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Autore: RobyLupin    11/12/2008    6 recensioni
Ryousuke aveva tutto dalla vita: soldi, successo, donne. Peccato che, un bel giorno, tutto ciò sia svanito nel nulla a causa, a suo dire, dell'Infame Supremo, alias Yoshio Ohtori. Ma questo non è che l'inizio dei suoi guai. Infatti, a causa di Madama Jella, aiutata enormemente dalla sua idiozia congenita, il povero Ryo prenderà la decisione più pericolosamente devastante della sua ancor breve vita: rapire i figli delle quattro famiglie più potenti del Giappone e filarsela alle Hawaii col riscatto. Niente di più facile, insomma. Infondo, sono solo dei marmocchi, no?
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Kidnapping

Ciao a tutte! So che l'aggornamento arriva tardi, ma a mia discolpa posso dire di aver latitato parecchio a causa dell'università la scorsa settimana. -_- 

Già che ci sono, informo tutte che settimana prossima non aggiornerò né qui né in 'Five Steps' a causa di un esame e di altri impegni personali. Quindi rimandiamo tutto alla settimana dopo, almeno. XD

 

E ora, prima di lasciarvi ai gemelli (perchè di loro si tratta, stavolta XD) le recensioni...

- Kura92: Ovvio: Kyo senza block non sarebbe il vero Kyo, è provato scientificamente. U.U .... XD Quanto alla cattiveria... Beh, è Kyo: la demolizione psicologica dei suoi nemici è il suo pane quotidiano. E con Ryo è fin troppo facile, poveretto. xD Vabbé va', ti lascio ai gemelli, ora. xD Grazie per la recensione. Besos^^ 

- Laicachan: Certo che è Satana rincarnato. Non lo sapevi, forse? XD Ryo ha una certa dote naturale ad accaparrarsi sempre il peggio per la sua salute, ormai è un fatto certo. XD E pensa che ora tocca ad Hika e Kao. XD Buona lettura gemy. Besos XD

- Smemo92: Prima di tutto, grazie per le osservazioni che mi hai fatto: i vostri consigli e pareri sono sempre ben accetti, davvero. ^^ Ho cercato di limitare un po' i dialoghi tra 'noi' e Ryo, senza però eliminarli del tutto: il fatto è che è proprio del carattere del personaggio, e non potevo toglierli completamente. ^^ per quanto riguiarda le descrizioni, giudica tu, ok? XD Io di solito i faccio molta attenzione (e tu che leggi TWN credo l'avrai notato XD) ma con Ryo non c'è mai niente di certo quando scrivo. XD Grazie mille di nuovo. Besos^^

- Lely1441: Ovvio: l'ha sottovalutato perchè è Ryo, e Ryo è, citando Kyo, 'indescrivibilmente idiota' per natura. Che domande mi fai mai, Lizzie? X°D Floffy ricambia i saluti, ma preferisce mantenere l'anonimato: sai, teme che anche un idiota come Ryo lo possa rintracciare, altrimenti. U_U XD Grazie mille per la tua recensione, Liz. XD Besos^^

 

Ultima nota: per chi non avesse letto Two Weeks Notice, specifico qui che Shinichi è il nome che io ho dato al padre dei gemelli; Yuzuha, invece, è quello vero della madre. XD

Grazie nuvamente a tutti. E ora, buona (spero XD) lettura. ^^

 

 

 

CAP 3 – Babysitter? Io? Ma vogliamo scherzare?

 

Dei miei, per fortuna sono riuscito a scappare da quella specie di pazzo scatenato con la pistola in mano! Pensavo di esser spacciato, giuro…

Ahahah, sapete, sareste anche simpatici se non foste così scontati. ‘Peccato tu non abbia avuto ragione’? Ma per favore, assolutamente, incredibilmente prevedibili.

Sì, lo so che anch’io lo sono, a quanto pare. Stupido marmocchio occhialuto… Ma questo non vi autorizza a fare del sarcasmo così… così… idiota! Bah…

Uh, ma che carina la casa dove sono capitato durante la fuga! Non la trovate adorabile?

Sì, d’accordo, forse monumentale rende meglio l’idea, ma non soffermiamoci sui dettagli, prego. Cielo, mi pare quasi di essere a Versailles, tanto è grande, questo posto… Sì’, lo so che tecnicamente sto commettendo una violazione di domicilio, ma credo sia del tutto giustificata, no? O scavalcavo il muro del parco (‘parco’, perché ‘giardino’ non renderebbe minimamente l’idea, come termine) o la belva assassina mi acchiappava. E, sinceramente, tengo ancora abbastanza alla mia pellaccia, per quanto voi non possiate gradire.

