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Autore: Master Chopper    07/03/2015    5 recensioni
'Conosci i motivi per cui sono convinto che la collaborazione, l’importanza dell’alleanza e la fiducia debbano essere il nuovo cavallo di battaglia per la Famiglia.
Per tanto comprenderai la mia stolta richiesta di collaborare, nuovamente, a favore di questa causa che intendo portare avanti finché morte non me lo conceda:
In Giappone, precisamente nella mia città natale, Nanimori, ho lasciato da cinque anni mio figlio:
Tengoku Marco Sawada.
Confido nelle tue capacità, Reborn.
Tuo Eterno Amico, Sawada Tsunayoshi
VONGOLA X ‘
- CONCLUSA - Attualmente in corso su: ' [SoF] Saga dei Sette Peccati Capitali '
ATTUALMENTE IN REVISIONE. ATTENZIONE, ALLA FINE DELLA REVISIONE I CAPITOLI POTREBBERO ESSERE STATI MODIFICATI RISPETTO ALLA VERSIONE ORIGINALE. Capitoli revisionati: 3.
Genere: Azione, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Family [SoF]'
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Target Number 4: Spaghetti alle Vongole.



21 Dicembre.

La Namimori Middle School era chiusa per quel lunedì, quindi non era raro vedere gruppi di studenti, dal primo al terzo anno, vagare per la città.
 
Cinque ragazzi stavano passeggiando tranquillamente per il Parco Pubblico di Nanimori, tra le fronde delle larghe foglie di palma.
 Parevano parecchio spensierati, a parte il ragazzo più piccolo, che veniva ripetutamente strattonato dalle orecchie da un nano in completo.

 Quello che non si aspettavano era che due presenze, nascoste tra i cespugli, osservassero i loro movimenti.
 
Una voce fredda e bisbigliante ruppe il silenzio tra i rami, spaventando qualche uccellino posatosi nei dintorni.
 

“Tengoku Marco Sawada, quattordici anni, prima B. Conosciuto come Tenbaka in tutta la Nanimori Middle School, media bassa.
 
Azura Schlmit, quindici anni, prima B. Anche lei famosa, ma per aver steso il capitano della squadra di calcio. Media bassa, la ragazza più carina delle prime. Origini tedesche.
 
Drake Schlmit, l’idolo del terzo anno. Sedici anni, vincitore per due anni del torneo di basket e atletica leggera. Terza A.
 
Akane Mizuno, sedici anni, terza C. Probabilmente la più bella della scuola. Italiana, trasferita da un mese, media eccellente.
 
Giorgia De Luca, anch’essa italiana, ma trasferita da più tempo. Scuola media Midori, terzo anno. Non ho abbastanza informazioni sul suo conto …”
 
 
“Basta Luchas, mi metti i brividi!” una figura si alzò di scatto e uscì da quel nascondiglio con aria seccata.
 
Era un ragazzo alto sul metro e settantacinque, dagli ispidi capelli castano scuro. La pelle era abbronzata, gli occhi marrone scuro.
 
Era vestito molto leggero, giusto una T-shirt bianca smanicata e degli short di jeans.
Sul collo, poco sopra il petto si intravedeva un sole bianco e nero, tatuato.

“ Perché diamine li perseguiti, scusa ?” Disse, rivolgendosi ad un qualcuno rimasto ancora tra le foglie.

Dopo poco, quel ‘qualcuno’ emerse dalla sua tana, pulendosi dalle tracce di terra.

Era un maschio anche lui, però di una decina di centimetri più basso. Aveva dei folti capelli rossi, scompigliati in avanti, che li ricadevano sulle spalle. I suoi luminosi occhi giallo oro, brillavano su quella pelle chiara, esposti ad un sole brillante. Vestiva una felpa nera e dei pantaloni larghi e grigi.

Lentamente si sfilò il binocolo appeso al proprio collo, facendo attenzione a non far cadere i suoi occhiali tondi e dalla montatura nera.

“ Te lo ripeto, Raxas: quel Tengoku ha qualcosa di strano! Non può trasformarsi dal Tenbaka che ho conosciuto a … Uno che conosce così tanta gente popolare, insomma!” Esclamò il tappetto, indicando il gruppo, ormai distante parecchi metri dalla loro postazione.

