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Autore: StormLight94    05/03/2015    5 recensioni
Fanfiction AU.
Pasadena, California.
Sheldon ha ventidue anni, è molto affascinante e all'università non passa inosservato. Ha una fila di ragazze che gli cadono ai piedi e che morirebbero pur di avere la sua attenzione. Nonostante ciò non ha nessuna intenzione di avere relazioni serie, anzi preferisce divertirsi e passare da una festa all'altra con i suoi migliori amici Leonard, Howard e Raj. È un genio, ma prende tutto troppo superficialmente.
Amy si è trasferita da lontano per iniziare l'università e insieme alla sua migliore amica, Penny, dovrà ambientarsi in quella città nuova. È introversa e preferisce un buon libro a una festa sfrenata. Il suo unico interesse è quello di studiare e prendere buoni voti.
Ma cosa succederebbe se due persone così diverse si incontrassero? E se iniziassero a passare molto tempo insieme? Potrebbe andare bene o sarebbe un disastro?
Dal primo capitolo:
"« Tu?! » dissero all'unisono Amy, con un'espressione sconvolta e Sheldon con un'aria sorpresa e leggermente divertita.
Doveva essere un incubo, o una specie di scherzo.
Il tizio più irritante che avesse conosciuto era il vicino di casa della sua migliore amica."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IX.
Never Again


"Ho divorato il tuo viso, quella sera.

Ti ho visto forse per cinque minuti, ma quei cinque, lunghi minuti ti hanno impressa in me,
e già ti conosco a memoria."
David Grossman






P
enny posò la spazzola sul mobile e girò la testa da una parte e poi dall'altra per assicurarsi che i capelli fossero perfettamente lisci. Uscì dal bagno e dopo essersi messa le scarpe fece una piroetta su se stessa davanti allo specchio per vedere l'insieme. Sorrise assolutamente soddisfatta. Era incantevole con quel vestito stretto che non le arrivava nemmeno a metà coscia. Zack sarebbe rimasto ammutolito davanti a tanta bellezza se solo si fosse degnato di venire alla festa. Sospirò pensando che non era colpa sua dato che era impegnato con il lavoro.
Amy intanto seduta sul divano la stava aspettando con aria annoiata. Lei era già pronta da una mezz'ora buona e sapeva quanto Penny fosse lenta ed esigente riguardo al suo aspetto.
« Eccomi sono pronta! » gridò uscendo dalla camera mentre era intenta ad infilarsi un orecchino.
« Alla buon'ora. Perché devi sempre metterci così tanto? » domandò. Con la mano si passò la gonna corta a palloncino per darle un po' di forma.
« Perché devo essere assolutamente perfetta, Amy. » rispose e nel frattempo si guardava intorno alla ricerca della borsetta.
« Non devi cercarti il fidanzato quindi cosa ti importa? »
« Anche se sono fidanzata non significa che non possa divertirmi un po'.» disse lanciandole uno sguardo malizioso. Si avvicinò a lei. « Voglio che anche tu ti lasci un po' andare, Amy. Cerca di divertirti, d'accordo? » la prese per una mano e le mostrò un sorriso sincero. Amy annuì promettendo a se stessa che si sarebbe impegnata per trovare qualcosa di divertente in quella festa.
« Va bene. » Penny soddisfatta la prese per un braccio e aprì la porta vedendo di fronte a sé i suoi vicini di casa intenti ad uscire e a chiudere a chiave. Leonard stava molto bene con i capelli tirati indietro con il gel oltre ai jeans neri e alla maglia con una stampa colorata. Rimase impressionato vedendo Penny. Dopo qualche secondo sbatté le palpebre come se si fosse risvegliato da un sogno e le rivolse un mezzo sorriso. « C-ciao...» balbettò e abbassò lo sguardo vergognandosi della figura che aveva appena fatto. Penny ridacchiò e lanciò uno sguardo d'intesa ad Amy. Lei lo interpretò come un "sono talmente bella che la gente rimane senza parole". Purtroppo non era a conoscenza del vero motivo per cui era rimasto senza parole.
« Ma come siete belle ragazze. » commentò Sheldon da dietro l'amico dopo che si infilò le chiavi in tasca ed essersi soffermato un po' troppo sulla bionda.
Lui era...splendido. Solo quello riuscì a pensare Amy appena lo vide. Indossava dei pantaloni chiari e una camicia della stessa tonalità e con il giubbino di pelle in mano sembrava davvero un modello.
« Pensavo non venissi. » disse perplessa Penny facendo la domanda al posto di Amy.
« Infatti io non vengo con voi. A malincuore dovrete fare a meno di me stasera. » rispose mentre scendevano le scale. Amy non era ancora riuscita a dire una sola parola. Si era affiancata a lui e mentre Sheldon illustrava cosa avrebbe fatto quella sera Amy lo guardava di sottecchi stando ben attenta a non farsi notare. Era ancora più affascinante delle altre volte. Aveva qualcosa di diverso, qualcosa che lei non riusciva a capire. Perché aveva smesso di ascoltarlo dal tanto era attratta da lui? Cosa le stava facendo standole semplicemente vicino?
Per fortuna raggiunsero presto l'uscita così poté respirare a pieni polmoni l'aria fresca della sera.
« Allora ci vediamo. » disse Sheldon salendo sulla sua Audi.
« Sapevi che c'è un dj famoso nella discoteca appena fuori città stasera? » Penny si rivolse ad Amy che smise di guardare l'Audi allontanarsi per fare un cenno con la testa a Penny. Non aveva ascoltato una sola parola di quello che aveva detto per cui non sapeva nemmeno di cosa stesse parlando.
« Forza, andiamo. »
Salirono sull'auto di Leonard e appena Amy si sedette ebbe l'impulso di scendere e di ritornare in casa. Non ci voleva più andare, ma ormai non poteva più nemmeno tirarsi indietro o Penny l'avrebbe odiata per sempre. 
Passarono a prendere Rajesh perché a quanto pare era molto meglio se c'era qualcuno in grado di riportarlo a casa. Era vestito molto bene per essere una festa in cui metà delle persone il giorno dopo avrebbe vomitato per la sbornia. Aveva un certo stile e gusto nel vestire cosa che lasciò sorpresa Amy. A quanto pare qui tutti sapevano vestirsi tranne lei.
