L'APPETITO

L'omicidio era accaduto ad un isolato da casa sua. Claire detestava la folla che si radunava, puntualmente, oltre la linea del nastro giallo della scientifica.
Un uomo dall'altra parte della strada la fissava. Lei gli lanciò un'occhiata circospetta.
La donna vide la barella su cui era stato deposto il corpo sventrato della vittima del serial killer, il “Macellaio”. Il lenzuolo sul cadavere era lordo di sangue e la stoffa ne beveva come una bocca vorace: la macchia si allargava sempre più.
La sola idea di tutto quel sangue sul pavimento della scena del crimine le strappò un brivido, un singulto tremulo.
Era stata una pessima idea, quella di fermarsi.
Tutto quel sangue...
Aveva la nausea.
Si strinse nel cappotto, infilando le mani sottili nelle tasche e affondando il mento nel bavero.
Quando rialzò lo sguardo, lo stesso uomo la osservava ancora.
Doveva andarsene. In fretta, si infilò nel vicoletto che usava come scorciatoia.
Si guardò indietro un paio di volte: aveva la netta impressione che la stessero seguendo.
Tutti i suoi sensi erano tesi fino allo spasmo e la vertigine non la abbandonava.
Bassa e solitaria, coi capelli raccolti in una coda, il neon di un lampione la illuminava appena, mentre camminava nervosamente.
«Mi prenderò cura di te, te lo prometto.»
Claire si fermò e chiuse gli occhi: desiderò che quella voce fosse frutto della propria immaginazione. Si voltò lentamente e la sua speranza venne brutalmente infranta.
Il Macellaio la soppesava come un quarto di manzo. Non era esattamente come se l'era immaginato; al contrario, aveva l'aspetto distinto e un sorriso contorto. Il modo in cui la scrutava era spiacevole ed equivoco, malato.
«Ti ho vista prima, sai?», le disse dolcemente, avanzando verso di lei, senza alcuna fretta. Sembrava avere tutto sotto controllo.
«Lasciami stare.», mormorò Claire, in tono roco.
L'assassino puzzava di sangue, sotto alla giacca doveva indossare ancora i vestiti sporchi del suo ultimo crimine. Quell'odore penetrante le dava alla testa; sentì lo stomaco contrarsi.
Claire indietreggiò. Uno, due, tre passi.
Il Macellaio avanzò. Uno, due, tre passi.
Claire si guardò attorno, valutò le possibilità di fuga, infine tornò a fissare l'assassino, sollevando le mani in una supplica: «Vattene.»
Il serial killer le propose un sorriso indulgente ed estrasse un coltello a serramanico dalla tasca del giubbotto, spiegandole pazientemente: «Devo averti o diventerai un tarlo fisso che mi bucherà il cervello.»
Improvvisamente, si avventò sulla ragazza, ma lei si scansò con un movimento tanto veloce, da risultare inconcepibile.
Il Macellaio rimase spiazzato, incredulo.
Claire gli afferrò il polso, torcendogli il braccio dietro la schiena fino a spezzarlo: lo schiocco fu sonoro e secco. Il coltello cadde. L'assassino urlò e scivolò in ginocchio, il respiro corto e gli occhi dilatati.
«Non temere: mi prenderò cura di te.», gli concesse lei beffardamente, godendo della sua paura.
Gli mostrò il sorriso ornato di zanne, avventandosi sulla sua gola: tutto quel sangue le aveva messo appetito.

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Note dell'autrice:

questa flash fic è stata scritta per i contest:

- “Fatemi paura! Horror flash contest”, indetto da rhys89 sul forum di EFP.
Il punto di vista è quello della Vampira, anche se ho giocato un po' sull'equivoco, cercando di dare l'impressione che, in realtà, lei fosse la vittima. Ho provato a creare un piccolo “plot twist”.
E anche il titolo è stato scelto in funzione di questo “ribaltamento”, trovando senso proprio nella battuta finale.

- “I'll look after you”, indetto da Chloe R Pendragon sul forum di EFP.
La citazione, che da il nome al contest, è stata utilizzata nel testo, in italiano. Ho preferito l'utilizzo un po' contorto e malato di questa frase, visti i soggetti coinvolti nella flash. Nessuna connotazione romantica, anzi.

Spero che questa breve storia vi possa aver incuriosito.

Melian