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Autore: CloudyCat95    07/03/2015    0 recensioni
Cerulean.
Un paio di bellissimi occhi verdi e un paio di irraggiungibili occhi azzurri.
Questi sono Harry e Louis.
Ora sta capire cosa succede quando una (poco) innocente ragazzina di provincia incrocia i loro sguardi e si innamora. Di entrambi.
Dal primo capitolo:
"Le si avvicina un ragazzo, è carino, e ballano insieme. Le luci stroboscopiche della discoteca alimentano quell’inebriante voglia di fare tutto, che inibisce la mente e pervade il corpo di un volere controllato solo dalle pulsioni."
Fanfiction sugli One Direction
Protagonisti di questa storia sono Hope Devons (Nuovo Personaggio), Harry Styles e Louis Tomlinson.
Badate bene che ho scelto il nome "Hope" apposta, per fare un dispetto a tutti e perché ne sono tutti stufi marci.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
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Disclaimer: I personaggi di cui racconto non mi appartengono (magari!) e quelli scritti non sono i loro veri caratteri, né è mia intenzione mettere in cattiva luce tali persone reali.
 
 
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Capitolo 1

Pancakes

 

Hope Devons si aggira per il locale affollato e dai toni festosi in un impeto di allegria dovuta alla vodka che aveva bevuto poco prima.
I piedi le fanno male a causa dei tacchi alti, ma sopporta facendo finta di niente.
Non era mai andata in discoteca, e quale buona occasione avrebbe potuto sfruttare se non il compleanno della sua migliore amica?
Ride, si diverte, beve. Beve anche troppo, tant’è che, ad un certo punto Harriette, la festeggiata, le ruba il bicchiere di mano consigliandole di smettere, perché aveva già bevuto troppo.
«Stronza!» le urla ridendo, «Il mio drink, ridammelo!» Ma Hope non è nemmeno lontanamente arrabbiata, e ride senza un motivo. È ubriaca.
Lascia la sua amica e torna in pista a ballare, quasi incosciente delle sue azioni.
E si scatena come non aveva mai fatto, libera, impavida, provvista di quel coraggio che nella vita quotidiana non ha.
Le si avvicina un ragazzo, è carino, e ballano insieme. Le luci stroboscopiche della discoteca alimentano quell’inebriante voglia di fare tutto, che inibisce la mente e pervade il corpo di un volere controllato solo dalle pulsioni.
Harriette la trova, la prende per il polso e la trascina via.
«Hope, cazzo! Meglio uscire!»
Cerca di guidarla verso l’uscita, ma prontamente la ragazza, con uno scatto del braccio, si libera dalla presa dell’amica e ritorna in pista, più veloce che può, cercando di nascondersi dallo sguardo apprensivo di Harriette.
Ritorna a ballare, ritorna a bere, e poi di nuovo a ballare, lasciando che tutto il resto prenda il sopravvento.
 
