Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lily Liddell    07/03/2015    2 recensioni
Effie's POV | Hayffie
~
Sequel di Ozone e prequel di Petrichor.
{Cercherò di fare in modo che possa essere letta anche senza tenere in conto il prequel. Anche se potrebbe essere utile per capire lo sviluppo del personaggio di Effie dai suoi primi Giochi a questi.}
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Avete letto Hunger Games dal punto di vista di Katniss, questi sono gli stessi avvenimenti visti attraverso gli occhi di Effie Trinket, capitolina DOC. Più o meno.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Dal capitolo 1 [La mietitura]:
La sveglia suona incessantemente e mi costringe ad aprire gli occhi. La stanza è avvolta nell’oscurità più totale, potrebbe essere ancora notte fonda.
Ci vogliono svariati minuti prima che la nebbia che mi avvolge il cervello svanisca; non è notte fonda: sono quasi le sette del mattino.
Allungo un braccio per zittire quell’aggeggio infernale che continua a trillare e mi costringo a sedermi al bordo del letto.
Il treno in movimento continua a cullarmi e svegliarsi del tutto è incredibilmente difficile.
Qualcuno potrebbe pensare che dopo quindici anni di viaggi io mi sia abituata, e invece ogni volta è sempre tutto uguale.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Atmosphere'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando entriamo nella sala da pranzo, Peeta, Cinna e Portia sono fuori, su un balcone che domina tutta Capitol City. Sono felice di vedere lo stilista, soprattutto dopo aver sentito che Haymitch si unirà a noi. Un pasto presieduto solo da Effie e Haymitch non può che risolversi in un disastro.
~
« TU SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO! » squittisco, inviperita.
Haymitch è di fronte a me – stravaccato su un divanetto di pelle nera, un bicchiere di ginger ale in mano e mi guarda con fare annoiato. « Rilassati, Principessa » dice, scuotendo una mano. « Domani mattina non si vedrà più nulla ».
« Hai colpito un tributo, Haymitch. Ti rendi conto della gravità di questo tuo gesto? » abbasso la voce, perché non vorrei che qualcuno al di fuori di questo camerino mi sentisse.
Tutti al Centro Immagine sono indaffarati e adesso noi non possiamo fare altro che aspettare.
Una volta giunti alla stazione ho fatto solo in tempo a notare il livido sulla mascella di Peeta e a spedire i due ragazzi nelle mani dei rispettivi preparatori prima di farmi da parte costringendo Haymitch a darmi una spiegazione sensata. L’ho fatto entrare nella prima stanzetta libera che si è rivelata essere un camerino pieno di vestiti e appendiabiti.
Non ci è voluto troppo prima di riuscire a farlo parlare.
Tutto mi sarei aspettata fuorché quello che mi è stato detto.
Qualche volta era stato aggressivo nei confronti dei tributi – sempre scortese, ma non aveva mai preso uno dei ragazzi a pugni. Non so cosa gli sia preso, ma deve subito darsi una regolata.
« Vuoi spiegarmi il motivo per cui lo hai fatto? » cerco di chiederglielo con un tono gentile, ma risulta più esasperato che altro. Ormai non so più che cosa fare con lui, sembra quasi che i guai se li cerchi da solo.
Haymitch solleva i piedi e li poggia su un tavolino basso zeppo di pezzi di stoffa che è di fronte al divanetto, le suole delle scarpe sono consumate.
Vorrei potergli dire di mettersi composto, ma non servirebbe assolutamente a niente. Dopo quindici anni ho imparato ed evito di sprecare fiato inutilmente, mi limito a rifilargli un’occhiataccia alla quale lui risponde imitando la mia stessa espressione.
Ignorando la mia domanda, mette su uno sguardo pensieroso prima di parlare. « Lo sai, » dice, portandosi una mano sotto al mento e studiandomi « sembri proprio un bollitore quando fai così » si mette a ridere e comincio a credere che quello che abbia nel bicchiere non sia affatto ginger ale.
Assottigliando ancora di più gli occhi e mettendomi una mano sul fianco sto per rispondergli a tono, ma lui leva i piedi dal tavolino per tornare seduto composto e mi indica agitando le mani. « Ecco! Così! » esclama continuando a ridere e sono talmente scioccata che non so cosa dire. « Con la mano sul fianco e tutto. Un bollitore. Con tanto di manico e voce stridula quando fischia e l’acqua è pronta ».
È ubriaco e io lo sto anche ad ascoltare. « Non fa niente » sospiro, esausta. Che senso avrebbe arrabbiarsi e litigare per una cosa così stupida? Dargli corda non ha senso. « Solo non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere. Potevi fargli molto male ».
Haymitch borbotta qualcosa che non riesco ad afferrare con un tono scocciato e poi la porta alle mie spalle si apre, facendomi trasalire.
Per fortuna è solo Portia, che però sembra piuttosto sorpresa di non trovare la stanza vuota. « Che ci fate voi due qui dentro? »
Voltandomi verso di lei e incrociando le braccia al petto in una posa difensiva, mi affretto a rispondere. « Non pensavo che qualcuno stesse utilizzando questo camerino, scusami. Stavo cercando di- »
Prima che possa finire, Haymitch finisce la mia frase, alzandosi con una spinta dal divanetto. « Farmi scoppiare la testa continuando a lamentarsi » dice, passandomi accanto.
Le labbra di Portia sono incurvate in un sorrisetto molto divertito. « Ci hanno cambiato di posto, hanno fatto un casino con le stanze. Hanno messo le mie cose qui » spiega, poi il suo sorriso svanisce appena i suoi occhi si poggiano sul tavolino. Si avvicina e afferra un pezzo di stoffa un po’ sgualcita. « Ci hai messo i piedi sopra? » chiede bruscamente ad Haymitch, che si stringe nelle spalle. « E tu glielo hai fatto fare? » adesso sta guardando me.