“Oh, qualcuno qui è invidioso …” Sorrise maliziosamente il castano, afferrando l’amico per la collottola e sollevandolo di molto da terra.

“ Oi! Oi!” urlò quello, dimenandosi mentre sprofondava nei propri vestiti.

“ Se continui con questo fare inquietante non ti farai mai degli amici, Luchas-chan.” Lo punzecchiò il castano, riportandolo al suolo.

Il ragazzino si rialzò, puntando all’amico un’occhiata decisa, come se stesse per dire qualcosa di molto importante.

“Ma tu … Raxas-chan … io e te rimarremo amici, vero?” gli chiese, mentre negli occhi si leggeva una certa tristezza.

“ Lascia stare.” Rispose il diretto interessato, iniziando ad allontanarsi. “Andiamo a mangiare qualcosa.”
 
“Aspettami!”
 
 
 


Azura, in capo al gruppo stava camminando su per il marciapiede con fare parecchio seccato.

“ Non posso credere che dobbiamo per forza venire con te in fumetteria!” Urlò, rivolgendosi al fratello, che nel mentre si stava asciugando la fronte con un fazzoletto.

“Non posso farci niente, per queste due ore è il mio turno.” Improvvisamente iniziò a correre, superando la sorella e lanciandole il pezzo di carta bagnata in faccia, iniziando a ridere.

Quello che seguì fu una serie di imprecazioni in tedesco talmente violente che Tengoku, spaventato, si nascose dietro Akane.
 

Giorgia, come se si fosse improvvisamente risvegliata, esclamò:

“Che ne dite se andiamo a mangiare?!”
La sua espressione era allegra e stava chiaramente supplicando i due amici.

“ No, Veronica-sama ha già invitato me, il Boss e Azura a pranzo. “ puntualizzò la mora più grande, tranquillizzando il suo ‘Boss’.

“Oooh… ” la ragazza chinò il capo, sconsolata, per poi seguire gli amici nel negozio.
 
Considerata l’ora, sarebbe parso strano trovare tanti clienti, ma il punto era che lì dentro non c’era (quasi ) anima viva.

A parte Azura, Akane, Tengoku, Giorgia e Drake, l’unico cliente era un ragazzo tranquillamente sdraiato su di un divanetto di finta pelle verde.

La testa era immersa in un manga, voltando pagina ogni cinque secondi, come se se lo stesse divorando.

Quando sentì il suono del campanellino ,che suonava ogni tal volta che qualcuno apriva la porta, si compose assumendo una postura corretta.  

Anche da seduto rimaneva comunque più alto della tedesca , era vestito con una felpa bianca dal cappuccio largo, che ricadeva all’indietro.
Da sotto la veste si notava il rosso acceso di una maglietta, mentre portava dei pantaloni da jogging  grigi e delle scarpe da ginnastica nere.

All’inizio si guardò intorno con fare scettico, poi sorrise ai ragazzi, avvicinandosi a loro.

“ Buongiorno, sono giusti?” disse, indicando una manciata di yen poggiati sul bancone. La voce era rilassata e gentile.

Drake controllò subito, per poi consegnare lo scontrino, ricambiando il sorriso.
“ Certo.”

“ Grazie, allora.”

Si girò, mostrando finalmente il suo volto:  i capelli rossi lunghi fino  alle scapole incorniciavano il volto dai lineamenti delicati. La pelle chiara faceva risplendere i suoi occhi etero cromatici, l’uno verde smeraldo, l’altro rosso cremisi con una strana runa al posto della pupilla.

Quando Tengoku incrociò il suo sguardo, quando guardò in quell’iride …
 
La tranquilla giornata estiva era rallegrata dalle grida entusiaste dei bambini, che correvano nel grande giardino ai piedi della Magione.

La vasta area verdeggiante era delimitata da un bosco di pioppi, che filtravano la luce del sole attraverso le loro foglie, creando un bellissimo effetto luminoso sul prato.

Un bimbo sui cinque anni stava giocando a palla con una bambina più grande di lui.

Lui era basso, vestito con una semplice camicetta con sotto una canottiera e un paio di jeans.
Lei invece, vestiva un lungo abito di diversi colori, dal giallo al verde.
 
Il piccolo dagli spettinati capelli bruni, si voltò improvvisamente, perdendo di vista il gioco.