Che poi, non sto facendo nulla di male, no? Sto solo dando innocentemente un’occhiatina in giro…

Come? Perché sto scavalcando il cornicione della finestra al pian terreno, dopo aver miracolosamente ed  accuratamente evitato le guardie di sicurezza? Io? Così, per nessun motivo in particolare. Che credete, scusate? Che stia cercando di entrare abusivamente in casa per sgraffignare qualcosa a questi schifidi riccastri? Tzé tzé, malfidati.

Beh, d’accordo, sì. Perché? Problemi?

‘Nessuno. Ma non aspettarti nostre visite quando sarai dietro alle sbarre, idiota che non sei altro’? Beh, grazie mille, eh! Grazie per la fiducia! Potrei commuovermi, davvero…

Uh, ma guardate che carina questa collana! Solo il ciondolo varrà una fortuna: è uno smeraldo grosso come una noce incastonato in… platino? Altro che riccastri, questi qui sono degli Zio Paperone, altroché!

Ha pure un’incisione dietro: ‘A Yuzuha, con amore per il nostro quinto anniversario. Shinichi.’ Ma che carini! Quasi quasi mi spiace portarmela via, giuro…

Oh beh, ricchi come sono, sono certissimo che se ne faranno una ragione. No?

Me la sto già per infilare in tasca quando avviene una cosa non esattamente prevista. E gradita.

La porta della stanza si apre, e una voce acuta di donna irrompe con la proprietaria.

“Shin-chan, vai pure avanti! Ti raggiungo subito in macchina, ho dimenticato gli occhiali da sole!”

Faccio appena in tempo ad alzare gli occhi che vedo entrare una bella donna, sui ventisette anni al massimo, che si blocca sulla soglia, fissandomi.

Per il grande Buddah, sono finito! Perduto! Fregato! Ora questa si metterà a strillare, attirando tutte le guardie di sicurezza di questo palazzo che sembra uscito da un film su Luigi XIV, e io finirò in galera, e tutti saranno cattivi con me, e mi faranno gli scherzi, e…

“Ti sei perso?”

… E qualcuno lassù in cielo mi ama, lo so!

Guardo la signora lievemente confuso, ma subito sfodero il mio migliore sorriso seducente… Niente risate, prego.

“Beh, ecco…”

Lei nemmeno mi fa finire la frase e mi sorride.

“Era qui anche lei per il colloquio, vero? Mi spiace, ma ormai il posto è già stato assegnato, quindi non abbiamo più bisogno di lei.”

Colloquio? Ceeertoooo, come no…

“Oh, che peccato…” mormoro, incerto.

“Eh sì, ma non si preoccupi: credo che tra non molto potrà ritentare. Qui le sue colleghe non durano mai tantissimo, del resto…”

“Certo, capisco…”

Ma di che sta parlando, questa?

“Non è nemmeno colpa loro, poveri cari. Sono solo molto vivaci, tutto qui…”

Io annuisco: meglio assecondarla, non si sa mai.

“Oh beh, almeno fino a dopodomani dovremmo essere coperti, comunque. Almeno finché io e mio marito non torniamo dal viaggio, poi si vedrà.” Conclude, alzando le spalle.

Io non dico nulla, ma del resto non mi pare che lei mi presti molta attenzione. Suppongo che potrei anche mettermi a ballare la samba sotto il suo naso senza destare la minima attenzione, impegnata com’è in chissà quali pensieri.

Poi lei scuote la testa, mi sorride di nuovo e dice.

“Comunque, mi spiace si sia perso. Sa, non è il primo a cui capita, qui.”

Chissà perché non me ne stupisco.

“Chiamo subito Yuki-chan per farla accompagnare fuori.”

Gli dei siano lodati: l’ho scampata!

“Uh? La mia collana?”

… 

Ma perché mi ostino a pensare?

Chino gli occhi sulla collana tra le mie mani, quella che la signora sta fissando.

“Ecco… io…”

“Oh, è meravigliosa, vero?”

Eh?

“Non è stato meraviglioso il mio Shin-chan? Ricordo ancora quando me l’ha regalata: in spiaggia, dopo una cena romantica sotto la luna…” e si perde a raccontarmi i fatti suoi con sguardo sognante.