Sollevo le sopracciglia e le mie braccia cadono pesanti lungo il corpo. « Non sono la sua baby-sitter! » posso cercare di evitare che venga arrestato, posso cercare di evitare che si ammazzi bevendo troppo, posso cercare di convincerlo a fare il suo lavoro come si deve… ma non posso anche tentare di infilargli in quella sua testa dura un po’ di buone maniere. Sarebbe tutto tempo perso, e io di tempo da perdere veramente non ne ho.
Haymitch ci lascia da sole, senza nemmeno prendersi la briga di dirmi dove andrà o quando si rifarà vivo.
Appena la porta si chiude alle sue spalle, Portia comincia a sistemare un po’ qualche vestito a caso. Non sembra che stia veramente facendo qualcosa, ma quando il camerino è di nuovo nelle condizioni che più le piacciono, mi rivolge uno sguardo contento e mi fa cenno di seguirla fuori. « Voglio presentarti Cinna » dice, infilando il suo braccio sotto il mio, facendomi strada lungo i corridoi.
Decido di non dirle di Haymitch e del pugno che ha sferrato al povero Peeta, ma immagino che di qui a breve lo verrà a sapere.
« Allora? » le chiedo appena voltiamo un angolo, incrociando Antea – una dei due stilisti del Distretto 3. Ci rivolge un saluto muto al quale ricambio con un sorriso, prima di tornare a guardare la mia amica. « Prime impressioni? »
Questa mattina sembrava piuttosto contenta del suo nuovo partner e dalla faccia che sta facendo adesso direi che la sua idea non è cambiata affatto.
Portia si ferma a metà corridoio e mi sorride, mentre altri due uomini che riconosco solo di vista ci passano accanto. « È straordinario! » esclama, esaltata. Non la vedevo così entusiasta da anni. « Mi piace il suo modo di pensare. Non ha paura di rischiare, la pensavamo esattamente allo stesso modo quando abbiamo discusso di quello che avremmo fatto per i tributi di quest’anno » il suo sorriso se possibile si allarga. Il bianco dei suoi denti spicca in contrasto alle sue labbra dipinte di nero. Da un anno a questa parte sono diventate il suo tratto distintivo. « E poi è sexy… » aggiunge con una mezza risata, chinando lo sguardo.
« Sì, questo lo avevo capito la prima volta che me lo hai detto » dico scherzando, senza nascondere un sorriso divertito. Portia mi dà un leggero schiaffetto sul braccio prima di riprendermi a braccetto e torniamo a camminare. Il suo comportamento è oltre l’inequivocabile: è palese. « Una donna adulta non dovrebbe infatuarsi così facilmente » la prendo ancora in giro, mordendomi l’interno delle guance.
Lei porta gli occhi al cielo, indicando con un piccolo cenno della testa una delle porte. « Almeno io non ho problemi ad ammetterlo ».
« Che vorresti dire? » sollevo un sopracciglio senza dare peso alle sue insinuazioni.
Portia si stringe nelle spalle, bussando alla porta e aprendola subito dopo. « Assolutamente nulla, Principessa ».
Storcendo appena le labbra in una smorfia contrariata, decido deliberatamente di ignorare l’ultimo scambio di battute; inspiro profondamente riempiendo i polmoni d’aria e rimango con la schiena ben dritta.
Appena entriamo in quest’altro camerino noto subito un’aria diversa.
Al mio naso arriva l’odore di capi nuovi, lo stesso che è presente in ogni centro commerciale in cui ho messo piede.
È più grande rispetto a quello dov’ero con Haymitch. Una grossa scrivania è stracolma di cose – inclusa una macchina per cucire e almeno una decina di contenitori che emettono bagliori decisamente singolari. Mi chiedo che cosa contengano… sicuramente qualcosa di molto luccicante.
I due divani presenti nella stanza non sono colmi di vestiti, e nemmeno il tavolino basso fra i due – tutti i capi sono appesi accuratamente a degli appendiabiti adiacenti alle pareti della stanza.
Il nuovo stilista sicuramente è più ordinato di Portia…
È in piedi di fianco ad una macchinetta per il caffè; quando ci vede ci sorride e poggia la sua tazza sul tavolo grande per potersi avvicinare.
Mi volto subito verso Portia con un movimento lento, starebbe a lei presentarci. La mia amica mi capisce al volo e si posiziona fra noi con fare affabile. « Cinna, lascia che ti presenti la nostra accompagnatrice: Effie ».
Devo dire che Portia non ha tutti i torti. Anche se non userei proprio il termine sexy, forse più “attraente”.
Ha un sorriso accattivante e uno sguardo gentile negli occhi.
« Molto piacere » dice, prendendo la mano che gli sto porgendo e invece di stringerla, ci poggia un bacio soffiato sul dorso.
« Il piacere è mio » rispondo cordiale, mentre invita sia Portia che me a sederci.
Si è ambientato perfettamente, vedo. Fa come se fosse a casa sua.
Capisco anche perché la mia amica ne sia attratta. Lei non ha mai apprezzato l’eccessività nelle persone – non nelle sue prede sfortunate, almeno.
Cinna ha un aspetto ordinato e pulito, il viso è privo di apparenti tracce di cosmetici – fatta eccezione per una riga di eyeliner dorato sulla palpebra. Nemmeno i suoi abiti sono sfarzosi, anzi.
Se lo incontrassi fuori da questo edificio potrei pensare tutto di lui, meno che sia uno stilista. « Portia mi ha detto che hai scelto tu di lavorare per noi » comincio la conversazione spedita, prendendo il bicchiere che mi sta porgendo la stilista. È un po’ presto per lo champagne o il vino, ma non per un aperitivo analcolico – almeno spero che lo sia, quando il sapore viene completamente coperto dagli aromi fruttati è un po’ difficile dirlo.
