-Oh yeah- esclamò il biondino con un vocione terrificante dopo una serie di accordi. Tutti scoppiarono a ridere, mentre il diretto in questione gli lanciò un cuscino in faccia. Niall assunse un’espressione esterrefatta e poi arrabbiata. -Ingrato, sappi che hai appena perso il tuo testimone- annunciò, indignato con un tono melodrammatico. Il moro scoppiò a ridere.
-Quale peccato- commentò ironico. -Ne ho altri tre, tranquillo Nialler- rise, facendogli l’occhiolino. Quel pomeriggio proseguì così.
Finita la prima canzone ci fu qualche secondo di pausa per riprendere fiato e
bere qualche goccio d’acqua per rinfrescare le corde vocali. I ragazzi si
avvicinarono tra di loro per scambiarsi due parole, mentre Harry era lì con lo
sguardo su quella piccola donna, a cui faceva qualche faccia buffa per farla
ridere. E aveva un grande successo. La piccola di tre anni rideva e batteva le
mani, mentre la madre lo ringraziava con lo sguardo.
-Ora- annunciò il presentatore. -In
anteprima mondiale il nuovo singolo, Night Changes. I One Direction- concluse,
ottenendo solo applausi e grida di approvazione. Iniziò nuovamente Zayn a
cantare, cambiando questa volta posizioni con Harry al centro. Codesto aveva
una visuale migliore rispetto a prima e riusciva anche a notare la stanza, in
cui erano quelle due. Durante il suo assolo, lui non si concentrò più poiché
vide un ragazzo entrare in quella stanza. La ragazza si voltò di scatto e si
alzò per andare da lui. La bimba li degnò della sua attenzione di pochi istanti
e poi si riconcentrò sulla loro musica, non badando all’ennesima discussione.
Al contrario di Harry. Non li lasciava neanche un minuto e la preoccupazione si
stava facendo sentire, rigettandola sulla canzone: era di qualche secondo in
ritardo nel primo ritornello. Scosse la testa e, prendendo il microfono, si
avvicinò alla sbarra per salutare i fan della strada per evitare nuovamente
qualche errore. Fu del tutto inutile. Dato che in quel secondo, in cui si era
girato, aveva visto l’uomo spingere la donna, alzando sempre di più la voce,
tanto che a lui arrivavano dei piccoli sussurri, e avvicinandosi alla bimba, ma
la ragazza lo bloccò in tempo, parandosi davanti a loro. La piccola si mise le
mani sulle orecchie e continuava a guardare il riccio con occhi lucidi. Lui si
rattristò, abbassando il microfono. Ma la cosa che fece traboccare il vaso, fu
che il ragazzo la spinse nuovamente con più forza. Questa volta cadde a terra
picchiando la testa e rimase priva di sensi. L’uomo spalancò gli occhi e si
inginocchiò per scuoterla un po’, ma la ragazza non dava segni di vita. A
quella visuale il cantante rimase di sasso con occhi dilatati e il fiato
accorciato. La bimba si girò di scatto e sbarrò gli occhi, correndo dalla
madre, che non rispondeva e ormai il suo cuore aveva smesso di battere. In
quell’esatto momento lui lasciò il microfono, che nel cadere al suolo fece un
suono stridulo, ammutolendo ogni singola persona di quella zona. I ragazzi
l’osservarono come se fosse uno psicopatico e si avvicinarono a lui.
-Harry- lo riprese a bassa voce Louis,
schioccando le dita davanti a sé.
Non rispondeva
visto che era troppo impegnato a guardare quella bambina piangere da sola sul
corpo della madre, oramai morta sul colpo.
-Harry- ci riprovarono nuovamente. Nulla.
Solo quando la
bimba si voltò con le lacrime, che popolavano il suo viso, e gli sussurrò
aiuto, lui si riprese da quello shock.
-Chiamate
un’ambulanza- mormorò
in quell’esatta posizione.
-Che? Come
cazzo facciamo?-
-Hai un
microfono, urlate di chiamare una cazzo di ambulanza. Ci vuole tanto?- sbottò, infuriato ai loro amici, che
spalancarono gli occhi.
-Stai male?- chiese invece Liam, posandogli una
mano sulla spalla. Harry scosse la testa, iniziando a svelare i suoi occhi
lucidi. -E allora perché vuoi un’ambulanza?- proseguì confuso. Harry
rivolse ancora lo sguardo alla bimba, che stava urlando il nome della madre,
scuotendola un po’.
-Vi prego
fatelo e basta- li
pregò con una lacrima solitaria sul suo viso. I suoi amici si sorpresero e non ribatterono
più. Fu Niall quello ad avvicinarsi al microfono, mentre gli altri rimasero con
lui.
-Qualcuno
chiami un’ambulanza subito!-
urlò il biondino, facendo meravigliare tutti visto che si aspettarono delle
scuse. Fecero subito com’è stato detto.
Il diretto in
questione non dava più cenni di vita, ma come biasimarlo aveva visto una donna
morire davanti a lui e la sua figliola piangere, chiedendogli disperatamente
aiuto. Era troppo per lui.