Ma perché tutti i matti me li becco sempre io? Che sono, una calamita?

“Ehm, sì signora, molto interessante… Sa, l’avevo notata sul tavolo e non ho resistito alla tentazione di… osservarla meglio…”

Se vogliamo dirla così…

“Oh, lo so che è meravigliosa. Shin-chan è così carino e tenero, non trova?”

“Sicuro…”

Ricordate: date sempre ragione hai matti.

“Pensi che lo scorso anniversario ha affittato l’Hotel Precious solo per noi…”

Precious? Quell’Hotel Precious? Quello in cui per pernottare si sfiora il mutuo bancario? Dove un pasto ti costa uno stipendio e mezzo quando va bene? Quello dove soggiorna il capo di stato americano quando viene in visita in Giappone? Quello?!

Ma chi diavolo sono questi, i Suoh?!

“Signora Hitachiin, il signore l’aspetta in macchina. Dice che perderete l’aereo.”

Quasi i Suoh.

Ma, un attimo: volete dire che sono entrato in casa dei miei prossimi obiettivi senza nemmeno saperlo?! Ma porco panda…

Intanto la signora ha annuito al maggiordomo, sempre con quel sorriso trentadue denti in volto e si è voltata di nuovo verso di me.

“Allora la accompagno personalmente fuori, che dice?”

Ma deve proprio? No, perché io mi accontenterei anche del maggiordomo che è appena uscito. Ha un’aria così rassicurante, lui

"Non si preoccupi, signora. Sono certissimo di riuscire a trovare la strada da solo…”

“Non si preoccupi. Sto uscendo anch’io!”

“Ma veramente…”

Oh no, che sta facendo ora? Perché ha sgranato gli occhi? Perché ora ci sono pure le lacrime? E perché fa il labbro tremulo? Ma, soprattutto, perché non me ne sono stato a letto, stamattina?!

“Di… Dica la verità… Lei mi odia, non è così?”

Dei, che le dico ora? Non posso certo dirle “Più che altro mi spaventano a morte i pazzi”, giusto? Non con quello sguardo da cucciolo abbandonato.

“Ma no, signora, che dice…”

“Davvero? Davvero?”

Deglutisco.

“Ma certo, signora…”

E… zac!, ecco che lacrime e broncio scompaiono magicamente, lasciando posto ad un sorriso radioso.

“Benissimo! Quindi faremo la strada insieme!”

Così dicendo mi afferra per il braccio, facendomi cadere la collana di mano (dannazione, e io che speravo di riuscire comunque a sgraffignarla!) e inizia a trascinarmi per il corridoio.

Seriamente, questa donna mi preoccupa; mi chiedo che aspettino a ricoverarla. Cioè, è obiettivamente pazza! Come fanno a non accorgersene, qui?

Oh, ecco la porta! Sono quasi fuori, finalmente! Un’occasione di avvicinare i marmocchi sprecata, ma in questo momento non m’importa: voglio uscire di qui! Ora! Subito!

“Allora la aspetto per la prossima selezione,” mi sta dicendo, intanto “Sono sicura che tra un paio di settimane al massimo potrà ritentare. E chissà che con un uomo non vada meglio. Certo, forse sono troppo pessimista: in fondo, la signoria Uematsu mi sembrava proprio un tipo tost…”

“BASTA! NON NE POSSO PIÙ!”

“… Oh no, credo di aver parlato troppo presto...” mormora, bloccandosi all’improvviso.

Non faccio in tempo a voltarmi che entra un’altra donna, imbufalita come un toro, che borbotta parole che è bene non ripetere. Diavolo, alcune credo sarebbero nuove anche per uno scaricatore di porto!

La Pazza la guarda dubbiosa, soffermandosi in particolare sulla gonna della divisa a brandelli e sui capelli bruciacchiati qua e là. Accidenti, sembra appena uscita da un campo di battaglia!

Guardo la Pazza, aspettandomi di trovarla confusa quanto me, ma invece la trovo… rassegnata?!

 “Uematsu-san, che è succ…”

“È SUCCESSO CHE MI LICENZIO! NON VOGLIO PIÙ AVERE NULLA A CHE FARE CON DEI… DEI DEMONI IN TERRA COME QUEI… QUEI… AAAAAARGH!”

