Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
Segui la storia  |       
Autore: FiammaBlu    05/03/2015    4 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
-----------------------------------------------------------------------------
Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ultima revisione: dicembre 2015

 

35. Spiragli di luce



Mizuki aveva avuto l’ingrato compito di contattare la signora Tsukikage e invitarla alla Daito dietro ordine del suo capo. Quando aveva incredibilmente ricevuto conferma positiva, aveva tirato un sospiro di sollievo. Quell’anziana attrice a volte era davvero inquietante e, con un sorriso curioso, la segretaria rifletté che Maya Kitajima era circondata davvero da persone molto strane ed eccentriche. La signora in nero per prima… poi il signor Masumi, il regista Kuronuma e anche i suoi amici sono molto particolari… Non ho potuto ancora rivedere Rei Aoki né ho potuto aggiornarla sul poco che sono riuscita a concludere e avrei voluto sapere da lei qualche novità… la chiamerò…

Le porte dell’ascensore si aprirono e lei accolse con un sorriso e un perfetto inchino la signora Tsukikage e il suo accompagnatore.

- Benvenuti, signora  Tsukikage e signor Genzo - li salutò - Prego, vi faccio strada - e li condusse nell’ufficio personale di Masumi Hayami. Aprì la porta, li annunciò e alla risposta positiva del suo capo li fece accomodare chiudendo la porta lentamente. Chissà perché li avrà invitati…

- Benvenuta, signora Tsukikage - la accolse con un inaspettato calore nella voce - Aspettavo con impazienza che lei tornasse dalla montagna. Ho saputo che ha voluto immediatamente assistere alle prove delle due candidate per il ruolo della Dea Scarlatta. Come le sono sembrate? - indagò pur sentendosi a disagio sotto quello sguardo intenso e sospettoso.

- Si danno molto da fare entrambe, questo è certo - rispose la signora - Non vedo l’ora che arrivi il giorno dello spettacolo dimostrativo -

- Prego, sedetevi - Masumi indicò uno dei due divani separati da un basso tavolino.

- E lei?  - aggiunse la signora con un sorriso enigmatico mentre si sedeva - Non è ancora andato a vederle? -

Genzo spostò lo sguardo fra i due, chiedendosi cosa stesse facendo la signora. Masumi Hayami prese posto a sua volta di fronte a loro e sorrise.

- Gli affari mi tengono lontano dai set, purtroppo - sospirò, fintamente deluso, glissando abilmente la risposta.

- Ayumi Himekawa e Maya Kitajima... A prescindere da quale delle due verrà scelta, fra non molto verrà decisa l’attrice che avrà tutti i diritti di rappresentazione della “Dea Scarlatta”… - infierì lei con una nota di soddisfazione.

- Difatti - ammise Masumi annuendo lentamente.

- Ormai non potrà più mettermi il bastone tra le ruote, signor Masumi! - aggiunse accompagnando le sue parole con uno sguardo duro e freddo.

- Lo so - confermò lui con uno strano tono che incuriosì la signora - La messa in scena dello spettacolo dimostrativo è affidata in via eccezionale all’Associazione Nazionale per lo Spettacolo. Nessuno potrà intervenire e anch’io mi limiterò ad osservare - le sorrise in modo così strano che la signora Tsukikage si trovò improvvisamente a ripensare al giorno in cui era venuto a salutarla al tempio nella valle.

- Si limiterà ad osservare? - alzò un sopracciglio mantenendo comunque la sua aria sospettosa - Proprio lei, che con la sua bieca ambizione vuole perseguire le volontà di Eisuke Hayami? - aggiunse con un sibilo di rabbia.

- Sì! - ammise lui senza vergogna - Proprio un ambizioso quale io sono! E mio padre non c’entra affatto - precisò distogliendo lo sguardo - E’ per me che voglio la “Dea Scarlatta”! -

La signora Tsukikage rimase turbata dall’espressione dei suoi occhi e da ciò che quella frase avrebbe potuto nascondere. Di cosa sta parlando, signor Masumi? Del dramma o dell’attrice…?! Possibile che anche lei… come suo padre…?

- Ogni diritto legale sulla “Dea Scarlatta” sarà ceduto soltanto alla sua protagonista! Come crede che riuscirà a portarglieli via? - gli fece notare lei con una punta di rabbia nella voce.

- Al momento ho le mani legate, me ne rendo conto - ammise lui mantenendo sempre quello sguardo colmo di rammarico - L’unica speranza che ho è quella di stipulare un contratto esclusivo con la protagonista - confessò candidamente.

- Se si trattasse di Ayumi Himekawa, non credo che le sarebbe difficile… - concordò la signora con un tono accondiscendente - Ma se fosse Maya Kitajima? Cosa pensa di fare? Maya la detesta più di chiunque altro o le cose sono cambiate? - si era domandata cosa lo stesse spingendo a dirle tutte quelle cose e soprattutto perché avesse quella strana espressione.

- No - rispose lui distogliendo di nuovo lo sguardo - Non è cambiato niente. Nel suo profondo Maya non mi perdonerà mai per tutto ciò che le ho fatto in questi anni esattamente come lei, signora Tsukikage, tutt’ora non riesce a perdonare mio padre Eisuke… - e la guardò. Ciò che Chigusa vide in quegli occhi la lasciò completamente disorientata. E’ davvero una cosa incredibile questa…

- Ma io sono diverso da mio padre! - proseguì lui convinto - Non si preoccupi per Maya Kitajima! Qualunque cosa accadrà, non gliela toccherò… Ma non rinuncerò alla “Dea Scarlatta”! Un giorno riuscirò ad ottenerne i diritti di rappresentazione, glielo assicuro… - il tono della sua voce era accorato e privo di astio - Né la Daito Art Production, né tanto meno Eisuke Hayami, ma sarò io a entrarne in possesso! -

Perfino Genzo aggrottò la fronte di fronte a quella reazione così sentita e allo sguardo malinconico di quell’uomo d’affari che li aveva tormentati negli ultimi dieci anni.