Cinna beve un sorso dalla sua tazza di caffè appena recuperata dal tavolo da lavoro e annuisce appena. « Sì » conferma, rivolgendosi poi alla mia amica. « Come stavo dicendo prima a Portia, mi avevano offerto un posto già l’anno scorso ma ho rifiutato » spiega, passando lo sguardo da una all’altra. Ha un modo di fare semplice, ma ispira sicuramente fiducia. « Avevo rifiutato anche quest’anno ma poi ho visto le mietiture e ci ho ripensato ».
Ottimo, penso e cerco di non far trasparire il mio reale entusiasmo. Ero sicura che la mia ragazza non sarebbe passata inosservata.
Voglio che continui a tenere l’attenzione su di sé, perché è l’unica cosa a cui possiamo aggrapparci per ora.
Sorrido – è il mio sorriso da lavoro, ma meno plastico del solito. « Avete già pensato a qualcosa per la cerimonia di apertura? » chiedo con fare innocente.
Cinna e Portia si scambiano uno sguardo complice e non so bene come prendere la cosa.
Vorrei poter dire di non essere preoccupata, purtroppo però pur non conoscendo lo stilista, conosco bene la mia amica e so che le sue idee possono essere piuttosto stravaganti di tanto in tanto.
Aspetto pazientemente la mia risposta, mantenendo saldamente il sorriso – ma la mia risposta non arriva.
« È una sorpresa » annuncia Portia, tornando a guardarmi e lisciandosi un po’ la gonna nervosamente.
Lo so perché è così nervosa.
Io odio le sorprese.
« Oh! » esclamo contenta. « Io adoro le sorprese! » cinguetto congiungendo le mani sotto il mento. Che cos’hanno in mente questi due?
Già Haymitch ovviamente non mi ha detto se ha parlato o meno con i tributi – oltre a procurargli ematomi sul viso – e adesso gli stilisti non vogliono dirmi come vestiranno i ragazzi.
Beh, perfetto… io che ci sto a fare qua?
Non provo nemmeno ad insistere, tanto Portia non si farà uscire nulla dalla bocca e ho come la sensazione che anche Cinna sia della stessa pasta.
Li lascio soli, così potranno continuare a progettare il loro lavoro – almeno spero.
Le ore successive le passo vagando fuori e dentro il Centro Immagine; cerco di capire più o meno come sia la situazione almeno per adesso.
Solo dalle mietiture non si può mai dire molto, ma quest’anno è stato un raccolto particolare.
Faccio molte telefonate, incontro gli altri accompagnatori e qualche mentore.
Finnick mi confessa che non nutre particolari speranze per i suoi tributi di quest’anno. Mi suggerisce anche di costringere Haymitch a giocarsi bene la carta della ragazza che si è sacrificata per sua sorella. « Magari è l’anno buono per non essere gli zimbelli di Panem… » me lo dice scherzando, ma il modo in cui mi stringe il braccio prima di allontanarsi mi fa capire che forse c’era un fondo di vera compassione nelle sue parole.
Sicuramente sapevo cosa fare con Haymitch anche prima del suo consiglio, ma visto che anche qualche altro mentore ha notato la mia ragazza, dovrò essere sicura senza ombra di dubbio che Haymitch non dia forfait anche quest’anno.
So già più o meno chi saranno gli sponsor più in vista quest’anno e anche se solo Haymitch può chiudere i contratti, nulla mi impedisce di fare un po’ di pubblicità positiva per il mio distretto.
Chiedendo un po’ in giro e riscattando qualche favore fatto negli anni precedenti, riesco anche a rintracciare Sabille Algirdas – lei e Lascius Perthshire pare si contenderanno il titolo di sponsor dell’anno.
Non perdo tempo a cercare di parlare con lui, ma lei è una donna e so che ha una sorella. Mi basta cominciare ad elogiare il coraggio della mia ragazza e subito i suoi occhi artificialmente viola s’inumidiscono di commozione. « Oh, sì! Ma certo, ma certo! » dice, annuendo gravemente. « Un coraggio notevole! » mi dà corda e rimaniamo a parlare del più e del meno, lei è sicura che quest’anno se ne vedranno delle belle.
Per la prima volta in quindici anni sono riuscita a parlare con una degli sponsor più in voga e prima ancora della cerimonia di apertura. Forse sto sognando…
Ci scambiamo i nostri recapiti, nel caso volessimo rimetterci in contatto e mentre mi allontano devo trattenermi dal saltellare di gioia.
Allora è questo quello che significa avere veramente speranza?
Più le ore passano, e più il Centro Immagine si riempie di gente.
L’interno e le strade che circondano l’edificio brulicano di curiosi ma anche di sponsor.
Tengo gli occhi aperti tutto il giorno, non mi fermo un attimo – nemmeno per pranzare.
Katniss ha attirato l’attenzione su di sé ed è facile parlare di lei, ma non voglio che Peeta resti completamente scoperto.
Cerco di elogiare il mio tributo maschio, anche se senza le informazioni che mi avrebbe potuto dare Haymitch – sempre che abbia cercato di fare qualcosa – non è che posso essere troppo specifica.
« È un ragazzo incredibile » dico a due sponsor che ci hanno supportato qualche anno fa, nonostante il loro aiuto non fosse servito a nulla. « Sia lui che la ragazza si stanno sforzando moltissimo ad apparire al meglio e sono molto volenterosi! Tenendo conto soprattutto da che razza di posto provengono… » aggiungo e trovo completo appoggio nei due uomini che ho di fronte.