Oh mie dei beati, ma che le è successo? È in preda ad una crisi isterica che nemmeno la mia ex-moglie! Mi fa pena, poveraccia… Che l’abbiano aggredita i pitbull di casa?

“Ma Uematsu-san,” mormora la Pazza con tono conciliante “Noi stiamo partendo. Non potrebbe restare almeno un paio di gior…”

“NEMMENO PER SCHERZO! NON HO ALCUNA INTENZIONE DI SORBIRMI QUEI… QUEI… AAAARGH!, NEMMENO UN SECONDO DI PIÙ! E, SE  FOSSI IN LEI, PRENDEREI IN CONSIDERAZIONE L’ABBANDONO COATTO IN AUTOSTRADA!”

Eh no, questo no! Non lo doveva dire! Non posso restarmene in silenzio un minuto di più!

“Signora, ma le paiono discorsi da fare?! Come può essere così crudele?”

Come può essere così crudele con dei poveri animaletti innocenti? Non sa quanti cani vengono abbandonati ogni estate da proprietari infami? Come può anche solo pensare di poter suggerire una cosa del genere?

“Dovrebbe vergognarsi, altroché! E ora se ne vada, prima che chiami la sicurezza!” concludo, sventolandole l’indice ad un dito dal naso.

Lei mi guarda come sotto shock poi, borbottando qualcosa come “roba da matti, ma guarda tu che gentaglia c’è in giro al giorno d’oggi” prende la porta e se ne va, sbattendola.

Modestie a parte, mi sento molto figo in questo momento…

“Oh, lei è un eroe!” cinguetta una voce accanto a me. Io mi volto, ritrovandomi la Pazza a due centimetri dalla faccia che mi guarda con occhi estasiati.

“Co… come?”

“Lei è un eroe!” ripete “Indiscutibilmente, meravigliosamente, incredibilmente un eroe!”

Vi ho mai accennato al fatto che amo questa donna con tutto me stesso?

“Beh, grazie,” mormoro “Troppo gentile. Semplicemente, odio chi maltratta i piccoli…”

Certo! Sono un animalista convinto, io!

“Oh, quanto sono d’accordo! E poi, nemmeno fossero cattivi! Sono solo un po’ vivaci, ecco tutto.”

Annuisco convinto: ho sempre sostenuto che, con ogni cane, la cosa importante fosse la mano ferma; una volta che si ha quella è un gioco da ragazzi farsi ubbidire. Col mio chihuaua funzionava sempre alla grande.

“Però, ora che la signorina Uematsu se ne è andata, come farò? Io e Shin-chan dobbiamo partire praticamente ora…” E qui si blocca, come per un’idea improvvisa.

Ehi, perché mi sta fissando in quel modo? E perché sorride pure, ora?

“Ma certo, che idea geniale!” Esclama, avvicinandosi entusiasta. Poi mi prende le mani tra le sue e si piazza a due centimetri dal mio naso. “Ho deciso: è assunto!”

Che?!

“Ma… veramente…”

“Oh, non mi ringrazi,” continua “Sono certa che farà un magnifico lavoro!”

“Ma… Ma…”

Ma chi gliel’ha chiesto?!

“Oh, non si preoccupi. Sono assolutamente convinta che i piccoli faranno i bravi, con lei. Ha un dono di natura, lo sento.”

Oh beh, in questo caso…

“Sicuro signora, sono tutto suo!”

Lei sorride radiosa e inizia a battere le mani come una bambina. Però, non è poi difficile farla contenta.

Oh su, non fate così voi. Abbiate fede! In fondo, si tratta solo di badare a un paio di cuccioli per un paio di giorni. Che volete che sia? E poi, così potrò farmi un’idea sul modo in cui rapire i due marmocchi. Potrei perfino conquistarne la fiducia.

“Splendido, allora.” Mi sta dicendo intanto lei “Aspetti che glieli chiamo, così si presenta. Hika-chan! Kao-chan! Venite a conoscere il vostro nuovo amico!”

Oh, me li presenta pure? Ma che cani sono, questi? Setter con innesti genetici del DNA di Einstein?

Beh, conoscendo i proprietari potrebbe pure essere…

Ehi, un attimo, ha forse detto ‘Hika-chan’ e ‘Kao-chan’? Dove ho già sentito questi nomi…?

“Eccoci mamma!”

Per. Gli. Dei. Sono un essere schifosamente fortunato, sapete? Perché, mi chiedete? Beh, guardate con i vostri occhi per Diana! Guardate chi è appena entrato nella stanza!