- Signora Tsukikage! - continuò Masumi - Io voglio vedere la vera “Dea Scarlatta” sul palcoscenico! Per questo voglio essere io a mettere in scena l’opera! - era così concentrato che non si rese conto di aver abbassato completamente le sue difese ed essersi tolto quella maschera che indossava sempre. Chigusa rimase in silenzio, colpita da quel ‘vera’ che aveva accentuato nella frase e che aveva accompagnato con uno sguardo carico di ardore. Singolare, signor Hayami, come anche Maya aspiri all’autenticità della Dea Scarlatta...

- Ogni volta che la incontro, signor Masumi, lei mi disorienta e mi mostra una maschera differente - sospirò lei con un mezzo sorriso - Nonostante io sia abituata agli attori, non riesco ad inquadrare lei - e si alzò reggendosi al bastone.

Genzo e Masumi Hayami fecero altrettanto.

- Sono davvero curiosa di vedere come andrà a finire questa storia - mormorò fissandolo e lui non riuscì a comprendere se si riferisse ai diritti o ai sospetti che aveva sicuramente nei suoi confronti circa il suo rapporto con Maya. Eppure non aveva esitato ad invitarla, voleva farle conoscere la verità e il fatto che suo padre non c’entrasse niente in quella faccenda.

- Spero ci rivedremo presto - la salutò lui gentilmente, sorprendendola di nuovo.

La signora Tsukikage si fermò, imitata da Genzo e si appoggiò al bastone.

- Mi ha detto che vuole vedere la vera “Dea Scarlatta” sulla scena - disse e lui annuì - Allora, forse, le farà piacere sapere che Maya Kitajima va proprio in quella direzione - rivelò, sorridendo per l’espressione stupita che gli apparve sul volto.

Si voltò e uscì, compiaciuta per quanto aveva visto.

Subito fuori, la solerte segretaria di Masumi Hayami li accompagnò all’ascensore e li salutò cordialmente.

- Pensa sia successo qualcosa, signora? - le domandò Genzo mentre le porte si chiudevano.

- Sì, Genzo - annuì lei, pensierosa - Quel ragazzo… è cambiato! - aggiunse decisa, con un piccolo tocco del bastone sul pavimento di marmo ad enfatizzare le sue parole.

- Come? - chiese il suo accompagnatore che non aveva ben chiaro a cosa si riferisse.

- Parlo di Masumi Hayami… - puntualizzò - Le fiamme gelide che aveva negli occhi sono scomparse… - gli confidò tenendo lo sguardo fisso avanti.

Vuole vedere sul palcoscenico la vera Dea Scarlatta… Davvero ambizioso, signor Masumi… e come pensa di prendere i diritti a Maya Kitajima se dovesse vincere? Crede davvero che le sue rose scarlatte e tutto ciò che ha fatto per lei negli anni di nascosto possano convincerla a cederglieli? A tradire la mia memoria? Crede davvero che l’amore che provate potrà superare tutto?

Scoppiò a ridere e Genzo la guardò pensieroso.

Nel suo ufficio, Masumi Hayami si lasciò cadere sulla poltrona della scrivania, girandosi verso la vetrata e il profilo di Tokyo ammantata di buio. Il suo cuore batteva ancora rapido, alla fine era riuscito a dire ciò che voleva alla signora. Sapeva che lei l’avrebbe attaccato; lui cosa aveva fatto in fondo, in quegli anni, se non tormentarla?

So perfettamente che Maya non riuscirà mai a perdonarmi fino in fondo, figurarsi se riuscirà mai a provare qualcosa più dell’affetto, che devo solo all’ammiratore, per me! Kuronuma dice di aver visto nel suo sguardo l’amore puro di Akoya quando ha posato le sue labbra sulla mia rosa, ma io le ho visto altre volte quegli occhi, luminosi e carichi di sentimento, ma non è amore! Come il bacio che mi ha dato al tempio! Ha solo vent’anni, come può capire cosa sia l’amore? Mi odiava profondamente finché non le detto la verità… e poi improvvisamente il suo atteggiamento è cambiato! E’ solo riconoscenza! Solamente riconoscenza! E quando l’ho incontrata al ristorante… ciò che mi ha detto non è fraintendibile… era con lui… con quel ragazzo che reciterà con lei nei prossimi mesi, sempre fianco a fianco… e io… mi sento così amareggiato! E pensare che quando l’ho rincorsa sul marciapiede io stavo per… sono un pazzo! Davvero un pazzo!

Si accasciò in avanti, appoggiando i gomiti sui ginocchi e prendendosi disperato la testa fra le mani.



Nei giorni seguenti la visita della signora Tsukikage ai due studi teatrali, le prove proseguirono serrate e soddisfacenti. Sia Onodera che Kuronuma non davano tregua ai loro attori, sentendo la sfida sempre più vicina. Entrambi dirigevano le loro prime attrici e attori con polso e determinazione, senza farsi minimamente intimidire dalla fama dell’una o dalle lacrime dell’altra.

Dopo una dura sessione di prove che sconcertò Kei Akame, confuso di fronte all’Akoya di Ayumi Himekawa, il regista chiamò dieci minuti di pausa. Immediatamente qualcuno le dette un asciugamano per detergere il sudore e quando Ayumi si girò vide Peter Hamil appoggiato allo stipite della porta.

Da quando mi ha incontrato è venuto ogni giorno a trovarmi, che fossimo qui o nella valle dei susini… che uomo curioso…

- Signor Hamil, è venuto anche oggi a trovarmi? - gli disse in inglese avvicinandosi a lui.

- Salve, Ayumi! Lo sa che lei è la mia principessa! - rispose in parte in giapponese e in parte in inglese, facendola arrossire lievemente.

- Ultimamente non mi fotografa, però… Come mai? - indagò lei che iniziava a preoccuparsi per quella strana anomalia frenando un moto di stizza per il fatto che stesse dando considerazione a quella cosa. Mi ha sempre fotografato…

- E’ che rimango ogni volta incantato davanti alla sua bellezza… - le disse cercando di nasconderle la verità - E mi dimentico di premere il pulsante di scatto -

Ayumi corrugò la fronte mentre un gelo freddo le abbracciava il cuore.

- Da quando ha iniziato a mentirmi, signor Hamil? - lo accusò lei con voce dura. Lui, troppo scioccato per riuscire a mantenere la maschera indifferente che aveva indossato, mostrò un’espressione stupefatta e colpevole.