Una donna adesso mi sta parlando di come sia eccitata di vedere come sarà la nuova arena, ricordandomi quanto fosse incredibile quella di due anni fa. La landa di terra meravigliosa e letale, che ricordava quella della seconda Edizione della Memoria.
Spero che non ci siano creature tanto mostruose anche in questa, sinceramente.
L’ultima cosa che voglio è che un coniglio bianco stacchi la testa ad uno dei miei tributi.
Ne approfitto subito per tirare in ballo l’argomento ma lei non sembra molto contenta. « Oh, i ragazzi che mi sono capitati quest’anno sono preziosi! » dico con fare allegro, sfoderando il mio sorriso migliore. « E poi, vengono dal distretto del carbone! » aggiungo, estasiata. « E se c’è abbastanza pressione, i pezzi di carbone si trasformano in perle! » questo sembra convincerla e dentro di me esulto soddisfatta.
Quando comincia a farsi tardi, vado a controllare che sia tutto pronto.
Portia non mi fa entrare nella stanza dove lei e Cinna stanno dando gli ultimi ritocchi agli abiti, ma mi assicura che hanno tutto sotto controllo.
Le chiedo come stesse Peeta quando lo ha incontrato per parlare dei vestiti e lei mi risponde che aveva un livido sulla mascella ma che era stato il ragazzo stesso a chiedere di non coprirlo con il trucco.
« Strategia, suppongo… » dice Portia con una scrollata di spalle e io annuisco piano, prima di farla tornare al suo lavoro.
Dubito che Haymitch lo abbia colpito per fargli un favore… sta di fatto che ormai quel livido è sul suo viso, tanto vale sfruttarlo e farlo passare per uno dal temperamento aggressivo.
Non ho il permesso di vedere i ragazzi fin dopo la cerimonia, quindi visto che ormai è ora, con le altre accompagnatrici e accompagnatori ci facciamo scortare con delle auto fino all’Anfiteatro cittadino.
Durante il tragitto continuiamo a scambiarci impressioni e chiacchiere, per lo più pettegolezzi e prognostici sui Giochi imminenti.
Non ci è permesso scommettere ufficialmente, ma alcuni di noi lo fanno comunque in via ufficiosa, solo nel nostro gruppo – anche se non ho mai trovato la cosa molto intelligente. Perché una persona dovrebbe scommettere per qualcuno che non appartiene al distretto che rappresenta?
Appena arriviamo scendo dall’auto e da sola mi avvio verso il lato destro della strada. Mi siedo composta al mio posto, sollevando lo sguardo sulla folla.
Sono tutti molto eccitati ed in trepidazione. Non vedono l’ora di poter ammirare i tributi nei loro costumi sfavillanti e vederli sfilare davanti ai loro occhi.
C’è un brusio continuo che mi circonda, ma non riesco ad ascoltare nemmeno una parola, sono troppo nervosa.
Perché i due stilisti non mi hanno voluto dire di che cosa si trattava?
L’ultima volta che è successa una cosa del genere i miei tributi sono stati presentati completamente nudi. Non potrei sopportare qualcosa del genere… una volta mi è bastata.
Non credo che Portia avrebbe mai detto di sì, però, quindi cerco di rilassarmi. Di sicuro non sarà nulla di peggio.
Finalmente parte la musica di apertura e io alzo gli occhi, portandoli agli enormi maxischermi che sovrastano la folla.
Le chiacchiere cessano e gli occhi di tutti sono puntati verso l’alto.
Anche volendo, il volume a cui viene mandata la musica è talmente alto che ogni tentativo di comunicazione che non sia con la persona al proprio fianco sarebbe del tutto inutile.
Il primo carro di tributi, trainato da quattro cavalli meravigliosamente bianchi, attraversa le porte massicce e la folla ruggisce.
Ci metteranno circa venti minuti per arrivare qui, ma possiamo tranquillamente seguire il loro percorso attraverso gli schermi.
I due tributi del Distretto 1 sono splendidi. La ragazza è di una bellezza quasi indescrivibile, con i suoi capelli biondi e gli occhi chiari.
Sono entrambi ricoperti di vernice spray argentata e indossano abiti impreziositi da pietre scintillanti.
Riesco a sentire la voce di Velvet vantarsi nella mia testa.
Come ogni anno i tributi del 4 sono sempre vestiti magnificamente. Conosco entrambi gli stilisti e so che in particolare i lavori di Leonida sono sempre capolavori.
Le telecamere passano brevemente sui soliti alberi del Distretto 7 e mi chiedo come facciano due stilisti del genere a poter ancora lavorare. Nessuno gli fa notare che il troppo stroppia?
Poco a poco tutti i carri entrano in scena e aspetto con ansia che anche l’ultimo si faccia vedere.
Dopo i tributi del distretto 11, trattengo il fiato aspettando di vedere qualcosa e alla fine lo vedo, i mio carro – e il mio cuore manca un battito.
La prima cosa su cui si concentrano i miei occhi è il mantello di fiamme. Le lingue di fuoco scintillano di rosso e giallo e gli avvolgono anche la testa.
Stanno andando a fuoco.
C’è un attimo di panico generale dove vorrei potermene andare e raggiungerli di persona, poi le telecamere si fermano sul viso dei due ragazzi. Sorridono e salutano la folla, le fiamme sembrano non infastidirli.
Quando la folla si calma, comincia ad acclamare e a gridare il numero del distretto.
Io non riesco a tranquillizzarmi completamente.
Quei due folli hanno dato fuoco ai miei tributi!
Com’è possibile? Come hanno fatto? Come diavolo gli è venuto in mente?
Sono al sicuro? Potrebbero farsi male?
Adesso preoccuparsi è inutile, immagino. E poi loro sembrano cavarsela egregiamente.
Ci metto un po’, ma alla fine la paura sparisce e riesco ad apprezzare la bellezza dello spettacolo.