I MARMOCCHI!

Oh, ma guardateli che carucci che sono! Identici l’uno all’altro, con gli occhioni grandi grandi e vestiti come piccoli lord. Ma che belliniiiiiii! Mi viene voglia di mangiarmeli, giuro!

“Hika-chan, Kao-chan,” sta intanto dicendo la Pazza “Questo sarà il vostro nuovo governante. Salutate!”

Come ha detto, scusate? Governante? Sarebbe a dire come babysitter? Loro?! Ma stiamo scherzando?! Io li rapisco i bambini, mica li accudisco amorevolmente! Ora la prendo da parte e la informo che non accetterò mai! A costo di rinunciare al piano originario di rapimento!

Mi volto verso la Pazza, deciso a dirle tutto, quando incrocio gli occhi con lo sguardo timido e angelico dei due bimbi.

“Salve signore, piacere di conoscerla.” Dicono all’unisono.

Ma che cariiiniiiiiii!

No, non devo distrarmi! Concentrati Ryosuke, concentrati! Dì alla signora il fatto suo!

“Grazie mille, signora. Sono onorato della sua proposta. L’accetto volentieri.”

Non dite nulla, vi prego. Sono un idiota, lo so.

“Oh, non lo dica nemmeno.” Si schermisce. Poi si volta verso i figli, con uno sguardo che, almeno in teoria, dovrebbe essere severo.

“Hika-chan, Kao-chan, mi raccomando! Voglio ritrovarlo qui quando torno, d’accordo? Integro.”

“Sì, mamma.”

“Niente giochi pericolosi, niente secchio d’acqua sulla porta, niente puntine nelle scarpe e niente piragna nella vasca da bagno. Il povero Martin è ancora traumatizzato dall’ultima volta che l’avete utilizzato per i vostri giochi!”

Scusate, ha forse detto la parola ‘piragna’?!

Sapete, credo di aver improvvisamente e inspiegabilmente cambiato idea sulla mia permanenza qui…

“Signora, credo che sia meglio se…”

Ma quella manco mi ascolta. Continua a ciarlare come se nemmeno esistessi, con i figli che annuiscono di tanto in tanto.

“… e mi raccomando di ubbidire al signor… signor…” si volta finalmente verso di me e mi fissa assorta. “Ehm… signor…”

“Gaara.” Rispondo automaticamente, quasi sotto shock: cioè, sta per affidare i suoi figli a uno di cui non conosce nemmeno il nome? Questa non è pazza, è decerebrata! Altro che Telefono Azzurro, qui bisogna chiamare l’UNICEF direttamente!

Sono così sconvolto che nemmeno mi accorgo che la Decerebrata si è alzata e si è diretta verso l’ingresso mandando baci volanti ai bambini. Sta già chiudendo la porta quando si blocca.

“Oh, e mi raccomando: niente gioco degli indiani mentre sono fuori, intesi?”

Quindi chiude e se ne va, lasciandomi completamente solo con i figli. Che intendeva con ‘gioco degli indiani’, esattamente?

Oh beh, pazienza. Me lo spiegherà al suo ritorno…

Ovviamente rimango, stupidi idioti. Ormai ho detto alla Decerebrata che sarei stato qui per due giorni e così farò, dato che se l’è svignata prima che potessi andarmene. Sono un uomo di parola, io! E poi, si sa mai che riesca a portarmeli via, con la scusa di qualche passeggiata…

E comunque, che mai potrebbe succedermi? Sono un uomo adulto, tutt’altro che gracile, e loro sono solo due marmocchi di cinque anni senza doppie personalità psicopatiche e ultraforzute, né guardie del corpo killer. Io sarò il loro governante e avrò il potere. Muahahahah...

Mi volto verso i marmocchi, pronto a dare direttive, ma mi blocco istantaneamente, congelato sul posto.

Scusate, ma quelle espressioni psicopatiche le avevano anche prima? E quel ghigno sadico?

“Gaara-san,” inizia a dire uno dei due, chissà quale “Ti va di fare un gioco con noi?”

Deglutisco istintivamente.

“Che gioco?”

Ed ecco che il ghigno si allarga.

“Si chiama, ‘Chi di noi è Hikaru’?”

 

 

 

Vi prego, aiutatemi! Non ce la faccio più!

Mi hanno legato! Legato! Ad un palo! Un palo!