- Io non fotografo le bambole, non scatto le foto a qualcosa che non ha un animo! - spiegò lui pur sapendo che così lei gli avrebbe sicuramente chiuso quello spiraglio di luce che aveva visto nella valle dei susini - Non mi interessa la sola forma della Dea Scarlatta! -

Il cuore di Ayumi perse un battito. Che cosa?

- Ayumi, tornerò di nuovo per fotografare la Dea Scarlatta viva! - disse in giapponese e le dette le spalle mentre dentro si sentiva morire. Spero che la mia accusa ti sia di sprone Ayumi… voglio vedere ancora il fuoco nei tuoi occhi! Voglio fotografare la tua anima che brilla!

L’asciugamano che teneva fra le mani scivolò a terra e lei rimase con gli occhi spalancati sulla schiena del fotografo francese che usciva dalla Ondine.

Significa che la mia recitazione è priva d’animo… che la mia è una Dea Scarlatta senz’anima?



Dall’altra parte della città, ai Kid Studio, Maya e Sakurakoji stavano mettendo a dura prova Kuronuma, il quale però non si lasciava certo intimorire.

- Mio caro! Non voglio che ti ricordi del tuo passato! - disse Akoya angosciata al suo Isshin in terra a gambe incrociate che scolpiva una statua - Se ti ricorderai tutto, te ne andrai da qui e dimenticherai anche me! - disse con la voce piena d’angoscia.

- Più disperata, Kitajima! PIU’ DISPERATA! - urlò esasperato Kuronuma - Questo è l’uomo a cui tieni più di chiunque altro al mondo! - e la sua arma preferita, il copione arrotolato a guisa di clava, colpì con forza la mano facendo un rumore terrificante.

Maya incassò la testa nelle spalle e abbassò lo sguardo serrando poi gli occhi, come se questo potesse farlo smettere di urlare. E Kuronuma ebbe un’idea.

- Senti, fai come se fosse l’uomo che ti regala sempre quelle rose scarlatte! Prova a recitare immaginando di parlare con lui! -

Maya arrossì completamente e si portò una mano alla bocca. L’ammiratore delle rose scarlatte… come mi ero ripromessa… è così che devo fare… usare i miei sentimenti… anche se questo significherà mostrare una parte di me stessa che per fortuna nessuno conosce...

Si voltò verso Sakurakoji e lo guardò. Lui vide distintamente i suoi occhi cambiare, perfino la sua espressione mutò completamente e divenne di nuovo Akoya.

Eccola… ti aspetto Maya! Vediamo come cambierà la tua recitazione se pensi a quell’uomo!

Si inginocchiò accanto a lui chiudendo gli occhi, gli prese la testa fra le mani e l’appoggiò al suo petto in un gesto di estrema dolcezza e possesso, lasciando basito Yu che si sarebbe aspettato di tutto tranne un’interpretazione così profonda.

- Se ti ricorderai tutto, te ne andrai da qui… - sussurrò disperata, un nodo d’angoscia che le serrava la gola - Non voglio che ti ricordi del tuo passato! Dimenticherai anche me! - Sakurakoji sentì il calore nella sua voce, la paura di perderlo che attraversava le sue parole e il suo cuore batté furiosamente.

- Basta! - gridò Kuronuma che si guardò intorno notando il silenzio che era sceso nella sala. Tutti gli attori erano rimasti incollati con lo sguardo alla disperazione di Maya che non voleva perdere il suo amore.

Maya si riscosse e lasciò Yu, si rialzò e accettò una bibita e un asciugamano da una collega accettando i complimenti per quell’interpretazione così sentita.

Sakurakoji la osservò, lei aveva ancora le guance arrossate e anche lui si era sentito davvero partecipe della scena, come se gli avesse parlato lei e non Akoya.

Maya… mi piace sempre di più la tua Akoya… senza di te non saprei che fare di questi sentimenti! So che la persona di cui sei veramente innamorata è il tuo ammiratore… il tuo più grande fan… che non hai mai incontrato… ma io ti aspetterò, Maya! Noi siamo Akoya e Isshin… ci vediamo tutti i giorni, stiamo sempre insieme, a scambiarci parole e gesti d’amore, sicuramente ti innamorerai di me, più di quella persona che non hai mai visto! Aspetterò, Maya, fino a quando nel tuo cuore non ci sarà posto anche per me!

Le prove si protrassero fino a sera e quando Kuronuma mise la parola fine per quella giornata, Maya crollò a terra sfinita.

- Non ne posso più… - borbottò sconsolata appoggiando le mani dietro la schiena e reclinando la testa. Yu la imitò e si sedette accanto a lei ridacchiando.

- Scommetto che Onodera non tratta così Ayumi e Kei Akame - si lamentò lui chiudendo gli occhi. Sono proprio stanco…

- Kuronuma è un demonio… - sussurrò lei, guardandosi poi intorno con sospetto per vedere se il regista fosse nei paraggi. Yu rise ancora e lei tirò fuori la lingua ridacchiando.

Si stirò e poi si alzò. Gli tese la mano e lo invitò ad alzarsi. Sakurakoji la fissò un istante, poi la prese, ma non fece leva su di lei, altrimenti l’avrebbe tirata giù.

- Ho fame… - mormorò mentre il suo stomaco brontolava.

Yu si portò una mano fra i capelli e rise.

- Anche io! - andiamo a prenderci un hamburger, ti va? - le propose, lei annuì felice, raggiunsero i camerini e in men che non si dica erano per strada verso l’hamburgheria all’angolo.

L’aria era fredda per il vento che spirava dall’oceano nonostante fosse solo settembre, così lui si tolse la sciarpa e la mise a lei. Fu solo un attimo in cui si guardarono, ma entrambi arrossirono lievemente per quel gesto affettuoso e spontaneo.

- Non devi ammalarti - le disse dolcemente. Maya passò le mani sul tessuto caldo e inspirò l’odore del suo profumo maschile.

- Grazie - sussurrò Maya affondando nella sciarpa. Lui sorrise e proseguirono verso la loro cena.