Anche l’amica lo imitò, incuriosita da quel comportamento.

Entrambi videro un uomo altissimo in confronto a loro, quasi a sfiorare i due metri. Era di bell’aspetto con dei capelli biondi lucenti legati in una lunga coda di cavallo bassa.

Mano nella mano, accompagnava un ragazzino, probabilmente dell’età di lei.

“ Veronica, che c’è? Ti sei persa il fidanzatino? Hihihi.” Si inginocchiò per parlare con quei nanetti, mentre sghignazza allegramente.

Veronica arrossì di colpo, vedendo come il bambino dagli ispidi capelli rossi stesse facendo lo stesso.

“Papà! Non siamo fidanzati.” Urlò indispettita, sgridando il genitore.

“ Signor Dino, le assicuro che non è così …” borbottò il piccolo rosso, troppo imbarazzato per alzare lo sguardo.
 
“Che significa … fidanzati?” il brunetto si avvicinò ai tre, stingendo la palla. La pelle perlacea brillava al sole, come qui suoi grandi occhioni verdi, intenti a fissare l’uomo di nome Dino.

“Non ti ci mettere anche tu ,Ten!” continuò la castana, mentre ora il suo colorito assomigliava alle tonalità che acquisiscono i pomodori maturi.

Il bambino, alzò lo sguardo, fissando timidamente quel piccino tanto curioso.

Lui, in quegli occhi vide il verde delle praterie e … il rosso del fuoco ardente. Su cui troneggiava un simbolo nero.

 
 

 
“ Boss!” una voce lontana …

“Ten!” una più vicina …

“Svegliati Ten-kun!” una troppo vicina!

Un pugno colpì la guancia indifesa del ragazzo, facendolo rovinare a terra con un gran tonfo.

Tengoku si sentì totalmente scosso, dopo che quell’intorpidimento generale andò via, lasciando spazio ad un dolore lancinante alla faccia.
 
 “Giorgia quando una persona è in trance non si danno i pugni! Al massimo uno schiaffo!” Disse Akane, correndo in soccorso del bruno, mentre l’amica rimaneva immobile a pensare a quello che aveva appena fatto.

“E’ vero! Scusa Ten-kun.” Infine, come se fosse stata lei a risvegliarsi da una trance, balzò verso il malcapitato che aveva assaggiato il suo pugno.
 
“Io …”

“Si? Chiese Azura, mentre lo aiutava a rimettersi in piedi.

“Io devo cercare qualcuno.”
 
||| 

“Ma Veronica-sama, il Boss merita di sapere la verità!”

La mora stava fronteggiando la Futura Undicesima Cavallone, anche se il rispetto nei suoi confronti limitava la sua tenacia.

“No. Decimo ha espresso chiaramente il suo dissenso nella rivelazione di argomenti che riguardano la Famiglia. Se proprio vuole saperli, dovrà aspettare il suo ritorno.” Disse con fermezza la castana.

Quel gruppetto di scalmanati l’aveva interrotta durante un the con Reborn.

Di tutta risposta, il piccoletto era rimasto in silenzio durante la discussione, gustando i biscottini.

“ Veronica io voglio sapere! Perché non riesco più a ricordarmi il volto di mio padre ? Perché tutto quello che mi resta degli anni che ho passato in Italia, sono solo flash?!”

Il ragazzo era in piedi sull’uscio di casa, lo sguardo fermo ma gli occhi tremanti, come se si stesse per rompere.

“ Mi dispiace Ten … non sono autorizzata a dirti nulla.” Fu tutto quello che rispose la donna, con la testa china. Sparecchiò il tavolo-Leòn e sparì in cucina, tra il fracasso dei piatti e delle posate.
 
“ Non dovresti prendertela con lei.” Disse infine Reborn. I due, in procinto di andarsene, si girarono per ascoltarlo a fondo.

“Qui Veronica è l’unica cosa per cui dovresti essere grato. Ti conosce meglio di me, ma soprattutto è lei quella che soffre maggiormente. Conosce la verità ma non può dirla nemmeno a te, il suo protetto. Pensa prima di parlare …”

Il sicario era freddo, certamente quella mancanza di rispetto lo aveva infastidito non poco.
 