E riesco anche a guardarmi attorno e a studiare di nuovo la situazione. Gli occhi di ogni singolo capitolino sono sui miei ragazzi. Sono estasiati dalla loro grandezza.
Le fiamme li circondano e loro stanno facendo un lavoro eccellente.
Si tengono per mano, sorridono, salutano la folla e mandano baci.
I cittadini lanciano fiori nella loro direzione, li acclamano.
Non mi sembra vero, per la seconda volta in una giornata credo di star sognando.
Li adorano. Li adorano…
Gli occhi di Katniss e Peeta brillano; i loro volti sono puliti. Al contrario di altri indossano un trucco assolutamente essenziale, i loro tratti sono invariati.
Le scie di fuoco dei loro mantelli si uniscono alle loro spalle, dissolvendosi poco a poco in scintille rosse e gialle.
Non so a che cosa dare più attenzione, se ai miei due splendidi tributi o se alle persone che li stanno osannando.
Nella gola mi si forma un groppo emozionato e riesco a staccare gli occhi dai ragazzi, mi volto senza importarmene di essere discreta – nessuno baderà a me – e mi rendo conto che sono i loro nomi che stanno gridando.
Non più il numero del loro distretto. I loro nomi.
Sicuramente Haymitch riuscirà a far firmare decine di contratti quest’anno.
Devono solo superare il bagno di sangue e voglio essere fiduciosa.
Il cuore mi martella in petto mentre inquadrano Katniss che annusa una rosa rossa e manda un bacio al pubblico.
Non mi aspettavo un tale comportamento da lei, non mi era sembrata il tipo. Evidentemente mi sbagliavo e se non mi sbagliavo, allora sa recitare e se la aiuterò un po’, questa dote le sarà parecchio utile durante le interviste… anche se questo sarebbe un compito di Haymitch, ma farei bene a prepararmi, potrei dovermene occupare io.
I carri mi passano davanti e abbasso lo sguardo dallo schermo. Le persone intorno a me impazziscono. Allungano le mani verso di loro, come se volessero toccarli, si sporgono e a turno gridano il nome di Katniss e di Peeta, finché i cavalli non fanno il giro dell’Anfiteatro.
Sollevo di nuovo gli occhi sulla folla, continuano ad esultare.
Adesso anche chi abita nei palazzi circostanti si fa vedere; salutano, li chiamano, mandano baci.
Faccio vagare lo sguardo sui piccoli volti che si accalcano alle finestre.
Mi chiedo se anche Seneca stia guardano la cerimonia. Vorrei potergli chiedere se è stato sufficiente, se ce l’ho fatta… forse questo basterà per poter restare al 12.
Poco dopo che i carri si fermano di fronte alla residenza del presidente, la musica cessa.
Il Presidente Snow comincia il suo solito discorso di benvenuto e mi rendo conto che i miei tributi stanno rubando la scena a tutti gli altri.
È quasi buio ormai e loro due sono fari nella notte.
Le mie due lucciole.
Parte l’inno nazionale e i carri riprendono a muoversi. Mi sono distratta e non mi ero resa conto del tempo che passava, devo muovermi e rientrare subito nel Centro di Addestramento!
« Chiedo scusa! » cerco di farmi largo fra la folla, ma è complicato. « Permesso! » ci metto parecchio e devo sgomitare a destra e a manca, ma alla fine riesco finalmente a raggiungere la strada e sono costretta a fare una corsa.
Quando arrivo, vedo il team di preparatori svolazzare attorno alle mie due lucciole che ormai sono state prontamente spente dai loro sensazionali stilisti.
Octavia – la nuova ragazza che si è appena aggiunta al team – sta elogiando la bellezza di Katniss, mentre le sistema un po’ i capelli.
Ho avuto modo di parlare brevemente con tutti loro durante la giornata. Octavia mi sembra una ragazza in gamba e volenterosa – e ha avuto una bella impressione su Katniss. Di solito quando sono così giovani tendono ad essere diffidenti.
Flavius e Venia mi hanno confessato di adorare il mio tributo quest’anno e mentre mi avvicino penso che riusciremo finalmente a combinare qualcosa di buono.
Appena li raggiungo, mi assicuro che i due ragazzi stiano bene e che non siano affumicati, poi stringo calorosamente le mani a Cinna, facendogli i miei più sentiti complimenti e infine abbraccio Portia. « Sei completamente pazza » sussurro a denti stretti, in modo che solo lei mi senta, senza smettere di sorridere. « Perché non mi hai voluto dire niente, mi hai fatto venire un infarto! » aggiungo mentre la lascio andare.
Lei è al settimo cielo – e ha ragione di esserlo – e quando risponde, lo fa sottovoce, lanciando un’occhiata furtiva ai due ragazzi che si stanno velocemente riprendendo e parlottano fra loro. « C’era un buon venti per cento di possibilità che prendessero fuoco… ma è positivo! » aggiunge subito, quando vede la mia reazione. Come può essere positivo? Non c’è bisogno che dia voce ai miei pensieri. « Un quarto d’ora prima dell’inizio le probabilità erano del quaranta per cento ».
Decido di lasciar correre perché alla fine è andato tutto bene ed è solo questo quello che conta.
È inutile continuare a restare qui, quindi scorto i ragazzi fino all’ascensore e li faccio entrare.