Masumi Hayami, appoggiato al fianco della sua sportiva, si accese una sigaretta e soffiò il fumo acre nell’aria gelida. Il vento lo allontanò immediatamente da lui e aspirò di nuovo sentendo il calore bruciargli la gola e i polmoni. Si mise una mano in tasca per difenderla dal freddo mentre continuava a fissare la coppia che si allontanava sul marciapiede. Notò due uomini che li seguivano, corrugò la fronte, attraversò la strada tenendo sempre gli occhi su di loro e in breve fu dall’altra parte.

I due uomini parlottavano fra loro, si tenevano a distanza, ma era chiaro che seguissero proprio Maya e Sakurakoji. Poi quello più alto tirò fuori dallo zaino, che portava ad una spalla, una macchina fotografica. Masumi gettò la sigaretta ormai finita e accelerò leggermente fino a raggiungerli.

- Buonasera, signori, posso esservi utile? - attirò la loro attenzione affiancandoli e continuando a guardare avanti. I due si bloccarono proprio mentre quello alto abbassava la macchina dopo aver scattato una fotografia.

Anche Masumi si fermò, interrompendo la linea visiva fra i giornalisti e la coppia che proseguiva ignara di ciò che stava avvenendo alle sue spalle.

- Si-Signor Hayami… - balbettò quello basso che l’aveva riconosciuto immediatamente e quando anche il secondo realizzò, spense immediatamente la macchina fotografica. Masumi attese che uno dei due rispondesse alla sua domanda e li fissò intensamente lasciando vagare lo sguardo tagliente da uno all’altro.

- Non vi è chiara la domanda che vi ho fatto? - insisté alzando un sopracciglio.

- N-No, è chiara… - rispose quello basso - Noi… - il suo sguardo cercò di raggiungere Maya e Sakurakoji oltre le spalle di quell’uomo alto. Masumi si irrigidì, socchiuse le palpebre e con un gesto rapido e calcolato prese la macchina fotografica di mano al giornalista che sussultò.

- Credevo foste dei professionisti - disse fintamente deluso mentre apriva la parte laterale della macchina sotto gli occhi spalancati del giornalista alto - Se volete un’intervista, chiedete alla vostra testata giornalistica di prendere un appuntamento con il regista e i suoi attori, così da poter avere tutte le informazioni e le fotografie che desiderate - sempre con gesti lenti estrasse la SD card e richiuse la macchina porgendola al giornalista con sguardo freddo - Questa la prendo io - gli comunicò algido infilandosi la memoria in tasca.

L’uomo deglutì e riprese la macchina, annuendo vistosamente.

- Bene, mi pare sia tutto chiaro - aggiunse rivolgendosi al giornalista basso - Se desiderate ancora lavorare in questo campo vi consiglio caldamente di mettere in atto il mio… - fece una pausa molto teatrale prendendosi il mento fra le dita - ...suggerimento - concluse con un sorriso tagliente.

- S-Sì… - annuì, dette di gomito al collega e si voltarono tornando da dove erano venuti. Masumi si assicurò che fossero ben lontani, poi tornò a voltarsi verso la direzione in cui erano andati i due giovani. Percorse lentamente il marciapiede abbastanza affollato mentre le dita della sua mano sinistra rigiravano la piccola memory card nella tasca.

Poteva immaginare dove fossero diretti, così si fermò davanti alla vetrata principale dell’hamburgheria. La individuò in un attimo. Sorrideva e teneva una patatina in mano. Dolorosamente ricordò quella volta in cui avevano mangiato insieme. Passò un dito sulla camicia nel punto in cui si era macchiato e che lei aveva innocentemente pulito senza poter immaginare ciò che quei gesti spontanei avevano provocato in lui. Notò altri clienti che stavano mangiando che, cellulari alla mano, indicavano la coppia seduta e scattavano fotografie.

Maya si rese conto che da tempo non si sentiva in quel modo. Sakurakoji aveva appena riso di una sua battuta e stavano mangiando insieme e spensieratamente come una volta. Sentì qualcuno sussurrare il suo nome e si voltò di scatto, rendendosi conto che alcune persone li avevano riconosciuti. Arrossì e Yu le domandò cosa fosse accaduto.

- Ci riconoscono… - mormorò lei facendo vagare lo sguardo smarrito intorno. Anche Yu guardò gli altri e aggrottò la fronte.

- Andiamo via… - le suggerì sempre in un sussurro sommesso.

Maya mosse lo sguardo così febbrilmente che per un attimo le parve di vedere un volto conosciuto. Il suo cuore perse un battito e spalancò gli occhi, ma quando tornò nel punto in cui le sembrava di averlo visto, non c’era nessuno. Signor Hayami?

Masumi vide Sakurakoji prenderla per mano e alzarsi, corrugò la fronte, si mise le mani in tasca e riprese a camminare, un istante prima di incrociare lo sguardo di lei.

Le serve un manager… deve imparare come gestire la sua vita da ora in avanti…



I giorni immediatamente seguenti, le prove furono altrettanto estenuanti e Kuronuma non dava tregua né a Maya né a Yu. Erano coscienti di essere i due primi attori, ma il regista sembrava non essere mai contento dei risultati nonostante riconoscesse l’affinità sempre maggiore fra i due giovani.

Li congedò per la pausa pranzo di mezz’ora e, borbottando, Maya accettò la proposta di Yu di salire sul tetto dei Kid Studio, che era piatto e aveva un parapetto di protezione.

- Non ci lascia neanche il tempo per uscire e mangiare decentemente… - si lamentò Maya con lo sguardo basso. La strada sottostante era intasata dal traffico e i marciapiede pieni di gente.

Yu sorrise guardandola, se c’era qualcosa che Maya amava particolarmente era il cibo e quando glielo toglievi diventava irritabile. Spezzò il dolce ripieno di marmellata di fagioli e glielo porse.

- Ecco la tua metà - Maya osservò il dolce e lo prese.

- Grazie - disse, realmente riconoscente - E’ buonissimo! - e dovette costringersi a non trangugiarlo dalla fame che aveva. Yu la guardò soddisfatto, era davvero carina quando si lasciava andare a quei commenti spassionati.

- Che hai? - gli chiese lei vedendolo assorto e sorridente.