Fu inutile
aggiungere che con quella affermazione fecero subito scendere la band dato che
non era la prima volta che qualcuno di loro si sentiva male in pubblico,
soprattutto il ricciolino, il quale si fece spazio e iniziò a correre fino in
fondo alla strada, aspettando il veicolo con molta ansia. Gli altri volevano
inseguirlo, ma lo persero di vista.
Non appena
arrivò all’entrata dell’edificio, l’ambulanza arrivò e subito dei volontari si
diressero da lui velocemente.
-C’è una
ragazza e una bambina di sopra. Non so cosa sia successo, ma la madre non si
sveglia più- mentì
all’ultima frase, spostandosi per fare entrare gli uomini nell’edificio. Non
attese molto: i medici scesero con la barella coperta da un lenzuolo bianco e
una bambina dietro di loro, che correva e fu presa in braccio da un donna, la
quale entrò lentamente con il corpo della madre.
-Dove la
portate?- domandò
Harry preoccupato, avvicinandosi ad uno dei volontari prima di andarsene.
Quest’ultimo sospirò e rispose.
-Sacred Heart
Hospital- concluse. Mosse
dei passi all’indietro e sospirò un’altra volta. Non capiva cosa gli stava
capitando, ma quella bambina era oramai il suo punto fisso. Così, non appena fu
raggiunto dai suoi amici, se ne andarono, non calcolando per loro dispiacere
quei fan.
Durante il
tragitto, le domande non mancarono e dato che era Niall, che guidava, decise di
raccontarli la verità, nonostante la sua voce tremava. Rimasero abbastanza
basiti e non pensavano che un uomo fosse talmente malvagio da fare una cosa del
genere.
Arrivarono in
circa una ventina di minuti se non di più. Scesero e corsero all’interno
dell’ospedale. Diretti al banco delle informazioni, si imbatterono in
un’infermiera alquanto testarda, la quale continuava a dirli che solo i parenti
di quella ragazza potevano vederla. Ma Harry era ostinato. In quel momento non
gli importava più nulla, poteva persino pagarla davanti a tutti per farlo
entrare. Non ce ne fu bisogno perché una voce chiara, limpida catturò la sua
attenzione. Era la bimba.
-O grazie al
cielo- esclamò il
ricciolino, correndo da lei. -Hey, come stai?- domandò premuroso,
inginocchiandosi fino al suo livello. La bimba non emise fiato, lo osservava
con una tristezza assoluta con quei due occhi celesti rossi e gonfissimi.
Istintivamente si passò le sue manine a forma di pugno su di essi e si lasciò
andare un piccolo sbadiglio. Aveva sonno. Il pianto le causava sempre il sonno
e non poteva farci nulla.
-Piccola,
stai bene?- chiese
nuovamente Liam con un tono dolce e sicuro. Nulla. Nessuna risposta. La bimba
non intendeva aprire bocca. Ma fece una cosa che sorprese tutti. Si avvicinò al
riccio e lo abbracciò, stringendolo a sé. In quel momento lei non aveva bisogno
di nessuna parola, aveva bisogno solo di affetto, che d’ora in poi non riceverà
più.
Il cantante non
vide per molti giorni quella bambina poiché tra i suoi impegni da popstar e il
fatto di non sapere che fine avesse fatto, non aveva un attimo libero. Forse
era anche meglio così. Almeno non era più scombussolato rispetto a prima. Gli
amici non lo lasciavano solo e forse migliorò la situazione visto che lo
facevano svagare. Eppure ciò che loro non sapevano fu che ogni notte il riccio
sognava la figura della ragazza, che lo pregava di prendersi cura della sua
bimba. Questo, ogni volta, lo faceva ricadere nella depressione e nell’ansia
più assurda.
Quel giorno non
era uguale gli altri. Certo che non lo era. Era il funerale della ventenne e
lui si era obbligato ad andarci. Così, sistemandosi un’ultima volta la cravatta
sulla camicia bianca, coperta da una giacca nera, prese l’occorrente e se ne
andò. Uscì con la macchina dal garage di casa e si diresse al cimitero,
indossando degli occhiali e sperando che i paparazzi non lo vedano o lo
seguano. E fu così. Nessuno riuscì a riconoscerlo e questo fu sorprendente.
Parcheggiata la
macchina, vide pochissime persone e istintivamente si chiese il perché. Di
solito quando una ragazza così giovane moriva, i suoi genitori e i loro parenti
erano presenti. E allora perché vedeva solamente qualche persona anziana e
qualche ragazzo dell’età della defunta, escludendo la bimba, che era seduta in
prima fila tutta vestita di nero e con una persona anziana di fianco. Harry
decise di raggiungerla così, chiedendo scusa, si sedette proprio accanto a lei.
Quest’ultima alzò lo sguardo e si ritrovò gli occhi smeraldi e un sorriso
confortatore del ragazzo, il quale le strinse la mano.
Il funerale
cominciò e le lacrime fecero la loro entrata. In particolar modo quando la
cassa fu ricoperta dalla terra: la bimba non ce la faceva più. Si voltò e
affondò il viso sul petto del ricciolino, che la stringeva e l’accarezzava
dolcemente.