Anche se Raj si era impegnato con tutto se stesso per risultare il più affascinante possibile Amy non fu colpita nello stesso modo con cui aveva guardato e riguardato Sheldon. E questo la fece arrabbiare parecchio. Aveva appurato che stare con Raj le piaceva. Lui le piaceva. Eppure non era stata folgorata come con Sheldon, non aveva sentito il cuore accelerare all'inverosimile e non gli lanciava occhiate furtive per ammirarlo. Non prestava a Raj più della stessa attenzione che stava prestando a Penny o a Leonard.
« Sei...sei davvero carina stasera. » disse imbarazzato Raj guardandola nervosamente.
Amy accennò un sorriso per il sincero apprezzamento. « Grazie. Anche tu stai davvero bene. Mi piace molto come ti sei vestito. »
Raj si guardò attorno nervoso e si sistemò per la millesima volta il collo della giacca da quando era uscito di casa.
« Stasera voglio divertirmi un mondo! Come sono le feste qui? A Portland sono una noia pazzesca. »
« Non sono male se non ti da fastidio vedere gente che comincia ad andare fuori dopo due bicchieri e che comincia a starti addosso solo perché indossi una gonna. Oltretutto senza considerare la quantità di droga che gira e alle risse frequenti che capitano sia fuori che dentro il locale. Ma se non conti questi piccoli dettagli sono sicuro che ti piaceranno. » disse con una punta di sarcasmo.
Penny si girò verso il finestrino del lato del passeggero con aria delusa. « Ah, allora sono come quelle di Portland. Che peccato. »
Leonard alzò un sopracciglio un po' sorpreso per quella reazione. « Perché scusa, pensavi che qui fosse diverso? Guarda che le feste tra universitari sono tutte così a me no che non frequenti paesini sperduti dove è già tanto se hanno un locale per fare una festa. »
« Ma qui siamo in California pensavo che sarebbe stato diverso! »
« Diverso come? »
Penny lo guardò qualche secondo pensando a cosa dire poi tornò ad appoggiare seccata la schiena al sedile. « Non lo so, diverso e basta. »
Mentre Leonard e Penny discutevano su come doveva essere data una festa secondo loro Raj cercava di trovare il modo migliore per attaccare discorso. Amy era davvero bella quella sera, molto più di quanto si sarebbe aspettato.
Dato che non trovava nulla di decente per rompere il ghiaccio si limitò a stare zitto e a darsi dell'imbecille mentalmente.
« Siamo arrivati. » disse parcheggiando l'auto in un piazzale dall'altra parte della strada rispetto al locale dove si sarebbe tenuta la festa. C'erano numerose persone che si avviavano verso l'ingresso.
Varcarono la soglia di una grande stanza di un vecchio edificio che per l'occasione era stata completamente messa a posto. Era stato messo perfino un bel bancone dove il barista stava preparando cocktail dal colore improbabile e che Amy non aveva mai visto prima. C'era gente, ma il locale non era pieno come si aspettava forse perché era ancora presto. Un dj improvvisato, che dall'aspetto e da come parlava probabilmente era uno dell'ultimo anno con la passione per la musica elettronica, iniziò a movimentare la serata mettendo un disco dietro l'altro e atteggiandosi come se fosse stato il David Guetta della festa.
Amy era lì dentro da neanche un'ora e si era già stufata. C'era un odore di fumo misto ad alcol che le dava un tremendo fastidio e in più già i ragazzi cominciavano ad andare fuori. Si tenne vicino a Raj intanto che lui, fermo al bancone, prendeva il suo drink.
« Andiamo a ballare? » chiese indicando con un cenno il centro della stanza.
Amy scosse la testa. « A dir il vero non mi piace ballare. Non sono nemmeno capace. »
« Non c'è problema, nemmeno io sono poi tanto bravo. » insistette sperando di convincerla. Il centro della sala stava iniziando lentamente a riempirsi di gente e anche a lui sarebbe piaciuto andare lì e lasciarsi finalmente andare con Amy. Avrebbe potuto starle vicino senza che nessuno dei suoi amici ficcasse il naso e, se ci fosse stato un lento anche se ne dubitava, avrebbe avuto una compagna con cui ballare. Però se lei si rifiutava sarebbe andato tutto a farsi benedire.
« No, non mi va. » rispose Amy con un tono più duro di quanto volesse. Raj ci rimase un po' male e Amy addolcì l'espressione del viso.
« No, cioè, non è che non mi va di ballare con te è solo che preferisco restare qui. » si prese una ciocca di capelli e iniziò a girarsela attorno alle dita. Non le andava di stare appiccicata a tutta quella gente sconosciuta.
Raj piegò l'angolo della bocca in un sorriso. « D'accordo come vuoi, non voglio costringerti. » Cercò di mascherare la delusione. Sarebbe stata un'altra volta. Bevve un sorso del suo drink e restarono per qualche minuto in silenzio, allontanando lo sguardo l'uno dall'altra. Amy aveva risposto ai tentativi di conversazione di Raj con frasi taglienti così alla fine lui ci aveva rinunciato, chiedendosi il perché di tanto astio. Eppure non era così le altre volte che stavano insieme.
Amy sospirò quando vide Raj guardarsi attorno annoiato. Non sapeva nemmeno lei perché si stesse comportando così. Il fatto è che avrebbe voluto che ci fosse stato anche Sheldon. Era sicura che con lui si sarebbe sentita più a suo agio in mezzo a quella folla.
« Ti fa niente se vado a ballare un po'? » disse l'amico dopo essersi soffermato a lungo sulle persone al centro della pista.
Amy fece segno di no e gli mostrò un sorriso e sperò che risultasse sincero, anche se in realtà non voleva affatto che la lasciasse da sola. Leonard e Penny si erano già dispersi e non li avrebbe rivisti fino a fine serata, inoltre anche Howard e Bernadette erano lì da qualche parte, ma non era ancora riuscita ad incontrarli. Lo osservò mentre si divincolava tra le persone per raggiungere il centro e si chiese perché mai l'avesse invitata se poi l'avrebbe lasciata da sola. Appena le note di una nuova canzone iniziarono a riempire la stanza Raj assunse un'espressione decisamente più euforica, a tratti sollevata e immediatamente iniziò a muoversi a ritmo di musica.  