Hope apre gli occhi, infastidita dal sole che irrompe nella stanza a causa delle fessure lasciate dalle tende appoggiate alle vetrate.
È mattina.
Si rigira in quel letto morbido, tentando di riprendere il sonno ormai svanito.
Poi, un pensiero veloce, il cuore che accelera il battito, il respiro che improvvisamente si blocca. Hope non è nel suo letto. Non è il suo letto quello in cui ha dormito, quelle che vede non sono le sue lenzuola rosa panna. Queste sono verdi. Verdi… Verdi come gli occhi di qualcuno, un ragazzo, forse.
Non ricorda bene, effettivamente. Deve aver bevuto troppo, segno anche il mal di testa che l’ha invasa appena si è alzata.
Si guarda attorno, presa dalla paura e dall’adrenalina che le circolano in corpo già appena sveglia. Vede i suoi vestiti sparsi per terra, i tacchi sull’uscio della stanza. Adocchia le sue mutandine a bordo letto, le prende e se le infila. Ha dormito solo con il reggiseno. E a questo punto non sa nemmeno se ha solo dormito e basta: lungo il pavimento non ci sono solo i suoi vestiti.
Cammina in punta di piedi, per non farsi sentire, senza sapere se ci sia qualcuno a prestare attenzione a quello che fa. Avvicinandosi alla porta, con sguardo attento sbircia se ci sia anima viva in quel corridoio che si appresta ad osservare.
Sente dei rumori provenienti da un’altra stanza, e di colpo ritrae la testa all’interno di quella in cui ha dormito. Il suo battito accelera.
Cosa farà?
Almeno devo sapere…
Hope decide di palesarsi a chi ha provocato quei rumori. Cammina, quindi, verso una stanza, la cucina. Lì ci trova un ragazzo alto, dai capelli castani e molto mossi, con solo i pantaloni della tuta addosso. Non l’ha sentita arrivare, è ancora di schiena alle prese con i fornelli.
E lei resta lì, sull’entrata di quella cucina, a fissarlo.
Lui però si gira. Si ferma da quello che sta facendo e i loro sguardi si incrociano. Il ragazzo sorride, ha un piatto in mano, all’interno dei pancakes.
Il ragazzo dagli occhi verdi…
Hope arrossisce e abbassa lo sguardo, imbarazzata. Dopotutto è ancora in biancheria intima.
«Ehi, tigre, ti sei svegliata!» la saluta il ragazzo, mettendosi a sedere a quel tavolo in legno cerato.
Lei alza lo sguardo, le guance rossastre.
Avanza al tavolo e si siede anche lei.
«Ho preparato i pancakes.» le rivolge ancora la parola.
Hope però non parla, non sa cosa pensare, figurarsi se sappia dire qualcosa.
«Ehi, che c’è? Ti ho forse mangiato la lingua?» le intima il ragazzo, con un sorriso seducente. Lei puntualmente che abbassa la testa, imbarazzata.
Lui si alza dalla sedia e si poggia dietro di lei, mettendole le mani sulle spalle cominciando a massaggiargliele.
Si abbassa col corpo e le da un bacio sulla guancia. «Vai a metterti qualcosa, non vorrai prendere freddo.» Hope si alza e lui la vede sparire oltre la porta.
Dopo poco ritorna in cucina indossando una camicia nera, probabilmente di lui, quella che era stropicciata sul pavimento della camera da letto. Le sta larga, ma non più di tanto.
E lei si decide a parlare. «Ehm… Lo so che è penoso, ma non ricordo come ti chiami.»
Al ragazzo scappa una risatina. «Harry. E tu? Ieri notte non te l’ho nemmeno chiesto.»
Ah, bene… pensa lei, non sapendo se essere o no consolata dalla situazione reciproca. «Hope.»
Altra risatina.
«Che nome particolare!» Harry si siede dov’era prima. «Dai, mangiamo, appena finito ti porto a casa.»
«Okay.» risponde lei. Si siede e prende una cialda di pancakes dal piatto. La guarda, pensante. La assaggia. «Li fai spesso i pancakes? Sono buoni!» esclama, colpita dal gusto soffice che aderisce alle sue papille gustative.
«Ogni volta  che faccio sesso.» le risponde Harry, fissandola.
Hope fa fatica a deglutire, spiazzata dalla risposta.
Non doveva nemmeno chiederglielo, ora aveva la certezza che quella notte ci avevano dato dentro.
«Okay.» asserisce la ragazza, cercando di continuare a mangiare. «Grazie per la colazione.»