“Kaoru, hai finito con la legna secca?”

“Quasi Hikaru. Tu a che punto sei con i fiammiferi?”

“Li sto cercando, ma la mamma li ha nascosti bene questa volta.”

Vi prego, uccidetemi ora!

Eppure era iniziato tutto con un gioco semplice e tranquillo: dovevo solo indovinare chi di loro due fosse Hikaru e, in caso di risposta sbagliata, scontare una penitenza. Ho accettato, ovviamente. Che altro potevo fare? Così, non avendo la più pallida idea di chi fosse chi, ho tirato a indovinare. Mi pare sia inutile dire che ho sbagliato. Dannato me e dannata anche la mia ingenuità! Che ne sapevo io che le loro penitenze erano… diciamo… fuori dalla grazie degli dei?!

“Kaoru, li ho trovati! Li aveva nascosti nel lampadario vittoriano del soggiorno.”

“Mmmh, sta finendo i nascondigli. Tra poco ricomincerà da capo…”

“Meglio così, perderemo meno tempo.”

“Già.”

L’ho già detto che voglio morire ora, vero? No, perché nel qual caso provvedo ora: VOGLIO MORIRE!

Come ‘che è successo’? Non lo vedete? Non vedete in che stato sono conciato? Come sono vestiti loro?

STIAMO GIOCANDO AGLI INDIANI!

Ovviamente, il prigioniero di guerra sono io. Loro sono i capi pellerossa.

Dannati, sudici, piccoli demoni della cattiva sorte! Vi farei a fettine, se solo potessi!

“Hikaru, qui ho finito con la legna.”

Quello che mi pare capire che sia Kaoru, si alza da terra, dopo aver sistemato ai miei piedi tanti piccoli rametti. Hikaru, intanto, si avvicina con la scatolina di fiammiferi in mano. Santo Buddah, ti prego – ti scongiuro, dimmi che non vogliono veramente…

“Accendi tu o accendo io?”

“Fai pure, Kaoru. L’ultima volta è toccato a me, no?” risponde l’altro tappo con un sorriso sadico sulla faccia.

Ma perché i marmocchi psicopatici capitano tutti a me?! A questo punto non voglio nemmeno pensare a come potrebbe essere un ipotetico figlio di Suoh. Grazie agli dei, il vecchio idiota non ne ha, altrimenti… Miseria ladra!, sarebbe un genio di perfida, come minimo!

Intanto il piccolo Kaoru ha preso un fiammifero dalla scatola, fissandomi con sguardo diabolico. Dei, non vorrà veramente…

“Su, piccolino, non scherzare. Metti giù il fiammiferino…”

Quello, per tutta risposta, allarga ancora di più il sorriso, subito imitato dal gemello. E posso giurare che sono spaventosamente inquietanti…

E… zac!, ecco il fiammifero acceso. Come possibile che due cosini minuscoli come quelli possano assomigliare così tanto a dei demoni?

“Ti prego, bimbo, non lo fare…”

Diavolo, sto supplicando un bambino! Un bambino! Io! Come sono caduto in basso…

Per tutta risposta, Kaoru ridacchia divertito.

“Ciao, ciao” mi dicono in coro, mentre il fiammifero cade a terra.

Andate al diavolo, dannati mocciosi!





Dei miei, è un miracolo: sono ancora vivo! Qualcuno lassù mi ama veramente, veramente molto, davvero.

Sì, anch’io pensavo fosse la fine, invece, ringraziando il cielo, il maggiordomo è entrato nella stanza che il fuoco aveva appena iniziato ad attecchire. E mi ha salvato; in extremis, ma l’ha fatto. E io lo amerò a vita per questo! E anche perché mi ha liberato dei marmocchi almeno momentaneamente: li ha spediti a farsi il bagno e a rimuginare sulla loro ‘cattiva condotta’.

Ma che cattiva condotta! Qui siamo al limite del tentato omicidio! Se non li trascino in tribunale è un miracolo! Certo, dovuto al fatto che io non ho un soldo e che i loro avvocati mi distruggerebbero sistematicamente in tribunale, ma sempre un miracolo resta!

Comunque il… fattaccio non si ripeterà. Me ne vado. Al diavolo il rapimento, i soldi, le Hawaii. Io voglio restare vivo! E integro! Se resto, domani mi ritroverò con tre metri di terra sopra la testa, altro che ai tropici.