Amy appoggiò un braccio sul bancone e si girò dall'altra parte. Aveva fatto male a venire, aveva fatto male ad ascoltare Penny, aveva fatto male a non essere venuta con Sheldon.

Leonard si guardò attorno in cerca della sua vicina di casa, ma non era più riuscito a trovarla, sembrava si fosse volatilizzata nel nulla. Appena arrivati era andato subito a prendere da bere al bancone dato che aveva bisogno di alcol per sciogliersi un po'. L'attesa era stata lunga, ma era certo che Penny lo stesse aspettando eppure appena tornò da lei non la trovò più ad aspettarlo. Provò a passare ogni singola persona della sala per vedere se avesse trovato qualcun'altro con cui ballare, ma non era in compagnia di nessuno e questo da una parte lo fece sollevare e dall'altra lo fece anche preoccupare. Era un atteggiamento parecchio strano.
Howard vedendolo da solo gli si avvicinò insieme alla fidanzata. Dopo averlo interrogato con lo sguardo Leonard sbuffò, alzò le spalle e si passò una mano nei capelli.
« Se n'è andata. Non la trovo più. »
« Non può essersene andata, deve essere qui da qualche parte. » disse Bernadette alzandosi sulle punte dei piedi per riuscire a vedere al di sopra degli altri ragazzi. Anche con i tacchi alti non raggiungeva una grande altezza.
« Ha ragione Bernie, sarà qua in giro. Magari è con Amy. »
Leonard scosse la testa. « Amy è là infondo con Raj, li vedo a stare qui, ma di Penny nemmeno l'ombra. »
C'era troppa gente adesso per riuscire a soffermarsi su ogni singola persona e più passava il tempo più nuove persone si univano alla festa creando così una grande confusione. Bevve un sorso del suo Mojito e diede l'altro bicchiere che aveva preso per Penny a Bernadette che accettò tranquillamente e senza farsi problemi nonostante fosse il terzo che beveva.
Dopo essersi scolata mezzo bicchiere alzò gli occhi sul ragazzo di fronte a lei. « Magari è semplicemente andata in bagno, non c'è bisogna di farne un dramma come lo stai facendo tu. Lo sai che noi donne siamo lente. » lo rimbeccò seria cercando comunque di tranquillizzarlo. Mescolò il ghiaccio con la cannuccia senza togliergli gli occhi di dosso. « Non ti avevo mai visto così agitato e nervoso per una donna. Si può sapere cosa ti sta facendo quella ragazza? »
Leonard aprì e richiuse la bocca un paio di volte. Persino lei si era accorto della tremenda cotta che aveva per la bionda. Era così palese che non riusciva a nasconderlo a nessuno.
« Comunque anche Amy sembra aver perso le tracce di Raj. È appoggiata al bancone e Raj non si vede da nessuna parte. » commentò Howard dopo aver dato un'occhiata dalla parte opposta a dove si trovavano.
« A quanto pare questa serata fa schifo per tutti. » mormorò Leonard appoggiando il bicchiere su un tavolino occupato da due ragazzi che lo guardarono male.

Amy dopo essere stata ferma ad aspettarlo per quasi un'ora decise che ormai era inutile rimanere ancora. Prese il drink che il barista le aveva appena portato e cercò di farsi largo tra la gente per cercare l'amica. Voleva dirle che li avrebbe aspettati fuori o in macchina se avesse trovato anche Leonard.
« Ehi ma guarda qui che bella bambolina. » biascicò uno sconosciuto alle sue spalle. Sentiva la puzza di alcol impregnarle le narici. Si irrigidì quando il ragazzo si avvicinò ulteriormente premendo il corpo contro il suo e accarezzandole le spalle lentamente, ma con forza. Che diavolo doveva fare adesso? Anche se avesse gridato nessuno l'avrebbe sentita con quella musica così alta. Le mani continuavano a percorrere le braccia nude, ma ad un certo punto lo sentì staccarsi di colpo come se qualcuno l'avesse spinto via. Si voltò per vedere chi fosse e una figura alta e magra si era messa tra lei e il ragazzo ubriaco.
Amy rimase molto sorpresa quando lo riconobbe.
« Togliti. » disse gelido assottigliando lo sguardo.
« Sheldon...» mormorò Amy.
« Ehi amico l'ho vista prima io. » continuò senza demordere e si avvicinò ancora quasi fosse stato in grado di passargli attraverso.
Sheldon gli diede un altro spintone. « Ho detto di toglierti. » continuò più minaccioso di prima.
Il ragazzo traballò, ma anche sotto l'effetto dell'alcol capì che era molto meglio se si allontanava. E infatti così fece.
« Tutto bene? » chiese serio Sheldon prendendo Amy per un braccio.
« Sì...sì va tutto bene. » rispose con un filo di voce. Non voleva neanche immaginare cosa sarebbe successo se non fosse arrivato lui per mandarlo via.
« Devi stare molto attenta quando giri da sola in posti come questi. » continuò severo, quasi la stesse rimproverando. Amy lesse anche una velata preoccupazione. « Non hai idea di che razza di gente giri qua dentro. »
« Ma tu...tu non dovevi andare da un'altra parte? » disse per cambiare argomento. Non aveva voglia di sorbirsi una ramanzina manco fosse stata una bambina di dieci anni.
Sheldon non rispose immediatamente. La sua idea iniziale era proprio quella di andare da tutt'altra parte e divertirsi esattamente come faceva sempre, ma nel momento esatto in cui mise piede dentro la discoteca si rese conto che non sarebbe mai riuscito a divertirsi come voleva. Il pensiero di Amy in un luogo simile al suo, ma dall'altra parte della città e sopratutto insieme a Raj non gli dava tregua. Aveva deciso che li avrebbe raggiunti, ma non si sarebbe fatto vedere e se per caso avrebbe assistito a qualcosa di più serio tra loro due si sarebbe semplicemente messo l'anima in pace, rendendosi conto di comportarsi semplicemente come un imbecille invidioso e geloso per nulla.  
Ovviamente questo non lo avrebbe mai detto ad Amy, perciò in mancanza di un'altra scusa decise di sviare il discorso.  