“ Boss , io vado ad avvisare gli altri che hai finito …” neanche Akane aveva voglia di dire altro. Piano piano, si diresse verso l’uscita.
 
Che brutta situazione. Tengoku non si era nemmeno reso conto che una delle figure più importanti per lui, si trovasse in difficoltà. L’aveva sempre vista come una supereroina , ma mai come una donna normale. Aveva marciato sulla sua debolezza, Reborn diceva il vero: è lei quella che soffriva di più.
 
Con calma entrò in casa, ma non prima di aver bisbigliato un ‘grazie’ certamente udito dal Tutor.
Trovò Veronica intenta a lavare le stoviglie, mentre la finestra di fronte al lavello, ne illuminava il bellissimo viso e parte dei capelli quasi dorati.

“ Scusa, sono stato uno scemo. Sono troppo cieco per vedere i problemi degli altri, prima dei miei.” Le disse, notando come la donna si fosse fermata a quella frase.

“Lascia perdere.” Continuò a lavorare, liquidando le scuse con un tono di voce molto basso.

“ Per favore, non essere arrabbiata. Farò di tutto per rimediare, ok?” Chiese il ragazzino, avvicinandosi a lei con un sorriso imbarazzato. Sperava di rimettere tutto a posto, ma non riusciva a stabilire un contatto.

“ Ho detto lascia perdere, Ten!” Continuando a non voltarsi, la castana alzò la voce, sempre più nervosa.
Ma non riuscì a continuare a parlare, a causa di un formicolio che partiva dalle anche, per poi estendersi fino alla pancia e sotto le braccia.

“PWHAHAHAHAHAHA! S-SMETTLAHHH!”

“Cocho cocho cocho” sorrise il bruno, muovendo agilmente le sue dita sui fianchi della tutrice, scatenando fragorose risate.

“OHOH-AHAHA OK! OK! FERMO-AHAHAHA!” Veronica era piegata in due dal ridere, mentre le lacrime le bagnavano copiosamente le guance.

Chiunque li avesse sentiti non avrebbe mai indovinato in che situazione si fossero cacciati.

Quando Tengoku smise, la donna si girò,  riprendendo fiato. Poi, finalmente sorrise, abbracciandolo.

“ Va bene.”
Gli diede un bacio affettuoso sulla fronte, per poi ritirarsi in camera sua.

“Devo studiare, ciao.”
E quando sentì il cigolio della porta chiudersi, quell’imbranato si sentì meglio come non mai.
 
 

“Quindi vorresti fare una sorpresa a Veronica?” Reborn era perplesso. Certo, felice che quello stupido avesse imparato la lezione, ma pur sempre perplesso.

“Si. D’altronde al suo scorso compleanno non sono neanche potuto andare.” Rispose, ricordando quella bruttissima settimana passata in compagnia dell’influenza.

“ Si potrebbe fare. Uno dei miei clienti lavora in un ristorante italiano: sarebbe il massimo, no?” Sorrise Drake, che aveva aspettato tutto il tempo fuori dalla casa dei Sawada , attualmente intestata a Veronica Uma.

“ Certo che si!” gli occhi di Giorgia si riempirono di emozione, mentre saltellava in giro per il cortile.

“Ma  … non dovevi avere il pomeriggio occupato?” chiese la Vongola, curiosa del cambio di programma del biondo.

“ Grazie ad un moccioso che si è messo ad urlare ‘Voglio sapere la verità!’ , sono dovuto venire con voi, altrimenti mia sorella non mi lasciava più in pace.

Entrambe le ragazze si girarono verso il canestrista, con aria truce.

“Il Boss non è un moccioso.” La mora tolse la sicura alla pistola, mentre una luce tetra le illuminava gli occhi.
“E nemmeno io.”  Esclamò la rossa e, forse per il fazzoletto bagnato di quella mattina, o forse perché si e basta, attaccò il fratello, tempestandolo ferocemente di pugni. Ciò risparmiò alla killer qualche proiettile.
 

Ore 19:40
Ristorante italiano ‘Valore al Sapore’

 
Il famoso ristorante era sempre sulla bocca di chi volesse cimentarsi nella cucina mediterranea, lì a Nanimori. Dagli interni in pietra alle splendide pietanze frutto di veri cuochi italiani, rispecchiava i desideri culinari del turista.  