Devo solo evitare di farmi beccare dal maggiordomo. Temo che finirei per rimanere, se cercasse di convincermi a restare. In fondo, mi ha salvato la vita, no?

Ecco, ora scavalco la finestra: scavalcherò di nuovo il muro di cinta, che volete che vi dica? Almeno così non mi vedrà ness…

“Ehi, Gaara-san!”

… uno. Ma porca paletta, che ho?, un’insegna luminosa con su scritto ‘sfiga, colpisci qui’ cucita addosso?

Mi volto lentamente, girandomi verso i due gemelli la cui testa compare da dietro un finestra da cui esce del vapore, probabilmente quello della vasca.

“Gaara-san,” riprende Hikaru, o Kaoru – quello che è “Dove vai, Gaara-san?”

“A fare un giro,” rispondo guardingo.

“Un giro dove?”

“In giro.”

Ma che vuole questo tappo psicotico? E perché ora ghigna di nuovo?!

“Vuoi scappare, vero?”

Quanto li odio, quei due nanerottoli psicopatici!

“Certo che no,” ribatto io “Vado solo a farmi un giro.” Per non tornare mai più, ma questo non è necessario che lo sappiano, no?

Il loro ghigno, incredibilmente, si allarga ancora di più.

“Oh beh, in questo caso…”

“… Dovremo rimediare, giusto Kaoru?”

“Mi hai levato le parole di bocca, Hikaru.”

Eh?

Ed ecco che uno dei due – credo Hikaru, ma non ci giurerei – alza una manina e schiocca le dita.

Non l’avesse mai fatto, quel piccolo serial killer in erba!

Subito, sento dietro di me l’abbaiare di almeno una mezza dozzina di cani. Mi volto, terrorizzato, e vedo altrettanti mastini sbucare di corsa dall’angolo della casa. Sicuramente, non hanno intenzioni amichevoli.

Imprecando contro tutte le divinità e non che conosco, inizio la fuga verso il muro di cinta.

Giurerei di aver sentito i due mini-killer ridacchiare divertiti alla vista.

Piccoli infami…

Scavalco il muro praticamente con un solo balzo, rischiando di perdere un piede nella bocca di uno dei cani. Fortuna vuole che i denti strappino soltanto un lembo dei pantaloni, e non di carne.

Porca l’oca, questi erano anche i miei pantaloni buoni! Quanto li vorrei ammazzare con le mie mani quei due piccoli…

“Tutto bene, signore?”

Ma chi è questo che mi piglia per il sedere?

“NO CHE NON VA BENE, PEZZO D’IDIOTA!”

“Signore, si calmi per favore…”

“COME POSSO CALMARMI, EH? DEI MARMOCCHI! SONO SOLO DEI MARMOCCHI STUPIDI E NANI, EPPURE NON RIESCO MAI AD ACCHIAPPARLI, QUEGLI INFAMI!”

“Acchiapparli…?”

“QUEGLI STUPIDI IDIOTI SONO DANNATAMENTE PSICOPATICI! PAZZI! MANIACI! INFAMI! O, MA ME LA PAGHERANNO! TUTTI QUANTI! A PARTIRE DA HANINOZUKA, PASSANDO DA OHTORI E ARRIVANDO AI DUE PICCOLI DIAVOLI QUI DENTRO! IO LI AMMAZZO, ALTRO CHE RAPIRLI! LI AMMAZZO E POI GIOCO A SHANGAI CON LE LORO OSSICINE IDIOTE!”

“Rapirli…?”

“E POI DIRO' BASTA AI MOCCIOSI CARINI! QUELLI CARINI SONO PERICOLOSI! D'ORA IN POI RAPIRO' SOLO MARMOCCHI ORRENDAMENTE ORRIDI, GIURO!"

"Signore...?"

"OH, INSOMMA, FATTI GLI AFFARI TUOI, BRUTTO IDIOTA! COME TI PERMETTI DI…”

La frase mi si blocca a metà quando, voltandomi, mi rendo conto di con chi sto parlando.

Un poliziotto.

Ma perché tutte a me?!

Lui mi si avvicina e mi prende il braccio; non tento nemmeno la fuga: con la fortuna che mi ritrovo, probabilmente finirei investito da un camion che andava contromano.

“Credo che io e lei abbiamo quattro chiacchiere da fare, signore.”

Chino il capo e lo seguo, ubbidiente. Dietro di me, sento ancora le risate di quei piccoli demoni.

 

  
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