« Un grazie sarebbe più che sufficiente per averti salvata da quel tipo sai? » abbandonò lo sguardo accigliato per far spazio ad uno più allegro, il tutto accompagnato da uno dei suoi sorrisi smaglianti.
Amy prese un respiro. « Grazie. »
« Di niente. » diede un'occhiata al contenuto nel bicchiere di Amy e con poco garbo glielo strappò di mano.
« Ehi! »
« Sei così ingenua, Pidge. Non fanno per te questi posti mettiti l'animo in pace. Ti ci vedo di più al club del ricamo. » ghignò.
Amy sospirò. « Sei davvero gentile stasera. » disse ironica alzando gli occhi al cielo.
« Lo so non c'è bisogno di dirlo. » fece muovere il liquido e poi offrì il bicchiere a un tizio che aveva vicino. « Scommetto che non sei stata attenta quando ha preparato il drink dico bene? Potrebbe averti messo dentro chissà che roba. »
Amy non seppe come ribattere. Ancora una volta aveva fatto la figura dell'ingenua e dell'inesperta che ha sempre bisogno di qualcuno accanto e che badasse a lei.
« Dov'è Raj? » disse il ragazzo guardandosi attorno.
Amy si mosse sul posto nervosa. « Io...io non lo so. »
Il viso di Sheldon tornò improvvisamente serio quando si fermò a fissare un punto dietro di lei.
« L'hai visto? » domandò Amy seguendo il suo sguardo.
« Credo di sì. » disse con un soffio. Amy cercò di allungarsi sopra la gente e finalmente riuscì a vederlo. Stava parlando con una ragazza e da come ridevano entrambi sembrava molto preso oltre che completamente ubriaco. Lo vide poi avvicinare il viso al suo e baciarla. Amy ci rimase davvero male. Gli uomini sono tutti uguali, cosa si aspettava? Si era illusa per niente.
« Quella è Lucy, la sua ex ragazza. Dice che ormai non gli interessa più, ma io sono convinto che sia ancora innamorato di lei. » Amy abbassò lo sguardo sul pavimento. Ora aveva la conferma definitiva che in quello stupido posto non ci doveva affatto andare. « Mi dispiace. Te l'avevo detto che Raj diventa un idiota quando beve. » mormorò. In genere si sarebbe un po' dispiaciuto per la ragazza in questione che veniva abbandonata da un Raj ubriaco per provarci con un'altra, ma questa volta era stranamente sollevato. Non sapeva perché, ma era contento che Amy non avesse passato il tempo con lui. Si sentiva uno schifo anche solo per averci pensato, ma non poteva farci niente. Sapere che Amy era lì con lui invece che con Raj fu una sensazione assolutamente piacevole, quasi di vittoria. Amy aveva sempre gli occhi puntati in basso e del vano tentativo di Sheldon di cercare di confortarla non le fregava assolutamente niente. Avrebbe voluto semplicemente scomparire se soltanto avesse potuto.
Sheldon sembrò capire quello che passava per la testa della ragazza.
« Vieni. » disse Sheldon prendendola per un braccio dopo aver visto la delusione nei suoi occhi. Non gli piaceva vederla così, non gli piaceva quello sguardo pieno di sconforto.
« Dove andiamo? » chiese improvvisamente esausta. Quasi non fece caso alla sua mano che scendeva lentamente lungo il braccio per cercare la sua.
« Vedrai. » disse enigmatico.
Quando Amy finalmente incrociò i suoi occhi azzurri dovette ricredersi. Solo guardandolo e sentendolo vicino fu una delle sensazioni più confortanti che avesse mai provato. Ora però una domanda sorgeva spontanea: dove voleva portarla?
Prima che potesse chiederglielo nuovamente Sheldon la prese per mano e l'aiutò a farsi strada tra gli ubriachi spintonando e dando spallate senza alcun tipo di garbo. Amy osservò la sua schiena e si chiese perché non fosse andato alla discoteca dove doveva andare e, sopratutto, perché stesse cercando proprio lei. Perché sì, la stava sicuramente cercando altrimenti non si sarebbe mai accorto di quello che stava accadendo con quel ragazzo ubriaco.
Dopo essersi lasciati tutte quelle persone alle spalle Sheldon aprì la porta sul retro e si ritrovarono in un corridoio stretto e buio dove l'unica cosa che riusciva a vedere fu una scala che portava verso l'alto. Appena venne chiusa la porta la musica divenne subito ovattata. Sentiva un ronzio fastidioso nelle orecchie e finalmente poté tirare un sospiro di sollievo per essersi allontanata da quel posto. Con la mano ancora ancorata nella sua Amy si lasciò guidare da lui mentre un po' a tentoni si facevano strada fino a raggiungere la lunga rampa di scale di metallo chiedendosi cosa avesse in mente. Quando salirono tutti i gradini si ritrovò davanti ad un'altra porta e appena Sheldon l'aprì sentì l'aria fresca della sera spettinarle i capelli e infilarsi tra le pieghe del vestito. Lasciò la sua mano e mosse qualche passo sul cemento accorgendosi di essere sul tetto dell'edificio. Non era esattamente la sua idea di andarsene, ma si accontentò. Oltretutto non c'era anima viva a parte loro due e questo bastò per riprendere fiato e riordinare i pensieri. Incrociò le braccia al petto nel vano tentativo di scaldarsi. Faceva piuttosto freddo per essere solo metà ottobre, ma non aveva nessuna voglia di tornare dentro. Tra l'altro da quell'altezza si vedevano alcune case, le strade illuminate dai lampioni, gente che camminava sui marciapiedi e macchine che sfrecciavano sulle strade. Anche se non era un granché apprezzò comunque il paesaggio che riusciva a vedere. Una volta raggiunta la ringhiera appoggiò le mani sul freddo metallo e chiuse un attimo gli occhi. Quanto le sarebbe piaciuto poter spiccare il volo semplicemente pensandolo, poter andarsene via da lì, da tutto e da tutti.
Sheldon le appoggiò delicatamente il giubbino sulle spalle. Amy sussultò, si era quasi dimenticata di lui e non lo aveva sentito avvicinarsi.
