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Autore: EmmeDraiocht    06/03/2015    5 recensioni
“Aveva cominciato uno strano processo di auto–convincimento e pian piano, con il passare lento degli anni, Narcissa si era plasmata con le sue stesse mani, che erano state plasmate a loro volta da quelle dei suoi genitori. Ormai a un passo dalla maggiore età, la piccola e graziosa ultimogenita, era già una giovane donna di ammirabile portamento ed educazione, di una freddezza e una fierezza quasi glaciali, mentre osservava il mondo dall'alto della sua condizione con la consapevolezza di possederlo fra i palmi delle diafane mani.”
One shot sulla famiglia Black, incentrata maggiormente sulla psicologia e la vita di Narcissa.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Cygnus Black, Druella Black, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La stella sbagliata

Era sempre stata una ragazzina piuttosto minuta, Narcissa. Fine ed aggrazziata, bella ed elegante, una vera e degna erede purosangue. Cygnus e Druella gliel'avevano sempre detto e l'avevano da sempre saputo; la loro ultimogenita, col tempo, avrebbe accresciuto l'orgoglio già di per sé forse troppo smisurato dei Black. Era inutile negarlo a se stessa, quando ogni mattina apriva gli occhi azzurri, freddi come il ghiaccio, e davanti allo specchio vedeva quei crini biondi, fini e lunghi, che le ricadevano sulle spalle come una cascata d'oro colato, Narcissa si sentiva imponente, invincibile, inarrivabile. Lei, l'ultima di tre sorelle, si era sempre vista messa in ombra, sminuita dagli elogi dedicati a Bellatrix e troppo effimera davanti al coraggio e alla sfrontatezza di Andromeda. Lei era perfetta, dopotutto, che bisogno avrebbero mai avuto i suoi genitori di correggerla o gratificarla se mai aveva commesso uno sgarro?
Bellatrix e Andromeda erano diverse. Non solo fra di loro, visto che si sarebbero potute tranquillamente definire gli antipodi, ma anche da lei. Narcissa non aveva aspirazioni particolari, se non quella di affrontare la vita nel modo più classico e degno che si confà a una donna del suo rango, mentre Bellatrix e Andromeda... Loro si stavano creando un posto nel mondo: Bellatrix fra i seguaci del più potente ed oscuro mago al mondo, Andromeda dalla parte diametralmente opposta, quella del bene e della morale, un valore che sicuramente non aveva appreso sotto il tetto della loro immensa e sfarzosa tenuta.
Amava entrambe allo stesso modo, Narcissa, avrebbe dato la vita pur di proteggerle e saperle al sicuro, e avrebbe dato la vita per avere un poco di quell'ambizione che le caratterizzava. A volte lei stessa si chiedeva perché fosse finita a Serpeverde, visto che le qualità richieste per quella specifica casa sembravano essere completamente assenti in lei. Esporsi con Cygnus era fuori discussione, a malapena si guardavano in viso tanto era la riverenza pretesa, e mai avrebbe osato sfogarsi con Druella. Quando per la prima volta aveva tentato di aprirsi a Bellatrix, Narcissa aveva fatto ritorno nella sua camera con le lacrime gli occhi, la voce stizzita ed iraconda dell'altra che risuonava nella sua mente come un macabro eco di rimprovero.

«Questa è la tua vita, Cissy!» aveva urlato la sorella maggiore, oltraggiata. «Queste sono le nostre radici e questo è il nostro destino! E' il sangue che ci scorre nelle vene ed è instrinseco nella nostra esistenza. Questa è la via predistanata a quelli come noi e tu devi esserne orgogliosa».

Da allora, Narcissa si era chiusa in se stessa. Aveva smesso di bramare le attenzioni di qualcuno e aveva cominiciato a maledirsi quando, qualche volta, pensava di essere stata sfortunata a nascere sotto la stella dei Black. Aveva rimuginato tanto sulle parole di Bellatrix e aveva passato numerose notti insonni a fissare il soffitto del suo baldacchino senza riuscire a chiudere occhio o mettere a tecere, almeno per qualche ora, i suoi pensieri martellanti. Aveva cominciato uno strano processo di auto–convincimento e pian piano, con il passare lento degli anni, Narcissa si era plasmata con le sue stesse mani, che erano state plasmate a loro volta da quelle dei suoi genitori. Ormai a un passo dalla maggiore età, la piccola e graziosa ultimogenita, era già una giovane donna di ammirabile portamento ed educazione, di una freddezza e una fierezza quasi glaciali, mentre osservava il mondo dall'alto della sua condizione con la consapevolezza di possederlo fra i palmi delle diafane mani.
Solo quando l'annuncio del fidanzamento fra Bellatrix e Rodolphus Lestrange, deciso di comune accordo dai genitori di entrambe le parti, venne fatto ufficiale, ogni certezza di Narcissa iniziò a sgretolarsi, come un castello di carte in balia del vento che inesorabilmente crolla. Solo da quel momento in poi iniziò ad aprire gli occhi, a rendersi conto poco a poco che non era lei a tenere il mondo fra le mani o a muovere le persone come se fossero marionette in base ai propri capricci. Erano Cygnus e Druella. Tutto l'universo aveva sempre ruotato attorno a Cygnus e Druella e i loro interessi. Solo in quel momento Narcissa si rese conto di essere la marionetta dei suoi stessi genitori.

«Perché non me l'hai mai detto? Tu lo sapevi. Tu sapevi che sarebbe successo, perché non mi hai mai avvertita? Io pensavo che andassi contro loro per il puro gusto di contraddirli e invece sapevi tutto!»

