma però era diversa. Credo che avrei continuato a prenderla in giro. Era la cosa che mi divertiva di più. Da professore poi non avrei mai potuto fare preferenze. Avevo sempre disprezzato chi lo faceva. Dunque anche se fuori eravamo qualcosa di più, nell'istituto saremmo stati normalissimi prof e allieva. Glielo feci notare. Mi guardò quasi stizzita.

 

  • mi pare ovvio! E poi io vado benissimo a scuola non servirebbe neppure un trattamento di favore! Ho tutte A!

 

Era vero era la migliore alunna dell'intera scuola! Anch'io ero bravo però passavo giornate intere a studiare! Lei invece era li con me. Pensare che tra tre giorni avrebbe avuto il mio compito in classe di storia. Se lo ricordava? Non ci avrei pensato di certo io a farglielo presente. Se era brava come diceva se lo sarebbe ricordato da sola. Sorrisi immaginando la sua faccia nel caso avesse preso un brutto voto.

 

  • come mai sorridi? Pensato qualcosa di bello?

Mi guardò curiosa. Eravamo seduti a bordo del letto. Mi sdraiai e lei fece lo stesso vicino a me.

  • può darsi di sì, Brief!

Dissi prendendo un cuscino e tirandoglielo in faccia. Ero tornato un adolescente. Ma cavolo com'ero felice! Iniziai a ridere senza riuscire a fermarmi. Stavo ridendo di gusto senza un motivo logico. Mi sentivo uno stupido ragazzino. Grazie al cielo il periodo della pubertà e dei brufoli non potevo più riviverlo.

 

Lei si tolse il cuscino dalla faccia, si alzò e me lo tirò contro. Assunse la posa più arrabbiata che sapeva fare mettendosi le mani sui fianchi e mi guardò di sbieco.

 

  • sei impazzito? Perchè ridi? E poi la smetti di chiamarmi Brief! Ho anche un nome!

 

Riuscii a smettere di ridere e mi ricomposi un attimo. Era pazzesco come riuscissi ad essere me stesso con lei. La presi per un braccio e la tirai sul letto. Mi posizionai sopra di lei bloccandole i polsi. Lei arrossì. Era così facile intrappolarla.

  • mi devo abituare, da quanto sei la mia ragazza? 5 minuti? Per adesso accontentati di Brief, magari tra un po' di tempo riuscirò a chiamarti Bulma. Io non mi dimentico i nomi!

 

Le avevo appena tirato una frecciatina. Lei mi guardò stupita, aprì la bocca per replicare ma la mia lingua fu più veloce e andò a incontrarsi con la sua. Sembrava troppo tempo che non si incontravano. Mi staccai dopo aver assaporato abbastanza le sue dolcissime labbra. Ero eccitato dunque mi alzai. Dovevo un attimo far di nuovo fluire il sangue in tutto il resto del corpo. Andai in soggiorno e mi misi a guardare la televisione, dovevo momentaneamente distrarmi. È vero aveva diciott'anni e quindi immagino sapesse benissimo cosa fosse il sesso e tutto il resto, però non volevo correre. Fosse stato per me e i miei istinti primordiali l'avrei già posseduta da tempo. Però lei non sembrava neppure pensarci. Comunque avrei dovuto aspettare, ero entrato seriamente nella sua vita solo 10 minuti fa?! Diciamo che non ci volevo entrare anche in altri modi, per ora. Il tempo avrebbe reso il tutto più speciale, ne ero certo.

 

Sotto certi punti di vista sembrava già matura, ma sotto altri era ancora una bambina ingenua. Ero certo che non aveva mai fatto nulla. In gita mi aveva esplicitamente detto che mi aveva donato il suo primo bacio. Sì aveva usato proprio questi termini. Quindi significava che prima del mio arrivo lei non aveva mai avuto nessun altro. Se contiamo che avevo evitato il bacio con quel altro idiota, credo che io fossi la sua unica esperienza in fatto di “amore”. Non so perchè ma questo pensiero mi rese ancora più felice di quanto già non fossi.

Mi raggiunse sul divano. Interrompendo i miei meravigliosi pensieri. Non disse niente si accoccolò semplicemente sulla mia spalla e facendo zapping trovammo un film appena iniziato. Lo guardammo. Era una commedia d'amore smielato. Che culo, non vedevo proprio l'ora. Insieme ne facemmo la parodia. Se qualcuno ci avesse visti ci avrebbe scambiato per due idioti, come dargli torto? Non so chi sparò più cagate tra me e lei. Eravamo sulla stesso livello secondo me. Quell'ora e mezza passò in fretta e Bulma dovette andar via.

 

  • domani dopo scuola, se ti và, possiamo mangiare insieme qui. Io sarò già qui intanto, esco a mezzogiorno.

Lei mi sorrise e annuì. Mi diede un veloce bacio a stampo e scappò giù dalle scale. Credo che non mi sarei mai annoiato con una persona così. Sarebbe potuta essere la mia piccola quotidianità.

 

Dopo cena mi sdraiai sul letto c'era ancora il suo profumo. Guardando il comodino vidi una cosa della quale mi ero scordato. Dal ritorno dalla gita non avevo ancora portato il mio piccolo souvenir a Table. Non so proprio come me n'ero potuto dimenticare. Mi diedi dell'imbecille! Mi ero scordato della persona più importante della mia vita. Stavo cambiando per colpa o grazie a Bulma. Il mio cuore stava rimarginando quella ferita che aveva sanguinato per troppo tempo ormai. La stavo facendo cicatrizzare. Presi una decisione: sarei andato da Table il giorno dopo, magari con Brief. Era la mia ragazza ormai, avrebbe dovuto sapere.