« Non vorrei che ti ammalassi per colpa mia. » disse affiancandosi alla bruna e tirando fuori una delle sue fidate Marlboro. Chiuse le mani a coppa in modo da proteggere la piccola fiamma creata dall'accendino dal vento, aspirò a lungo e quando si assicurò che la sigaretta si fosse accesa rimise l'accendino in tasca. Con una sbuffata lasciò che il fumo uscisse dalla sua bocca per volare via insieme al vento. Si perse con lo sguardo nell'oscurità.
« Io non ci volevo neanche venire a questa stupida festa. » pensò Amy ad alta voce.
« Nessuno ti aveva chiesto di venire con Raj. » continuò lui sempre osservando davanti a sé.
« Non metterci anche tu adesso. » sibilò tra i denti in tono tagliente. Ora ne aveva davvero abbastanza del suo tono da rimprovero.
« È la verità. » rispose tranquillo scrollando la cenere oltre la ringhiera non curandosi della gente che si trovava sotto.  
Amy si voltò appena, quel tanto che bastava per guardarlo con la coda dell'occhio. « Stai per caso dicendo che se fossi venuta con te sarebbe stato diverso? » domandò con tutto lo scetticismo di cui era capace.
Lui raddrizzò la schiena. « Puoi pensare quello che vuoi, ma io non me ne sarei andato per provarci con un'altra di cui non mi ricorderò nulla il giorno dopo. »
Amy sbuffò sonoramente davanti a quelle parole. « Ma per favore. » sbottò con tono sprezzante. « Avresti fatto la stessa identica cosa, non raccontare balle. »
« E invece ti dico di no. » questa volta appoggiò un gomito sulla ringhiera e si girò appena per guardarla. « Punto primo io mi ricordo sempre con chi sono stato, sempre. Punto secondo non me ne sarei mai andato e sai perché? »
« Perché sentiamo? »
La fissò per qualche secondo negli occhi perdendosi in quel verde scuro. Sarebbe rimasto a guardarla per ore.
« Perché sarei stato con te e non avrei potuto chiedere di meglio. »
Amy abbandonò la ringhiera per voltarsi completamente verso di lui. Gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta per lo stupore. Ma che stava dicendo?
Lui accorciò la distanza con un passo mettendosi davanti a lei. I corpi che si sfioravano appena, il leggero calore che riuscivano a percepire l'uno dall'altra.
Era tutto troppo...troppo. Lui era troppo vicino, lei era troppo nervosa e c'era troppo silenzio. Sembrava come se il tempo si fosse improvvisamente fermato. Lo guardava in quegli occhi azzurri talmente belli dai cui non si sarebbe mai staccata, nemmeno per tutto l'oro del mondo.
« Anche se sei una mocciosetta ingenua. » aggiunse ridendo. Il sorriso si smorzò poco alla volta e senza pensarci troppo avvicinò il viso lentamente al suo e Amy, realizzando cosa stesse per fare, restò semplicemente lì ad aspettarlo, mentre il cuore aveva iniziato a battere alla velocità della luce. Aspettò che lui appoggiasse le labbra sulle sue perché era esattamente quello che voleva. Voleva baciarlo dal primo momento che lo aveva visto quella sera e adesso quell'attesa stava cominciando a diventare snervante. Sembrava ci fossero chilometri tra di loro invece che pochi centimetri. L'odore pungente di Jack Daniel's che proveniva da lui riempì immediatamente le narici di Amy e si chiese quanto di quello che aveva detto e che stava facendo fosse davvero dettato dalla lucidità o meno.
« Quanto hai bevuto? » domandò sperando che la risposta fosse "niente" anche se l'odore di alcol non lasciava alcun dubbio.
« Solo un paio di birre e qualche bicchierino di Jack Daniel's, nulla di che. » disse anche se non si ricordava affatto il numero esatto di birre né tantomeno il numero di bicchierini di whiskey. Solo da quella distanza Amy notò il suo volto leggermente rosso per aver alzato troppo il gomito quella sera.
Anche se aveva bevuto non le importava sapere quanto alcol avesse nel corpo. L'aveva aiutata con quel tizio ubriaco, l'aveva portata via da quello stupido posto e ora erano soltanto loro due su un tetto dell'edificio sotto un cielo stellato e a lei questo bastava.
« Non sono una mocciosetta né tantomeno un'ingenua. » sussurrò quelle parole ricordandosi improvvisamente di come l'avesse etichettata soltanto pochi secondi prima. Aveva perso il solito tono tagliente che usava quando Sheldon faceva una delle sue battutine idiote.
« Ah no? Io dico di sì invece. E sai una cosa? » ormai era vicinissimo, si sfioravano con la punta del naso. « A me non dispiace affatto. »
Amy trattenne il respiro. Sheldon Cooper l'avrebbe baciata e lei invece di allontanarsi o di spingerlo via gridava mentalmente di sbrigarsi. Solo ora si accorse di quanto in realtà avesse bisogno di lui, di quanto fosse felice sapere che era tornato soltanto per lei, anche se non avrebbe mai voluto ammetterlo.
Improvvisamente lo scatto della serratura e il cigolio di una porta che veniva aperta fece sobbalzare Amy e scivolare il braccio con cui Sheldon si teneva appoggiato alla ringhiera rischiando quasi di finire addosso a lei. Entrambi si voltarono verso l'intruso.
« Oh, scusate non sapevo ci fosse qualcuno...» disse imbarazzato una delle matricole insieme ad una ragazza.
« A dire il vero ce ne stavamo andando. » rispose frettolosamente Sheldon avviandosi verso l'uscita.
Amy lo seguì velocemente e si sentì avvampare mentre scendeva le scale. Cosa le era preso? Perché quando Sheldon si era avvicinato così pericolosamente non lo aveva respinto? L'attrazione che provava per lui stava diventando sempre più forte ogni giorno che passava, ogni volta che stavano insieme, ogni volta che la faceva ridere quando raccontava qualcosa di divertente e ogni volta che capiva quanto sarebbe stato difficile allontanarsi da lui.
A malincuore dovette ritornare dentro a quell'inferno fatto di luci stroboscopiche e gente ammassata. Aveva bisogno di uscire, di allontanarsi. Doveva riflettere e in quelle condizioni le risultava impossibile. Raj le fece un cenno con la mano dall'altra parte della stanza, ma lei lo ignorò e proseguì fino a quando si trovò a camminare sull'erba umida del prato. Pensava che Sheldon l'avrebbe seguita invece non vide nessuno dietro di sé, probabilmente si era fermato dentro o aveva trovato Leonard. Camminò per un po' quando trovò Penny seduta sul marciapiede in lacrime. Velocemente si avvicinò e si sedette accanto a lei.