- Mi piace trovarmi così con te… - e quando Maya mostrò un’espressione dubbiosa lui proseguì - Intendo… dividere a metà le cose… -

- Già… - sussurrò Maya osservando il dolcetto.

- Di sicuro anche Akoya e Isshin si dividevano tutto in questo modo. Così anche un frutto poteva saziare il loro cuore… Anche se vivevano in povertà, erano felici perché erano insieme… - Yu sospirò guardando l’orizzonte e Maya osservò il suo profilo rilassato.

- L’anima gemella… Chissà come sarebbe poterla incontrare… Chissà quali differenze avvertirei in me rispetto a com’ero fino ad allora? - aggiunse dopo una breve pausa.

- Quali differenze? - ripeté Maya che non era sicura di comprendere dove volesse arrivare col suo ragionamento.

- Sì… Che considerazione avrei del me stesso di prima? - chiarì lui sempre guardando avanti, il tono sommesso e pacato.

Quell’ultima frase rievocò quell’incontro di anime nella valle, nel quale per un solo attimo di immensa felicità aveva stretto a sé il signor Hayami durante quell’illusione così reale da sembrare vera. Il suo cuore prese a battere alla stessa velocità di quella volta, come se lui fosse lì con lei.

Dopo l’incontro di quella volta… quella sensazione di aver trovato la metà perduta di me stessa…

Un nodo d’angoscia le serrò la gola e non riuscì a respirare. Strinse con forza il pugno che teneva al petto e Sakurakoji si stupì di quel gesto improvviso, che indicava grande tensione.

- Maya… - sussurrò preoccupato vedendola farsi assente.

- Se incontrassi quella persona… - mormorò lei - Mi accorgerei sicuramente di quanto finora sia stata sola… -

Una scossa gelida percorse la schiena di Yu all’udire quelle parole sommesse e sentite.

- Io penso… che Akoya proverebbe questo! Le sue battute che raccontano il momento in cui ha conosciuto Isshin… riesco a capirle molto bene! - aggiunse, ancora più sentitamente, il cuore che non riusciva a calmare quel dolore nel petto che bruciava come fuoco vivo.

Maya?! Che significa? Sono le stesse cose che ho sentito dal signor Hayami! Com'è possibile?!



Mizuki, seduta nel solito caffè dove pranzava, selezionò il numero di Rei Aoki e attese che la ragazza rispondesse. Il collegamento non si fece attendere e la sua voce piena di vita la fece sorridere.

- Signorina Mizuki! - la salutò senza neanche presentarsi vedendo il numero sul display.

- Buongiorno signorina Aoki, come sta? - si era informata su quella giovane attrice e sapeva che stava preparando uno spettacolo insieme ad altri allievi che avevano fatto parte della compagnia Tsukikage.

- Bene! Ha scoperto qualcosa? - chiese senza mezzi termini e Mizuki sorrise di nuovo accavallando le gambe.

- Sì, cosa ne dice di incontrarci domani nello stesso caffè? - propose e corrugò la fronte quando dall’altra parte sentì silenzio.

- Va tutto bene? - incalzò e Rei si affrettò a rispondere.

- Sì, sì, tutto bene, solo che, in questi giorni Maya sembra rinata! Tutta quella tristezza sembra stata spazzata via da qualcosa di nuovo… forse la Dea Scarlatta… - riferì l’attrice confermando poi anche l’appuntamento.

- Allora a domani - e Mizuki chiuse pensierosa la telefonata. Chissà cos’è accaduto…



Il destino, che inesorabilmente legava le vite di Maya Kitajima, Yu Sakurakoji e Masumi Hayami, quel pomeriggio decise di far incontrare quei due uomini che, in modo diverso, amavano la stessa ragazza. Yu era appena uscito dalla palestra che frequentava un’ora ogni giorno appena aveva tempo e, dopo la breve pausa con Maya, dato che non aveva scene fino alle quattro, aveva deciso di andarci. Era ancora turbato per le sue parole, così simili a quelle di quell’uomo, che neppure la fatica aveva cancellato e non si accorse di essere sul punto di scontrarsi con lui.

Masumi Hayami aveva appena terminato la visita ad una piccola società legata al teatro che desiderava acquisire ed eliminare dal mercato quando, sollevando gli occhi, incontrò quelli di Sakurakoji, quasi alla sua stessa altezza.

- Signor Hayami! - lo salutò cordialmente andandogli incontro e Masumi ricambiò la stretta. Yu sentì il cuore accelerare improvvisamente, mentre le parole di Maya gli rimbombavano in testa.

- Buongiorno, Sakurakoji -

- Che ne dice di un caffè? - propose Yu - L’altra volta ha offerto lei, oggi tocca a me -

Masumi acconsentì e in breve erano seduti in un locale vicino.

- E’ passato del tempo dall’ultima volta che ci siamo visti - esordì Yu pieno di entusiasmo. Proprio quando mi disse cosa significavano le anime gemelle per lei…

- Sei cambiato - ammise Masumi osservandolo bene - Sembri pieno di fiducia e più deciso - gli sorrise camuffando la tensione che lo stava attraversando.

- Eh? Dice sul serio? - si meravigliò Yu - Beh, la ringrazio. Chi l’avrebbe mai detto che lei un giorno mi avrebbe fatto dei complimenti! - rispose un po’ imbarazzato.

- Ho sentito che le prove stanno procedendo bene e anche il rapporto con la tua partner - dato che il destino glielo aveva fatto incontrare, tanto valeva sapere qualcosa.

- Sì - rispose lui immediatamente - Ma solo quando recitiamo - puntualizzò, attirando la sua attenzione.

- Maya ha una persona a lei molto cara con la quale io non posso competere - gli confessò candidamente, fissandolo - Il suo ammiratore delle rose scarlatte -

Per poco Masumi non mandò di traverso il caffè e dovette fare un grande sforzo per evitare di soccombere all’imbarazzo che sentiva crescere.

- E’ un suo fan sin da quando lei salì sul palcoscenico per la prima volta, l’ha aiutata anche economicamente senza rivelare mai la sua vera identità… - spiegò Yu con la voce piena di malinconia.