«Di niente.» E riprende a mangiare anche lui.
Cosa è meglio fare ora? Sapere un po’ più su di lui o finire di mangiare e “chi s’è visto s’è visto”?
Decide di scegliere entrambe. Tanto valeva sapere almeno con chi fosse andata a letto.
«Quindi… come ci sono finita qui?» chiede lei, trovando un po’ di coraggio.
«Eh?»
«Beh sai… non mi ricordo niente. Devo essere stata talmente ubriaca da dimenticare quello che è successo. Ho avuto un blackout pazzesco da ieri sera.» spiega, un po’ in imbarazzo.
«Ah.» sorride sornione il ragazzo.
Hope continua a torturarsi le labbra. Questa situazione la mette parecchio a disagio.
«Beh, ti ho portato qui, e per questo sembravi molto contenta, e poi ce la siamo spassata come si deve.» Gli scappa una risatina. «Eri molto arrapata.» conclude.
Hope non ce la fa più.
«Okay, vado.» Con ciò si alza dalla sedia.
L’espressione sul viso di Harry muta completamente, da allegria a comprensione. «Ehi, dai, non te la prendere. Eri ubriaca.»
Quella di Hope, si fa seria. «Appunto, non avrei dovuto bere così tanto. Cazzo, la prima volta in discoteca e guarda cosa mi succede. E sono ancora minorenne!» esclama infine, presa da un attacco di rabbia contro se stessa.
«Sei minorenne?»
«Sì, ho quasi 17 anni.» Sbuffa.
Harry sbianca. «16 anni? Scherzi?»
«Ahm… Documento falso. Non li controllano bene, s’è visto.» Si morde il labbro. «Perché? tu quanti…?»
«23.» risponde secco il ragazzo.
«Oh.»
«Già.»
Nella stanza si è creata un’atmosfera di disagio reciproco.
Dopo un po’ di secondi di silenzio, è Harry a parlare. «Beh… Vai a vestirti, ti accompagno a casa.» dice, alzandosi e cominciando a sparecchiare.
A casa…
Hope non sa come comportarsi. Non voleva apparire agli occhi del ragazzo come una facile. Non voleva apparire così agli occhi di nessuno.
Ma un po’ lo era. E aveva solo 16 anni.
Lei cammina verso la camera di quella casa sconosciuta, e nel mentre le viene una fitta allo stomaco, se aveva ancora fame adesso sicuramente non ce l’ha più.
Quella notte aveva oltrepassato il limite.
Si sbottona la camicia nera e la poggia sul letto, riprendendo da terra il suo vestitino nero molto scollato e corto.
E si rende conto, guardandosi allo specchio in angolo della stanza, che non voleva più oltrepassarlo quel limite.
Per una volta, magari, posso provare a non fare solo sesso. Magari… Magari questo Harry provo a conoscerlo meglio… pensa la ragazza.
Recupera il cellulare dalla borsettina nera. 13 chiamate perse da Harriette.
«Sei pronta?»
La voce del ragazzo la fa sobbalzare, e rimette il cellulare nella borsettina.
«Sì.» risponde.
Scendono le scale del condominio lussuoso in cui è l’appartamento di Harry, arrivando al garage. Montano in macchina ed escono, e subito Hope si rende conto di dove sono: nell’Upper East Side, il quartiere più lussuoso di Manhattan.
Lui nota lo stupore sulla faccia della ragazza, praticamente attaccata al vetro con la bocca aperta. «Che c’è?»
Lei si gira verso di lui. «E me lo chiedi? Quanto ricco devi essere per vivere qui??»
Una delle sue risatine le fa tornare il buonumore. «Abbastanza. Dove ti porto?» le chiede.
«Chelsea.»
«Ricevuto!»
L’avrebbe portata a casa, o meglio, a casa di Harriette. I suoi genitori sapevano solo che avrebbe dormito da lei appunto per il suo compleanno – cosa che non è successa.
Lo fissa incantata mentre è impegnato a guidare, l’avrebbe più rivisto?
Senza farsi notare prende un pezzo di carta dalla borsettina nera, scrivendoci il suo numero di cellulare. Con cautela lo infila nel vano portaoggetti  dell’auto, assicurandosi che sia da essere notato dal ragazzo quando gli butterà un’occhiata.
Un’altra fitta allo stomaco.
Mi richiamerà?


 
♦♦♦


Angolino dell'autrice
Hi everybody! Questa è la mia prima fanfiction sugli One Direction, spero vi piaccia! :)
Sono curiosa di leggere il vostro parere riguardo questo primo capitolo.
Alla possima!
   
 
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