« Cosa succede? » chiese preoccupata.
Lei si asciugò gli occhi. « Sai chi ho visto prima lì dentro? Ho visto Zack con un'altra donna! » gridò lasciando Amy sbigottita.
« Davvero? »
« Sì! E sai cos'ha detto quando ho visto quello stronzo? » indugiò qualche secondo e Amy fece di no con la testa. « "Ma io pensavo non saresti venuta dato che io non c'ero". » lo scimmiottò per poi tornare a singhiozzare coprendosi la faccia con le mani. La mora le appoggiò una mano sulla spalla. Non era mai stata brava nel confortare qualcuno, sopratutto se si trattava di Penny. Di solito era lei quella forte, quella rassicurante. Era Penny che la consolava non il contrario.
« Quale razza di mente sana direbbe mai una frase del genere? » continuò l'amica con tono più sommesso. Amy si strinse di più a lei lasciando che si sfogasse.
« Mi dispiace. » disse solo. Leonard e Sheldon avevano avuto ragione su quel tizio e si rammaricò di non essere riuscita a convincerla prima. Voleva risparmiarle per una volta la delusione e il dolore.
« Cos'ho che non va, Amy? » chiese dopo essersi calmata.
« Niente, non hai assolutamente niente che non va. Sono sicura che arriverà presto il ragazzo giusto. Anzi prestissimo e ti renderà felice come non lo sei mai stata. » Amy era assolutamente convinta di quello che aveva appena detto. Penny non era una cattiva ragazza, non si meritava tutto quello, solo non era brava a scegliere le persone.
Penny sorrise e cercò di asciugarsi gli occhi con il dorso della mano. « Dobbiamo tornare con Leonard e io non voglio che mi veda così. » si lamentò immaginandosi già il suo aspetto orribile.
« Aspetta ti aiuto io. » prese la borsa di Penny e tirò fuori la pochette con i trucchi di emergenza. Le rimise il fondotinta, il fard e le sistemò l'ombretto e l'eyeliner. Anche se non era brava come lei nel truccare fu comunque soddisfatta del risultato.
« Ecco fatto, adesso sei come prima. Beh, dai quasi come prima. »
Penny si specchiò, ma c'era ancora un particolare che non andava bene. « E per gli occhi arrossati cosa faccio? »
« Per quelli diremo che ti sei fumata una canna, d'accordo? »
Penny scoppiò a ridere e annuì. « Grazie Amy, sei davvero un'amica. »
Amy sorrise. « Forza andiamo a cercare Leonard e Raj così possiamo tornare a casa. Giuro che non ne posso più. »
« A chi lo dici. » sospirò la bionda alzandosi e passandosi una mano dietro al vestito per togliere lo sporco. « A proposito come è andata con Raj? »
Il viso di Amy si fece buio. « Lasciamo perdere che è meglio. » tagliò corto. Le avrebbe spiegato tutto dopo, tranne del quasi bacio con Sheldon e del fatto che le sarebbe sicuramente piaciuto se non fossero stati interrotti.
« Eccovi finalmente, non vi trovavamo più! » Leonard le raggiunse seguito dal suo migliore amico.
« E tu cosa ci fai qui? » domandò Penny rivolta a Sheldon.
« Niente, sono venuto solo a fare un giro. So quanto vi sono mancato e che senza di me siete perdute. » rispose con aria saccente.
« Quando finisci di fare il megalomane avvertimi. » lo rimbeccò l'amico squadrandolo.
Penny e Amy ridacchiarono.
« Tra l'altro Howard e Bernadette se ne sono già andati. Non ho neanche fatto in tempo a salutarli. » continuò Sheldon un po' dispiaciuto. « Sono due nonni da ospizio ormai. Se mai dovessi fidanzarmi giuro che non diventerò mai una noia come loro. »
« Raj dov'è? » domandò Amy notando la sua assenza.
« È ancora dentro che balla, almeno credo. Gli ho detto di andare a dormire da Howard, tanto abita qui vicino. Non voglio che mi vomiti sui tappetini dell'auto. » rispose Leonard.
« E vi fidate a lasciarlo andare così? Sicuri che sappia arrivarci? » disse Penny cercando di essere se stessa e di non pensare a quello che le era appena accaduto.
« Tranquilla riuscirà benissimo ad arrivarci. Al massimo lo troveremo domani mattina su una panchina a dormire come è capitato l'anno scorso, te lo ricordi Leonard? »
Leonard iniziò a ridere. « Sì e si era spaventato a morte pensando che gli avessero portato via l'intera casa e lo avessero lasciato lì solo con una panchina. È un bravo ragazzo, ma certe volte è davvero un imbecille. » disse senza smettere di ridere.
Dopo un po' vide le due ragazze con un'aria non proprio allegra. Sembravano entrambe giù di corda. « Volete andare? » continuò Leonard tornando serio. Doveva essere successo qualcosa a Penny perché gli occhi rossi e gonfi erano la prova di chi aveva pianto a lungo.
« Sì per favore. Voglio solo andare a casa e togliermi queste maledette scarpe che mi stanno distruggendo i piedi. » mentì Penny fingendo un'aria sofferente.
« D'accordo. » sospirò guardandola ancora per un paio di secondi, ma lei distolse immediatamente lo sguardo.  
Si avviarono verso il parcheggio, ma Sheldon trattenne Amy per un braccio e la costrinse a rimanere ferma mentre gli altri proseguivano alla ricerca della macchina.
« Ascolta Pidge io volevo solo dirti per prima che...beh, che ho sbagliato. Non avrei dovuto, è stata colpa dell'alcol. Per fortuna è arrivato quel tizio prima che combinassi qualche cavolata...» sorrise in un modo piuttosto amaro. « Lo sai che non ti bacerei mai. »
Amy rimase sbigottita. Dava la colpa all'alcol se stava quasi per baciarla. Non voleva farlo e ora si stava addirittura scusando per averci provato. Ma ciò che le fece davvero male furono le ultime parole.