Erano accuse illegittime, lo sapeva. La sua era una rabbia dettata dalla consapevolezza di essere stata troppo ingenua nel credere che la sua famiglia fosse diversa da quelle che anche lei, più volte, aveva screditato. La sua interlocutrice ovviamente non c'entrava niente, ma era più facile prendersela con qualcuno di più buono, piuttosto che con qualcuno che non si sarebbe fatto scrupoli ad alzarle la voce ― e non solo.
Andromeda non reagì come Bellatrix. A quelle accuse, la sua unica reazione fu un sorriso sconsolato ed amareggiato, mentre abbassava il capo sotto lo sguardo ferito della sua sorellina.

«Se anche l'avessi fatto non sarebbe cambiato niente, Cissy» La voce di Andromeda, calda e rassicurante, risuonò nell'aria come una melodia leggera, estremamente piacevole. «Non avrei voluto inculcarti nella testa qualcosa così come hanno sempre fatto i nostri genitori. Loro hanno una concezione di amore particolare che io non amo e non condivido. Non voglio un amore malato come il loro, non voglio che la mia vita sia scritta su un pezzo di carta a mia insaputa o che mi sia ordinato di passare il resto dei miei giorni con qualcuno che non amerò mai, come farà Bellatrix. Io ho capito da sola, aspettavo solamente che tu facessi lo stesso. Il sangue non è tutto, Cissy. Un giorno capirai».

Quella era stata l'ultima conversazione di Andromeda e Narcissa su quel preciso argomento. Indubbiamente, gli eventi che si susseguirono e la continua ribellione della sorella più grande, portarono la bionda Black a chiudersi nel silenzio e nel buio più totale, in balia del terrore più acuto di trovarsi un giorno davanti ad una scelta: sua sorella o il resto della sua famiglia. Poco ne sapeva che Andromeda aveva già scelto per lei, inconsapevolmente emulando ciò che aveva sempre denunciato e detestato di Druella e Cygnus. Ma l'aveva fatto per la sua sorellina, nonostante il dolore lancinante che la dilaniava ogni qualvolta pensasse al giorno in cui aveva varcato la soglia di quella casa per l'ultima volta, senza voltarsi nemmeno per un istante. Vedere l'odio di Bellatrix e il disprezzo che le deformava il viso spigoloso, l'avrebbe ferita, ma il dolore e la delusione di Narcissa, che poi erano anche suoi, l'avrebbero devastata totalmente. In seno alla consapevolezza di ciò a cui stava andando incontro perdendo tutto quello che aveva sempre avuto, Andromeda non avrebbe mai permesso che Narcissa vivesse la sua stessa condanna.
Solo molti, molti anni più avanti la bionda e non più così giovane Signora Malfoy avrebbe potuto dire di aver compreso appieno le parole dell'unica sorella che le era rimasta. Nel momento in cui aveva compreso dove la sua vita stava effettivamente andando grazie all'indirizzamento di Cygnus e Druella, Narcissa aveva finalmente preso in mano le redini della propria vita e cambiato direzione, e segretamente aveva spianato la strada piena di ostacoli e bivi in cui Lucius aveva indirizzato il loro unico figlio. Mai a nessuno avrebbe permesso di trasformare Draco in un'effimera marionetta priva di vita. Mai nella sua vita Draco avrebbe mai dovuto sperimentare ancora, a guerra finita e Signore Oscuro caduto per sempre, quel senso di oppressione, impotenza e schiavitù che anche lei aveva provato sulla propria pelle, senza che potesse mai liberarsene. Perché Narcissa, in fondo, non aveva mai avuto il coraggio di Andromeda, ma nemmeno la malvagità di Bellatrix. Narcissa era sempre stata confusa ed insicura, con un cuore buono e un'anima luminosa, intaccata dal buio che il maledetto rango dei Black voleva gettare su di essa.
Non avrebbe mai più potuto guardare Cygnus e Druella e rinfacciare loro tutto quello che le avevano fatto, segnando la sua vita per tanti, troppi anni. Non avrebbe mai più potuto guardare Bellatrix a testa alta, dritto nei suoi occhi scuri e colmi di follia, e dirle fieramente che si era sbagliata. Ma avrebbe potuto rivedere Andromeda, abbracciarla e piangere assieme a lei dopo il dolore e la devastazione che, per l'ennesima volta, le aveva rese vittime della stessa perdita.

«Hai sempre avuto ragione. Ora, finalmente, ho capito»
 
***
 
Angolo dell'autore:

Dopo tantissimo tempo e dopo tante crisi di scrittura che si sono susseguite e non mi hanno permesso di apprezzare a pieno i miei precedenti lavori (che infatti ho cancellato e per questo mi scuso con chi li aveva recensiti e seguiti), sono tornata e spero di averlo fatto alla grande!
Avevo questa idea in mente da un po' di tempo, e ho adorato scrivere della famiglia Black dalla prima parola fino all'ultima.
Credo che Cygnus, Druella, Bellatrix, Andromeda e Narcissa siano dei personaggi che meritano di essere approfonditi, perché a me in primis piacerebbe molto leggere qualcosa in più di loro.
Hanno una psicologia particolare ed interessante, specie le tre sorelle che a parer mio sono estremamente diverse.
Spero che la mia storia vi piaccia e che soprattutto sia coerente con le poche informazioni che la Rowling ci ha regalato su di loro.
Fatemi sapere che cosa ne pensate con una piccola recensione. Mi rendereste davvero molto felice!
Un abbraccio!

*EmmeDraiocht
  
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