Stranamente, quella sera chiunque volesse cimentarsi in questa cucina rinomata, si sarebbe ritrovato fuori ad aspettare, insieme ad un gran affollamento di persone.

Dalla svolta di quell’isolato, arrivarono sei eleganti figure:

Tengoku aveva deciso di mettere una giacca nera, abbinata con il pantalone stretto e gli stivali, mentre si notava chiaramente una maglietta arancione e  un cravatta in cuoio. Si era dato una sistemata, ma decisamente non si trovava a suo agio in quella forma.

Le ragazze erano molto affascinanti, a partire da Veronica, che per quella sera aveva preferito un lungo abito rosso con uno spacco alto sulla coscia, adornato da una collana di perle. Anch’ella si era sistemata per bene, i capelli erano contenuti in una coda, che ricadeva sulla spalla sinistra.

Azura e Giorgia avevano optato per un abito abbinato, semplice ma molto carino. Era simile a quello della donna, ma lungo fino alle ginocchia e senza spacco.

La mora, che si era intestardita a mettersi i tacchi, era sorretta dalla ragazza per evitare un capitombolo ogni due passi.

Ma quella che attirava più sguardi era proprio Akane, che in tutta la sua serietà indossava uno smoking con papillon, entrambi neri.

Nessuno conosceva il motivo di questa scelta, da quando era uscita in fretta e furia da casa sua, non aveva più detto nulla.

Quando il gruppetto raggiunse la porta chiusa del locale, rimase stupito dal vedere il cartello ‘CHIUSO’, che aveva appena scoraggiato decine di persone appena andate via.

“No, no. Ci deve essere un errore, qui le luci sono tutte accese.” Protestò Drake, facendo irruzione come se nulla fosse. Forse era il più
normale tra i sei: la felpa nera sopra dei jeans non davano molto nell’occhio.

Non trovarono nessuno, persino la musica era spenta.

Quando però sentirono dei deboli rumori provenienti dalla cucina, abbandonarono l’ipotesi che avessero lasciato quel posto incustodito.
Dentro la caotica stanza c’era un ragazzo, chino a rimettere gli attrezzi di lavoro dentro i cassetti. Dal vestito doveva essere un cameriere.  

Si girò immediatamente quando li vide entrare, mostrando il suo viso. I lineamenti facciali erano ben definiti ma abbastanza delicati per l’età che dimostrava. I corti capelli castano scuro erano pettinati all’indietro, mostrando degli occhi color prato e un tatuaggio a forma di stella blu sotto il destro.

Alzandosi si dimostrò essere di poco più basso e muscoloso di Drake.
“ Il locale è chiuso.” Disse semplicemente.

“Buonasera Shigeru. Sono Drake, ricordi? Sappiamo che è un po’ difficile ma si potrebbe riaprire il ristorante, solo per un’oretta.” Il biondo sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, con il risultato che il castano sbuffò annoiato.

“Si, mi ricordo di te. Ma tutti i nostri cuochi sono dovuti tornare in Sede, a Roma. Per qualche settimana saremo chiusi. E ora, con permesso …” con un gesto della mano, li indicò la porta, segno che dovevano andarsene subito.

“ Shigeru Orus. Il ‘velocista’.”

Una voce nasale ormai familiare li fece sobbalzare.

Un omino ben conosciuto era in piedi davanti alla finestra aperta, vestito da chef, con tanto di toque blanche e baffi bianchi alla francese.

“ Come ha fatto ad entrare?” pensò Tengoku, vedendo il bizzarro tutor.
 

“ Sono Reborneu, rinomato chef .”

“ Mi stai prendendo in giro?” Shigeru era basito dalla strana figura. Sembrava essere in una di quelle trasmissioni dove fanno scherzi alla gente.

“ Ti osservo da molto, hai ottime capacità culinarie ma i tuoi capi non ti permettono di emergere. Unisciti alla Famiglia Vongola, qui potrai liberare la tua vena creativa.” La proposta scioccante, tanto solita alla peste trasformista, lasciò come sempre tutti ammutoliti.

Tranne il diretto interessato.

“ Non ci credo.” Disse, mentre una rabbia gli montava dentro.