- Ma lei non l’ha mai incontrato… - mormorò Masumi appoggiando la tazzina sul tavolo.

- Infatti… ma io credo che lei ami quell’uomo più profondamente di chiunque altro! - Sakurakoji teneva lo sguardo basso e sembrava riflettere fra sé e sé - Per Maya, recitare in teatro equivale a vivere… Con il passare degli anni lui è diventato il suo sostegno morale e senza che se ne accorgesse, una persona insostituibile! - Yu si sentì di dirgli tutto quello che gli passava per la testa, ma la domanda che lui gli pose lo lasciò perplesso.

- E tu che intendi fare? - gli domandò Masumi ricordando le volte in cui li aveva visti insieme.

- Non mi rassegno! - confessò con ardore fissandolo - Se l’ammiratore delle rose scarlatte non vuole incontrarla, avrà le sue ragioni e questo gioca a mio favore! Io sono Isshin e lei Akoya, durante le prove ogni giorno ci scambiamo parole d’amore, espressioni e gesti affettuosi. Come Isshin, penso con tenerezza a lei, sul serio! - la sua voce era carica di sentimento e Masumi dovette ammettere che aveva davvero una costanza inusuale.

- Per quanto Maya tenga al suo ammiratore, rispetto a lui che non vuole mostrarsi, io sono sicuramente avvantaggiato dato che sto con lei tutti i giorni! Prima o poi riuscirò a far breccia nel suo cuore! - aggiunse con grande determinazione facendo tremare Masumi.

- Grazie di avermi dedicato il suo tempo, signor Hayami - si salutarono poco dopo.

- E’ stato un piacere, Sakurakoji - rispose lui pacatamente mentre il giovane attore scendeva le scale del caffè.

- Ah, già! - Yu si bloccò, voltandosi - Si ricorda che una volta abbiamo parlato del miracolo che sarebbe incontrare la propria anima gemella? -

- Sì - annuì Masumi pensieroso.

- Le parole che mi disse mi sono rimaste impresse - aggiunse Yu - Che se accadesse, si incomincerebbe a capire quanto si è stati soli fino ad allora! -

- Già… - mormorò Hayami tenendo lo sguardo sul giovane.

- E’ strano, sa… - Yu sollevò lo sguardo, voleva proprio guardarlo quando gliel’avrebbe detto - Anche Maya ha detto la stessa cosa, che se incontrasse quella persona speciale… si accorgerebbe di quanto sia stata sola prima… -

Masumi non riuscì a camuffare la sua sorpresa, mai si sarebbe aspettato che Sakurakoji gli dicesse una cosa del genere. Yu sorrise in modo enigmatico, sollevò una mano e la mosse leggermente.

- E con questo, la saluto - e gli dette le spalle mentre il suo cuore batteva all’impazzata. Cosa ho visto sul suo volto? Perché quell’espressione sconvolta quando lui solitamente è così compassato?

Masumi Hayami, troppo stupito per ciò che potevano significare quelle parole, fissò la schiena diritta dell’attore che procedeva spedito sul marciapiede.

Maya ha detto le mie stesse parole? Dunque lei… prova i miei stessi sentimenti? La rosa che ha portato alle labbra al cavalcavia… le parole del regista, così simili a quelle di Sakurakoji… Non può essere innamorata di me!

Salì in macchina e chiese all’autista di portarlo alla Daito, poi si allentò leggermente la cravatta e si appoggiò completamente con la schiena al sedile, reclinando la testa e chiudendo gli occhi.

In un attimo rievocò la valle, quel ruscello e lei dall’altra parte, che recitava quelle parole d’amore. Poi quell’abbraccio incredibile, che non poteva essere avvenuto lì, ma in un altro luogo e in un altro tempo. Un’illusione.

E’ stata come una dichiarazione d’amore! Ha fatto qualche passo nell’acqua, veniva verso di me! Perché? Possibile davvero…? E perché al ristorante mi ha allontanato? L’ho spaventata in qualche modo… L’amore della Dea Scarlatta… l’amore di anime gemelle… sono sicuro, signora Tsukikage, che lei lo sa!

Sollevò la testa, determinato nel suo intento, mentre il cuore gli gridava di aggrapparsi a quello spiraglio di luce e la sua mente razionale continuava a ripetergli che era solo una ragazza di vent’anni, che lui aveva corteggiato ricoprendola di fiori e favori, che sarebbe stato un errore travisare i suoi sentimenti di gratitudine come se fosse amore. Eppure, una parte di lui, ben nascosta, riuscì a farsi sentire e il solo pensiero che lei potesse davvero ricambiare il suo amore lo fece gioire di felicità.


E quel giorno il destino non lasciò in pace neanche Maya. Era tornata in sala prove dopo che Yu aveva deciso di andare in palestra non essendoci scene che coinvolgevano Isshin e quando era rientrato alle quattro gli era sembrato stranamente assente, l’aveva salutata e si era messo subito al lavoro insieme al regista. Avevano provato per oltre un’ora la stessa scena in cui Isshin deve uccidere Akoya recidendo il tronco dell’albero di susino e questa volta Sakurakoji era apparso in grande difficoltà. Sembrava non riuscire a tirar fuori i sentimenti giusti per trasmettere allo spettatore il reale stato d’animo dello scultore così ad un certo punto aveva gettato a terra l’ascia e se ne era andato nei camerini sconsolato.

Maya fece un passo per seguirlo, ma sentì il regista borbottare.

- E’ a buon punto… - poi si girò verso di lei - Kitajima, che cosa hai provato quando lui ti ha puntato l’ascia contro? -

Maya lo fissò spiazzata, poi riordinò le idee e gli rispose.

- Ehm… Sono rimasta di stucco, poi mi sono irrigidita -

- Solo questo? - indagò Kuronuma, stupito.

- Sì - annuì Maya.

- Ho capito. E’ naturale che non trasmetti il dolore di Akoya. Mi dispiace veramente per l’Isshin di Sakurakoji - disse sconsolato scuotendo la testa.

- Come? - Maya si sentì immediatamente in colpa. E’ a causa mia che Yu non riesce a interpretare bene Isshin in questa scena???