 

Erano le 13.15 quando il campanello suonò. Arrivò Bulma che si mise a raccontarmi tutta la sua mattinata. Fui poi costretto a raccontare la mia. Non che ci fosse nulla di interessante da raccontare però lo feci comunque.

 

  • oggi ti devo portare in un posto. Devi conoscere la persona più importante della mia vita. Dato che ne vuoi far parte anche te mi sembra giusto.

 

Mi guardò perplessa, con la bocca semi aperta e la forchetta che era a mezz'aria. Divenne improvvisamente gelosa, credo. Mi iniziò a fare i musi e a non parlarmi più.

 

  • è mio fratello.

    Aggiunsi, così toglievo ogni dubbio di essere frainteso. La vidi rilassarsi infatti. Mi fece un sorriso.

  • Potevi dirlo subito! Hai un fratello? Quanti anni ha? Come si chiama? Perchè non vivete insieme?

 

Ho sempre pensato che la curiosità è donna. Ma quando mi fece quelle domande una morsa mi strinse il cuore. Non ne avevo mai parlato con nessuno. Un vento freddo, gelido mi entrò dentro. Non avevo più appetito. Quella ferita sanguinava ancora, non credo sarebbero bastati mille anni per cicatrizzarla. Non riuscii proprio a risponderle. Le parole mi morirono in bocca. Non mi ero mai sentito così...fragile. Ero un uomo, non potevo essere così debole. Sparecchiai in silenzio. Anche lei aveva capito che qualcosa non andava. Non parlò più quando mi misi io la giacca, la indossò anche lei. Partimmo. Presi la macchina dal garage condominiale. Era fuori città il cimitero. Nessuna macchina, era vuoto, meglio così. Scesi e lei mi seguì, avevo fatta quella strada così tante volte che l'avrei potuta fare anche a occhi chiusi. Arrivammo. Era una lapide piccola e bianca. Pura, come Table, come ogni bambino è. Al di sotto di essa c'era una vastità di giocatoli messi perfettamente in ordine. Davano colore a tutto il resto. Mi accucciai e appoggiai la piccola pallina con la neve che avevo preso a Satan City.

 

  • è mio fratello Table.

Lo dissi in un sussurro. La voce voleva uscire. Era da troppo tempo che non venivo a trovarlo. Non volevo che pensasse che l'avevo dimenticato. Non avrei mai potuto. Bulma era dietro di me. Non disse nulla. Alla fine dei conti cosa mi avrebbe mai potuto dire?

 

  • so che dovrei dire era..ma è davvero difficile..aveva sei anni...

Dovevo davvero sforzarmi per parlare, anche solo per far uscire una parola. Era una lotta con me stesso. Bulma mi abbracciò da dietro. Mi strinse forte a sé.

  • shh..non c'è bisogno che mi spieghi nulla. Lo farai quando te la sentirai. Stai tranquillo.

 

Fu un sussurro la sua voce, ma lo percepii chiaramente. Il mio cuore si calmò un poco, la morsa allentò la presa e il vento gelido divenne mano a mano più tiepido. Restai ancora un po' lì con Table mentre le braccia della mia ragazza mi stringevano in modo rassicurante. Ogni volta che tornavo da lui, ridiventavo il ragazzino, poco più che bambino che era con lui quel fatale giorno. Agli inizi venivo a trovarlo ogni giorno, mi sedevo davanti alla sua lapide e studiavo. Ripetevo anche la lezione ad alta voce, ero convinto potesse ascoltarla e se la dicevo bene sarebbe stato fiero di me. Sospirai, strinsi la mano di Bulma. In cuor mio la ringraziai per essermi accanto, ma soprattutto perchè non disse quelle stupide cose banali che mi ero sentito dire dagli altri miei parenti.
 

Il viaggio di ritorno fu un silenzio totale. Ritornammo a casa mia. Mi sdraiai sul letto distrutto. Bulma mi raggiunse subito e si coricò accanto a me. Mi abbracciò e iniziò ad accarezzarmi i capelli. Quella era la nostra intimità, altro che porno scopate o altre cagate. Non c'era nulla di più intimo di quell'attimo. Ero stanco e chiusi gli occhi e mi appisolai.

Mi svegliai dopo un paio di ore, di Bulma non c'era più traccia. Notai però vicino a me un bigliettino. Me l'aveva lasciato lei “ devo andare, scusami se non ci sarò al tuo risveglio. Mi hai fatto piacere che hai condiviso con me certe cose. Ci vediamo domani ” c'era una specie di scarabocchio in fondo..era un cuore?! Sembrava una mela. Quel poco riposo mi aveva giovato. Mi ero ripreso finalmente. Non mi ero sbagliato, comunque, in certe cose era davvero una ragazza matura.





tadannnn :) finalmente un nuovo capitolo :) credo seriamente di essere in ritardo anche non ho un giorno in cui aggiorno xD quindi nel dubbio scusate il ritardo :) e spero cche sia valsa la pena attendere :) spero seriamente di aver trasmesso la tristezza di Vegeta, non per cattiveria logicamente :) non capitemi male :) però se fosse così sarei riuscita nel mio intento di farvi entrare nella mia pazza storia :) volevo comunque ringraziare tutttttttiiiiiiiii <3 grazie grazie grazie :) per continuarmi a seguire o per iniziare a seguirmi :) bhe spero che vi piaccia :) e ci sentiamo alla prossima Baby ;) :D

  
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