“Solo perché siamo in un ristorante italiano pensate che dobbiamo per forza dipendere dalla Mafia? Che pena che mi fate. Questi scherzi fateli a qualcuno che non ha un lavoro da portare avanti. E ora andatevene. Subito.” Afferrò un coltello dal manico in legno, puntandolo davanti a se.
Dallo sguardo si intuiva che era parecchio arrabbiato .
 
Un suono assordante spezzò il silenzio, come risvegliando i ragazzi.

“ Non provare mai più a minacciare i Vongola.”

Akane si era lanciata in avanti con una rapidità tale da essere diventata quasi invisibile per una manciata di secondi. Il braccio sinistro impugnava uno dei suoi coltelli dalla lama seghettata.

Un tonfo poco lontano fece intuire che avesse disarmato il ragazzo facendogli volare l’oggetto di mano.

Shigeru approfittò di qualche secondo di calma, per scaraventare addosso alla ragazza una decina di piatti poggiati sul lavandino al suo fianco.

Lei schivò l’attaccò, contrattaccando con una ginocchiata nella pancia del cameriere, per poi prenderlo dai capelli mentre era chino e scaraventarlo contro il muro, facendogli sbattere violentemente la testa.

“ Nooo!” Il bruno si mise le mani tra i capelli, anche se dentro di se era felice che Azura,Giorgia e Veronica fossero rimaste fuori ad aspettarli.

Il ragazzo castano si rialzò, tossendo sangue e imprecazioni. Lanciò un ultima occhiata alla killer, che continuava a fissarlo con quegli occhi freddi.

Drake stava urlando qualcosa alla mora, intimandole di smettere, ma lei non lo stava più sentendo.
 

Il velocista si lanciò contro l’avversaria, nonostante le due costole incrinate.

Afferrò una nuova lama, stavolta più grande, di quelle che si usano per affettare le carni, per poi lanciarsi in un affondo.

Anche Akane lo imitò, ruggendo come una leonessa ,intenta a concludere lo scontro.


...

Quando Tengoku riaprì gli occhi, si accorse di averli serrati involontariamente, per non vedere la scena.

Ma quello che gli si parò di fronte lo lasciò più che esterrefatto:

I due duellanti si trovavano nella stessa posizione, come se fossero il riflesso dell’altro. Il braccio destro era puntato in avanti, contro la testa dell’obbiettivo, ma entrambi gli affondi avevano fatto cilecca, quindi si ritrovavano con una lama a dieci millimetri dalla guancia sinistra.

Gli sguardi si lanciavano fiammate d’ira, mentre il respiro affannato di lui rompeva il silenzio creatosi nuovamente.


Un fischio e un borbottio, seguito da un odore di mare, attirò l’attenzione dei presenti, distraendoli da quello che era successo.

Reborn ,aka Reborneau, stava passeggiando sullo scomparto dei fornelli, mentre almeno in dieci pentoloni stava cuocendo qualcosa che emanava un odore molto invitante.

“ La vita è piena di ostacoli, che non ti permettono di essere quello che vuoi. Il segreto è tenere a mente quello che si desidera diventare, altrimenti si perde la concezione della realtà.” Disse, come un maestro ai suoi allievi. Il tono allegro come sempre, riscaldò in fretta l’atmosfera , facendo sospirare di sollievo i due ragazzi rimasti in disparte.


“ Cos’è?” per quanto potesse parere scettico, Shigeru non stava più tenendo la guardia alta, certamente non perché fosse certo di aver perso.

“Quando ho saputo che dovevamo andare a mangiare in un ristorante italiano, mi sono fatto importare da una prelibatezza tipica delle mie parti: Spaghetti con le Vongole.” Per quanto Reborn potesse essere sempre poco serio, il gioco di parola cascava a pennello.

Quel piatto sembrava buonissimo.

“Che ne dici di dare una possibilità a tutti quelli che stavi per lasciare a digiuno? Ho preparato per quaranta persone.”

Il cameriere rimase immobile, come se quel sorriso lo ipnotizzasse. Dopo poco, si avvicinò ad una pentola, prendendo un cucchiaio di legno. Dopo aver soffiato inghiottì gli spaghetti.

Infine si voltò verso il cuoco, con un enigmatico sorriso in volto.

“Stupiscimi, rinomato chef Reborneau .”
 


Dopo mezz’ora il ‘Valore al Sapore’ riaprì i battenti  lanciando come offerta nel menù un nuovo piatto: Spaghetti in stile Vongola. Il perché del nome lo sa solo lo chef.