- Isshin è l’altra metà dell’anima di Akoya - spiegò il regista con sguardo duro - Kitajima, sei libera di innamorarti di chiunque, ma il tuo amato sulla scena è solo Isshin! - la giovane lo fissò spaesata e con occhi spalancati.

- Tu sei un’attrice! Usa la testa! Serviti dell’immaginazione! So che puoi farcela! Guardandoti recitare gli spettatori dovranno credere che esista davvero un’anima gemella! - le consigliò con ardore scuotendola per le spalle.

Maya rimase imbambolata, poi il regista le mise in mano il copione aperto alla pagina della dichiarazione di Akoya e la lasciò da sola.

Queste battute… io… le ho recitate davanti a lui…

Rivide quella scena, quell’abbraccio così devastante che per un attimo le aveva fatto credere che lui ricambiasse i suoi sentimenti. Lacrime copiose presero a scendere senza sosta macchiando il copione bianco.

Un’illusione e niente altro… Io… io non riesco a usare l’immaginazione! Mi viene in mente sempre il signor Hayami! Non riesco a non pensarci, perché? L’incontro delle due anime gemelle… sono sicura, signora Tsukikage, che lei lo sa! Devo solo scoprire dove si trova a Tokyo!

Senza averne coscienza, Maya prese la stessa decisione che qualche ora prima aveva preso il signor Hayami: avrebbe fatto visita alla signora Tsukikage e le avrebbe chiesto spiegazioni sull’incontro di due anime gemelle. Si alzò più determinata che mai, corse ai camerini e cercò di individuare Yu, ma non c’era. Avrebbe voluto dirgli che presto avrebbe risolto anche quel nodo, che la sua recitazione sarebbe stata convincente e il suo Isshin ne avrebbe giovato. Con una punta di delusione lasciò scivolare la mano sullo stipite della porta e passò un’ultima volta lo sguardo sconsolato nel camerino vuoto. Sakurakoji… perché te ne sei andato?



Maya lasciò i Kid Studio mezz’ora dopo, si chiuse nel soprabito leggero per fermare il vento fresco di settembre e s’incamminò verso la metropolitana. Camminava a occhi bassi quindi non si rese conto che un’auto nera, anonima, la seguiva a distanza. Dopo qualche minuto, l’auto accelerò, accostò poco più avanti, l’autista scese, tolse la sedia a rotelle dalla bauliera, l’aprì e aiutò l’uomo a sedersi. Sujimoto, il collaboratore che lo seguiva ormai da anni, afferrò le maniglie della sedia e lo girò sul marciapiede.

Maya per poco ci sbatté contro, sollevò lo sguardo e spalancò gli occhi contenta.

- Signore! - gridò entusiasta - Che coincidenza! Che ci fa da queste parti? -

Eisuke Hayami, colpito ancora una volta dalla sua esuberanza spontanea, sorrise amabilmente e si sistemò il plaid sulle gambe.

- Ho avuto una visita in una clinica qui vicina [tale padre, tale figlio… -.-], stavo giusto per salire in macchina! Sono contento di essermi imbattuto in lei! Cosa ne dice di un parfait? - le propose sperando che lo accontentasse.

Maya si illuminò come un sole e annuì con vigore.

- Certo! -

- C’è un locale qui vicino... - e fece cenno a Sujimoto - Dove ne fanno di buonissimi -

In breve erano seduti ad un tavolo con davanti un gigantesco gelato.

- Wow! Ma sono giganteschi i parfait che fanno in questo locale! - Eisuke la osservò sollevato, aveva le guance arrossate, sorrideva e i suoi occhi brillavano come gemme.

- Mi dica, lei viene spesso qui? - gli domandò la giovane infilandosi un cucchiaio colmo di gelato in bocca senza farsi alcun problema.

- Sì - rispose lui deciso con un ampio sorriso - Adoro il parfait - mentì, ma era lì per trascorrere del tempo con lei e avrebbe fatto qualsiasi cosa per convincerla a restare con lui.

- Davvero? - Maya rimase sorpresa - Non credevo che alle persone della sua età piacesse il gelato -

Eisuke scoppiò a ridere e il suo collaboratore, poco distante in piedi vicino alla sedia a rotelle, fu costretto a soffocare una risata. Lei tirò fuori la lingua arrossendo e mangiò un altro cucchiaio di gelato.

Sempre così spontanea, sembra tu non conosca malizia né menzogna… genuinamente dici ciò che ti passa per la testa...

- Come vanno le prove per lo spettacolo? La “Dea Scarlatta”, se non ricordo male… - Eisuke cambiò discorso portandolo su ciò che gli interessava.

- Devo migliorare… - borbottò lei abbassando lo sguardo - Il regista non fa che sgridarmi! - si lamentò mettendo il broncio.

- Se non erro ha una rivale - e anche lui mangiò un po’ di gelato.

- Ayumi Himekawa - scandì ogni sillaba di quel nome importante con grande rispetto.

- Sicura di vincere? - la provocò lui provando ad adottare lo stesso sistema che aveva visto usare a suo figlio.

- Assolutamente no! - rispose lei bloccando il cucchiaio a metà strada - Ho seguito le sue prove in televisione, sembrava una vera e propria dea - gli confessò con un tono di stima.

Eisuke osservò per un attimo quella singolare ragazza.

- Come fa a lodare così tanto la sua rivale? - la provocò di nuovo. Sei davvero una strana ragazzina…

- Ma è la verità - replicò Maya con sguardo pieno d’ammirazione - Però io ho la mia Dea Scarlatta! - gli rivelò con orgoglio.

- Ohh… capisco - Eisuke sorrise di quella determinazione e del fuoco acceso che vedeva nei suoi occhi.

- Sul palcoscenico, voglio vivere come Akoya e come Dea Scarlatta! - gli ribadì come gli aveva detto la prima volta che si erano incontrati.

- Non sono una gran bellezza, ma sulla scena posso essere perfino una Dea! - l’amore per il teatro che traspariva dalle sue parole colpì profondamente Eisuke - O Helen Keller! O una piratessa! Ho recitato pure la parte di un robot! - i suoi occhi brillavano pieni di vita ed Eisuke si trovò a fissarla rapito.

- E anche una ragazza lupo! - aggiunse lui con un sorriso dolce. In quello spettacolo… tu sei stata strepitosa, ragazzina...