Mentre risaliamo mi congratulo con loro per tutto. Si sono comportati in maniera esemplare e voglio che lo sappiano. Voglio che sappiano quanto gli sono grata e soprattutto voglio che sappiano che io farò del mio meglio per aiutarli una volta che saranno entrati nell’arena. Li informo che ho già cominciato a cercare qualcuno disposto a sponsorizzarli, senza ovviamente poter entrare nei dettagli delle loro abilità, visto che non le conosco…
Sempre grazie ad Haymitch – e vorrei veramente sapere che fine ha fatto. « Purtroppo non posso chiudere contratti di sponsorizzazione per voi. Solo Haymitch può farlo » sospiro, cercando di non lasciar trasparire troppo la mia apprensione, ma sono stanca. Questa volta, però, non avrà vita facile. Quell’uomo quest’anno farà il suo dovere e loro devono sapere anche questo. « Ma non datevi pensiero, » li assicuro, « lo costringerò a occuparsene, anche a costo di puntargli una pistola alla tempia ».
Appena arriviamo, lascio che vadano nelle loro stanze e io prima di raggiungere la mia mi fermo di fronte a quella di Haymitch.
Busso e senza aspettare una risposta – che non arriverebbe comunque – entro.
Lo trovo seduto sul suo letto come al solito. In mano ha una bottiglia di vino mezza vuota, ma lui non mi sembra particolarmente ubriaco. Meno del solito, comunque. Lo conosco e so che solitamente si darebbe al whiskey, passa al vino quando vuole restare un po’ più lucido.
Mi fermo sulla soglia, incrociando le braccia al petto. « Li hai visti? » chiedo con un tono neutro. La televisione è accesa, quindi immagino che la risposta sia positiva.
« I tributi arrosto? » chiede con un’alzata di sopracciglio. « Sì » risponde infine, bevendo un lungo sorso dalla bottiglia.
Devo sforzarmi per non sorridere, quindi cerco di pensare ad altro. « Li aiuterai » è un’affermazione, non una domanda.
Haymitch, però, non sembra voler discutere su questo. Annuisce lentamente, poggiando la bottiglia – adesso vuota – sul comodino. « Sì » è il secondo monosillabo, non mi convince.
« Sì? » ripeto, un po’ stranita. Di solito ci vuole molto di più per convincerlo.
Lui annuisce di nuovo, e io entro nella sua stanza, chiudendomi la porta alle spalle. « Ho già parlato con loro sul treno, a colazione ».
Questa notizia mi lascia piuttosto perplessa. La cosa deve riflettersi sul mio viso, perché Haymitch mi guarda e sorride sotto i baffi. « E quando pensavi di dirmelo? » mi ritrovo a chiedere, sollevando di un’ottava il mio tono di voce.
Il mentore fa scorrere gli occhi sulla mia figura, con uno sguardo indecifrabile. « Prima » dice, con un sorrisetto sarcastico sulle labbra che vorrei potergli schiaffeggiare via. « Te lo avrei detto prima se non mi avessi continuato a rompere le palle con la storia del pugno ».
Sospiro, portando gli occhi al cielo e sento le braccia appesantirsi e cadermi lungo i fianchi. « Sei un uomo insopportabile, Haymitch Abernathy ».
Lui di tutta risposta si sporge oltre il letto e recupera un’altra bottiglia di vino – ma dove le tiene? – la stappa e in una specie di brindisi la solleva nella mia direzione. « E non ti piacerei in nessun altro modo, Effie Trinket » mi prende in giro, imitando pietosamente il mio accento quando pronuncia il mio nome.
Qualcosa si scalda nel mio stomaco e io dovrei detestarlo. In un certo senso lo detesto. È incredibile come si possa desiderare una persona e allo stesso tempo volerla prendere a sberle.
Haymitch beve un altro sorso di vino, ma la posizione supina in cui si ritrova non è la più adatta ad un’azione simile. Un po’ di liquido gli va di traverso, tossicchia appena e si solleva sui gomiti, poi ripete il gesto automatico di portarsi la bottiglia alle labbra.
Il respiro mi si spezza in petto, mentre i miei occhi seguono la sua mano e alcune gocce di vino gli scorrono ai lati della bocca, rimanendo intrappolate contro la barba ispida, vecchia di qualche giorno.
Riesco quasi a sentire i battiti rallentati del mio cuore. Lo stomaco mi si contorce in una morsa dolorosa e il calore si espande verso il basso, facendomi tremare le ginocchia e serrare i pugni.
Sono in silenzio da troppo tempo, devo veramente allontanarmi, prima che faccia o dica qualcosa di stupido.
Inspiro lentamente, incrociando nuovamente le braccia al petto e sollevando il mento con fare stizzito. « Fatti una doccia prima di cena e non azzardarti a presentarti ubriaco » sbotto, dandogli le spalle e lasciando in fretta la stanza.
Mi ritiro in camera mia, e mi spoglio infilandomi subito sotto la doccia.
Una pioggia di acqua bollente mi colpisce lavando via ogni mio pensiero – proprio quello di cui avevo bisogno. Veramente era una doccia fredda, quella che mi serviva. Ma non credo che farmi venire una polmonite sarebbe una bella mossa, quindi mi accontento.
Non mi sono struccata prima di entrare qui dentro, quindi immagino che adesso il mio viso sembrerà una tavolozza di colori.
Faccio schiumare un po’ di sapone e mi lavo accuratamente la faccia, poi passo ai capelli e infine al corpo.
Quando esco la mia pelle è rosa acceso e dalle mie braccia si sollevano ancora nuvolette bianche di vapore.
Prima di cena mi cambio e mi trucco di nuovo, indossando però la stessa parrucca.
Raggiungo il salotto ma lo trovo vuoto. I due stilisti assieme a Peeta sono fuori al balcone, stanno chiacchierando tranquillamente mentre osservano la città.
Decido di andare a chiamare Katniss, in modo che si unisca a noi.
Busso alla sua porta ma questa volta, contrariamente a come ho fatto per Haymitch, aspetto. « La cena verrà servita a breve! » trillo allegramente, e attendo pazientemente che la ragazza mi apra.