Al termine,
quando il prete stava parlando con quella donna, che era seduta accanto alla
bimba, ci fu del vociare dietro l’intruso, che attirarono bene la sua
attenzione.
-Che bastardo
però. La madre di sua figlia è morta e lui non si presenta neanche- sibilò una ragazza bionda, stringendo
il suo vestito nero.
-Brad? Lo sai
che è uno stronzo. Dobbiamo pensare ora a Melody- affermò l’altra. -Con chi andrà?-
domandò alle amiche.
-Orfanatrofio- sussurrò una terza, facendo
spalancare gli occhi al ragazzo, che li portò alla diretta in questione, la
quale era nella stessa posizione.
-Ma.. Nonna
Evelyn non la può tenere?-
chiese la bionda.
-No, è troppo
anziana. Gli assistenti sociali sono andati da lei e gliel’hanno detto
chiaramente. Se non trova qualcuno disposto a prendersene cura, la bimba va in
orfanatrofio- spiegò
meglio quest’ultima.
Il riccio si
rattristò e abbassò lo sguardo.
-Così ti
chiami Melody- le
sussurrò, facendola annuire lentamente. -Hai sentito non è vero?- si
demoralizzò. Lo fece di nuovo e lui sospirò. -Tranquilla, si troverà una
soluzione. Tu non andrai in quel posto, ok?- la piccola lo fissò e confermò
nuovamente. -Comunque, io sono Harry- si presentò con un piccolo
sorriso, allungando la mano. Lei la strinse con quello sguardo perso.
Non ci volle
tanto a farli allontanare perché ogni singola persona presente si avvicinò alla
bimba per farle le condoglianze. Lei, in silenzio, accettò.
-La prendo
io- affermò,
stringendosi le spalle. La donna si sorprese e non poco.
-Signorino
Styles, questo non è un gioco..-
lo stava riprendendo a dovere, ma lui non le diede neanche il tempo di finire.
-La gente è
egoista, signora Fletcher. Preferisce vedere la sua nipotina nelle mani di uno
sconosciuto, che non le vuole bene. O nelle mie, che posso offrirle una vita
migliore? Non la sto prendendo in giro, signora, e non mi permetterei mai. Ci
tengo realmente a quella bambina e vorrei che avesse il meglio perché quello
che le hanno fatto è stato ingiusto. La prego di rifletterci, e, da quanto ne
so, non ha molto tempo a disposizione-
concluse, voltando le spalle e andandosene a passi lenti e decisi.
-Anche lei è
uno sconosciuto, a quanto mi risulta. Ma questo poco importa. Cosa vuole da
quella bambina? Mi dica le sue intenzioni- lo bloccò, avvicinandosi e mettendosi a braccia
conserte. Lei era perennemente stanca di lottare contro le persone. In
particolare era perennemente stanca di parlare di quell’argomento,
convincendosi che quello non era il posto in cui si poteva parlare liberamente
di cose del genere. Specialmente al funerale di sua nipote, nonché madre della
bimba in questione. Ma sapeva anche che se non ne avesse parlato adesso con una
persona come Harry, la possibilità di un vita migliore per lei sarebbe stata
bruciata in meno di un istante.
Il ragazzo si
girò lentamente e sospirò.
-Non la
conosco da tanto, eppure è riuscita a penetrare il mio mondo incasinato con un
semplice sorriso. Quando l’ho vista piangere, io ero distrutto li con lei. Non
voglio nulla, anche perché volere qualcosa da una bambina di tre anni è pura
pazzia. Vorrei solo la sua felicità, tutto qui. Per quanto possa una bambina,
che appena perso la madre, esserlo -
terminò, cercando di ritornare dalla bimba, che era seduta sulla panca con uno
sguardo fisso. Si mise accanto a lei, la quale appoggiò la sua testa su di lui.
-Andrà tutto bene, Melody. Te lo prometto- le sussurrò, bacandole la
nuca e chiudendo gli occhi. Lei annuì poco convinta, mentre una lacrima scese
sul suo viso.
Ciao a tutti :D
Considerando che i capitoli della mia altra ff sono in fase di scrittura e avevo questa già pronta, vi presento la mia nuova minilong su Harry.
Dato che è una minilong, la storia non arriverà neanche a dieci capitoli.
é su Harry perché non avevo mai scritto su di lui, perciò eccomi qui.
Come si può vedere, Harry ha preso una decisione molto importante: adottare Melody.
Questo è il primo capitolo. Che cosa ne pensate?
Spero tanto che vi sia piaciuto :D
Fatemelo sapere!
Prima di lasciarvi con le foto del personaggi, volevo ringraziare una persona fantastica!
Vorrei ringraziare: _FallingToPieces_ sia per il banner sia per supportarmi sempre (e a volte anche sopportarmi ahahah)
Grazie mille anche a chi lo leggerà, recensirà e la mettererà tra seguite/preferite/ricordate.
Ci vediamo al prossimo aggiornamento.
A presto.
Ciaoo xx
(Harry *^*)
(Melody ;D)