Maya scoppiò a  ridere poi si fece di nuovo seria.

- Amo recitare e poter vivere tante vite sul palcoscenico, come ha fatto la signora Tsukikage! -

Eisuke terminò il suo parfait e sollevò un sopracciglio.

- Ora che ci penso, ho visto la sua sensei, poco fa - mentì e Maya schizzò in piedi - Stava entrando in un palazzo qui vicino - in realtà aveva scoperto dove risiedeva già da qualche giorno. Si meravigliò lui stesso di aver rivelato quell’informazione a quella ragazza, rendendosi conto che l’aveva trascinato nel suo mondo pieno di allegria e spontaneità.

- La signora Tsukikage?! Quale palazzo? Me lo dica! - lo incalzò lei ed Eisuke la osservò incuriosito.

- Va bene, le disegnerò una mappa - prese un tovagliolino di carta, estrasse una bellissima penna dal taschino interno e iniziò a tracciare una mappa semplificata. Maya lo guardò e si rese conto che aveva un tratto preciso e costante e che non sapeva assolutamente niente di lui.

Così prese un altro tovagliolo di carta e la sua penna dalla borsetta. Segnò il suo numero di cellulare e la sua email. Quando Eisuke alzò lo sguardo trovò lei che lo fissava e arrossì lievemente.

- Ecco, questo è per lei - e le porse la mappa stilizzata.

- E questo è per lei! - e Maya gli avvicinò il suo tovagliolo mentre prendeva la mappa. Eisuke sbatté gli occhi incredulo e lei prevenne le sue rimostranze.

- Sono i miei contatti, li prenda, la prego - lo supplicò dolcemente toccandogli il dorso della mano.

Eisuke annuì, incapace di replicare a quello sguardo intenso e brillante.

- Allora non posso esimermi da lasciarle il mio - le sorrise - Sujimoto! - chiamò subito dopo e il fedele collaboratore scrisse rapidamente il suo numero di cellulare su un altro tovagliolo e glielo porse. Maya lo prese arrossendo lievemente, lo piegò e lo mise nella borsa.

Si alzarono e la giovane fu tentata di chiedere il nome dell’anziano signore poi rifletté che probabilmente non voleva darglielo per qualche motivo e lei non aveva intenzione di disturbarlo cono domande inopportune.

Lui insisté per pagare e Maya alla fine cedette.

- Grazie per il parfait! La prossima volta gliene offrirò uno io! - promise lei strizzandogli un occhio mentre uscivano dal locale.

- Eh? Lei a me? - domandò Eisuke stupito. Certo, ragazzina, che ne hai di energie e di coraggio…

- Sì! - replicò Maya decisa - Ha offerto anche l’altra volta, quindi la prossima tocca a me! Conosco un locale, non è lussuoso come questo, ma servono un parfait squisito e a buon mercato. Non si preoccupi, qualche risparmio da parte ce l’ho anche io! - aggiunse sollevando un indice, fintamente offesa.

Eisuke si sentì stranamente a disagio ascoltando quella confessione spassionata che non cercava la sua compassione né pietà. La totalità della gente che era abituato a frequentare voleva qualcosa da lui. Sempre.

- Benissimo - disse alla fine arrendendosi a quell’uragano di donna - Allora accetto volentieri il suo invito - il suo collaboratore avvicinò la sedia a rotelle all’auto.

- Perfetto! Ci conto! - annuì Maya entusiasta.

Sujimoto lo aiutò ad alzarsi, ma lui inciampò e Maya fece uno scatto rapido avanti sorreggendolo per il braccio. Eisuke sentì la forza della sua stretta e il loro occhi si incrociarono: quelli di Maya erano in apprensione e preoccupati.

- Signorina… - sussurrò continuando a guardarla imbarazzato.

- Va… va tutto bene, signore? - gli domandò Maya continuando a tenerlo stretto.

- Sì - rispose lui mentre lentamente si accomodava sul sedile posteriore - La ringrazio -

L’autista sistemò la sedia nella bauliera, Sujimoto chiuse la portiera e si sedette davanti.

- A presto! - lo salutò Maya - Per un altro parfait insieme! - gridò felice sbracciandosi.

- Sì! Promesso! - si ritrovò a gridare Eisuke agitando la mano da dentro e seguendola con lo sguardo finché fu fuori portata. Quando si accorse del suo gesto si ricompose immediatamente, tossicchiando.

- Ma… signore - lo riprese Sujimoto preoccupato - Si è davvero scambiato numero di telefono con quella ragazzina? Per giunta si è mangiato quel grosso gelato! -

- Non dirlo! - protestò Eisuke appoggiandosi le mani davanti - Ho già mal di stomaco… -

- Glielo devo dire… - azzardò il collaboratore - Non l’avevo mai vista divertirsi così tanto! -

Eisuke si rilassò e fissò lo sguardo sul pomolo del bastone, riflettendo sulle parole di Sujimoto.

- Eh già, è una ragazza piacevole - ammise e l’uomo ombra sollevò un sopracciglio, meravigliato per quell’atteggiamento così anomalo che non gli aveva mai visto.

- Se addirittura un tipo testardo e zuccone come Masumi si prende cura di lei da ben sette anni…! - mormorò fra sé riflettendo - Sette anni… non so come faccia a mantenere la calma… -

Se avessi potuto avere qualche dubbio in merito… ora mi è tutto molto più chiaro… è una ragazza davvero piena di vita…

- Cosa? - chiese Sujimoto sentendolo borbottare.

- Niente. Ascoltami bene: quella ragazza non dovrà mai sapere chi sono! - lo ammonì severo - Per lei io sono un signore di passaggio amante del parfait! Ci siamo capiti? -

- S-Sì… signore! - rispose Sujimoto rabbrividendo. L’ultima cosa che desiderava era contraddire il suo capo.

Eisuke Hayami, per la prima volta nella vita, si vide costretto a cambiare un’opinione che aveva su una persona, lasciando che quella nuova sensazione placasse momentaneamente la rabbia che albergava nel suo cuore.


   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Il grande sogno di Maya / Vai alla pagina dell'autore: FiammaBlu