Non l'avrebbe mai baciata e doveva saperlo.
Era ovvio che non poteva davvero provare qualcosa per lei, insomma, chi voleva prendere in giro? Non aveva nulla di speciale, non era niente. Si era solo illusa che, per quei brevi attimi, forse in lei aveva visto qualcosa di diverso.
Invece si era sbagliata.
« Capisco...sì, fortuna che è arrivato quel tizio...» mormorò con voce sempre più bassa. Il labbro le tremava leggermente perciò iniziò a torturarlo con i denti in modo che Sheldon non potesse accorgersi del tremolio. Loro due non avrebbero mai potuto stare insieme.
Sheldon avrebbe dovuto essere sollevato, ma non lo era. Abbandonò il sorriso per assumere un'espressione seria che poco gli si addiceva.
« D'accordo allora è tutto come prima, giusto? »
Amy ci mise qualche secondo per annuire. « Tutto come prima. »

Leonard accompagnò prima Amy al campus, la quale si infilò immediatamente sotto le coperte sperando di addormentarsi immediatamente e che con il sonno avrebbe cancellato anche tutto quello era accaduto quella sera. Non voleva soffrire ancora così. Per fortuna non era tornata a casa con lui anche se tanto non le aveva nemmeno offerto il passaggio come faceva sempre. Semplicemente arrivati alla macchina disse che la sua l'aveva parcheggiata più in là e senza nemmeno salutare se ne andò.
Quando Leonard si ritrovò sul pianerottolo del quarto piano insieme a Penny l'istinto gli suggerì di chiederle se ci fosse qualcosa che non andasse. Lei abbozzò un mezzo sorriso e gli disse che ora non aveva proprio voglia di parlare perché era stanca, ma che non si doveva preoccupare perché era tutto a posto. Prima di chiudere la porta però gli chiese scusa per essersene andata senza dirgli nulla e che in un'altra occasione sarebbe rimasta lì con lui per tutto il tempo.
Leonard fece finta di credere che tutto andasse bene e, una volta entrato in casa, mandò velocemente un messaggio ad Howard il quale gli rispose nel giro di una decina di secondi scrivendogli che prima di andarsene avevano visto Zack in compagnia di un'altra ragazza. Ora capiva tutto e si sentì sollevato dopo aver pensato che la causa fosse lui. Sorrise mentre teneva ancora il cellulare in mano. Ora che si era tolto quell'imbecille dai piedi non c'era più nessun'ostacolo tra di loro. Domani lo avrebbe detto anche agli altri e, perché no, magari sarebbero andati al Rosie's e avrebbe perfino offerto loro da bere. Andò in camera e lanciò il cellulare sulla scrivania.
Alla fine non era stata una serata così schifosa come aveva pensato.
 
Sheldon tornò a casa più di un'ora dopo rispetto a Leonard. Il fatto che per loro la serata fosse finita questo non voleva dire che sarebbe stato lo stesso anche per lui. Era passato a salutare un vecchio amico che non vedeva da tempo, ma se ne andò quasi subito quando appurò che era appena stato lasciato dalla fidanzata e non aveva nessuna voglia di sorbirsi le sue lagne e la sua depressione, così fece un salto da Stuart per vedere se la sua adorata Skyline era ancora tutta intera. Aveva bisogno di distrarsi e cosa c'era di meglio di una bella bevuta con uno degli amici che conosceva da più tempo?
Barcollò un po' fino a raggiungere la porta del suo appartamento. Grazie a tutto quell'alcol ora si sentiva più euforico e non pensare ad Amy era diventato decisamente più semplice. Fece per inserire la chiave nella serratura quando dall'altra parte del pianerottolo sentì un bicchiere schiantarsi al suolo e una Penny piuttosto arrabbiata imprecare violentemente come uno scaricatore di porto.
Stupito e divertito per il linguaggio colorito della ragazza decise di andare a vedere. Tanto tra l'amico depresso e afflitto di prima e Stuart che era ancora più triste e deprimente del solito -aveva iniziato anche lui a raccontare la sua vita infelice per la gioia di Sheldon- con Penny avrebbe chiuso quella serata in bellezza. Probabilmente aveva già capito di cosa si trattasse. Aveva visto Zack di sfuggita alla festa e la bionda che aveva in parte era quasi sicuro non fosse Penny, ma non ci aveva badato più di tanto dato che stava cercando un'altra persona.
« Che cosa ci fai qui? » Penny biascicò quelle parole quando vide il vicino di casa all'ingresso.
« Volevo solo vedere come stavi dato che ti ho sentito tirare giù parolacce peggio di un camionista. » chiuse la porta e si avvicinò di qualche passo stando attento ad evitare i pezzi di vetro rotti.
Lei gli fece un gesto con la mano e bevve tutto d'un fiato un bicchierino di vodka.
« Cosa stai facendo? » chiese Sheldon senza perdere quel mezzo sorriso divertito. Era strano vederla così, con quell'espressione di chi sembrava stesse sostenendo il peso del mondo.
« Sto affogando i miei problemi nell'alcol, non si vede? » sbottò acida riempiendosi il bicchierino con il Jack Daniel's dato che la vodka era finita e dalla foga ne rovesciò un po' sul tavolino.
« Posso? » Sheldon indicò il posto libero accanto. La testa gli girava e doveva sedersi un attimo per riprendersi. Lei lo guardò qualche secondo come se stesse cercando di capire cosa volesse, poi girò stizzita la testa dall'altra parte.
« Fa' come ti pare. » borbottò tracannando l'ennesimo bicchierino.
Nello stesso momento in cui si sedette lei iniziò a parlare raccontandogli tutto quanto. Gli raccontò del fatto che le mancavano i suoi amici di Portland, che era andata via perché non voleva lasciare sola Amy e che con Zack riusciva a sentirsi a casa. Gli parlò di tutti i suoi ex fidanzati, delle delusioni d'amore e di come riuscisse sempre a trovare la persona sbagliata.
Sheldon l'ascoltò in perfetto silenzio. Restarono per un'ora buona seduti sul divano mentre Penny si sfogava completamente. Non sapeva nemmeno lei perché lo stesse facendo proprio con lui che conosceva da così poco e non con Amy con cui aveva molta più confidenza. Forse era proprio questo. Sheldon l'avrebbe giudicata in modo diverso rispetto ad Amy.