Noto con piacere che si è cambiata e si è anche data una ripulita. Adesso i suoi capelli scuri le ricadono lunghi sulle spalle, ha tutta un’altra faccia.
Le sorrido e insieme ci incamminiamo verso il salotto.
Quando ci vedono, i tre tornano dentro e chiudono il balcone per evitare che l’aria condizionata esca fuori. « Dov’è Haymitch? » chiedo a nessuno in particolare, sperando che qualcuno lo sappia e che non sia già sparito al piano di sotto con Chaff.
« È uscito » ci informa Cinna. Vedo che hanno avuto il tempo di fare le presentazioni, almeno così non me ne dovrò occupare io. « Ha detto che sarebbe tornato per cena » aggiunge, notando la mia smorfia di disapprovazione.
Aspettiamo un po’, ma comincia a farsi tardi, quindi ci mettiamo tutti a tavola.
Non faccio nulla per nascondere il mio disappunto e mi lamento ad alta voce sul fatto che sia una persona assolutamente inaffidabile.
Con la coda dell’occhio vedo Portia lanciarmi uno sguardo di traverso, prima di sporgersi verso Cinna e bisbigliargli qualcosa all’orecchio. Lo stilista sorride divertito, ma non ribatte – io distolgo lo sguardo per non attirare l’attenzione.
Haymitch ci onora con la sua presenza mentre servono la prima portata. « Finalmente! » lo accolgo e lui sembra già tentato di girare sui tacchi e andarsene. « Perché non ti siedi, così puoi fare due chiacchiere con i ragazzi? » suggerisco con un sorriso.
« E rischiare di rovinarti l’appetito con argomenti così cruenti? » Haymitch finge apprensione, ma non rispondo, assottigliando le labbra e rifilandogli un’occhiataccia.
Scosta una sedia e le gambe stridono contro il pavimento, facendomi rabbrividire, poi prende posto accanto a me.
È sicuramente più sobrio del solito, di questo sono infinitamente felice e si è anche fatto una doccia. Si è anche cambiato a dire il vero, immagino che Portia lo abbia costretto – da qualche anno a questa parte Haymitch è diventato un po’ il suo progetto personale.
La magia le riesce piuttosto bene…
Cominciamo a mangiare e lui non fa più commenti o battutine taglienti.
L’argomento principale – ovviamente – è la cerimonia di apertura e di come fosse assolutamente palese che tutte le attenzioni erano rivolte a noi.
Rinnovo i miei complimenti agli stilisti perché se li meritano tutti, hanno voluto osare e il successo è stato strepitoso.
Anche Haymitch esprime il suo apprezzamento, e dal modo in cui parla e si comporta capisco che è veramente più sobrio rispetto al solito. Che si sia deciso a fare il mentore?
Possibile, visto il riscontro che abbiamo avuto. Se non ora, quando?
« È un segreto anche sapere quello che farete indossare ai ragazzi per le interviste, o possiamo saperlo? » chiedo spostando lo sguardo da Cinna a Portia. È una chiara frecciatina rivolta a lei, ma la stilista scuote la testa con un sorriso.
Si pulisce i lati della bocca con un tovagliolo, prima di rispondere. « No, non è un segreto » dice. « Ma ci stiamo ancora lavorando ».
Continuiamo a mangiare e a chiacchierare, finché non arriva il dolce. La senza-voce che ce lo ha portato dà fuoco al liquore che lo ricopre, che subito si spegne.
Sta per andarsene quando un’affermazione di Katniss la ferma – è convinta di conoscerla.
Ci metto qualche secondo ad elaborare il significato delle sue parole, poi una sensazione di disagio mi pervade.
La senza-voce si allontana velocemente, e i miei occhi si fermano su Katniss. La confusione sul suo viso è evidente.
A tavola è calato il silenzio.
Mi basta un’occhiata veloce per vedere che non sono l’unica ad osservare la ragazza, senza fiatare. Anche i due stilisti ed Haymitch hanno esattamente il mio stesso sguardo replicato nei loro occhi. « Non essere ridicola, Katniss » dico secca, quando nessun altro si decide a parlare e il silenzio diventa troppo pesante. « Come potresti conoscere una senza-voce? »
Lei sembra svegliarsi dal suo trance e mi guarda con fare sperduto, chiedendomi che cosa sia un senza-voce. Mi stupisco del fatto che non lo sappia.
Sto per risponderle, ma Haymitch mi batte sul tempo. « Una che ha commesso un crimine » le spiega con fare calmo. « Le hanno tagliato la lingua, quindi non può parlare ». Non avrebbe potuto trovare un modo più semplice e diretto per spiegarle il significato del termine. « Probabilmente è una traditrice di qualche genere. Non è possibile che tu la conosca ».
Annuisco alle sue parole, sollevando il bicchiere di vino e bevendo un sorso giusto per sembrare più calma di quando non sia in realtà. « E anche se fosse, » aggiungo « non devi rivolgere la parola a nessuno di loro, a meno che non sia per dare un ordine » scambio uno sguardo veloce con il mentore al mio fianco, non sono abituata a vederlo sobrio, o quasi sobrio. È come se ci fosse qualcosa di sbagliato, mi crea una certa ansia. O forse è la situazione a causarmi questa sensazione. Riesco a leggere la tensione nei suoi occhi grigi ma colgo anche un cenno di consenso alle mie parole, quindi continuo ripetendo quello che lui già ha detto, per sottolinearlo ulteriormente. « È ovvio che non la conosci davvero ».
Katniss balbetta, cercando di trovare una spiegazione e in suo soccorso interviene Peeta, dicendo che la ragazza somigliava in maniera impressionante ad una loro compagna di scuola. Lei sembra essere d’accordo.
Tutti annuiamo, e con questo l’argomento è chiuso.