Shigeru, che aveva fatto per la prima volta da aiuto cuoco, stava divorando la sua porzione seduto a tavola con Ten,Giorgia,Azura e Veronica.

“Certo che siete proprio forti Sawada-kun.” Era la frase che il castano ripeteva da un’ora al ragazzo, spesso accompagnata da una pacca sulla spalla.
 

A qualche tavolo di distanza:
 

“Guarda Raxas! Capisci cosa voglio dire? E’ troppo sospetto.”

Luchas, accompagnato dall’amico, non si dava pace nemmeno sulla sedia, continuando a ricordare a Raxas quanto fosse strano Tengoku.

“Per favore Lu-kun … metti via quel binocolo! ” esclamò il castano esausto di tutti quei commenti.
 




|||

Drake aveva seguito Akane fuori dal locale, notando qualcosa di strano nel suo comportamento.

“Sai che sei proprio carina in smoking?” il biondo cercò di attaccare bottone, mentre continuava a sorseggiare dalla lattina di cola.

“ Fottiti.” Gli rispose, con un tono più freddo dei dieci gradi di quella serata.

“Ho visto come guardavi Veronica. Perché non la inviti ad uscire? Uno come te farebbe subito colpo …” Dopo qualche attimo, il ragazzo sospirò come se la risposta fosse la più ovvia del mondo.


“ A parte che è già impegnata …” iniziò, ponendosi di fronte a lei.

Akane si irrigidì automaticamente, sentendo il suo respiro caldo sulla sua fronte.
 
“ C’è un altro maschiaccio che mi interessa, al momento .” Le prese il mento fra l’indice e il pollice, per farle alzare lo sguardo.
 

Quando i loro sguardi si incrociarono, arrossirono entrambi.
 

“ E... chi è ?”
 

La mora si preparò a tutto, ma non pensava che Drake stesse per…
 
- Consideralo un regalo di Natale ...-


“ Ah !” Il ragazzo diventò come di pietra, gli occhi spalancati e la bocca aperta.
 
La killer indietreggiò, spaventata.
 
Un brontolio preoccupante la confuse ancora di più.
 
Quando vide l’amico crollare a terra, inizialmente non fece niente, ma poi un’atroce dolore la accompagnò nel buio.
 



||| 


“Reborn, che sta succedendo?!” Tengoku irruppe in cucina, con la faccia verde e una mano sulla pancia, che continuava ad emettere rumori molesti.
 
Dietro di lui uno spettacolo apocalittico: tutti i clienti, compresi gli amici erano distesi a terra, doloranti ed incapaci di muoversi.
 
“Da dove vengono queste vongoleeeh…” fu l’unica cosa che il bruno riuscì a dire prima di perdere i sensi per i crampi allo stomaco.
 


Chissà se riuscì a sentire la risposta …
 

“ Me le ha date una mia amica. Si chiama Bianchi.”
 
 
 
 
 
 
 




 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE.

Welcome back! Come va? Vi è mancata questa squadra di pazzi? A me un po’ si, dai u.u.
Pieno di ‘cose’ questo capitolo, nevvero? Cose buffe, cose stupide, cose … -.-‘
Coooomunque, visto che stardust mi richiedeva da tempo un momento akane x drake … Eccolo qua (scusa per la demenzialità a palate XD)!
Ma i commenti li lascio a voi, giudicatemi, orsù.
 
Passiamo alle cose serie: stavo pensando di riaprire le iscrizioni, MA non vi voglio dire che cosa me ne farò dell’OC. Chiunque voglia lanciarsi nell’impresa, senza sapere a che cosa va incontro … deve solo scrivermi     ‘Scheda Misteriosa’. Questa opportunità la darò per altri cinque capitoli, fino al target 9. OVVIAMENTE vi dirò per cosa userò l’OC ma solo se chiederete la scheda. Intesi?
Per questo capitolo la SCHEDA MISTERIOSA è: STATA GIA' PRESA.
Il primo che la richiederà se l’aggiudica.
Alla prossima X3
P.S Anche se ho detto a Kurosaki Simon che ho corretto, non è vero (non ho avuto tempo) quindi stessa storia della volta scorsa: domani correggo.

 

   
 
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