« La mia vita fa schifo. » concluse prendendo in mano la bottiglia quasi vuota. Sheldon non riuscì a non pensare al fatto che se fossero stati questi i suoi problemi avrebbe avuto una vita normale come tutti gli altri.
« Credo che sia abbastanza. » disse togliendole la bottiglia di mano e appoggiandola ai piedi del divano. Non sapeva nemmeno lui come aveva resistito alla tentazione di mettersi a bere con lei. Forse non voleva preservare quel briciolo di lucidità che gli era rimasta. « L'unica cosa che posso dirti è di non arrenderti. Non lasciare che le delusioni, il dolore e la perdita di schiaccino, Penny. »
Penny apprezzò il sincero consiglio. E dal suo sguardo capì che doveva aver affrontato anche lui varie difficoltà e che era riuscito a lasciarsi tutto alle spalle. Voleva essere forte come lui.
« È quello che dice anche il tuo tatuaggio, no? » mormorò lasciando che le labbra si piegassero in un piccolo sorriso. « "Quello che non ti uccide ti renderà più forte". Perché hai scelto proprio questa frase? » sfiorò con la punta dell'indice il suo avambraccio creandogli dei brividi lungo tutta la schiena.
« L'ho fatto a diciannove anni, un anno dopo essere arrivato qui. È per ricordarmi che nonostante abbia affrontato le cose più dolorose puoi sempre riuscire ad andare avanti e a renderti abbastanza forte da poter superare qualunque cosa nella vita. »
Penny rimase sorpresa. Erano parole di chi non aveva avuto una vita facile e che aveva accumulato molta esperienza nonostante avesse poco più di vent'anni.
« Sei un buon amico Sheldon. Sai, non tutti sono disposti ad ascoltare quello che ha da dire una ragazza alle due del mattino mentre beve vodka. Avrei dovuto darti retta riguardo a Zack, sono stata un'idiota. » constatò appoggiandosi completamente al cuscino del divano. Socchiuse gli occhi sentendo la stanchezza farsi più intensa.
« Non sei un'idiota, Penny. Eri innamorata di lui, non avresti dato retta a nessuno nemmeno a tua madre. »
Lei si lasciò sfuggire una risata. « Hai ragione. »
Restarono in silenzio per qualche minuto. Sheldon si guardava attorno chiedendosi se dovesse aspettare ancora o se fosse il caso di tornare a casa, mentre Penny gli lanciava delle occhiate veloci rendendosi conto, forse a motivo dell'alcol, che in fondo Sheldon non era affatto male come ragazzo. Le piaceva il modo in cui si stava preoccupando per lei e le piaceva che fosse rimasto lì ad ascoltarla. Non era facile trovare qualcuno che ti ascoltasse per davvero, ma lui lo aveva fatto e adesso Penny si sentiva già meglio.
« Credo sia arrivato il momento di andare. » proruppe Sheldon dopo aver iniziato a sentirsi un po' meglio e dopo essersi alzato lentamente si diede una stiracchiata.
Penny lo guardò allarmata. Non voleva che se ne andasse.
« Aspetta. » lo fermò facendolo risedere di nuovo. « Volevo solo ringraziarti. »
Lui sorrise. « Quando vuoi. Dicono che sia molto bravo a consolare la gente. »
Penny abbozzò un sorriso timido e lo guardò intensamente negli occhi. « Sarà molto fortunata la ragazza che resterà con te. »
Sheldon si irrigidì. « No, non credo. »
« Io dico di sì, invece. » Penny si avvicinò pericolosamente verso di lui prima con il viso poi con tutto il corpo. Sheldon sapeva cosa voleva fare e nonostante il suo cervello gli ordinasse di andarsene i suoi muscoli non rispondevano al comando, costringendolo perciò a restare fermo immobile. Guardò le labbra della ragazza avvicinarsi sempre di più finché esse non si appoggiarono sulle sue. Con tutto l'alcol che aveva ingerito probabilmente Penny non sapeva nemmeno cosa stesse facendo, ma la sensazione fu così piacevole che fu impossibile staccarsi e lui la lasciò fare. Lasciò che lei lo baciasse in modo lento, deciso e poco alla volta sentì la lingua farsi spazio tra le labbra per incontrare la sua. Sheldon in un primo momento ricambiò, con la mente rivolta a quello che stava accadendo sul tetto soltanto qualche ora prima, all'essere stati interrotti, a cosa aveva detto ad Amy.
Chiuse gli occhi e questa volta invece pensò a come Penny baciasse tremendamente bene, al profumo di vaniglia, lo stesso che aveva Amy quella sera, che si mescolava all'odore di alcol dando vita così ad una fragranza che creava una piacevole dipendenza. Penny accorciò di più la distanza premendo il corpo contro il suo iniziando a baciare con più foga mentre cercava i bottoni della camicia per slacciarglieli. Solo quando la ragazza slacciò il terzo bottone Sheldon si rese conto di quello che stava facendo e con uno scatto si allontanò di colpo quasi fosse stata bollente. Penny lo guardò spaesata per un attimo poi quando si accorse di cosa aveva appena fatto si mise una mano davanti alla bocca, sconcertata.
Sheldon ansimò per un paio di secondi, gli occhi sgranati per l'orribile realizzazione dei fatti. Immediatamente uscì e dopo aver cercato di infilare la chiave più volte riuscì ad entrare e, una volta chiusa la porta, si appoggiò con la schiena ad essa, cercando di respirare regolarmente.
Si era comportato da idiota. Anzi, dal più grande traditore ed idiota della storia.
Ora Leonard l'avrebbe sicuramente odiato.  


Salve a tutti :D
Beh, che dire, sono successe un bel po' di cose in questo capitolo.
Ora che Zack ce lo siamo tolti dai piedi arriva un altro piccolo problema: Sheldon. I fan degli shenny avranno apprezzato il finale suppongo xD
Manterrà il segreto o confesserà a Leonard di aver tradito la sua fiducia?

Grazie a tutti quelli che hanno letto, recensito e quant'altro. Adoro come mi state supportando (e sopportando) durante la stesura di questo delirio.
A presto! :D
  
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