La tensione si allenta e torniamo a parlare del dolce e di tutt’altri argomenti.
Dopo cena ci spostiamo in salotto e ci sediamo davanti alla televisione, per vedere la replica della cerimonia.
Ammiro ancora l’operato di entrambi, stilisti e tributi, quando i due ragazzi appaiono fiammeggianti sullo schermo e di nuovo il cuore mi si riempie di orgoglio.
Haymitch poi chiede di chi sia stata l’idea di tenersi per mano – quindi ha veramente guardato la cerimonia, non ha solo buttato un occhio…
« Di Cinna » è Portia a rispondere e lo stilista fa cenno di sì con la testa.
« Il giusto tocco di ribellione. Molto bello » le parole di Haymitch mi lasciano perplessa. I miei occhi si spostano per un attimo su di lui, prima di tornare sullo schermo di fronte a me.
Che razza di commento è?
Cala di nuovo il silenzio, ma questa volta non ho intenzione di prolungare la pausa più del necessario.
Con discrezione, dal momento che siamo di nuovo seduti vicini, accavallo le gambe distrattamente e tiro un calcetto deciso alla caviglia del mentore – che dovrebbe significare di’ subito qualcos’altro.
Haymitch sembra riscuotersi, rivolgendosi ai due ragazzi. « Domattina c’è la prima sessione di addestramento. Vediamoci a colazione e vi spiegherò nel dettaglio come voglio che ve la giochiate » ottimo, penso. Quindi ha deciso di darsi da fare, forse l’ho giudicato male questa volta. « E adesso andatevene a dormire un po’, mentre i grandi discutono » li congeda, e i due si alzano dando la buonanotte.
« Lei sarà un problema » esordisce Haymitch, appena i ragazzi sono abbastanza lontani.
« È una forte » commenta Cinna – e le sue parole non smentiscono necessariamente quelle del mentore.
Portia si sistema sul divano, scambiando uno sguardo veloce con lo stilista. « Cercheremo di rendere le interviste tanto indimenticabili quanto la cerimonia di stasera, ma tu devi almeno tentare di farli restare vivi ».
Sembrano tutti dare per scontato che supereranno il bagno di sangue. Hanno dimenticato gli anni precedenti, forse?
Haymitch no… « Cercherò di convincerli a non buttarsi sulla Cornucopia, ma ho la sensazione che non sarà facile » dice, e si alza per andare a prendersi da bere.
Le sue mani cadono sul suo whiskey preferito. Prima di sollevare la bottiglia ci pensa, esita, ma poi decide che ormai è tardi e Katniss e Peeta sono a letto… quindi immagino che non faccia più tanta differenza.
« Non credo che lui avrà nulla in contrario a non partecipare al bagno di sangue » gli dico, dopo una pausa in cui non avevo proferito parola. « E se lei ha la testa più dura della tua allora siamo tutti nei guai ».
Le mie parole suscitano un po’ di ilarità generale, e la tensione che si era venuta a creare si scioglie, anche se in minima parte.
Haymitch torna a sedersi accanto a me con un ghigno sulle labbra, senza però ribattere.
Restiamo a discutere ancora per una mezz’ora, prima di decidere che si è fatto tardi e che è meglio andare tutti a dormire.
Da domani si comincerà a ritmo pieno – quest’anno anche per Haymitch.
Spero con tutto il cuore che riuscirà a resistere, nei prossimi giorni verrà messo a dura prova e non è detto che riuscirà a sopportare lo stress.
Cercherò di fare tutto quello che è in mio potere per aiutare sia lui che i due ragazzi…

 

A/N: Salve.
Io odio Haymitch. Nel libro mi dà ste battute come “il giusto tocco di ribellione” o “e ora andate a letto che i grandi discutono” e io, no scusami io come dovrei reagire? Io scrittrice alla prima, e io scrittrice/Effie alla seconda. Abernathy mi vuoi morta, grazie… no sul serio, grazie.
Se leggete la scena in cui Katniss riconosce Lavinia è agghiacciante. Tutte le battute scambiate in questo capitolo durante quel momento sono prese dal libro e per me si legge per un momento della vera Effie, la persona dietro la maschera.
Niente sorrisi, niente vocine… c’è una donna che parla con durezza di un argomento che sarebbe meglio evitare e la osserva “come un falco” assieme agli altri adulti.
Dopo questo sfogo… ci sono altre cose che amo tipo Katniss che dice:
“Cinna e Portia sembrano avere un effetto civilizzante su Haymitch ed Effie. Se non altro si parlano in maniera educata.” ho cercato di rendere al meglio la cosa…
Per quanto riguarda la scena prima della cena, Effie ormai è fuori controllo. Datti una regolata ragazza che se no qua gli zompi proprio addosso, e non vogliamo, non ancora…
Mi sono un pochino lasciata prendere la mano, sì.
*coff* Letteralmente *coff*
Volevo aggiungere un’altra scena alla fine ma sto capitolo è venuto già lunghissimo di suo quindi ho preferito evitarlo.
Nel prossimo tratterò i giorni di allenamento, la sessione privata e le interviste (prevedo un altro capitolo lunghetto), quindi fra due capitoli – non il prossimo, ma quello dopo – si entra nell’arena, o meglio… Katniss e Peeta entrano e Effie continua a fare il suo lavoro fuori (e magari riesco a fare i capitoli di una lunghezza decente).
Non credo che ci sia altro da aggiungere, Portia e Cinna sono l’amore e cominciano il loro ruolo da Hayffie shipper – Portia se non assale Cinna stiamo tranquilli, non sono sicura di riuscire a trattenerla, ma non le do nemmeno torto.
Dopo l’ultimo sclero, grazie mille e fatemi sapere che cosa ve n’è parso!
 

x Lily
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lily Liddell